martedì 30 settembre 2008

Non sprechiamo l'odio......ma il diritto di "disprezzo"!



Ma può animo umano pensare che una terra così bella ,di uomini e piante , fiori e frutti, può essere violentata dalle macchine del potere dispotico e immorale dei pavidi 'Creonte' di un sud servile e asservito e dal cinico e schignazzante "pagliaccio" di Arcore che osa esibire ad un pubblico di "servi sciocchi" nipotini ignari per fascisti sondaggi di opinione senza anima.Vorrei poter coltivare con inusitata cattiveria nel mio cuore lacerato dal dolore "un odio freddo e risoluto anche per il semplice soldato che offende la mia terra in nome di un inspiegabile dovere e per il suo comandante in capo ...dott.Bertolaso,che pur mi era stato dipindo come uomo "buono e giusto".Ora capisco il senso della pace in una esperienza di "guerra" combattuta con altri mezzi e la violenza di chi "col ghigno telegenico" coltiva finti fiori nelle sue ville di plastica e apre ferite insanabile nella carne di uomini veri e di terre ricche di storia millenaria e di cultura di vita e di lavoro.Ora capisco :non siete degni neanche del mio odio meritate solo disprezzo e silenzio.

Una canzone e una preghiera del mio amico Roberto per una perdita possibile.Come per "le rose blu" della mia terra d'Irpinia.



... .....Il Formicoso : patrimonio dell'umanità.



...........c’è una buca e un mare
in cui è caduta ogni rivolta,
domestici naufragi a sera
sui divani di tutto l’occidente
nell’abisso tascabile
affisso in ogni coscienza
cresciuta a dismisura
in questa livida congiura di secondi
che salgono in un triviale
luridume di sangue e fumo
mischiati dentro la venalità
di questi lupi
di questa terra in cui è salvo
solo chi è infinitamente muto.......... armin


.......un grande dolore cantato da un grande Mozart.

Salvate la mia terra d' Irpinia.





DAL FRUMENTO AL CAMPO DI CONCENTRAMENTO
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giovedi due ottobre sul formicoso faremo la più grande manifestazione che la storia irpina ricordi.
giovedì due ottobre diremo che devono togliere il filo spinato. facciano i carotaggi, ma devono togliere quel filo orrendo.
dopo i carotaggi, qualunque sia l’esito, se ne devono andare una volta per sempre. per fare una discarica non basta che ci sia un terreno argilloso. ci devono essere tante altre condizioni logistiche e politiche che nel nostro caso non sussistono.

attenzione: siamo in un’altra fase e non sarà breve né facile. ma ce la faremo. _ armin


lunedì 29 settembre 2008

Tutta gli italiani devono sapere.........

.....si sta violentando una terra antica e un popolo civile,laborosioso, bello"manu militari"!



ho pianto e non c’è altro da dire. _ armin
p.s. : per chi volesse saperne di più, alle sei di oggi siamo al centro anziani di bisaccia per organizzare le manifestazioni non contro la discarica, che ancora non c’è, ma contro il lagher dello spazzino nazista.
alba al formicoso


L’ESERCITO OCCUPA IL FORMICOSO

Formicoso e Baronia, due territori dell’Alta Irpinia che probabilmente pochi conoscono. Il primo che si riferisce alla laboriosità dei suoi abitanti, il secondo ad un territorio una volta abitato dalla nobiltà sannita. Ancora oggi con comuni distanti tra di essi un solo chilometro, altri 3-4 a ricordare l’antico assetto urbanistico dei “pagus” hirpini. Dopo la fine della III guerra sannitica (298 a.C.), che vide la sconfitta dell’intero Sannio, tanti territori passarono nella mani di Roma che li consegnò ai propri consoli ed ai propri triunvi. La Baronia, il Formicoso e quelli di Lioni, Torella e Nusco tra questi. (leggi tutto)
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domenica 28 settembre 2008

Approfondimenti teorici.


Paura, legame sociale, ordine politico
- versione provvisoria (leggi tutto)
di Elena Pulcini

Il tema della paura è così cruciale nella riflessione hobbesiana da incrociare molti dei suoi nodi teorici fondamentali. Proverò qui a focalizzare tre aspetti, mostrandone le connessioni con il problema della paura: la funzione distruttiva e insieme normativa delle passioni; l’afferenza di Hobbes al paradigma biopolitico; l’assenza del legame sociale e la sua rilevanza per la visione della politica. La decisiva intuizione di Hobbes sta nel dedurre la paura dalla universale e legittima condizione di uguaglianza tra gli uomini [...]

Il "puparo" Vespa e la "pupa" Gelmonti..



GELMONTI. NOTE DI MILITANZA SOCIALE.
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Invece di Gelmini in Collegio
pare che abbia detto Gelmonti.
Non so. Non ricordo.
Però, se davvero è successo,
il lapsus è perfetto.


LA MAESTRA A PORTA A PORTA
L’avesse fatta parlare, gliele avrebbe dette e ridette di santa ragione, gliele avrebbe spiegate a dovere con la pazienza di Giobbe. Mi riferisco alla maestra romana, in studio lunedì notte con la sua classe a Porta a porta.
Vespa, il chierico del governo in carica, l’ha tirata in ballo soltanto due volte e tutte e due è rimasto disorientato. S’aspettava risposte di conferma e, invece, tranquilla e sorridente, la maestra ha mandato in soffitta le propensioni ideologiche del conduttore.
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Written by comunitaprovvisoria
27 Settembre 2008 a 9:13 pm
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sabato 27 settembre 2008

Una boccata di "bellezza in musica e parole"

"Colui che si annoia nell’ascoltare una bella musica lascia intendere che la bellezza dello stile e l’incantesimo dell’amore non avrà su di lui che poca potenza."(Emmanuel Kant)

Fabrizio De Andrè: Preghiera in gennaio
...per Luigi Tenco: "una voce che canta nel vento."



" E perchè i poeti nel tempo della povertà" si chiedeva con ingenua curiosità Holderlin.Perchè riproporre un luogo che Platone abitava difendendosene, un luogo che Nietzsche frequentava per capire quel troppo che aleggiava nella menzogna poetica: "I poeti mentono troppo!".Sempre i poeti non come custodi del senso, non tutori del linguaggio, non sacerdoti dell'indicibile e dell'impensabile.
Perchè i poeti ancora? Perchè la filosofia e il pensiero razionale li ri-chiama quando " nel mezzo di questa notte, la povertà del tempo giunge al suo apice" (Heidegger). Perchè solo loro sconsideratamente per una sorta di "follia" divina e dolce si arrischiano a farsi lettura e memoria di una temporalità e soggettività con le parole non forti e chiare della filosofia ma con la "nuance" che non ha nulla di delicato "perchè i poeti abitano le sfumature della luce o "i chiari di bosco" e riescono a vivere ,incoscienti, anche "la notte del mondo quando va verso la sua mezzanotte" (Heidegger)

venerdì 26 settembre 2008

Giustizia
"Pericle insegnami che cos'è la legge"
(leggi tutto)

Gustavo Zagrebelsky, la Repubblica

«DIMMI, Pericle, mi sapresti insegnare che cosa è la legge?» chiede Alcibiade a Pericle. Pericle risponde: «Tutto ciò che chi comanda, dopo aver deliberato, fa mettere per iscritto, stabilendo ciò che si debba e non si debba fare, si chiama legge». E...

giovedì 25 settembre 2008

Un appello per la mia terra d'Irpinia.






"Resistere per esistere"

"CARO abitante della terra….e dell’altairpinia.



