venerdì 30 ottobre 2009

Elisir d'amore per ........la "paesologia".

.......Ormai è notte. Guido verso casa con un sentimento di rabbia e gratitudine per quello che ho visto. Dopo aver gustato la buonissima mozzarella decido di affidarmi alla rete per vedere se, da qualche parte, qualcuno ha denunciato tutto lo scempio che ho visto, invece trovo siti dai toni trionfalistici, che citano questi luoghi come se effettivamente fossero visitabili, mentre io ho avuto la sensazione di vedere dei grandi e meravigliosi elefanti morenti, lasciati lì ad agonizzare. Nonostante tutto, alla fine della giornata la bellezza del museo di Teano e la discarica archeologica è come si fossero fuse nella mia mente a formare un unico dono. Sono fortunato, sono in un momento di grazia. Ogni luogo mi offre qualcosa, ma pochi luoghi sono così generosi come questi paesi giganti, come questa Campania bellissima, violentata e sgraziata......


Teano, Calvi
franco arminio
"Normalmente arrivo ai paesi giganti dal mio paese e dunque da oriente. Oggi li prendo da nord, sto tornando a casa dopo un viaggio in Abruzzo. Mi viene in mente che potrei fermarmi a Teano. Il paese non è lontano dall’autostrada, ma ha un’aria un po’ dismessa. Mi faccio un giro per comprarmi un panino. Sono molto stanco, mi sento dismesso anch’io. Nella piazza davanti al Duomo non c’è nessuno. Dopo il panino mi stendo in macchina per una mezz’ora. Voglio prendere un po’ di forze per andare a vedere il museo. Leggi il seguito di questo post »

Elisir d'amore per ......i cortigiani d una volta.

«L´uomo di corte è senz´ombra di dubbio il prodotto più bizzarro di cui dispone la specie umana»...
.......«Uomini generosi - incalza - che pur di garantire il buon umore del Sovrano, si votano alla noia, si sacrificano per i suoi capricci, immolano in suo nome onore, onestà, amor proprio, pudore e rimorsi».
....«La nobile arte del cortigiano, l´oggetto essenziale della sua cura, consiste nel tenersi informato sulle passioni e i vizi del padrone, per essere in grado di sfruttarne il punto debole: a quel punto sarà certo di detenere la chiave del suo cuore».
"Saggio sull'arte di strisciare ad uso dei cortigiani". Il melangolo.
Paul H. D. d´Holbach



Questo delizioso libretto settecentesco....ci richiama l'odierno sistema di potere, così come quest´ultimo ormai stabilmente si configura tra Palazzo Chigi, Villa San Martino ad Arcore, Palazzo Grazioli e villa La Certosa; con tutto quanto ne consegue in termini di ciambellani, dignitari, consiglieri, avvocati, maggiordomi, medici, preparatori atletici, e cuochi, giardinieri, menestrelli, giullari, guardie, servi, ciarlatani, ruffiani e cortigiane, queste ultime nel frattempo evolutesi nelle varie forme di parlamentari, ministre, show-girl ed escort. Insomma: la corte.
Oggi più che mai necessita riprendere in mano il gioiello della drammaturgia italiana :Enrico IV di Pirandello.
Il contrasto tra la vita e la forma, tra realtà e finzione, tra persona e personaggio rivivono nella ribellione esistenziale di questo Monarca di stile protoitaliano.
Il fondo tragico: recitar per vent’anni la parte di Enrico IV, nei primi dodici anni con inconsapevole innocenza, negli ultimi otto per dolorosa necessità. Importante il soccorso alla sua tranquilla pazzia facendolo in un castello tra compiacenti cortigiani che lo assecondono e lo blandiscono per vari motivi.Quando rinsavisce si accorge di aver speso il meglio della sua giovinezza ( o vita), la donna che amava lo ha fatto e anche gli altri amici . Il tempo inesorabile si vendica con gli uomini che non hanno capito il suo senso ineluttabile ma reale e non aspetta Enrico che ora insegue disperatamente nei ricordi e si ritrova estraneo al mondo che è andato avanti senza e nonostante lui.
Il tempo scorre inesorabile e non aspetta nessuno.
Non gli resta che continuare a recitare la sua pazzia essendo impossibile il recupero egli anni perduti.
Unico via di fuga rivivere nel profondo dei suoi sentimenti come rivalsa sul tempo che non può più sfiorare la sua esistenza volontariamente posta al di fuori della vita degli altri. Così non invecchia rimanendo fermo all’immagine di sé giovane avventuriero di belle speranze facendo appendere nella sua camera tutte le sue foto giovanili.
A niente possono i suoi amici venuti a curiosare e tentare di farlo rinsavire.
Enorme il contrasto tra la consapevolezza del protagonista e la superficialità degli amici che cercano di riportarlo all’attualità della vita.
Nell’allucinante dialogo tra gli interlocutori emerge la follia come saggezza e la saggezza come follia inconsapevole.
I suoi cortigiani :“ piccoli vassalli regali; devoti un po dissoluti , allegri…”
Veri e malavitosi consiglieri segreti ” …nessuno neanche a loro aveva dato di rappresentare una parte; ma essi, almeno, non sapevano di doverla rappresentare: la rappresentavano perché la rappresentavano; non era una parte era la loro vita, insomma facevano i loro interessi a danno degli altri; vendevano le investiture o che so io “







giovedì 29 ottobre 2009

Elisir d'amore per ....l'Università popolare dell'Irpinia.


L' UNIVERSITA' POPOLARE DELL' IRPINIA

“Quando affermo che il futuro è aperto, con “apertura” intendo, in senso ampio, che noi possiamo scegliere quei valori che sentiamo come valori importanti per noi e per la nostra vita…… Affrontare i problemi significa andare alla ricerca di soluzioni, ovvero ricercare qualcosa che migliori la situazione in cui ci troviamo…..E risolvere i problemi significa compiere delle valutazioni. ……Quando parlo del futuro aperto, io con ciò non solo intendo semplicemente affermare che non è possibile predire quel che accadrà; intendo dire piuttosto che quello che accadrà sarà influenzato da noi e dai nostri valori “.K .Popper.


Caro Michele Ciasullo
.... questa estate abbiamo parlato della università popolare ,della cultura e della politica o anche della necessità di poter pensare e vivere una nuova politica culturale.Come in altre occasioni ho cercato di dire , io penso che sia la Comunità Provvisoria che L’Università popolare devono potersi costruire e identificare su un pensiero originale e autonomo che non si regga necessariamnete sulla critica decostruttiva delle storiche inadempienze,errori o distorsioni delle passate e attuali classi dirigenti politiche e culturali.Il pensiero critico letterario,storico,sociologico e politico ha fatto il suo tempo dando buoni o cattivi frutti anche nelle nostre terre. Noi dobbiamo coltivare con presunzione e modestia altre metodologie e altre prospettive di costruzione e idee. Dobbiamo privilegiare la “ragione critica costruttiva" partendo dalla nostra vita reale e dalla possibilità di poter costruire comunità, università,società e città aperte….alla politica e alla cultura tout court .E che cos’è la politica ( o la cultura) se non il modo nuovo a antico per affrontare e riorganizzare la vita individuale e sociale per pensare e per costruire pòlis o istituzioni libere ,aperte,gratificanti e giuste. Ma la nostra non è solo vita mentale , intellettuale ma è sedimentazione e attività sociale, legami affettivi vivi , storie personali in progress ,sogni,sentimenti e passioni condivise di passato e progetti possibili di futuro per una vita e una comunità diversamente bella, buona e giusta ( kalòs, agathòs e dikàios).
Quindi la nostra vita e il nostro pensare ( l’aristotelico "zòov lògon èkon" ,animale dotato di pensiero )ed agire politico ( l’aristotelico "zoòv politikòn" animale politico) possono essere coniugati solo partendo da persone in carne,sangue ed ossa e da un territorio in particolare. Non per amore del “particulare” al limite del provincialismo dobbiamo pensare all’Irpinia come metafora ma sapendo che una metafora è sempre e solo una figura retorica che ci può permettere,però, di parlare del “tutto” stando empiristicamente con i piedi e la testa legati alla “parte”concreta del nostro territorio e delle persone reali che lo abitano, lo usano ,lo pensano e lo ricostruiscono.
Il futuro è alle nostre spalle” in quanto ci permette di essere all’altezza delle sfide e dei nuovi e complessi problemi che necesariamente ci troveremo ad affrontare e dover risolvere.
Anche (o sopratutto) in Irpinia viviamo in una situazione di serio degrado sociale , culturale e politico ,millenarie ed ataviche e le cui cause e responsabilità non sono solo addebitabili agli scarti o ritardi dovuti ai grandi cambiamenti economici e politici che il nuovo secolo ha portato per necessità con sé. La politica ( o la cultura)nella sua migliore accezione di costruzione razionale ,consapevole e attiva della persona o del cittadino non si è evoluta o è stata abbandonata ad una sorta di “impoliticità selvaggia” e una “pre-politicità moralistica” che porta da una parte al proliferare fisiologico della disaffezione o del disinteresse dei più e dall’altra al privilegiamento di una pratica di potere e personalizzata ( al limite dell’autoritarismo populisico e plebiscitario ) dell’agire politico non sempre di tipo democrtaico. In questa nuova situazione politico-culturale nel sociale la polarità della sfera privata nella migliore delle ipotesi viene costretta verso meccanismi di un agire orientato al successo economico personale e alle rispettive preferenze o al peggio nelle occasioni del delinguere .Si viene accentuando una sorta di “civismo privato” egoistico,radicale o fondamentalisico, privilegiando un “individualismo proprietario” come conseguenza di una desolante perdita di funzioni di una formazione democratica dell’opinione , della volontà, della sovranità e della decisione. Questo a livello individuale mentre a livello sociale si accentua la trasformazione sociologica o antropologica di una tipologia di cittadini di società pre-liberali che indirizzano le loro paure e insicurezze nell’accentuare la difesa dei propri diritti soggettivi “ erga o contra omnes” attrezzandosi a sviluppare persino l’uso delle armi ideologiche e xenofobe, contro “l’altro” sia esso comunitario o extracomunitario, di altro colore o religione.
Certamente sarà difficile e complesso assumere un atteggiamento culturale e politico riflessivo , attivo e costruttivo rispetto alla nuova e importante occasione storica anche per noi , attuale classe dirigente locale…..pensare e costruire istituzioni culturali e comunità nuove.
Il pessimismo della ragione” mi consiglia cautela nel privilegiare ancora una volta “ ragionamenti” intellettualmente gratificanti ma politicamente difficili e complessi su masserizie mentali e ideali logorate nella storie passate e nella disgregazione sociale e culturale generale contemporanea ma un “ottimismo della volontà “ e la esperienza comunitaria e universitaria popolare mi consiglia una ulteriore prova di empirismo o umanismo critico che decide di scommettere ancora una volta su un diverso modo di pensare e fare politica e cultura nel nostro territorio.Con una avvertenza però: a partire da una etica della responsabilità individuale-plurale piuttosto che su quella “classica” delle convinzioni universali e necessarie.
Sapendo che la “Politica”o “la Cultura” assume il suo ruolo centrale e naturale di pensare e costruire il futuro a partire dai valori del passato solo se si hanno prospettive praticabili e sogni realizzabili.
Vi auguro buon lavoro nella speranza di un lavoro comune nel prossimo futuro
mauro orlando

