martedì 23 settembre 2008

La nostra forza .......la poesia.

(leggi tutta)
di franco arminio
sono arrivato al muro.
il paese di settembre
mi ha dato il suo verdetto:
devi dimettere quest’ansia
di trovare compagnia
l’ardore della tua ansia
è solo tuo
non lo puoi chiedere
agli altri
non li puoi sempre avvisare
che chi non muore adesso
non potrà morire
mai più.

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COMUNITA' PROVVISORIA . paesi . paesaggi . paesologia

La nostalgia (nòstos) come l’amore per la propria terra non può mai essere solo tenera,buona ,dolce ma dura,asciutta,violenta come l’anima addolorata di queste parole che rivestono sentimenti e passioni sopite in un continuo viaggio nell’inferno delle nostre coscienze inquiete.Non possiamo solo descivere ruscelli elegiaci e bucolici ma immaginare grandi fiumi e grandi mari.Noi uomini delle alture,dell’aria rarefatta cheinebria e mortifica il cervello e costruisce anime sofferenti e votatecon meraviglia e stupore a riscoprire continuamente ” la voce di colui che primamente conobbe il tremolar della marina” le nostre tante e varie “marine” della conoscenza,della responsabilità e del lavoro. E’ sempre il sentimento di una mancanza ,di una inadeguatezza, di una provvisorietà (parola magica ma anche dolorante) che squarcia e mortifica la realtà, creando vuoti metafisici e lacerazioni esistenziali nell’animo turbato e lacerato della poesia che non accetta di usare e mischiare le parole per nascondere “nel cappello” della nostra anima anche i propri dolori nel disordine delle cose e dei sentimenti.Strappa e mortifica il reale nelle sue rassicuranti e idilliache connessioni e lo mostra nella sua sanguinante, divelta e brada violenza.Riscopre e rivela anche la selvaggia,dura,sconsolata fisicità elementare e naturale della terra e degli uomini,smascherando i tentativi di neutralizzazione con i vecchi , consueti e desueti schemi linguistici,logici o peggio ideologici.Sopratutto la poesia che ama le cose e le persone, anzi sopratutto essa,non può limitarsi a ricordarci che la vita non basta per costruire speranze e futuro ,religioso opolitco.Il poeta ha l’obbligo (etico prima che politico)di comportarsi come se il futuro di tutta l’umanità dipendesse da lui.Il poeta cova il dolore di chiedersi non quale sarà il futuro,ma semplicemente se ci sarà futuro.Non siamo nell’ordine dell’ottimismo o del pessimismo.Abbiamo già consumato vittime illustri (Leopardi tra i tanti) in questo rito rasicurante e doloroso del “Logos”.Ci deve sempre ricordare di “morire per la verità” come consigliava Nietszche:”Non ci faremo bruciare per le nostre opinioni: non siamo abbastanza sicuri di esse.Ma ci faremo forse bruciare per poter avere e per potere cambiare le nostre opinioni”.

mauro orlando

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