Resistere e manifestare, è fondamentale, utile e necessario. Ancora una volta è la nostra terra a pagare i danni della mala gestione dei rifiuti, di governi che, invece di educare la gente a controllare la produzione dei rifiuti con la logica del riciclo, hanno preferito sguazzare in questo indefinito mondo e trarre vantaggio economico per una ristretta cerchia di uomini….Resistere per ESISTERE in maniera diversa, più consapevole del rispetto della nostra terra è altrettanto importante…per consegnare ai nostri successori, abitanti dell’Italia….della terra …un mondo migliore. Cominciano ad essere noi stessi il cambiamento del mondo che vogliamo! Il 2 ottobre è prevista l’operazione di carotaggio sul Formicoso, località pero-spaccone. Se non ci saranno variazioni di programma indotte per sviare la presenza degli Irpini sul sito, occorre essere presenti in grande numero per testimoniare la nostra affezione alla terra così come i nostri padri l’hanno lasciata…loro non sognavano certo una discarica!!!! Il 2 ottobre sul Formicoso porta un tricolore, una maglietta bianca, e cartelli con un grande punto interrogativo disegnato! Canteremo a distesa l’inno d’Italia….per dire che l’ Italia come Stato non è Stato! "

La "leggerezza " di Calvino e le "leggerezze" di Gelmini.



"Dedicherò la prima conferenza all'opposizione leggerezza-peso, e sosterrò le ragioni della leggerezza. Questo non vuol dire che io consideri le ragioni del peso meno valide, ma solo che sulla leggerezza penso d'aver più cose da dire. Dopo quarant'anni che scrivo fiction, dopo aver esplorato varie strade e compiuto esperimenti diversi, è venuta l'ora che io cerchi una definizione complessiva per il mio lavoro; proporrei questa: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio. In questa conferenza cercherò di spiegare - a me stesso e a voi - perché sono stato portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto; quali sono gli esempi tra le opere del passato in cui riconosco il mio ideale di leggerezza; conte situo questo valore nel presente e come lo proietto nel futuro. [...] Oggi ogni ramo della scienza sembra ci voglia dimostrare che il mondo si regge su entità sottilissime: come i messaggi del DNA, gli impulsi dei neuroni, i quarks, i neutrini vaganti nello spazio dall'inizio dei tempi... Poi, l'informatica. E' vero che il software non potrebbe esercitare i poteri della sua leggerezza se non mediante la pesantezza del hardware; ma è il software che comanda, che agisce sul mondo esterno e sulle macchine, le quali esistono solo in funzione del software, si evolvono in modo d'elaborare programmi sempre più complessi. La seconda rivoluzione industriale non si presenta come la prima con immagini schiaccianti quali presse di laminatoi o colate d'acciaio, ma come i bits d'un flusso d'informazione che corre sui circuiti sotto forma d'impulsi elettronici. Le macchine di ferro ci sono sempre, ma obbediscono ai bits senza peso. E' legittimo estrapolare dal discorso delle scienze un'immagine del mondo che corrisponda ai miei desideri? Se l'operazione che sto tentando mi attrae, è perché sento che essa potrebbe riannodarsi a un filo molto antico nella storia della poesia. Il De rerum natura di Lucrezio è la prima grande opera di poesia in cui la conoscenza del mondo diventa dissoluzione della compattezza del mondo, percezione di ciò che è infinitamente minuto e mobile e leggero. Lucrezio vuole scrivere il poema della materia ma ci avverte subito che la vera realtà di questa materia è fatta di corpuscoli invisibili. E' il poeta della concretezza fisica, vista nella sua sostanza permanente e immutabile, ma per prima cosa ci dice che il vuoto è altrettanto concreto che i corpi solidi. La più grande preoccupazione di Lucrezio sembra quella di evitare che il peso della materia ci schiacci. Al momento di stabilire le rigorose leggi meccaniche che determinano ogni evento, egli sente il bisogno di permettere agli atomi delle deviazioni imprevedibili dalla linea retta, tali da garantire la libertà tanto alla materia quanto agli esseri umani. La poesia dell'invisibile, la poesia delle infinite potenzialità imprevedibili, cosi come la poesia del nulla nascono da un poeta che non ha dubbi sulla fisicità del mondo. Questa polverizzazione della realtà s'estende anche agli aspetti visibili, ed è là che eccelle la qualità poetica di Lucrezio: i granelli di polvere che turbinano in un raggio di sole in una stanza buia (II, 114-124); le minute conchiglie tutte simili e tutte diverse che l'onda mollemente spinge sulla bibula barena, sulla sabbia che s'imbeve (II, 374-376); le ragnatele che ci avvolgono senza che noi ce ne accorgiamo mentre camminiamo (III, 381-390)....."

La leggerezza di una ideologia pesante.