mercoledì 28 ottobre 2009

Elisir d'amore per ....la voce del silenzio.


il silenzio della domenica
di franco arminio

è venuto il buio un’ora prima

nell’armadio della casa.

un silenzio enorme da stamattina

viene dalla salma del paese

dalla salma del mondo.

non so, forse manca la pressione,

manca il gelo e il fuoco.

quello che c’è non lo so dire,

le valanghe e i tuoni

di questo silenzio

non so capire.


Le emozioni parlano e gridano con la voce del dolore .I poeti costringono le parole a diventare creature viventi solo se immerse in un silenzio particolare che in pochi si riesce a sentire e vivere.Antiche e leggere risonanze dell'anima sgorgano dalle parole del dolore e dell'esistenza dolorante.Non si può ascoltare e interpretare il silenzio dell'anima che è in noi e negli altri da noi anche quando arriva a "valanghe e tuoni". Solola solitudine nella nostalgia e nella malinconia può riempirlo o abbracciarlo come aria rarefatta e inodore. A patto di non sconfinare dalla tristezza alla angoscia,dalla inquietudine del cuore alla nostalgia della solipsudine, dal rifiuto dei fastidiosi rumori di fondo al desiderio lancinante e antico delle voci liriche, dalle ceneri di una disperante e disperata solitudine alle braci calorose e inebrianti della speranza.
Assaporare con labbra infantile il palpito della vita di un'anima che succhia al mistero dell'infinito.
Questo stato di ebbrezza e di gioia profonda ha fatto scrivere :
" O spirito gentile, che abiti questi luoghi ,grazie per aver sempre potetto la mia quiete, per le ore trascorse inseguendo le rimembranze, per il tuo nascondiglio, che io chiamo mio.! La quiete si estende come un'ombra man mano che che cersce il silenzio: che magico incantesimo! E come è inebriante quella pace...." S.Kierkegaard.

Elisir d'amore per .........il futuro.



Che fine ha fatto il futuro?

“… che bizzarra creatura è mai l’uomo, capace di rendere fastidioso e pericoloso a se stesso ciò che potrebbe godere con sicurezza in buona compagnia, per il solo capriccio di volersi appropriare a sua guisa del mondo e dei suoi contenuti.”Goethe, Viaggio in Italia.
.

Ricordiamoci che qualsiasi nuovo inizio si basa sulla idea che una “Comunità” è l’insieme di relazioni possibili pensabili tra individui che vivono in un tempo ed uno spazio concreto e pensano a partire da quell’insieme sociale che viene dal passato e viaggia nell’ avvenire.Noi ci proviamo anche con la ‘poesia’….. con i sentimenti , le passioni oltre che con le buone idee e i concreti fatti…..non si sa mai ! Ognuno aderisce ad una esperienza comunitaria con le idee ,i sentimenti e le parole che ha in dote, a patto di sforzarsi di metterle in sintonia (neglio i greci :koinonìa ) con uno spirito comune ad una idealità più che a una finalità o a una utopia. Io irpino di nascita e di sceta matura aderisco in piena coscienza e scienza a questo “nuovo inizio”.Non sono un poeta ( che ama e rispetta ) che lavora e gioca con le parole profonde e ispirate,che ha dimestichezza con i sentimenti e le passioni e quindi posso solo partecipare con i concetti, ragionamenti o quando mi capita la giornata buona …. con le idee.Dobbiamo avere il coraggio non solo di difendere questo nostro privilegio contro le orecchie ,gli occhi o le bocche ditratte o malevoli interne ed esterne ma sforzarci di capirlo e praticarlo. Io penso tuttavia che abbiamo una necessità di rinnovare in noi stessi i residui emozionali e naturali di una presenza “mitica” o spirituale da riattualizzare attraverso la parola e il gesto del poeta senza dimenticare di rinnovare il nostro ‘guardaroba’ e ‘le masserizie’ dei discorsi o ragionamenti di chi usa la logica (mai la retorica) per la sua comunicazione orale o scritta.Il poeta sa guardare in profondità le nostre esperienze esistenziali e sociali attraverso le ragioni del cuore,dei sentimenti,delle passioni e delle emozioni.E’ capace di destare le passioni e i sentimenti di chi ascolta, attraverso il piacere della parola-canto o il gesto.Una risorsa originale e autentica per la nostra Comunità provvisoria.Per noi non è un privilegio estetico o letterario ….è una risorsa eminentemente “politica” dal momento che politici e intellettuali hanno esercitato nella/e/ sulla nostra terra ,nel tempo e con rigoree metodo, l’esercizio del consumo e dello svuotamento di questa parola nella pratica e nella rappresentazione pubblica .Per noi è utile recuperare una cultura della “politica” e un uso della parola che personifichi anche un pensiero (lògos), dei valori (èthos), dei caratteri identitari (mìtos o poièsis) e non solo un involucro di una se pur socievole e piacevole opinione (dòxa) o esperienza di vita.Evitando di incorrere in una facile contrapposizione tra pensiero mitico e pensiero razionale recuperare alla politica e alla comunicazione la sua capacità di assecondare passioni ed emozioni assieme alle sue necessità di elaborazione formale,precisa e curata nelle sue connessioni di pensieri e idee.Anche in Irpinia e per l’Irpinia abbiamo bisogno bisogno di più poesia,più idee e più cultura e storia o storie, all’interno di una nuova complessità emozionale e progressiva e attiva consapevolezza di un “io” poetico o politico assieme. Ma in fin dei conti la parola poesia deriva dal verbo greco “poièin” che significa proprio il “fare” che è lo specifico della vera politica della nostra esperienza comunitaria.La politica nel suo senso piu ampio,profondo e più vero. Cioè la capacità tutta umana di costruzione ,di uso e di cura delle cose che ritroviamo in natura e di quelle che ‘costruiamo’ con la nostra intelligenza e manualità. La politica ( non solo quella moderna) non è solo la capacità analitica e razionale di evidenziare o smascherare le contraddizioni e le ambiguità delle azioni umane in rapporto alle loro strutturali valenze economiche o di potere.
mauro orlando

martedì 27 ottobre 2009

Elisir d'amore per .........l' I R P I N I A


.....il meglio dell'Irpinia
D R A G O N E e A R M I N I O


il martedì del villaggio

al mio paese accade poco
quasi niente ormai dopo la furia
di spostare il vecchio dentro il nuovo.
da anni nessuno si toglie più il pigiama
la piazza non ti mette più le dita negli occhi.
stamattina
al mio ritorno dopo molti giorni
guardavo senza essere visto i due giuseppe
col passo di chi chiude ad ogni passo
la porta della gabbia.
è durato poco il mio restare.

domenica 25 ottobre 2009

Elisir d'amore per ......un 'senso' che è sempre sogno.

....il vento si alzerà ...sempre !
e porterà via le nuvole nere
... il sole continuerà a dare vita alla vita
...la luna ci farà ancora cantare canzoni d'amore
di sogni inventati e speranze costruite
da poeti impazziti
per cantare il furore, le stelle ,l'armonia
e la bellezza...... nel verde dei mari tranquilli
e delfini vaganti nei giochi d'amore......




.....Non verremo alla meta ad uno ad uno.
Ma a due a due. Se ci conosceremo.
A due a due , noi ci conosceremo.
Tutti, noi ci ameremo tutti ...

....e i figli un giorno rideranno
della leggenda nera dove un uomo
lacrima in solitudine....

