sabato 13 settembre 2008

La musica di Dio e la musica dell' "io".


" La cultura del canto è cultura dell'Essere...Tutta la musica occidentale è nata dall'esigenza del parlare con Dio e nel cantarlo con le parole donate da Lui.....Non creatività privata in cui l'individuo erige un monumento a sè stesso prendendo come criterio essenzialmente la rappresentazione del proprio 'io'". Benedetto XVI ,Collegio dei Bernardini,Parigi 12 set,'08

Ma perchè questo sminuire il valore o la peculiarità dell' "io" anche in un naturale,poetico,estetico o razionale rapporto con Dio?.......misterium fidei aut astutia rationis!

DIO-SUONO

Dio è suono. Si manifesta dal silenzio del non esistere con una voce , un rumore che sia fruscio o battito, starnuto o soffio , espira, respira, parla ,canta grida, urla tossisce , singhiozza, vomita,tuona o suona uno strumento.
E nel momento in cui si definisce, Dio attraverso un suono crea o delega la creazione, ogni cosa : uomo,sentimento, piante , luna , sole, angoscia, gioia, paura, meraviglia sono , al principio suoni indistinti. Poi al crescere della luce ogni cosa prende i suoi contorni ed è, esiste, in diverso modo. Spesso Dio resta impassibile, intoccabile nel suo risuonare infinito : solo allora i suoi “transformers”, i suoi demiurghi tramutano i suoni in realtà; con diversi risultati a seconda che siano abili o cialtroni.
Questo ci dicono un po’ tutti i miti della creazione in qualunque latitudine o cultura, tradizione o libro sacro : Dio non crea toccando o guardando o ascoltando : crea suono del Suono.
Tra i Dogon dell’Africa così si parla della musica : Situata fra le tenebre e la luce del giorno prima la musica si trova tra l’oscurità della vita inconscia e la chiarezza delle rappresentazioni intellettuali, appartiene in gran parte al mondo del sogno.
All’inizio della creazione la musica precorre il linguaggio intelligibile come l’aurora precede il giorno.Ma via via che i suoni si precisano il linguaggio si divide : una parte diventa musica propriamente detta, un’altra, la più chiara e distinta si fa linguaggio, pensiero logico; la terza parte si trasforma in materia “
Questo propagarsi di luce sonora è più forte, più vero quando è vicino alla fonte; perde la sua sostanza acustica man mano che se ne allontana.Le rocce , le paludi , la notte hanno meno musica dei fiumi, del sole: il sole meno dell’uomo.l’uomo anzi era al principio nella musica stessa di Dio e in questa volava,poi lentamente la perse tutta, mantenne solo la voce.
Nell’uomo resta intatta frustrante e ossessiva questa nostalgia, questo nòstos di una condizione sfiorata e mai posseduta. E canta per riallacciarsi all’Assoluto, per ritrovare il centro della sua esistenza, del suo “Io”.Ogni uomo ,dalla nascita, si porta addosso o dentro una sua melodia, una sua canzone ,parte del Dio .
E così l’uomo nasce dal suono, entra in possesso di una canzone “sua”, vive per conoscerne le note e brama il ricongiungimento con una melodia universale primigenia da cui si è staccato per educarsi faticosamente al lògos attraverso la filosofia
.

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