Il mondo facile della politica format

di MICHELE SERRA

La campagna per il ritorno alla maestra unica, al di là dei propositi contingenti di "risparmio", aiuta a riflettere in maniera esemplare sulle ragioni profonde delle fortune politiche della destra di governo, e sulle sue altrettanto profonde intenzioni strategiche. Sono intenzioni di semplificazione. Se la parola-totem della sinistra, da molti anni a questa parte, è "complessità", a costo di far discendere da complesse analisi e complessi ragionamenti sbocchi politici oscuri e paralizzanti, comunque poco intelligibili dall'uomo della strada, quella della destra (vincente) è semplicità. La pedagogia e la didattica, così come sono andate evolvendosi nell'ultimo mezzo secolo, sono avvertite come discipline "di sinistra" non tanto e non solo per il tentativo di sostituire alla semplificazione autoritaria orientamenti più aperti, e a rischio di permissivismo "sessantottesco". Sono considerate di sinistra perché complicano l'atteggiamento educativo, aggiungono scrupoli culturali ed esitazioni psicologiche, si avvitano attorno alla collosa (e odiatissima) materia della correttezza politica, esprimono un'idea di società iper-garantita e per ciò stesso di ardua gestione, e in buona sostanza attentano al desiderio di tranquillità e di certezze di un corpo sociale disorientato e ansioso, pronto ad applaudire con convinzione qualunque demiurgo, anche settoriale, armato di scure. In questo senso la proposta Gelmini è quasi geniale. L'idea-forza, quella che arriva a una pubblica opinione sempre più tentata da modi bruschi, però semplificatori, è che gli arzigogoli "pedagogici", per giunta zavorrati da pretese sindacali, siano un lusso che la società non può più permettersi. Il vero "taglio", a ben vedere, non è quello di un personale docente comunque candidato - una volta liquidati i piloti, o i fannulloni, i sindacalisti o altri - al ruolo di ennesimo capro espiatorio. Il vero taglio è quello, gordiano, del nodo culturale. La nostalgia (molto diffusa) della maestra unica è la nostalgia di un'età dell'oro (irreale, ma seducente) nella quale la nefasta "complessità" non era ancora stata sdoganata da intellettuali, pedagogisti, psicologi, preti inquieti, agitatori politici e cercatori a vario titolo del pelo nell'uovo. Una società nella quale il principio autoritario era molto aiutato da una percezione dell'ordine di facile applicazione, nella quale il somaro era il somaro, l'operaio l'operaio e il dottore dottore. Una società che non prevedeva don Milani, non Mario Lodi, non Basaglia, ovviamente non il Sessantotto, e dunque, nella ricostruzione molto ideologica che se ne fa oggi a destra, è semplicemente caduta vittima di un agguato "comunista".
In questo schemino, semplice ed efficace, la cultura e la politica, a qualunque titolo, non sono visti come interpreti dei conflitti, ma come provocatori degli stessi. Se la pedagogia "permissiva" esiste, non è perché il disagio di parecchi bambini o la legnosità e l'inadeguatezza delle vecchia didattica richiedevano (già quarant'anni fa) di essere individuati e affrontati, ma perché quello stesso problema è stato "creato" da un ceto intellettuale e politico malevolmente orientato alla distruzione della buona vecchia scuola di una volta. Insomma, se la politica è diventata un format, come ha scritto Edmondo Berselli, la sua parola d'ordine è semplificazione. Per questa destra popolare, e per il vasto e agguerrito blocco sociale che esprime, la complicazione è un vizio "borghese" (da professori, da intellettualoidi, beninteso da radical-chic, e poco conta che il personale scolastico sia tra i più proletarizzati d'Italia) che non possiamo più permetterci, e al quale abbiamo fatto malissimo a cedere. Non solo la pedagogia, anche la psicologia, la sociologia, la psichiatria, nella vulgata oggi egemone, non rappresentano più uno strumento di analisi della realtà, quanto la volontà di disturbo di manipolatori, di rematori contro, di attizzatori di fuochi sociali che una bella secchiata d'acqua, come quella della maestra unica, può finalmente spegnere. La lettura quotidiana della stampa di destra - specialmente Libero, da questo punto di vista paradigma assoluto dell'opinione pubblica filo-governativa - dimostra che il trionfo del pensiero sbrigativo, per meglio affermarsi, necessita di un disprezzo uguale e contrario per il pensiero complicato, per la massa indistinta di filosofemi e sociologismi dei quali i nuovi italiani "liberi" si considerano vittime non più disponibili, per il latinorum castale di politici e intellettuali libreschi, barbogi, causidici, che usano la cultura (e il ricatto della complessità) come un sonnifero per tenere a freno le fresche energie "popolari" di chi ne ha le scatole piene dei dubbi, delle esitazioni, della lagna sociale sugli immigrati e gli zingari, sui bambini in difficoltà, su chiunque attardi e appesantisca il quotidiano disbrigo delle dure faccende quotidiane. Già troppo dure, in sé, per potersi permettere le "menate" della sinistra sull'accoglienza o il tempo pieno o i diritti dei gay o altre fesserie. La sinistra ha molto di che riflettere: la formazione culturale e perfino esistenziale del suo personale umano (elettorato compreso) è avvenuta nel culto quasi sacrale della complessità del mondo e della società, con la cultura eletta a strumento insostituibile di comprensione anche a rischio di complicare la complicazione... Ma non c'è dubbio che tra il rispetto della complessità e il narcisismo dello smarrimento, il passo è così breve che è stato ampiamente fatto: nessuna legge obbliga un intellettuale o un politico a innamorarsi dell'analisi al punto di non rischiare mai una sintesi, né la semplificazione - in sé - è una bestemmia (al contrario: proprio da chi ha molto studiato e molto riflettuto, ci si aspetterebbe a volte una conclusione che sia "facile" non perché rozza o superficiale, ma perché intelligente e comprensibile). Ma la posta in gioco è molto più importante del solo destino della sinistra. La posta in gioco - semplificando, appunto - è il destino della cultura, degli strumenti critici che rischiano di diventare insopportabili impicci. Se questa destra continuerà a vincere, a parte il marketing non si vede quale delle discipline sociali possa sperare di riacquistare prestigio, e una diffusione non solo castale o accademica. Perché è molto, molto più facile pensare che l'umanità e la Terra siano stati creati da Dio settemila anni fa (cosa della quale è convinta ad esempio la popolarissima Sarah Palin) piuttosto che perdere tempo e quattrini studiando i fossili e l'evoluzione. È molto più rassicurante, convincente, consolante pensare che le buone maestre di una volta, con l'ausilio del cinque in condotta e di una mitraglia di bocciature, possano mantenere l'ordine e "educare" meglio i bambini ipercinetici, e consumatori bulimici, che la televisione crea e che la propaganda di destra ora lascia intendere di poter distruggere, perché è meglio avere consumatori docili (clienti, come dice Pennac) piuttosto che cittadini irrequieti. È meglio avere certezze che problemi. È molto più semplice pensare che il mondo sia semplice, non fosse che per una circostanza incresciosa per tutti: che non lo è. Il mondo è complicato, l'umanità pure, i bambini non parliamone neanche. Se le persone convinte di questo obbligatorio, salutare riconoscimento della complicazione non trovano la maniera di renderla "popolare", di spiegarla meglio, di proporne una credibile possibilità di governo, di discernimento dei principi, dei diritti, dei bisogni fondamentali, diciamo pure della democrazia, vedremo nei prossimi decenni il progressivo trionfo dei semplificatori insofferenti, dei Brunetta, delle Gelmini, delle Palin. Poi la realtà, come è ovvio, presenterà i suoi conti, sprofondando i semplificatori nella stessa melma in cui oggi si dibattono i poveri complicatori di minoranza. Nel frattempo, però, bisognerebbe darsi da fare, per sopravvivere con qualche dignità nell'Era della Semplificazione, limitandone il più possibile i danni, se non per noi per i nostri figli che rischiano di credere davvero, alla lunga, al mito reazionario dei bei tempi andati, quando la scuola sfornava Bravi Italiani, gli aerei volavano senza patemi, gli intellettuali non rompevano troppo le scatole e la cultura partiva dalla bella calligrafia e arrivava (in perfetto orario) alla più disciplinata delle rassegnazioni. Cioè al suo esatto contrario.

la "leggerezza" di un dolore complesso.






la mia nevrosi mi porta a cercare i vivi

in un palazzo caduto da molti anni

rovine vecchie

a cui nemmeno i cani

danno più attenzione.

io cerco ancora qualcuno che respiri

in questi miei straziati giri.

se c’è qualcuno

in questo mondo che non sa essere nuovo

né antico

può essere soltanto un tuo nemico.

armin


............................."Come la melanconia è la tristezza diventata leggera, cosi lo humour è il comico che ha perso la pesantezza corporea (quella dimensione della carnalità umana che pur fa grandi Boccaccio e Rabelais) e mette in dubbio l’io e il mondo e tutta la rete di relazioni che li costituiscono.Melanconia e humour mescolati e inseparabili caratterizzano l’accento del Principe di Danimarca che abbiamo imparato a riconoscere in tutti o quasi i drammi shakespeariani sulle labbra dei tanti avatars del personaggio Amleto. Uno di essi, Jaques in As You Like It, cosi definisce la melanconia (atto IV, scena I):

è la mia peculiare malinconia composta da elementi diversi, quintessenzadi varie sostanze, e più precisamente di tante differenti esperienze di viaggi durante i quali quel perpetuo ruminare mi ha sprofondato in una capricciosissima tristezza........

Non è una melanconia compatta e opaca, dunque, ma un velo di particelle minutissime d’umori e sensazioni, un pulviscolo d’atomi come tutto ciò che costituisce l’ultima sostanza della molteplicità delle cose". Italo Calvino

Un "elisir contro la morte" per Berlusconi!



Il mistero di Scampagnini, Sindaco di Catania….

di Enzo Maddaloni


…..“Chi vota deve avere le stesse chance cerebrali e di salute di chi è votato”.