Paul Eluard

sabato 24 ottobre 2009

Elisir d'amore per ........ricordare Cairano!


.......di Franco Arminio

C’è uno spazio che separa la riflessione

dalla scrittura in cui devia il mondo. Lì

è fine la nebbia e godo da solo questi

pochi minuti di vita filtrata dalle parole

e brividi vividi di notte: è vita questa

che mancherà per la sorte solerte.

Nicola accende sereno una sigaretta

e dice felice del calore della sera:

il volto del paese ci divora e dopo

ci separa.

(Guardia Lombardi, 9 aprile 2005)





QUANDO IL CIELO SARA’ AZZURRO

“c’è un filtro trasparente/ che separa la vita dall’assenza” scrive Domenico Cipriano, e subito, per le parole scelte, per come stanno messe, per il suono che fanno, ti viene in mente che è proprio così; nella poesia precedente invece ci viene ricordato che “la presenza non è solo un dettaglio/ per la nostra comprensione”. E nella precedente c’è “Nicola e accende sereno una sigaretta/ e dice felice del calore della sera:/ il volto del paese ci divora e dopo/ ci separa.” E nella prima delle quattro, dedicata al padre, leggiamo: “Mi hanno sorpreso di notte/ in un sobbalzo della mente/ che si concede raramente indietro/ scompigliando gli anni/ nella memoria senza grandi eventi/ quella necessaria, e più segreta.”; e a leggere queste quattro poesie, per riassumerle in me con una parola, la prima parola che mi è venuta in mente è stata “compostezza”; so che vuole dire molte cose: “civiltà” e insieme “serietà” e insieme “misura” e altre ancora; ma insieme “compostezza” arriva da “comporre”, e comporre è conciliare e riconciliare, e insieme porre insieme molte cose per farne una, insomma compostezza e composizione si spechhiano una nell’altra; e questo mi sembra essere un contrassegno stilistico forte di queste quattro davvero belle poesie.
Ma in aggiunta a questo Domenico si domanda e ci domanda quanto possiamo “affidarci” alla memoria, quanto sia “affidabile”, e per questo, allora, registra e “ferma” “quell’istante quotidiano”, “questi pochi minuti”, “l’immagine che hai già cancellato”, “le poche voci che sfuggono/ al bar per tornare a casa”, e tale inventario di cose altrimenti trascurate o perdute subito, divengono il “dispositivo” principale per ridare fiducia al ricordo, non quello dilatato e inverificabile, no, quello composto e riservato, per esempio quello di un amico che “accende sereno una sigaretta”, quello – così mi sembra – “di quando il cielo sarà azzurro”.

Un saluto carissimo agli amici della CP nel ricordo felice delle belle ore di giugno a Cairano

Adelelmo Ruggiero


Elisir d'amore per ........ G E L S O M I N A.


......aridateci Z A M P A N O' !!!!

Viviamo doloranti l'età "berlusconiana ...vampiresca e questurina alla Feltri e Belpietro.......Ti prego, o Apollo, signore della luce e della ragione, ascoltami, e dissolvi tutto ciò che è oscuro ed irrazionale…..Lascia che la luce illumini il mio Paese, la mia città.O tenebrosa Melpomene, Musa della tragedia, dammi il tuo sostegno affinchè possa raccontare nel giusto modo questa tetra vicenda di veleno occulto, intrighi postribolari ,follie familiari e gesta disperate di una priapismo strapaesano......



" surgiò nuestra preocupaciòn al estudiara la infermedad, una vez costituida la patogenia neural, con sus mecanismos de protecciòn y de compeensaciòn, en respuestas a condiciones etiològicas persistentes. Puede sin duda acontecer, en ciertos contados casos, que condiciones internas originadas de la externas, se liberan de tal sujeciòn, en determinadas condiciones. Come segundo ariete del tal preocupaciòn esta la precisiòn semiològica de los mecanismos cerebrales para provocar la alucinaciòn visual intrahipnòtica y de suegno”

venerdì 23 ottobre 2009

Elisir d'amore per .........la democrazia deliberata e partecipata.



Politica
Primarie pd, l'emergenza democratica vista dai candidati
C’è a suo giudizio un’emergenza democratica? Cosa può fare il Pd per farvi fronte? Ecco le risposte dei tre candidati alla segreteria del Partito democratico che si sfidano domenica 25 con le primarie. Le dichiarazioni sono state raccolte...

PIER LUIGI BERSANI«Certamente c’è. E il tema oggi è come saldare il tema democratico con i temi sociali».

DARIO FRANCESCHINI«Si manifesta in un mododiverso rispetto al secolo scorso ma c’è sicuramente. Il Parlamento è stato svuotato, è diventato un votificio, la libertà di stampa è minacciata. Bisogna tenere alto il livello di mobilitazione e la capacità di reagire. Di fronte ai rischi dei prossimi mesi sarebbe delinquenziale dividerci».

IGNAZIO MARINO«È un problema gravissimo che Franceschini e Bersani oggi dicono di voler risolvere, ma quando facevano parte del governo alla fine degli anni Novanta non hanno fatto nulla. Per questo penso di essere più credibile io su questo tema. Non ho mai pensato che al sentenza sul lodo Alfano dovesse portare alle dimissioni del premier. Ma dovrebbe dimettersi per gli insulti al presidente della Repubblica e per aver immaginato che Napolitano dovesse intervenire in modo illegittimo sulla Corte Costituzionale».

La sfida delle primarie

Andrea Manzella, la Repubblica

Elisir d'amore per .....i piccoli paesi.

.....Le giornate del paese procedono in verticale, nel senso che si mettono una sopra'altra a formare il muro che ti separa dal mondo. Le giornate cittadine procedono in orizzontale, a formare la strada che ti porta nel nulla del mondo...
F. Arminio, Nevica e ho le prove, Editori Laterza.






il martedì del villaggio


al mio paese accade poco

quasi niente ormai dopo la furia

di spostare il vecchio dentro il nuovo.

da anni nessuno si toglie più il pigiama

la piazza non ti mette più le dita negli occhi.

stamattina

al mio ritorno dopo molti giorni

guardavo senza essere visto i due giuseppe

col passo di chi chiude ad ogni passo

la porta della gabbia.

è durato poco il mio restare.

qui non mi resta che scrivere

invecchiare.



franco arminio, bisaccia 21 ottobre 2009

Elisir d'amore per ........la bellezza e l'amore

POLEMOS: BELLEZZA-AMORE







Dialogo immaginifico tra un Angelo ed un Clown---)


