mercoledì 1 luglio 2009

Elisir d'amore per .........una pochade-invettiva

L’UMORISMO AFFONDA LE SUE RADICI NON NELLA COMICITA’ , MA NELLA SOFFERENZA
E LO AVVICINA ALLA SFERA RELIGIOSA PERCHE’ LA SOFFERENZA NON E’ UN ACCIDENTE CASUALE MA LA DIMENSIONE ESSENZIALE DELL’ESISTENZA.


di salvatore d'angelo



In quel di Villa Certosa – il Sàtrapo s’indigna –
furto d’immagine è violata la sacra vigna !

E subito all’unisono scatta la canea
pubblica e privata – a cantar la panacea

del Grande Imbonitore : vespe, retròscenisti,
lacché, maggiordomi, sedicenti giornalisti

tutti a sviare il nòccciolo vero del problema,
a gridare al complotto, al grande teorema

d’una sinistra morta, che rema all’incontrario
ora che persino i treni! viaggiano in orario..

Fiato alle trombe dunque : che la solfa solita
venga infin suonata dalla trista accolita

dei feltri dei gasparri dei bondi dei belpietri,
ch’abbàino convinti, ch’annientino i di pietri!

L’onorevole niccolò mavalà ghedini
spari querele come fossero bruscolini!

Poi giù a cascata con le truppe da riporto,
i cicchitto, i capezzone, fino al porto

escondido: i caldarola pigi minzolini
ah, riformisti del re, i nuovi cagnolini!

Il Gran Protagonista s’avanza sulla scena,
lasciamolo parlare di sua favella oscena…





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