Fermi tutti! Calma, adesso cercherò di svelarvi il mistero e per farlo, vi devo portare in Ecuador, a Vilcabamba.Dagli anni 60 si racconta la storia che a Vilcabamba esiste la Valle della Giovinezza, per l’eccezionale longevità dei suoi abitanti. Non si sa bene come ebbe inizio questa storia: probabilmente fu visitata da un gerontologo (gerontologia: una tecnica medica per riconoscere precocemente le malattie della vecchiaia), a cui fecero credere che in quel posto c’era molta gente che superava il secolo, per via dell’aria incontaminata, (forse non è il caso di Catania?) dell’attività fisica praticata dagli abitanti (noi meridionali siamo dei fannulloni) e soprattutto dell’acqua, caratterizzata da un perfetto equilibrio tra calcio, magnesio e manganese in "perfetto equilibrio" (Masaru Emoto ci insegna anche se non si è compreso dove pigliano quest’acqua. Fatemi sapere se a Catania la trovate che qui ho provato ma non c’è).La notizia, molti anni fa non sembrava che avesse solide fondamenta scientifiche, non si avevano notizie certe sulle date di nascita dei supposti centenari, ma la fama del sito si consolidò rapidamente.Vilcabamba ora torna agli onori della cronaca e sapete perché? Perché ci vuole andare il professor Umberto Scapagnini, farmacologo di fama internazionale, sindaco di Catania e medico personale del Cavaliere Berlusconi.Anche Lui ha ormai affermato che Silvio Berlusconi, “..ha un sistema di tipo neuroimmunitario veramente straordinario per cui niente mina la sua salute…è tecnicamente immortale”. Un pò come Andreotti, Cossiga, ecc.Quindi carissimi amici di Catania non state a menarvela più di tanto. Inutile che provate con i lifting, perché il mistero di “longevità” di Berlusconi non sta nel lifting, ma si tratta di una (vera) combinazione personalizzata di sostanze su base naturale.Enzimi come il Q10 già presenti nel nostro cervello per ridurre i radicali liberi, metalli come il magnesio e il selenio, antiossidanti, farmaci che aiutano la respirazione neuronale e Uperzine A, uno schianto, efficace nelle prime fasi dell’Alzheimer, potente come messaggero chimico della memoria.Tutto a stomaco pieno. La dieta, naturalmente mediterranea. Da inaugurare sempre con il famoso “colpo d’acqua”, solo acqua e frutta il primo giorno, a seguire nove giorni di proteine e due settimane di dieta dissociata. E qui vi potrei parlare dei “bagni derivanti”, della dieta di “Dr. F.X. Mayr” dell’ ”idroterapia di “Kneipp” che approfodiremo un’altra volta.Si raccomanda il primo giorno, solo acqua, a litri, e frutta. Poi, dal secondo al nono giorno, niente alcol, né pane, né pasta; solo proteine, che hanno un peso molecolare maggiore. Secondo il ciclo di Krabbs, al quarto giorno l’organismo, per far prima, comincia a bruciare i grassi. Poi due settimane di dieta dissociata. Moto: corpo libero, addominali, venti minuti di corsa. Quindi un altro ciclo. In un mese si perdono 7 chili.Certo anche il sesso aiuta a mantenere giovani. Lo stesso Scapagnini raccontava di un suo collega (Silvio? Boh!), “…esagerava e questo lo rincoglioniva. L’effetto è lo stesso per chi si astiene. Va da sé che, dovessi scegliere, preferirei rincoglionire per eccesso. E mai smettere di lavorare. Una ricerca americana dice che il rischio cancro aumenta sette volte nei due anni successivi al pensionamento".Adesso avete capito anche perchè è giusto portare la pensione a 80 anni?Carissimi amici Catanesi forse non lo sapete ma voi avete come sindaco uno dei pochi medici che è capace di misurare con esattezza l’età biologica, oltre ad aver rallentato il processo di invecchiamento di Silvio Berlusconi con un trattamento di sua invenzione a base di olio di onfacio, un olio che viene prodotto in alcuni paesi arabi del mediterraneo, attraverso una tecnica di premitura a freddo delle olive non ancora mature (scusate se ve lo dico, ma siete proprio fessi se non ve lo producete anche voi), yogurth, pomodori di Pachino, ecc. ecc.…, fino a renderlo "tecnicamente immortale". Credo che abbia già in cura un vostro concittadino. Pippo Baudo ?……Il Parque National Podocarpus e’ uno dei parchi piu’ importanti dell’Ecuador. Vivere l’atmosfera incantata di questo villaggio, e’ indimenticabile, e tutte le guide turistiche ci consigliano un viaggio. In questo posto favoloso un cinquantenne è biologicamente equivalente ad un adolescente americano, osteoporosi, reumatismi e cardiopatie sono malattie sconosciute, a 90 e 100 anni si va per le salite come scoiattoli."Merito non solo dell’acqua – affermava Scapagnini in un’altra sua recente intervista - ma anche della dieta, basata su mais, fagioli, manioca, papaia, pochissima carne bianca, qualche tazzina di caffè e tanta allegria.”Nella sostanza se non l’avete capito, e potete anche non crederci, ma è la pura verità. Il Professor Umberto Scapagnini medico e sindaco di Catania è l’uomo che tiene le chiavi del dopo Cavaliere: è il custode dell’elisir di lunga vita.Poverini, invece di farvi curare la salute, lo avete messo a fare il sindaco? Per fortuna che il figlio, almeno lui è impegnato a gettare le basi per la sua utopia, l’Etna Valley, un centro all’avanguardia per la biotecnologia, la bioelettronica e le ricerche bioalimentari.Non prende un soldo, né da Berlusconi né dalla povera gente. Lui insieme a tanti altri medici e scienziati (come ad esempio: Francesco Bottaccioli, Hamer e tanti altri a partire dagli anni 80) è stato uno dei fautori della correlazione cervello-emozioni-organo "psiconeuroendocrinoimmunologia". La medicina del XXI secolo!"Maledizione - c’è qualcuno che già ha rappresentato il fatto che semmai qualche cittadino di Catania - è in volo per il "viaggio della speranza" e lui fa il modesto, si nasconde e fa il sindaco." Sospetto atroce: si concede solo a Berlusconi e pochi amici, quando potrebbe aiutare , come medico, tantissime persone ?
E’ anche modesto. Intervistato da un giornalista ha dichiarato "Da medico continuo a vedere pochi pazienti, quelli che seguo da anni. Come professore universitario ho preso l’aspettativa. Continuo la mia attività di ricercatore, partecipo a convegni, ma oggi il mio lavoro è quello di sindaco e di politico. Devo deluderla. È l’enfasi giornalistica che mi ha attribuito il concetto d’immortalità. Si nasce con un patrimonio genetico che, in condizioni ottimali, ci consentirebbe di vivere fino a 150 anni. Questo dico. Il guaio è che, salvo casi rari, le condizioni ottimali non si realizzano mai. Berlusconi è uno di questi casi rari. Mai visto uno così geneticamente dotato. Un cervello clamoroso, una resistenza alla fatica unica. Lo stressano solo le ingiustizie e i tradimenti degli amici. Il comportamento di Fini nella storia del rimpasto, per esempio. Fini lo sente più vicino di Casini che, si sa, è un vero democristiano, nel bene e nel male".Per favore invece di rivendicare l’aumento dello stipendio e la pensione a 65 anni (che fa pure male alla salute), o ancora chiederci chi è più bravo come sindaco, dobbiamo tentare anche noi di fare come un’altro giornalista che alla fine della sua intervista “annotò” sul suo bloc-notes in maniera molto “lungimirante”: “Chi vota deve avere le stesse chance cerebrali e di salute di chi è votato” e si fece prescrivere l’elisir di lunga vita. Quando parlo di lui (il Prof. Scampagnini, non Berlusconi)) traspira anche il mio orgoglio di “terrone meridionale” della Campania. Parlare del Professor Scapagnini è sempre un piacere perchè è nato a Napoli 65 anni fa, ma ne dimostra certamente 53.
Smettetela di protestare! Andate tutti di corsa al comune e fatevi pescrivere anche voi l’elisir dal Prof. Scapagnini!