Carissimo Mercurzio Angelo mio, mi sono chiesto ma gli uomini sono amanti della luce o sono figli dell’oscuro o dell’ombra?
Mercurzio: Gli umani sono tra la luce e le tenebre tra la vita e la morte. L’uomo è un ‘atopos’ assurdo…desituato o insituabile. L’assurdità sta nel fatto che all’uomo insegnano a definire o avere nostalgia di un luogo che lo identifichi o gli dà identità, anche se poi è costretto per caso o necessità in un luogo…. “nascere è un caso”… dice un vostro detto popolare.
Nanosecondo: Ma dai lo sai che l’uomo non è costretto a nascere ma e lui che decide di nascere e si sceglie pure i propri genitori ed il luogo dove nascere? L’uomo semmai poi viene costretto dagli eventi dalle sue scelte da destino a scrivere storie. Storie fatte di vittorie e di sconfitte basate sul niente che è lo scontro tra l’oscurità reale della sensibilità, della percezione degli altri, nostra e la chiarezza fittizia o presunta della ragione di esistere o resistere alla sua infinita grandezza e potenza.
Mercurizo : Ma cosa sono queste visioni o fantasmi che l’uomo sceglie di nascere e si ritrova in una luce che chiama interiore, intuizioni, sogni, fantasie e luoghi? Sono il niente ed il niente è parte dell’uomo. L’uomo deve riempirei i suoi vuoti e solo lo spirito lo può riempire.
Nanosecondo : Ma dai, anche tu ti ci metti adesso con la classica opposizione tra verita–nonverità, tra ragione-sensibilità, tra essere e nulla, tra vero-non vero. La liberazione dell’uomo non consiste nel distruggere l’ideale della bellezza che è in ogni uomo ma la muraglia delle paure che la circondano e che gli hanno costruito intorno, con l’arte dell’amore. Su una cosa sono d’accordo con te che il vuoto dell’uomo non può che essere riempito dallo spirito.
Mercurzio: Ma che dici Nanos? Lo sai anche tu che sei un Clown, che non è così semplice spiegare agli uomini perché sono educati a ragionare in modo bipolare per contraddizioni A- non A. La spiegazione è nella contesa tra i due momenti, nel conflitto … nella tensione che si crea fra le differenze tra vero e non vero, bello e brutto, buono e cattivo, bianco e nero e così via.
Nanosecondo: Gli uomini non sanno ancora che possono essere tutto ciò che immaginano di essere non malgrado il loro corpo e la loro storia, ma viceversa “essendo” questo corpo e “questa” storia. Si perdono così le sfumature dei colori della vita. Ci vuole solo una parola, un concetto, un’idea che gli possa immediatamente far capire questa loro pretesa di spiegare il tutto solo nella logica del bene e del male. E, tu come Angelo ce la potresti pure mettere questa buona parola. Il Logos.
Mercurzio: Beh! La parola è quella che i greci chiamavano ‘tò kalòn’ il bello o la bellezza che dir si voglia.
Nanosecondo: Beh! Mi accorgo che anche a voi angeli piace giocare con le parole come spesso capita a me fare con i bambini. Ma tu così non rischi di apparire come un mio amico filosofo? Cioè ‘amante della saggezza’ e del logos, per la sola purezza dell’uso della stessa, senza che la stessa faccia sintesi, si proponga come cura per l’uomo. Lo sai io studio la logos ed i cerchi che faccio con la “biblioteca dell’anima” ormai sono diventati e riconosciuti terapeutici anche da illustri scienziati. L’uomo è un corpo, con esigenze biologiche quali bere, mangiare, riprodursi, appartenere, evitare i pericoli, trovare riparo. Siamo anche “psiche”, attraverso la quale elaboriamo le impressioni sensoriali ricevute dal mondo esterno, formuliamo obiettivi, definiamo priorità. Siamo essenza, scintilla divina, Energia della Sorgente che abbraccia ed interpreta tutto ciò che è. Siamo essenza oltre il tempo e lo spazio, come molte tradizioni spirituali suggeriscono da migliaia di anni. L'essenza è ciò che ci anima, che guida la nostra intenzione creativa e che arriva sulla Terra con uno scopo. Quando la connessione con l'essenza viene ridotta o disturbata e ci distacchiamo dallo scopo che da un senso al nostro vivere, sperimentiamo la sofferenza. Sai oggi molti uomini soffrono per questo. Incontro sempre più persone che non riescono ad elaborare la loro esperienza nel mondo, e non c'è nessuno che le sostiene davvero in questo viaggio, reagiscono solo attraverso due fenomeni reciprocamente collegati e non riescono ad uscire fuori da questo schema dualistico. Semmai usano espressioni che sono strettamente legate alla ‘estetica’ ad una loro immagine accattivante, suggestive, variopinte, ammaliata da parola poetiche che hanno buon gioco con il ragionamento, la logica e il sapere scientifico, ma ispirano la loro azione ad una logica di potere e di attaccamento senza amore.
Mercurzio: Io ho evocato una parola e non ho voluto proporre un assioma, un concetto, una idea. Mi avvarrò di un grande scrittore per anticipare una spiegazione. Dostoevskij scriveva che la bellezza “… è una cosa terribile e paurosa, perché è indefinibile e definirla non si può, perché Dio non ci ha dato che enigmi. Qui le due vie si uniscono, qui tutte le contraddizioni coesistono”
..Nanosecondo: Mi meraviglia che un Angelo continui a propormi una via di uscita suggestiva ed estetica, invece di propormi parole divini va a pescare un letterato squattrinato che ci ha proposto per anni solo immagine oscure di sottosuoli tenebrosi. Come può un uomo delle tenebre comprendere la luce? Mi chiedo! Lui ha proposto come il ‘classico coniglio’ la soluzione tra realtà e finzione con la parola bellezza in cui coesistono ibridamene l’essere e il nulla in una sfida agonistica tutta estetica interna alla nostre anime? Ah, Mercù veramente non ti capisco! Tu mi dovresti insegnare la bellezza. La liberazione che non consiste distruggere un ideale, una fede, una storia, un corpo, ma semmai le muraglie della paura che la circondano con l’arte dell’amore, e mi dici che a te interessa il piano etico dei comportamenti consapevoli e responsabili tra uomini? Ma, lo sai meglio di me che gli umani sono stati insegnati alla morale rinnegando il corpo e le loro storie e non renderle umane si proprio umane con tutti i loro limiti nel bene e nel male perché essi non esistono se non fuori dalla morale, dell’etica di cui è intrisa la loro società così ipocritamente perbenista? Per non parlare di diversi e plurali …. per non parlare poi del pretesa del piano politico a voler costruire polis democraticamente governate e comunità provvisorie identitariamente auto centrate e non aperte ……dove la stessa democrazia è andata a macero perché a rinnegato l’amore e la bellezza del corpo e della storie umane?
Mercuzio: Ma, vedo che tu pure stai diventando prigioniero del ‘logos’ e pensare che prioritario e privilegiato per l’uomo è il ragionare filosoficamente. Ma prima di Eraclito che ci ha spiegato l’unità contenuta nella differenza del divenire continuo della realtà che è la essenza stessa della bellezza …non c’era nessuna filosofia che potesse arrogarsi questo nome…….I guai sono cominciati dopo con la laica trinità : Socrate, Platone ed Aristotele. Ma i cosiddetti presocratici alla fin fine erano dei poeti con suggestioni e pretese razionalizzanti. Noi siamo partiti non da un semplice nuovo processo alla filosofia che nella storia del pensiero occidentale è stato una “la croce e la delizia” un po’ inconcludente ed anche un po’ snob. Quel che non mi convince è comunque la sua via di fuga poetica, letteraria e quindi ‘estetica’ che non è poi così originale e convincente .
Nanosecondo: AVRAH KA DABRA (origine etimologica della formula magica più conosciuta al mondo, ABRACADABRA) è aramaico e significa IO CREO MENTRE PARLO, la bellezza di cui io parlo è scandalo, mistero, ed è osceno e sacrilego e tu la vuoi ridurre ad un mero approccio “estetico o peggio estetizzante” o ancora peggio etico, …. non è metafisica classica ma “oltranza “ non un semplice oltrepassamento … oltre le cose così come sono o le vediamo o sentiamo ma verso ciò che possono essere. Il se senza accento. Le cose, le persone , la realtà non si esauriscono nel presente sono nascoste non dette in grandissima parte future ma cos’è il futuro se non il qui ed ora? Il sentimento della bellezza autentico si conquista attraverso la percezione dell’altro nel momento presente. Ciò è possibile solo attraverso una “riflessione simpatica”, una “magia gentile” come le chiamo io, se vuoi il privilegio poetico dell’immaginazione della bellezza del mio clown, la bellezza che circonda e può circondare tutti i clown: uomini interi… che racchiudono in essi i sei archetipi fondamentali dell’equilibrio della bellezza: l’innocente, l’orfano, il martire, il viandante, il guerriero ed il mago (appunto).Tutti spiriti mobilitati verso una direzione nuova, in ogni caso pratica: la gioia e l’amore senza nessuno attaccamento.
Mercurzio : Caspita Nanos stavolta sto rischiando come Angelo di diventare io il filosofo della situazione e tu il vero divino: l’angelo con il naso rosso! Non credi di rischiare di essere presuntuoso provando anche a tirarmi d’orecchia per la “Ragione e Logos”, che pretende di unificare, analizzare e ordinare il reale per la morte e la bellezza che lo vuole contenere e promuovere come forza , conflitto per la vita. D’ora in poi cercherò di utilizzare anch’io la tua parola magica : AVRAH KA DABRA.
Nanosecondo: Carissimo Mercurzio io è un po’ di tempo che penso che Logos ed Eros sono un tutt’uno ordinato anche rispetto a un disordine e caos. Non si può costringere il tutto plurale e diverso ad un “se”. Non è nella testa dell’uomo. Se proprio vogliamo parlare di filosofia è Polemos padre di tutte le cose visibili ed invisibili che governa il corpo e la storia (la vita) degli uomini. E’ da polemos che nasce la parola ‘politica’ come sede e occasione del conflitto nell’ordine della legge (nomos). Tetrarca commentando Eraclito ha scritto “omnia secundum litem fieri”. E’ solo nella contesa tra le cose che le idee possono emergere, le differenze trasformarsi nel sale della terra. Il mondo è in‘fieri’, diventa, non si annienta, unificandolo astrattamente. Eros è conflitto non violento che unifica profondante due o più diversità , dividendo, non unificando come pretendono alcuni dogmi di fede monoteirtiche . Il mondo si forma e si sviluppò solo nella divisione unificante ma dinamica, differenziale e conflittuale dell’eros. Eros è fluido e prende le forme delle circostanze e delle persone che lo vivono. Pensare all’eros e alla bellezza in questo modo dinamico e conflittuale ci fa capire anche le grandi contraddizione del tempo inquieto in cui si l'uomo pensa di risolvere i conflitti e le diversità con la forza, l’ordine e il nomos o il logos …penso che l'uomo abbia sempre più bisogno di un logos, ibrido, mutevole e plurale. Così come ibrida, mutevole e plurale è la bellezza. Adesso più di te sento il grande spirito che riempie tutte le parti anche del mio corpo vuote. Anzi ti dico che le vedo e ci sono seduto di fronte. E, si! E’ il mio mare che tu li non hai. E’, il mio mare della tranquillità di clown che mi pervade tutto il corpo stasera e mi fa assaporare come goccia d’acqua la bellezza infinita dell’essere uno. E, si! Adesso ho immaginato semplicemente di essere infinito amore e cosi: AVRAH KA DABRA. Mi sono trasformato in goccia. Uaooo
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lunedì 19 ottobre 2009

Elisir d'amore per ........i diritti e i valori.......

......Viviamo in società democratiche, abitiamo istituzioni democratiche senza più quasi accorgercene. Diamo per scontato il carattere democratico della vita pubblica entro cui ci muoviamo, così come diamo per scontata l’aria che respiriamo. Dimentichiamo spesso che se la democrazia è un’idea semplice – che chi obbedisce alle leggi ne sia anche in qualche modo l’autore – la sua realizzazione è invece estremamente complessa.
Quel principio semplice, ma al tempo stesso così ambizioso, richiede soluzioni istituzionali innovative per diventare realtà quotidiana: il suffragio universale, la legislazione sociale, la trasparenza nell’amministrazione pubblica, la tutela della riservatezza costituiscono altrettante tappe di questo processo di realizzazione dell’ideale democratico.






Politica
Diritti e valori: i confini dell'Europa
Claudio Magris, Corriere della Sera
A Trieste, nei grandi capannoni e cortili di una vecchia caserma abbandonata, si possono vedere, affiancati o sparsi in disordine come carcasse di mostri marini lasciati su una spiaggia dal riflusso di un maremoto, carri armati, sommergibili squarciati,...

sabato 17 ottobre 2009

Elisir d'amore per ....l'Irpinia "comunitaria" e del cuore

Io so che non avrei nessuna voglia di parlare di uno’scrittore o poeta’.in carne ,ossa,spirito e sangue della mia ricca terra d’Irpinia . Non mi piace e non ne ho i titoli e capacità. Ma se questo scrittore o poeta è la stessa terra che mi dato i natali ,che mi ha fatto da sostrato naturale per i miei primi passi su questo mondo terreno, che mi ha fornito l’ossigeno puro che ha alimentato i miei polmoni ,il mio sangue e il mio tenero cervello, voi potete capire il piacere di leggere e vivere emotivamente l’ultimo libro di Franco Arminio,” Nevica e ne ho le prove”. Ogni parola ,ogni concetto, ogni sensazione, ogni sentimento o idea espressa mi costringevano in corso di lettura a guardare in profondità e nelle pieghe più nascoste della mia anima.A scoprire con curiosità e meraviglia il senso della ‘carne e della terra’ senza necessariamente dover pensare a un loro ‘nomos’ o a un loro ‘logos’ ma solo una loro reciprocità di funzioni e di esistenza. Sono ritornato insieme al fascino evocativo delle parole a riscoprire il senso autentico e profondo delle parole stesse. A ripensare ai miei ricordi infantili e minimi del mio piccolo paese irpino cambiando le categorie di tempo e spazio che la filosofia moderna mi aveva prescritto come forme a priori della conoscenza dove anche i ricordi,i sentimenti e le passioni dovevano sottostare a questa griglia tirannica della razionalità. Nelle contraddizioni ,conflitti, sofferenze e dolori dell’”io narrante” ho rivalutato l’onestà intellettuale di esprimere amore e interesse per la propria terra, i suoi abitanti e il suo territori anche con una spietatezza di sguardo e di racconto al limite di un cinismo e una cattiveria formale e teatrale di oraziana memoria.Per continuare questo viaggio a ritroso nella mia coscienza scissa , esule e viandante ho avuto la necessità teoretica e conoscitiva di mutare prospettiva allo sguardo sia quando indagava che quando analizzava .Sono stato costretto via facendo ad inventarmi radure per ossigenare il mio cervello e far sedimentare i sentimenti intorcigliati che mi avvinghiavano il cuore come le ‘matasse’ gaddiane .Tornare indietro nella lettura per verificare come Orfeo che la mia Euridice ideale che mi stavo costruendo, fosse reale e non solo una immagine che esteticamente mi ero costruito in questo viaggio di ritorno. Sono stato costretto a cambiare radicalemnte il mio ‘ego cartesiano, rassicurante nella sua classicità e universalità.Lavoro imbrobo ,faticoso e per niente facile in occidente, in Italia e in Irpinia oggi.. Dopo Nietzsche viviamo con grande difficoltà i problemi di senso e di responsabilità messi radicalemnete in questione insieme alla nozione di soggetto,singolarità,persona ,linguaggio, conoscenza,morale, politica e quant’altro.Oramai non siamo più’una fortezza’ ma una ‘debolezza’ che aspirerebbe a vivere con dignità e coraggio anche gli ’spifferi’ dell’infanzia,del thanatos …. che vengono dal basso’ .Io personalemnte in questo libro che letteralmente mi ha sopraffatto e fagocitato ho approfittato degli insidiosi silenzi dei sentimenti di malinconia e nostalgia per interpretare un senso della vita interiore che non porti necessariamnte allo snobismo dell’estetismo e del nichilismo di maniera o all’aristocratico isolamento dell’ascesi o del misticismo.La riscoperta della irpinia che avevo nel cuore,nel sogno e nella memoria e dell’irpinia dei piccoli paesi abbandonati dai poteri locali e nazionali e conservati nella loro energetica ed immacolata forza di bellezza e di futuro possibile mi sono stati raccontati con la sofferenza e la schiettezza di chi ama questa terra benedetta nella sua maledizione storica e nella sua ricchezza culturale e la sua incontaminata bellezza naturale. Questo libro è stato occasione e stimolo di un inizio di un nuovo viaggio possibile e necessario di questa terra e dei suoi abitanti anche al di là e al disopra della sua ricca storia culturale,sociale ed ideologica. L’”io narrante e vivente” la chiama ‘paesologia’ questa sua proposta di “weltanshaung” e ne spiega non didatticamente ma esitenzialmente il senso con grande semplicità e profondità nel racconto della sua vita e quella suoi concittadini dell’accidia,dell’ipocondria,del rancore e del rimorso. Ci ricorda poeticamente “ciò che non siamo e ciò che non vogliamo” o non dobbiamo più essere .Non ci offre pannoncelli caldi e rassicuranti o “ricette per curare”, “regole e questionari da riempire”,”un formulario da approntare”, “un programma di salvezza dei paesi,”tutela dei campanili”,”i dialetti”, “le manfrine del rancore”,”la fregola delle confidenze e dello stare vicini”.Ma ci fa intravedere anche ciò che siamo o vorremmo essere :”materia esposta alle intemperie”, “vista dilatata dall’ansia,dal tremore di stare nel cratere del proprio corpo”, “una forma di attenzione verso il fuori,intensa perchè provvisoria”,”inermi e non arresi”. Nel raccontare questi stati d’animo di persone non rappacificate con sé stessi e con i propri simili “allinea dettagli,avanza, indietreggia ,inciampa”, con ”filo d’ardore e di mestizia”, ma sempre in compagnia di ”credenti della bellezza “ e del “silenzio” lontano dei rumori del mondo.Ho bevuto profondamente a questa sua “sperduta fontanella del respiro” perchè convinto della dolorosa necessità nostalgica del nostro “nostos” irpino per intraprendere un nuovo viaggio duro, dolorante lungo,difficile,originale e ricco nel nostro “io” e nella nostra terra .Sapendo che non basta solo cambiare senso alle parole ,alle sintassi, ai pensieri ed ai sentimenti di appartenenza ma intraprendere un nuovo speranzoso viaggio sicuramente ricco di sentieri interrotti e abusati ma anche di piacevoli e gioiose radure. Non abbiamo mete o isole da raggiungere ma territori e persone,alberi,cani randagi,gatti,panchine rotte ,vecchine che girano per strada con una busta in mano, da vivere anche senza parlare .Questo ci racconta questo prezioso libro e di sé stesso lo scrivente parlandoci della sua ‘carne’ e del suo modo di vivere e di guardare ed essere guardato dalla ‘terra’ con sofferenza ma anche con un senso sacro della ‘gloria di stare al mondo’.sapendo che è molto bello, profondo e affascinante ma è anche duro,difficile e faticoso raccontare un originale modo di pensare e fare politica culturale nella nostra bella e buona terra d’Irpinia come “comunità provvisoria” ma ‘piena’ di speranza e di futuro.
mauro orlando

venerdì 16 ottobre 2009

Elisir d'amore per .......la terra del FORMICOSO.


la piazza degli altri
Franco Arminio
________________________________________
Guardala, la terra è più tenera del cielo.
Non restare tutta la vita
con le unghie conficcate nella tua anima
o in quella degli altri.
Porta il tuo paese in testa
come si porta l’immagine dell’amata.
Esci, vai nella piazza tua o di un paese vicino,
vai nella piazza degli altri,
mai ti mancherà una bella vista.





la paesologia è una forma di attenzione. si va nei paesi e si guarda. in un paese c'è sempre qualcosa da guardare, non sempre c'è qualcuno da ascoltare....

giovedì 15 ottobre 2009

Elisir d'amore per ........I L F O R M I C O S O

Oggi è apparsa sui giornali la notizia data qualche tempo fa:
il formicoso è salvo.

Ognuno può accampare tutti i meriti che vuole, ma chi ha seguito la vicenda sa che cosa è stato fatto e da chi.




Ho sentito che ci fu un accordo segreto
che David ha giocato, e piacque al Signore
Ma non è veramente cura per la musica, vero?
Va in questo modo, la quarta, la quinta
L'ascensore principale,
Il re perplesso compone, hallelujah

Hallelujah, Hallelujah Hallelujah, Hallelujah
Hallelujah, Hallelujah Hallelujah, Hallelujah


mercoledì 14 ottobre 2009

Elisir d'amore per ......BOBBIO.... pensatore laico,socialista e liberale di sinistra.



Una risorsa culturale per la democrazia.Ha insegnato l'intelletto critico,laico ,razionale e sovrano rispetto alla politca e i suoi fini. Autonomia e non indifferenza come partecipazione individuale,attiva,consapevole e responsabile e senza atti di fede.Disorganica e organica.Ribelle e leale.Tesa ad interrogare i fondamenti stessi della politica per una scelta più libera e conspevole e per una pratica conseguente.