P.S: L'estensore di questo scritto perdonerà i miei tagli dovuti a motivi strettamente tecnici.

mercoledì 24 settembre 2008

......per un sud di lotta e resistenza.





PER UNA RETE DEI NON RASSEGNATI
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Ammazzateci tutti rischia di chiudere entro un mese



di Aldo Pecora e Rosanna Scopelliti
mercoledì 17 settembre 2008
LETTERA APERTA A CHI CI VUOLE BENE.
Cari italiani, care italiane, quando abbiamo deciso di fondare Ammazzateci Tutti, in quel lembo di terra meravigliosa e disgraziata che si chiama Calabria, abbiamo cercato di concentrare le poche, pochissime risorse disponibili e le tante, tantissime speranze, di tutta quella gente che non ce la faceva più a vivere “incellophanata” dall’omertà e, soprattutto, dalla paura.
Per essere davvero liberi non ci siamo mai voluti legare a nessun carrozzone, né politico né imprenditoriale. Solo con il tempo abbiamo capito che è stata una scelta coraggiosa, una sfida più grande di noi, che ha certamente appesantito - non di poco - le già tante preoccupazioni che avevamo comunque messo in conto.

....per un sud di proposta e riformista.

"Non si può essere stupidi e ricchi per più di due generazioni".
curzio maltese



Mezzogiorno, le proposte di LeG

Un documento della Summer School

A conclusione del ciclo di lezioni della Summer School di Reggio Calabria, raccogliendo le sollecitazioni di insegnanti e allievi, LeG ha elaborato un documento che fissa in sei punti le proposte per il Mezzogiorno. Ecco il testo. Commenti ed eventuali...


BERLUSCONI E LA PAURA DELLA MORTE



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di Andrea Di Consoli

Siamo in presenza di una nevrosi gigantesca. Molti stanno reggendo, per puro interesse, il gioco a Berlusconi. Il vuoto che gli è dentro sta crescendo sempre di più. Berlusconi ha paura della vecchiaia e della morte. È ossessionato dalla posterità, dalla sopravvivenza della sua immagine dopo la sua morte. Non pensa ad altro che ai libri di storia del futuro, dove probabilmente il suo nome si confonderà con quello di Mariano Rumor e di Mario Scelba. Dorme poche ore a notte, dicono le cronache “embedded”, perché un oscuro nemico gli fiata sul collo. Se chiude gli occhi, Silvio Berlusconi ha davanti a sé il baratro, vede immediatamente il suo volto straziato dal nulla.

Il dramma di Berlusconi e di Enrico IV
L’occasione di questo scritto intelligente e caustico mi ha fatto pensare al dramma di Enrico IV di Pirandello.Il contrasto tra la vita e la forma, tra realtà e finzione, tra persona e personaggio rivivono nella ribellione esistenziale di Enirico.la sua tagedia: recitar per vent’anni la parte di Enrico IV, nei primi dodici anni con inconsapevole innocenza, negli ultimi otto per dolorosa necessità. Importante il soccorso alla sua tranquilla pazzia facendolo in un castello tra compiacenti cortigiani che lo assecondono e lo blandiscono per vari motivi.Quando rinsavisce si accorge di aver speso il meglio della sua giovinezza ( o vita), la donna che amava lo ha fatto e anche gli altri amici. Il tempo inesorabile si vendica con gli uomini che non hanno capito il suo senso ineluttabile ma reale e non aspetta Enrico che ora insegue disperatamente nei ricordi e si ritrova estraneo al mondo che è andato avanti senza e nonostante lui.Il tempo scorre inesorabile e non aspetta nessuno.Non gli resta che continuare a recitare la sua pazzia ,essendo impossibile il recupero egli anni perduti.Unico via di fuga rivivere nel profondo dei suoi sentimenti come rivalsa sul tempo che non può più sfiorare la sua esistenza volontariamente posta al di fuori della vita degli altri. Così non invecchia rimanendo fermo all’immagine di sé giovane avventuriero di belle speranze facendo appendere nella sua camera tutte le sue foto giovanili.A niente possono i suoi amici venuti a curiosare e tentare di farlo rinsavire.Enorme il contrasto tra la consapevolezza del protagonista e la superficialità degli amici che cercano di riportarlo all’attualità della vita.Nell’allucinante dialogo tra gli interlocutori emerge la follia come saggezza e la saggezza come follia inconsapevole.

mauro orlando

martedì 23 settembre 2008






a Cairano convegno per il FALCO LANARIO

sul LAGO di CONZA ha nidificato, da poco, il raro FALCO LANARIO
a 3 km., sul FORMICOSO, vogliono costruire la DISCARICA più grande d’Italia
l’ACQUA del LAGO di CONZA è in corso di potabilizzazione; tra pochi mesi sarà bevuta in Irpinia, Puglia e Lucania
a 3 km. di distanza dal Lago, sul FORMICOSO, vogliono costruire più grande DISCARICA d’Italia
la DISCARICA, essendo (altimetricamente) 400 metri più in alto rispetto al LAGO, finirà con il portare -LENTAMENTE - INESORABILMENTE - INEVITABILMENTE
il PERCOLATO nel LAGO
in Irpinia, Puglia e Lucania berremo ACQUA al PERCOLATO


La nostra forza .......la poesia.

(leggi tutta)
di franco arminio
sono arrivato al muro.
il paese di settembre
mi ha dato il suo verdetto:
devi dimettere quest’ansia
di trovare compagnia
l’ardore della tua ansia
è solo tuo
non lo puoi chiedere
agli altri
non li puoi sempre avvisare
che chi non muore adesso
non potrà morire
mai più.

continua →

COMUNITA' PROVVISORIA . paesi . paesaggi . paesologia

La nostalgia (nòstos) come l’amore per la propria terra non può mai essere solo tenera,buona ,dolce ma dura,asciutta,violenta come l’anima addolorata di queste parole che rivestono sentimenti e passioni sopite in un continuo viaggio nell’inferno delle nostre coscienze inquiete.Non possiamo solo descivere ruscelli elegiaci e bucolici ma immaginare grandi fiumi e grandi mari.Noi uomini delle alture,dell’aria rarefatta cheinebria e mortifica il cervello e costruisce anime sofferenti e votatecon meraviglia e stupore a riscoprire continuamente ” la voce di colui che primamente conobbe il tremolar della marina” le nostre tante e varie “marine” della conoscenza,della responsabilità e del lavoro. E’ sempre il sentimento di una mancanza ,di una inadeguatezza, di una provvisorietà (parola magica ma anche dolorante) che squarcia e mortifica la realtà, creando vuoti metafisici e lacerazioni esistenziali nell’animo turbato e lacerato della poesia che non accetta di usare e mischiare le parole per nascondere “nel cappello” della nostra anima anche i propri dolori nel disordine delle cose e dei sentimenti.Strappa e mortifica il reale nelle sue rassicuranti e idilliache connessioni e lo mostra nella sua sanguinante, divelta e brada violenza.Riscopre e rivela anche la selvaggia,dura,sconsolata fisicità elementare e naturale della terra e degli uomini,smascherando i tentativi di neutralizzazione con i vecchi , consueti e desueti schemi linguistici,logici o peggio ideologici.Sopratutto la poesia che ama le cose e le persone, anzi sopratutto essa,non può limitarsi a ricordarci che la vita non basta per costruire speranze e futuro ,religioso opolitco.Il poeta ha l’obbligo (etico prima che politico)di comportarsi come se il futuro di tutta l’umanità dipendesse da lui.Il poeta cova il dolore di chiedersi non quale sarà il futuro,ma semplicemente se ci sarà futuro.Non siamo nell’ordine dell’ottimismo o del pessimismo.Abbiamo già consumato vittime illustri (Leopardi tra i tanti) in questo rito rasicurante e doloroso del “Logos”.Ci deve sempre ricordare di “morire per la verità” come consigliava Nietszche:”Non ci faremo bruciare per le nostre opinioni: non siamo abbastanza sicuri di esse.Ma ci faremo forse bruciare per poter avere e per potere cambiare le nostre opinioni”.

mauro orlando

lunedì 22 settembre 2008

I tecnici di Berlusconi non dimenticano il FORMICOSO!