I suoi caposaldi teorici:

Diritto come continente a sè (tecniche,scopi, funzioni,forme di governo).Distinzione fra 'fatti e valori'. Critica della mancata teoria marxista dello stato.Elementi costituenti e fondamento della democrazia tout court: universali procedurali,garanzie,non violenza.

Elaborazione della coppia destra-sinistra.Destra come 'ineguaglianza' e gerarchia.Sinistra come 'eguaglianza' dinamica e non equalizzatrice.

Antifascismo. Matrice dello stato democratico e 'Grund norm' alla Hans Kelsen.Valore metagiurudico che fonda- per rimandi ed implicazioni- l'edificio giuridico della Costituzione repubblicana.

La pace ..colta tra due opposti: Hobbes e il giusnaturalismo. Hobbes incarna l'esigenza di autoconservazione civile ,via via cosmopolitica.Il Giusnaturalismo come valore della persona umana,cristiano ma laicizzato e ormai trans-confessionale (kantiano).

Difesa dello 'stato parlamentare' contro ogni 'populismo decisionista e utoritario' didetra ma anche moderato e progressista.

Elisir d'amore per .....la bellezza come armonia.


Non pretendo che la gioia non possa accompagnarsi alla bellezza; ma dico che la gioia è uno degli ornamenti più volgari, mentre la malinconia è della bellezza, per così dire, la nobile compagna, al punto che non so concepire un tipo di bellezza che non abbia in sé il dolore.
(Charles Baudelaire, Opere postume)




"L'armonia del cosmo è effetto di tensioni contrastanti, come quella dell'arco e della lira"

Eraclito , citato da Plutarco

Dobbiamo rieducarci alla possibilità di tornare ad “abitare” i luoghi, le persone ,le cose e i significati dell’esistenza ricercando e vivendo una condizione che ci permette di sottrarci allo ‘spaesamento’ moderno o tardo-moderno.Riprendere anche la parola che non disconosce il valore simbolico ed evocativo del silenzio. Ritrovare nella complessità delle nostre vite quotidiane le modalità “seminaturali” di una comprensione intuitiva , consapevole e inoperosa dei contesti e dei luoghi della nostra provenienza senza rinunciare necessariamente alla ricchezza culturale acquisita che abbiamo tradotto nel termine “complessità, “operosità”.
Su questa base la conoscenza stessa che si fa sentimento, pensiero e vita assume un’attitudine attiva e quindi ‘politica’ in cui l’apprendimento stesso e il piacerei esso, si traduce nella pratica in una azione intersoggettivamente condivisa e produttiva . Esso ci prepara e ci dispone a prefiguare una idea di intersoggetività, di comunità, in breve di abitabilità del mondo ,del territorio e degli uomini che in esso viviamo.

Elisir d'amore per .......le donne di sempre.

Un tempo furono per noi
storie di luci e colori
di profumati petali di rose
di soavi note musicali.
Furono favole belle
di principi azzurri
di fatati regni.
Ma gli affanni delle madri
gli sguardi severi dei padri
e i discorsi dei fratelli
ci ridestarono dai sogni.
Le montagne che vedevamo
all’orizzonte
ci sono d’improvviso apparse
in tutta la loro maestosità.

Non ci siamo arrese.

Sui loro sentieri impervi
si sono inerpicati i nostri pensieri
e quando il buio della notte è calato
hanno trovato il corridoio
di luce
tracciato dalla luna
per continuare la risalita.
Ogni passo di questo cammino
ogni giorno
lascia dentro di noi un’impronta
di forza e di bellezza.
MM

lunedì 12 ottobre 2009

Elisir d'amore per ....una democrazia normale

In senso generale la politica è sempre realistica,perché il suo oggetto,il suo problema, il materiale delle sue riflessioni, è la complessità della vita associata. Sotto il profilo pratico la Politica, nei suoi interventi ,nelle sue costruzioni non può mai prescindere da elementi di sagacia e di astuzia, di prudente accortezza, e di attento governo dei conflitti, di verosimile calcolo dei rapporti di forza.......la sua degenerazione autoitaria e populistica è parte del pradosso della demcrazia come predisposizione naturale dell'uomo e la sua fragilità intrinseca...
...... anatomia di un processo involutivo della democrazia:

"Se fanno i magistrati è perché sono diversi dagli altri"
"Fare i giudici è da disturbati mentali"
Sulla politica estera: "Imporre la libertà con forza"
"I giornalisti? Mi attaccano perché vorrebbero essere me"
I giudici sono delle persone "mentalmente disturbate", i giornalisti sono "invidiosi" del suo successo, nella politica estera è maturo il momento per "imporre la democrazia" anche con l'uso della forza.Concetti forti, che hanno immediatamente suscitato un vespaio politico, soprattutto per la parte che riguarda i magistrati. Tanto da richiedere l'immediato intervento del portavoce del premier, Paolo Bonaiuti, il quale tenta una marcia indietro parlando di "battute sul filo del paradosso", e sostenendo che il resoconto è viziato "dalla differenza di lingua" e da una "coloritura giornalistica". Precisazioni dunque, ma non una vera e propria smentita anche perchè i due giornalisti corredano l'intervista con un lungo articolo in cui Berlusconi viene dipinto con toni assolutamente lusinghieri.
Sulla politica estera: Dalla necessità di "imporre libertà e democrazia" da dopo l'11 settembre, di una "comunità di democrazie" da contrapporre, "e possiamo farlo", all'"enorme e paradossale successo del fondamentalismo". Al dittatore di turno, "diciamo: tu devi riconoscere i diritti umani nel tuo paese, e noi ti diamo 6 o 12 mesi, o giù di lì, altrimenti interveniamo". Oggi "siamo capaci, con Russia ed America insieme, di guardare a tutti gli Stati del mondo e valutare a dignità di tutta la gente del mondo, e possiamo dar loro dignità e libertà. Sì! Con la forza, se necessario. perché - aggiunge Berlusconi - è l'unico modo per dimostrare che non stiamo scherzando".
Parlando all'Economist. "Perché - chiede uno degli intervistatori - crede che lei non sia adatto a governare l'Italia?". Perché, dice Berlusconi, "ha fatto un grave e fondamentale errore, confondendo le guardie con i ladri. Ha preso i protettori della democrazia e della libertà per i ladri, e ha preso i ladri per le guardie. Ha mescolato tutto". E aggiunge: "Non ho mai guadagnato un soldo nella mia vita dalla politica, ho messo i miei soldi nella politica, sì, per finanziare Forza Italia".
In quanto al conflitto di interessi, continua, "è tutto il contrario, perché ho dovuto vendere tutto il mio sistema di grandi negozi in quanto i comunisti non volevano comprare da me e avevano una strategia 'BB', boicotta Berlusconi. Le autorità di sinistra non mi davano nessun nuovo permesso per costruire negozi, e non ho chiesto alla destra perché si sarebbe potuto pensare che io avessi un interesse: quindi i miei figli hanno deciso di vendere".
La domanda se è giusto approvare leggi "che la salvano dai processi" è lo spunto per l'ennesima, pesantissima invettiva nei confronti dei giudici. ,Nel corso dell'intervista non manca anche un riferimento a un altro dei bersagli preferiti da Berlusconi, i giornalisti. Perché lo attaccano? "Perché credo ci sia un elemento di gelosia in ognuna di queste persone. Enzo Biagi, Indro Montanelli erano più anziani di me, e credevano di essere loro quelli importanti nel nostro rapporto. Poi - prosegue il presidente del Consiglio - il rapporto si è capovolto e io sono diventato quello che loro stessi volevano essere. Dunque, dato che loro non mi sono politicamente affini, si è sviluppato un sentimento irrazionale tra giornalisti italiani molto famosi".
Di fronte alle reazioni indignate di alcuni esponenti del mondo della politica e della magistratura, il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, tenta una precisazione: "Una chiacchierata estiva con un amico del partito conservatore inglese, la differenza di lingua e una evidente coloritura giornalistica - ha detto - hanno trasformato una battuta sul filo del paradosso, relativa a singoli personaggi, in una considerazione di ordine generale su un'intera categoria. Cosa che evidentemente non era e non è".
(4 settembre 2003)

sabato 10 ottobre 2009

Elisir d'amore per .........uno scherzo semiserio.


......a Silvio
......rimembri ancor qul tempo di tua vita mortale........



Venditore di fumo


Er gatto entrò in cucina e rubbò un pollo,
er Coco se n’accorse e , detto fatto,
je corse appresso e l’agguantò p’er collo.
- Ma questa è incomprensione ! –disse er Gatto-
questo è un complotto ,na macchinazione!
Nun hai visto che porto
La collarina nera con un 'lodo',
E chi cià questa qui, nun ha mai torto?
E tengo pè de più , la protezzione
D’un pezzo grosso de li più potenti
Ca invano nun se po’ nomà ,
che me le manna tutte quante bone….
pe soli trenta danari-
E poi in cento giorni ho ridotto li topi
Der duecetocinquanta per cento
ho fatto case pe i terremotati
co' frigo,champagne e ..televisione...
E co na sola legge ho fatto rientrare,
da un esilio forzato i sordi
di volpi ,jene e scaraffaggi,
e…. sguatteri e servi di cucina che ora libberamente
sur mio giornale parlano di principi morali,
giustizia ggiusta,logica e matematica e poesia
in nome der libbero pensiero ,
der fumo e de la democrazzia
der povero gatto “mariuolo”
perseguitato da cochi
massoni e comunisti.