..Difendiamo le nostre energie naturali :
acqua, vento, terra, sole, grano e ...... parole!


Giandonato Giordano

Si intensifica il dibattito sul futuro dei piccoli centri, sollecitato delle continue aggressioni al nostro territorio dell’Alta Irpinia, individuato come sede di una megadiscarica. Provo anch’io ad esprimere qualche considerazione sul tema dei piccoli comuni con la consapevolezza che se le scelte politiche non cambieranno, tra qualche anno saremo costretti a dire:” C’era una volta il paese”. Non sarà l’incipit di una favola, ma l’amara considerazione e la triste sconfitta di quelli della mia generazione che, pur potendo vivere in luoghi lontani dal paese di origine, non hanno reciso il legame con la terra natia. Il paese è stato ed è il mio orizzonte, il luogo elettivo della mia esistenza, il porto sicuro.
(continua…)

assicuriamo una presenza attiva ,viva e consapevole sul Formicoso!

questo intervento di paolo battista.
mi pare un bell’esempio di ardore in queste epoca di spiriti mosci.
franco arminio
**
Io dico che il giorno in cui questi Signori arriveranno sul Formicoso dobbiamo mobilitarci!forse può essere inutile, forse pericoloso, forse eccessivo, ma sicuramente essenziale.i nostri corpi dovranno essere croci conficcate nel terreno,scudi con i quali difendere l’ostinazione nichilista dei potenti,un passaparola prima di tutto morale contro chi cerca di cancellare gli ultimi frammenti naturali di una bellezza che sta per estinguersi.Io do la mia adesione totale per quel giorno maledetto!(fatemi solo sapere quando-non voglio sentirmi escluso solo perchè vivo a Roma-sono irpino e fiero delle mie origini).

Poesia dall' Irpinia

di Nadia Agustoni poetan@tiscali.it



La corsa all’idroscalo, nel freddo,
il fischio che vola sull’erba, il via con gli occhi
nel dirci la fretta, l’ansia alle mani, la domenica quando Milano dorme con le corsie
che inseguono segnali e tutto vibra e si rompe
e viale Sarca immenso entra nel cuore…

(continua…)

domenica 21 settembre 2008

"Erotismo e sensualità nella storia della canzone"

...il 2 ottobre comincia il corso "forme di poesia per musica" presso l'Università di Pavia, facoltà di Filosofia,tenuto dal Prof.Roberto Vecchioni e prof. Mauro Orlando.

" ...non era mia intenzione ricostruire una storia dei compotamenti e delle pratiche sessuali..., la loro evoluzione e la loro diffusione. Nè intendevo analizzare le idee (scientifiche ,religiose o filosofiche) attraverso le quali questi comportamenti sono stati rappresentati. Volevo innanzitutto soffermarmi sulla nozione- quasi quotidiana,così recente- di "sessualità"...."
M. Foucault, L'uso dei piaceri, feltrinelli


« Gettiamo, amore mio,
le vesti ed accostiamoci:
il mio corpo nudo ed il tuo corpo nudo
intrecciati e niente sta in mezzo;
la tua veste leggera mi sembra come le mura di Semiramide.
Avviciniamo l'uno all'altro le labbra e il petto
sul resto silenzio: non mi piace il parlare indecente. »

(Paolo Silenziario, Anth. pal V, 252)

Paolo Silenziario: Epoca di Giustiniano, nel pieno VI sec d.c. con fioritura di poesia epigrammatica di poeti attivi a Costantinopoli. I suoi versi d'amore vibrano di una violenta passionalità che si esprime attraverso una scssione dello spirito tra 'eros' e 'thanatos' tra la violenta e quasi febbrile pulsione verso l'unione dei corpi e un sotterraneo tormentoso senso di colpa......erotismo come colpa e sene gode l'aspetto segreto (furtiva venus)



La buona scuola è una scuola che non ha scuola...............



2. E’ l’aquila che ti porta via dalle follie quotidiane per accompagnarti sulle asperità delle vette, offrirti la vista dei baratri, dei pendii, dei boschi e delle radure della storia umana.
3. E’ l’arpa che ti dona la forza di resistere alle sofferenze visibili ed invisibili del corpo e della mente. Miseria e tendenza a superarla, malattia e volontà di guarire, costrizione e voglia di libertà, indifferenza stellare e appassionata interrogazione. La buona scuola è la casa di questa ricerca, l’attesa inquieta, la preparazione al viaggio, la sollecita assistenza.
4. E’ l’arca che ti salva dal diluvio di violenza che grandina nelle case, sui muri, nelle piazze e nelle aule, negli ospedali e nei conventi, nelle prigioni e in ogni luogo dove il logos soffia delle umane sementi.Il figlio dell’uomo e della donna non è innocente. La plasticità dello sviluppo lo rende affezionabile ad abitudini nocive, oltre che capace di prove straordinarie di generosità, di fantastiche architetture del bene, di meravigliose bellezze.Sviluppo verso dove e a che scopo? Non ci si può sottrarre alla domanda né ad un’ipotesi di risposta. Non l’origine, ma la meta può farsi perfetta. L’essenza umana non è stabilita una volta per tutte. Molte carte si possono ancora giocare.La buona scuola non può ridursi a gingillo di distinzioni sottili, non può vivere sempre di balocchi e trastulli. Sa d’essere scrigno, prezioso forziere dei migliori principi:
prevenire è meglio che reprimere o curare............
di donato salzaruro

sabato 20 settembre 2008

...è sempre magico a Milano

magia,malia,sogno e tanta passione ieri al concerto di Roberto a Milano.
"....Gli anni t'inseguono
quando sei solo
gli anni ti parlano
ma non e' vero
Gli anni rimangono
silenziosi, leggeri,
stanno dove li metti
e si nascondono
negli odori, nei fogli, nel wysky, nei cassetti
gli anni si impigliano
e si aggrovigliano..."



" Io nelle mie canzoni ho sempre tentato di scrivere storie al contrario, laterali e oblique ..quasi per gioco ho applicato alle favole il senso del dubbio,il gusto del contrario…. Le favole sono alibi …gli alibi generano altre favole."


giovedì 18 settembre 2008

Uno....nessuno.....centomila !



Vediamo dunque, qual è il processo da cui risulta quella particolar rappresentazione che si suol chiamare umoristica; se questa ha peculiari caratteri che la distinguono, e da che derivano; se vi è un particolar modo di considerare il mondo, che costituisce appunto la materia e la ragione dell'umorismo. [...] Ho già detto altrove, e qui m'è forza ripetere– l'opera d'arte è creata dal libero movimento della vita interiore che organa le idee e le immagini in una forma armoniosa, di cui tutti gli elementi han corrispondenza tra loro e con l'idea madre che le coordina. [...] Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d'abiti giovanili. Mi metto a ridere. "Avverto" che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto un "avvertimento del contrario".Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente, s'inganna che, parata così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a trattenere a sé l'amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l'umoristico. [...] non ci fermiamo alle apparenze, ciò che inizialmente ci faceva ridere adesso ci farà tutt'al più sorridere. (da L'umorismo di Luigi Pirndello)

Buon anniversario !