Er Coco che capì la situazione,
pe nu tradì la patria tradizione
d’er detto di saggezza popolare
“francia o spagna purchè se magna”,
se mise su l’attenti:
e pe rispetto de la dignità d’er coco
ammise amaramente pe decoro
“Conosco ar monno più d’un gatto ch’è disposto
a vender fumo per magnà l’arrosto......
ma sempe più io nun capisco i topi"

Elisir d'amore per ......un semplice gesto di futuro.


.......il Primo Ministro Berlusconi ha in più occasioni sostenuto pubblicamente che il popolo italiano è con lui.
In merito a ciò
INVITIAMO

tutti i cittadini che non si sentono rappresentati da questo governo, quelli, non pochi nè rassegnati, che si riconoscono nei valori della nostra Costituzione e sentono il diritto di reclamare con forza il rispetto delle istituzioni della Repubblica, l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, un'informazione libera,completa e non condizionata,
ad esprimersi attraverso un gesto semplice ma pubblico,come
ESPORRE UN DRAPPO DI COLORE ARANCIONE
...............AL DAVANZALE.

Ciò a significare la speranza che un futuro cambiamento democratico faccia sì che tali valori diventino realtà nel nostro paese e si possa così superare il profondo disagio di vivere in una società dove esempi valoriali come

SOBRIETA', ACCOGLIENZA, RISPETTO PER LA DONNA,
OSSEQUIO VERSO IL CAPO DELLO STATO e perfino BUONA EDUCAZIONE, non fanno più parte della nostra vita.
Daria Colombo(aggiungi il tuo nome , metti su facebook, fai girare nella tua maillist.)




venerdì 9 ottobre 2009

Elisir d'amore per ........Dante e Leonardo



ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI
Via Monte di Dio 14 – Palazzo Serra di Cassano – 80132 Napoli
www.iisf.it
Renato Palmieri
Leonardo legge Dante: mercoledì 9 dicembre 2009, ore 17
Un paradosso matematico: martedì 15 dicembre 2009, ore 17
Prima parte: LEONARDO…
LEGGE DANTE
…veder voleva come si convenne
l’imago al cerchio e come vi s’indova… per
(Paradiso XXXIII, 137-138)
Seconda parte: UN PARADOSSO MATEMATICO:
il cerchio si può quadrare con squadra e compasso
(nonostante Lindemann…)
Il compasso di Lindemann Il compasso di Archimede

Elisir d'amore per ........la poesia .




I GRANDI GIORNI DELLA CICUTA
di franco arminio

i vivi al mio paese sono morti

li ho visti oggi con le spalle al sole

spingevano per entrare al cimitero.

il mio paese non c'è più

non ride e non sputa in faccia più a nessuno.

ci vorrebbero tre metri di neve

tremila cappotti sulle mie spalle

per sentire il peso di chi c'era

rancori urlati rabbia muta

i grandi giorni della cicuta.

Elisir d'amore per .......le donne non-madonne!




La flosofia dell'utilizzatore finale
Chiara Saraceno

la Repubblica 09-10-2009

Il premier che «adora le donne», come ha graziosamente risposto al giornalista spagnolo che lo interrogava sulle sue frequentazioni, perde non solo le staffe, ma ogni senso della buona educazione e del limite appena una donna, una sua collega parlamentare e vicepresidente della camera, si permette di criticarlo.Nella cultura da caserma in cui sembra trovarsi a suo agio quando tratta di donne e con le donne, non gli basta insultarla genericamente come comunista mangiabambini, come fa di consueto con gli oppositori del suo stesso sesso. Non può trattenersi dall´appoggiare il suo disprezzo ad un giudizio estetico. Confermando che per lui – per altro brutto, tinto e rifatto, oltre che piuttosto anziano – le donne si dividono in due categorie: quelle (per lui) guardabili e potenzialmente utilizzabili (se non già utilizzate), la cui intelligenza è eventualmente un optional e comunque non deve velarne il giudizio obbligatoriamente positivo nei suoi confronti, e tutte le altre. Le non convenzionalmente belle e le anziane sono accettabili solo se adoranti. Altrimenti cadono sotto la mannaia del giudizio di non esistenza.Il leghista Castelli ha offerto un´altra variante della stessa cultura da caserma, scegliendo un altro topos classico, quello della zitella. Come se, tra l´altro, una donna senza un uomo fosse automaticamente una donna non voluta, non desiderata e non una che ha scelto di non avere un compagno (saggiamente, verrebbe da dire, se questi fossero gli unici tipi di maschi disponibili sul mercato). Per i leghisti, apparentemente, le donne non devono coprirsi il volto e il capo per motivi religiosi, ma vale sempre l´esortazione del Veneto profondo, secondo cui la donna «Che la tosa la tasa, che la piasa, che la staga a casa» – un atteggiamento non molto distante da quello degli uomini tradizionalisti mussulmani da cui gli orgogliosi leghisti nordici si sentono tanto diversi.Con prontezza, Rosy Bindi ha reagito all´insulto osservando che ovviamente lei non appartiene alla categoria delle disponibili e utilizzabili . Ma è stata la sola a reagire alla maleducazione di Berlusconi e Castelli. Nonostante qualche faccia imbarazzata, nessuno dei maschi presenti, incluso il conduttore, ha ritenuto doveroso prendere le distanze da questo tipo di linguaggio e comportamento gravemente sessista, che rende difficile partecipare alla comunicazione pubblica le poche donne cui, raramente, si concede la parola (Bindi era la sola donna l´altra sera a Porta a Porta, in un folto parterre di uomini). Nessuno dei molti brutti, sfatti e rifatti uomini più o meno anziani che popolano la politica italiana deve temere di essere insultato e delegittimato per questo dai propri interlocutori, per quanto aggressivi. Il silenzio – complice, imbarazzato o codardo – degli uomini sia alleati a Berlusconi che all´opposizione, sia in politica che nei media è una questione politicamente seria che andrebbe affrontata, perché segnala quanto siano profonde le radici culturali del sessismo nel nostro paese. Non dimentichiamo che in Spagna Zapatero è stato attaccato dalla stampa per aver assistito in silenzio allo show in cui Berlusconi ha spiegato come intende le norme di ospitalità quando si trova di fronte una bella donna potenzialmente disponibile.Ma c´è anche un altro silenzio che disturba: quello delle donne dei partiti di governo, a cominciare dalle ministre. Le loro voci si sono levate solo quando il capo le ha chiamate all´appello perché lo difendessero allorché scoppiarono gli scandali a catena: dalle candidature promesse alle veline a Noemi ai festini di Villa Certosa. Mai nessuna presa di distanza dalla immagine di donna – e di loro come politiche e come ministre – che emerge dalle appassionate autodifese del loro capo. Particolarmente silente è la ministra delle Pari opportunità, che pure dovrebbe parlare per dovere istituzionale. Qualsiasi siano i motivi per cui è finita lì, cerchi di ricordarsi per favore che le pari opportunità non sono un concorso di bellezza. E che non si può lasciare a dei vecchi mandrilli, per quanto ricchi e potenti, il potere di parola e di giudizio su ciò che sono, sanno e possono fare e dire le donne, a prescindere dall´età e dai canoni estetici. Lasciare insultare una collega, anche della opposizione, con argomenti che nulla hanno a che fare con la politica, ma solo con il sessismo, è un errore grave, di cui paghiamo il prezzo tutte.

Elisir d'amore per ......la "follia" del potere.

La storia in tragica farsa di "uno ,nessuno centomila italiani"..... inconsapevole che nell’Italia di oggi sia impossibile recitare la parte del grande statista ,industriale, artista o intellettuale senza riprodurre in sé e recitare le contraddizioni di un’epoca la quale sperimenta per la prima volta che cosa significa di nuovo una guerra combattuta in nome di opposte nuove o vecchie ideologie, la lotta comunque per il potere tra i partiti, le tentazioni del cesarismo o di nuove forme di autoritarismo economico o mediatico, la tensione crescente tra nuova cultura e tradizione, fra lusso e povertà tra senso comune ,normalità e follia.



.......figura tragica ,perché intimamente lacerata, dell’oggettiva menzogna che è al fondo della sua esistenza doppia...
Egli è l’uomo sceso in politica per una sorta di furba-buonafede con "grandi e nobili idee di sviluppo e di progresso": è l’emissario della Provvidenza nella storia di tutti i tempi e della salvaguardia e del successo e progresso personale a tutti costi, fino a convincersi di essere il portatore della luce che deve dissipare le tenebre del bene e che deve redimere il male ......fino alla 'follia' e alla perdita di sè stesso.
La "discesa in campo" con il senso sacrificale del viaggio non come avvio e senso di un processo conoscitivo- autoconoscitivo ma autodistruttivo per amore del 'potere' da conquistare e consolidare per sè stesso.....Fino a diventare il simbolo non solo della brama di potere, ma anche della sua stessa follia regressiva.
A differenza di Kurt che aveva sfidato la sua stessa anima fino al rischio della sua perdita.Perchè solo in quella solitudine selvaggia, aveva la possibilità di guardare dentro di sé e, perdio(….) era impazzita”….Aveva sussurrato sul suo conto cose che egli ignorava, cose di cui non aveva avuto alcuna idea fino al momento in cui si era consultato con quella immensa solitudine- e quel sussurro aveva esercitato su di lui un fascino irresistibile.........fino alla morte di sè o della comunità democratica che intendeva governare!