( leggere tutto)

Giorgio Napolitano, Quirinale.it
Al 60° anniversario della Costituzione repubblicana sono state dedicate, in gran numero e in forme assai varie, iniziative succedutesi nel corso di tutto il 2008. Iniziative istituzionali, elaborazioni e ricerche, incontri pubblici, conferenze e dibattiti...

martedì 16 settembre 2008

SAFFO

Alle sue alunne
Quando, fanciulle, dite
“Ti coroneremo, cara Saffo,
come la migliore suonatrice della dolce lira”,
non fate onore
ai bei doni delle Muse formose.
Non sapete forse
che rugosa per l’età è la mia pelle,
i capelli da neri son divenuti bianchi,
pochi denti mi sono rimasti
e le gambe quando cammino
a mala pena sorreggono il corpo
mentre un tempo agile mi univo alle danze
come cerbiatta, la più snella fra gli animali?
Non posso farci nulla.
Neppure Dio stesso può fare
quel che non è possibile che avvenga.
E come la Notte stellata
segue all’Aurora dalle rosee braccia
portando oscurità ai confini della terra,
così alla fine Ades raggiunge
ogni essere vivente;
e come non volle
ridare ad Orfeo la donna amata,
così trattiene prigioniera ogni donna che muore
quand’anche la lasciasse seguire
il canto fascinoso e la melodiosa lira dello sposo.
Ma, sappiate,
amo la vita nel suo fiore
e per me splendore di bellezza
è tutt’uno col desiderio di sole.
Non penso di entrare ora nella tana
prima che sia necessario.
Vivrò amandovi
da voi amata.
Questo mi basta
e veramente più non desidero.


Saffo

Traduzione di Simone Saglia




LA BUONA LAICITA'

" .....Il laico è l’uomo/la donna delle certezze che sanno di essere radicalmente contingenti, ma non per questo meno stringenti. È l’uomo/la donna della ragionevolezza, cioè della razionalità temperata da ciò che non appare riducibile alla semplice strumentazione scientifica. Ma non per questo accetta dottrine costruite su modelli mentali e antropologici storicamente elaborati con mentalità pre-scientifica (o addirittura anti-scientifica) che pretendono accesso privilegiato alla trascendenza.Il confine tra razionale e irrazionale è precario, ma sempre definibile con gli strumenti della ragione. L’orizzonte della ragione e delle sue espressioni semantiche è intrascendibile. La fede non vi trova posto. Questa è la lezione irrinunciabile da Kant a Wittgenstein, due studiosi che non si dichiaravano affatto atei ma ponevano la fede nella «ragione pratica» o nell’ambito delle «forme di vita». Chi ragiona così è un laicista o un laico positivo?Francamente questa distinzione, che pretende diventare una graduatoria della razionalità, è insostenibile....." (leggi per in intero in "è la stampa bellezza".
G.E.Rusconi

lunedì 15 settembre 2008

Mai dimenticare "il formicoso"... bello anche in inverno !


M.Teresa Iarrobino

C’è una terra onesta e sconsolata, arsa e brulla, verde e intrisa di sorgenti e di pensiero.Questa terra che amiamo oggi ci è stata sottratta, derubata come sempre negli anni e nella storia.Siamo come raminghi e ci avvaliamo della speranza di poterla liberare dallo scempio, pur sapendo la sua destinazione, oramai disposta, non dalla volontà sociale ma dal decisionismo cui nessuno può sottrarsi.Non convince il gioco preordinato della dell’attuale fase politica e degli uomini che la praticano, non tutelano la vita umana e sociale perché hanno imbrogliato il senso alto della loro funzione. ( Polis, decentramento, autonomia dallo stato centrale, federalismo, ciò che accade è il contrario di ciò che si proclama e di questo dobbiamo prenderne atto.)Come sarà la nostra vita dopo Pero Spaccone?Saremo costretti ad abbandonare ciò che amiamo, i nostri figli non potranno neppure sfiorare l’idea vivere in questa terra così controversa e insieme avvincente;il libro di Farnco Arminio, l’ultimo, che, noi tutti, abbiamo apprezzato e stimato diventerà un cimelio lasciato ai posteri.

Il peso dell'esperienza sull'intelligenza!

Anche nel caso di Adriano Sofri, intelligenza sopraffine e colta, il peso di un'esperienza politica 'militante a prescindere' fà da zavorra ad una semplice e postuma presa di distanza da un modo ideologico di leggere o giusticare le azioni politiche,anche passate .La politica parlata o ragionata ancora come ambito esclusivo e privilegiato di un uso distorto sia della logica,della fantasia,dei sentimenti, del sogno e anche dell'etica.Peccato perchè ricostruire oggi un pensiero o una passione democratica in Italia, oggi, ci obbligherebbe, tutti e nessuno escluso, a rinnovare linguaggi, concetti, idee ma sopratutto a coltivare una radicale onestà psicologica e intellettuale a partire da noi stessi ,declinati al passato,al presente e al futuro.

15 settembre 2008
"Salvo che si usi il termine terrorismo come un generico insulto, l’omicidio di Calabresi non può passare, nella versione che ne hanno dato imputazioni processi e sentenze, per un atto di terrorismo. Questa è la formulazione giudiziaria, questa è la mia ferma opinione. Che la si intenda come una “giustificazione” o è un frutto di pregiudizio e di malanimo, o di un grossolano fraintendimento. E’ superfluo dire che ci sono omicidi abominevoli, che non hanno niente a che fare con il terrorismo, e nemmeno con qualunque inclinazione politica, e non diventano per questo più giustificabili. Nel libro curato dalla Presidenza della Repubblica in memoria delle “vittime del terrorismo nell’Italia repubblicana” viene commemorato Luigi Calabresi. Non viene citato Pino Pinelli. Io ho un’opinione diversa. Penso a Pinelli come a una vittima del terrorismo di stato, l’ultima vittima della strage di Piazza Fontana. Penso a Calabresi come alla vittima di una violenza politica omicida, che, salvo prova contraria, non aveva a che fare con un intento terrorista. Il che non tocca affatto la questione della giustificazione, tanto meno della giustificazione di trentasei anni dopo. Ma impedisce, così come impedì l’addebito giudiziario, di assimilare quell’attentato al sequestro e alla strage di bambini di Beslan. Questa è la mia opinione. Attribuirla a un mio spregevole malanimo verso Mario Calabresi e la sua famiglia è del tutto infondato. Vorrei dire ad Arrigo Levi, la cui interpretazione delle mie parole è troppo lontana dal segno, che, quando ho detto che non c’era una guerra, ma alcuni di noi si sentivano in guerra, intendevo salvaguardare le proporzioni, rispetto a chi parla alla leggera di “guerra civile” degli anni Settanta, ma anche ricordare che il primo a “sentirsi in guerra” e a chiedere ai suoi uomini di comportarsi di conseguenza fu lo stato italiano di piazza Fontana".
di Adriano Sofri

domenica 14 settembre 2008

NEI MEANDRI DELLA ..........FANTASIA:

"La fantasia è diversa dalla percezione e dal pensiero: presuppone la prima,è presupposta dal secondo" (Aristotele,De anima)


Uno strumento di verità della terra che l'uomo imprigiona per sestirsi mortale

Sulla forma originaria della fantasia si fondano religioni e miti,filosofia,arte,scienza: tutte opere morte dei mortali.



Festival Filosofia - Modena Carpi Sassuolo, 19-20-21 Settembre 2008
AL FESTIVAL FILOSOFIA DI MODENA, CARPI E SASSUOLO 200 APPUNTAMENTI SUL TEMA DELLA FANTASIA. Duecento appuntamenti gratuiti in tre giorni in 40 diversi ...www.festivalfilosofia.it/ - 20k - Copia cache - Pagine simili
Il programma completo
protagonisti
Modena Carpi Sassuolo, 19-20-21 ...
borse di studio
edizione 2007
promotori/organizzazione
cucina filosofica
archivio notizie

di Emanuele Severino
"La fantasia è l'insieme delle "immagini originarie", delle "forme di rappresentazione più antiche e più generali dell'umanità":gli "archetipi" ( ad esempio il divino). "Diffusa dappertutto", la fantasia "appartiene ai misteri della storia dello spirito umano". Così scrive Karl Gustav Jung. Platone vede nelle idee le immagini originarie di tutte le cose, gli archetipi; così originarie da essere le stesse cose originarie. Ma per lui la conoscenza delle idee non appartiene "ai misteri "dello spirito umano, bensìalla scienza della "verità" a cui solo il filosofo è capace di sollevarsi e che dunque è l'opposto della "fantasia" intesa come evocazione misteriosa, e quindi da ultima oscura e arbitraria, di mondi........" Corriere della sera, 14 sett.'8

Gli 'incipit' dei "classici del pensiero".




FRIEDRICH NIETZSCHE

"COSÌ PARLÒ ZARATHUSTRA"

IL PROLOGO DI ZARATHUSTRA

PARTE PRIMA
IL PROLOGO Dl ZARATHUSTRA1

Giunto a trent'anni, Zarathustra lasciò il suo paese e il lago natio, e si ritirò sui monti. Là, per dieci anni, senza stancarsi, godette del suo spirito e della sua solitudine. Ma alla fine il suo cuore mutò, e un giorno si alzò con l'aurora, avanzò verso il sole e così gli parlo:"O astro grande! Cosa sarebbe mai la tua gioia se non vi fossero coloro che tu illumini!Per dieci anni sei venuto quaggiù nella mia caverna: e certamente ti sarebbero divenuti noiosi la tua luce e il tuo percorso senza di me, la mia aquila e il mio serpente.Ma noi ti aspettavamo tutte le mattine, tu ci davi la tua ricchezza e ne ricevevi in cambio le nostre benedizioni.Vedi! Sono nauseato della mia saggezza, come l'ape che ha fatto troppa provvista di miele; ho bisogno di mani che si tendano verso di me.Io vorrei denaro da elargire, finché i saggi tra gli uomini si rallegrassero di nuovo della loro follia e i poveri della loro ricchezza.Per giungere a questo debbo discendere: come fai tu, quando a serà tramonti dietro il mare e porti la tua luce nel regno dei morti, tu, astro pieno di ricchezza e di vita!Io debbo, come te, tramontare, come dicono gli uomini, verso i quali io voglio discendere.Perciò benedicimi, occhio tranquillo, che puoi contemplare senza invidia anche una gioia troppo grande!Benedici il calice che vuol traboccare, finché ne scaturisca l'acqua dorata che porti ovunque il riflesso della tua gioia!Guarda: il calice vuole di nuovo vuotarsi, e Zarathustra vuole di nuovo essere uomo."Così cominciò la discesa di Zarathustra..........

sabato 13 settembre 2008

La musica di Dio e la musica dell' "io".


" La cultura del canto è cultura dell'Essere...Tutta la musica occidentale è nata dall'esigenza del parlare con Dio e nel cantarlo con le parole donate da Lui.....Non creatività privata in cui l'individuo erige un monumento a sè stesso prendendo come criterio essenzialmente la rappresentazione del proprio 'io'". Benedetto XVI ,Collegio dei Bernardini,Parigi 12 set,'08

Ma perchè questo sminuire il valore o la peculiarità dell' "io" anche in un naturale,poetico,estetico o razionale rapporto con Dio?.......misterium fidei aut astutia rationis!

DIO-SUONO

Dio è suono. Si manifesta dal silenzio del non esistere con una voce , un rumore che sia fruscio o battito, starnuto o soffio , espira, respira, parla ,canta grida, urla tossisce , singhiozza, vomita,tuona o suona uno strumento.
E nel momento in cui si definisce, Dio attraverso un suono crea o delega la creazione, ogni cosa : uomo,sentimento, piante , luna , sole, angoscia, gioia, paura, meraviglia sono , al principio suoni indistinti. Poi al crescere della luce ogni cosa prende i suoi contorni ed è, esiste, in diverso modo. Spesso Dio resta impassibile, intoccabile nel suo risuonare infinito : solo allora i suoi “transformers”, i suoi demiurghi tramutano i suoni in realtà; con diversi risultati a seconda che siano abili o cialtroni.
Questo ci dicono un po’ tutti i miti della creazione in qualunque latitudine o cultura, tradizione o libro sacro : Dio non crea toccando o guardando o ascoltando : crea suono del Suono.
Tra i Dogon dell’Africa così si parla della musica : Situata fra le tenebre e la luce del giorno prima la musica si trova tra l’oscurità della vita inconscia e la chiarezza delle rappresentazioni intellettuali, appartiene in gran parte al mondo del sogno.
All’inizio della creazione la musica precorre il linguaggio intelligibile come l’aurora precede il giorno.Ma via via che i suoni si precisano il linguaggio si divide : una parte diventa musica propriamente detta, un’altra, la più chiara e distinta si fa linguaggio, pensiero logico; la terza parte si trasforma in materia “
Questo propagarsi di luce sonora è più forte, più vero quando è vicino alla fonte; perde la sua sostanza acustica man mano che se ne allontana.Le rocce , le paludi , la notte hanno meno musica dei fiumi, del sole: il sole meno dell’uomo.l’uomo anzi era al principio nella musica stessa di Dio e in questa volava,poi lentamente la perse tutta, mantenne solo la voce.
Nell’uomo resta intatta frustrante e ossessiva questa nostalgia, questo nòstos di una condizione sfiorata e mai posseduta. E canta per riallacciarsi all’Assoluto, per ritrovare il centro della sua esistenza, del suo “Io”.Ogni uomo ,dalla nascita, si porta addosso o dentro una sua melodia, una sua canzone ,parte del Dio .
E così l’uomo nasce dal suono, entra in possesso di una canzone “sua”, vive per conoscerne le note e brama il ricongiungimento con una melodia universale primigenia da cui si è staccato per educarsi faticosamente al lògos attraverso la filosofia
.

....era ora! E adesso Alemanno e La Russa?

Fini: "La destra si riconosca nei valori antifascisti
I repubblichini stavano dalla parte sbagliata"





Fini: "La destra si riconoscanei valori dell'antifascismo" (leggere tutto)


Il presidente della Camera alla festa di Azione Giovani a Roma (video), dopo le polemiche dei giorni scorsi: chi è democratico "è a pieno titolo antifascista". E poi: "La Repubblica sociale combatteva dalla parte sbagliata"

venerdì 12 settembre 2008

Ahi Alitalia......



"Ahi Alitalia di dolore ostello,
nave senza nocchiero in gran tempesta.
Non donna di provincia ma bordello!"
.....E' il grande difensore della"italianità" continua a ridere............di tutti gli italiani.



«Sono presidente del Consiglio di un Paese molto solido, con alto livello di vita e di benessere. Possediamo il 72% del catalogo delle opere d´arte e di cultura d´Europa, il 50% di quelle mondiali, abbiamo 100.000 tra chiese e case storiche. Siamo il Paese che ha la squadra campione del mondo di calcio. Siamo il Paese del sorriso e della gioia di vivere»
Silvio Berlusconi, Ansa 10 settembre

(La striscia rossa de L’Unità dell’11/09/08)