"........c'è bisogno di uomini con un senso morale e nello stesso tempo capaci di utilizzare il loro primordiale istinto di uccidere...senza sentimenti.....senza passione....senza giudizio......perchè è il giudizio che ci indebolisce" .







mercoledì 7 ottobre 2009

Elisir d'amore per ......la canzone d'amore.

La canzone d'amore è conoscenza, salvezza, potere, abbandono…è uno esercizio spituale,rivoluzionario per natura ma soprattutto è un metodo di liberazione interiore.



Una semplice canzone d'amore.....
è comunque un fatto culturale e politico...una sensazione di infastidita incredulità e rifiuto , ma si avverte anche l’idea consolatoria che in questo momento siamo coetanei e uguali con tutti..il fatto che si vive in una specie di politeismo culturale e democraticismo sentimentale che implica tolleranza verso praticamente tutto e tutti.La perdita di riferimenti momentanei fa sì che anziché uno smarrimento o un rifiuto della realtà si provi una sensazione confortevole e spensierata :ciò che conta ,ossia che piace e che si canta, lo decidiamo e lo riviviamo noi.Si vive nel frammentario nel relativo, nel contingente, con scale dei valori arbitrarie e indiffrenti , non è necessario puntare su un issues troppo impegnative e vincolanti.
Non si fanno storia o sociologia, non è il caso di spiegare le passioni e i sentimenti con le teorie ma si possono seguire vie più immediate e spontanee
Poiché abbiamo perso di vista le scansioni temporali e simboliche, quelle che dividono e dividevano le epoche possiamo indulgere a qualche vezzo della nostalgia ,trattando allo stesso modo i grandi eventi e gli episodi minimi :non una concessione alla facilità dei ricordi e alla sua sostituzione alle sedimentazioni ‘forti’ della memoria.
Le canzoni fanno cantare alcuni momenti della nostra vita sapendo che sono solo”canzonette”
eppure ,attraverso quelle singolari combinazioni di parole e note, può anche scattare nella mente una sequenza di suoni, immagini, senzsazini, sentimenti che ha accompagnato un frammento di vita, la nostra vita.
Nel loro ascolto non ce ne frega niente se "C’è un discrimine assai incerto su ciò che sono le canzoni : specchi o specchietti della realtà sociale e culturale, a loro volta ‘manufatti produttori di cultura e di società".
I percorsi sonno moltelplici e vari,tutti con una logica lineare e significante a suo modo, da Modugno a Mina e Celentano ,atraverso le ideologie spicce o semplificati ,ma accattivanti di Mogol e del primo Battisti, fino alle trasgressive melodie di Vasco o al romanticismo popolare, per concludere con una sorta di pensiero debole, ma moderno e veloce di “Max”pezzali alla grande poesia di De Gregori,Vecchioni,De Andrè e......Gino Paoli.

martedì 6 ottobre 2009

Elisir d'amore per ......una sirena



Il Clown Nanosecondo ed il suo gabbiano smarrito....(dialogo immaginifico tra un Clown ed il Suo Angelo)
Nanosecondo - Carissimo Mercuzio, angelo mio, sai ho fatto un sogno l’altro notte. Ero diventato un Gabbiano e volavo in alto mare senza nessun punto di riferimento. Mi ero smarrito. Ad un tratto poi, in lontananza nuvoloni neri accompagnati da saette enormi e paurose, e tuoni altrettanto terribili mi facevano tremare tutto dalle ali alle zampe.

Mercuzio - A me da bambino hanno insegnato a conoscere il mormorio delle nuvole, lo stridore delle comete che impaurivano gli abitanti della terra e a non temere il lamento pauroso del vento nelle serate invernali perché dovevo volare per vivere ……

N- Poi sono riuscito finalmente a volarci intorno e mettendo la coda al vento mi sono fatto spingere fino ad uno scoglio che è apparso quasi per magia. Non era molto grande ed il mare. agitato dalla tempesta. ogni tanto mi faceva schizzare onde e schiuma bianca sulla testa. Mi sembrava un diluvio.

M- Vedi la differenza tra noi angeli e voi umani……..noi voliamo per vivere, voi vivete per volare e volate solo per magia, incanto o fantasia.

N- La cosa strana è che avevo un anello nella zampetta sinistra che fischiava con il soffio del vento in maniera diversa, a seconda di come orientavo la zampa. Ero un gabbiano smarrito, in mezzo ad una tempesta, su uno scoglio in mezzo al mare. Mi sembrava un incubo.

M- E continui ad avere incubi alla tua non tenera età. Mi sa, Nanos, che ti sta succedendo qualcosa di strano e di abituale per gli uomini. Cose che capitano agli uomini nelle ‘notte maliconiche’…notti terribili con colori foschi, pensieri cupi che annunciano ‘il miracolo’ della vita
.

continua:http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/2009/10/il-clown-nanosecondo-ed-il-suo-gabbiano.html

Elisir d'amore per ........la voce di un'anima.

....la morte si porta via il corpo di Mercedes,ma non può portarsi via la sua anima e la sua voce dalla nostra memoria del cuore....



........una voce ,una canzone, una voce calda e piena di donna che ogni tanto il vento ti porta da una qualche finestra aperta,in una sera di primavera o qualsiasi marchigegno tecnologico ti impone nelle fredde serate invernali .Ci sono canzoni d’amore che nelle notti d’estate il vento ti porta a strappi legata al filo flessuoso della ormai labile memoria , e appena ti sembra di averne afferrato qualche nota già si perdeva, non eri mai sicuro di averla sentita davvero e non solo immaginata, non solo desiderata di serntirla,come in un gioco d'amore adolescente....... il sogno di quella voce di donna che canta nella nostalgia,nel ricordo , nell’incubo o nella nebbia sottile della tua lunga insonnia del cuore ....ed era proprio questa voce di Mercedes ,questa melodia e queste parole che ho sentito tutte le volte che ho dovuto combattere e ho cercato con tutti i mezzi oltre la ragione di confondere "la nera signora" e le insidie e le malie della mia solitudine cattiva ..

lunedì 5 ottobre 2009

Elisir d'amore per ......le donne comunitarie.



In un momento di volgare e postribolare di considerazione e uso pubblico della donna anche la esperienza nella Comunità provvisoria nel rappporto di "genere è una occasione e un esempio di un pensare e vivere 'rivoluzionario' culturalmente e politicamente nelle piccole e grandi cose .
Niente discussioni ideologiche ed astratte .... i rapporti sono concreti e reali anche nelle frizioni,conflitti, chiarimenti, simpatie ,affetti .....amori.
Non vogliamo costruire nella immaginazione la nuova Atene di Pericle,Socrate,Paltone e continuare sfibranti discussioni in nuovi ed aggiornati 'convivi' filosofici o scentifici o letterari e poetici sui"generi".
Sappiamo bne che "Genere" in italiano ha molti sensi: "genere" è il genere grammaticale, il genere letterario, il genere umano, il genere sessuale. La parola "genere " , introdotta dalle donne per segnalare che la differenza sessuale, fondamentalmente biologica ma non solo, è qualcosa di diverso dalla differenza che viene costruita socialmente, culturalmente,umanamente e politicamente .Il genere sessuale è ritenuto immutabile proprio in quanto o se strettamente legato alla biologia. Direi che prima che venisse introdotto questo termine, il concetto è stato introdotto da Simone de Beauvoir nel '49 con "le deuxième sexe", quando ha insegnato a generazioni di donne, con questo libro tutt'ora fondamentale, che donne si diventa ma non si nasce.Anche riguarda questo problema comunque importante nella sua complessità le nostre donne si sono imposte per la loro autentica e concreta identità personale,professionale,culturale senza cotruzioni di ruoli, poteri, gerarchie o privilegi particolari .Nella nostra piccola 'polis' comunitaria il problema come nella Grecia classica non diventa: quali sono le virtù delle donne - per virtù si intendono capacità, attitudini, forma di ragionamento -, con l'idea sempre che ci fosse una differenza fra le virtù femminili e le virtù maschili e la differenza era legata alla biologia o alla cultura . Nel "Simposio" di Senofonte Socrate guarda una giocoliera e di fronte alla sua abilità dice che quello che lei fa è la dimostrazione che la donna non è naturalmente inferiore all'uomo"; nell'"Economico" di Senofonte c'è un altro discorso molto interessante: Socrate dice che gli uomini dovrebbero insegnare alle donne a non essere le persone con cui loro, gli uomini, hanno minor dialogo, dovrebbero educarle, quindi dando per scontato che le donne possono essere educate, quindi che non è solo biologica la differenza. Ne è passata di acqua sotto il ponte della storia ed anche nella "modernità dei diritti universali" le contraddizioni psicologiche,culturali e politiche sono emerse non solo nei dettagli dei comportamenti sbagliati.La letteratura stessa non ha aiutato ma in ultima analisi ha preso atto che il momdo è realmente ribaltato anche e sopratutto nelle piccole cose .....e le donne comunitarie ,belle anche fuori, si sono mostrate con caparbietà e leggerezza all'altezza del nuovo compito che si voleva adempiere nelle nostre terre irpine......
E noi 'maschietti di riporto' ci sentiamo liberi e felici di non vergognarsi ad esempio......... di dedicare a tutte loro non solo una bella e semplice canzone........ma anche "opere di bene"!!!!!