mercoledì 10 settembre 2008

E dell'Italia di oggi che vogliamo parlare.

F. De Gregori : Il cuoco di Salò



Anche ”il cuoco di Salò” è una canzone della storia, non una canzone politica, ma scenica, teatrale di rappresentazioni di personaggi, di visioni, di sentimenti . Il protagonista è uno qualunque, un personaggio da commedia dell’arte. Una lettura o racconto della storia da parte di un gregario, un avventizio, un marginale. Siamo nella tradizione della migliore commedia italiana . Vedere per esempio la “storia” nel racconto della sensibilità profonda e lieve del protagonista omosessuale in conflitto con l’atmosfera superficiale, oppressiva,fascista ed autoritaria del vivere quotidiano nel film” “Una giornata particolare “ di Ettore Scola.La storia non è “ la vita solida” del contesto storico politico ma “la vita liquida” dei sentimenti leggeri e lievi dei protagonisti comuni nel racconto di “una giornata particolare”.
La tecnica comunicativa è di far parlare un altro al posto nostro “un ingenuo”, “un comune” a cui tutto è concesso. C’è il crollo del Fascismo, momento storico drammatico, denso, duro, doloroso, caotico. Un discorso sulla Resistenza e dalla parte della resistenza vittoriosa sarebbe stato scontato. Qui siamo di fronte al “revisionismo” vero . Non è il vero responsabile a parlare e a fare la storia ma la sua storia e la storia è quella vera. E’ la sindrome del “tassista” Il mondo vista dal taxi . Come nel racconto della storia degli anni sessanta americana da parte di De Niro di “Taxi driver” di Martin Scorzese .
Per il cuoco di Salò” di De Gregori il mondo è esattamente quello che vede dalla sua cucina. Il resto è marginale: la guerra, la resistenza, la politica. La storia è la sua giornata normale e abitudinaria.
Solo il coro che canta come le antiche tragedie greche ha il compito di dare il senso di obiettività straordinaria e di tragedia “qui si fa l’Italia e si muore” ripetuto per tutta la canzone ma solo artificio comunicativo e teatrale senza la pretesa di dare l’interpretazione giusta ed obiettiva dei fatti della storia da raccontare.
Grande pietà e comprensione e una presa di posizione possibile e legittima “dalla parte sbagliata si muore”.
Alla fine è la storia stessa “ che dà torto e ragione”. Infatti gli eroi muoiono dalla parte giusta.
Commedia e tragedia assieme dicevamo. Anche il ‘messo’ di Edipo è come il cuoco di Salò, è sempre un protagonista minimo. Come gli ‘osti ‘del Manzoni.
L’uomo in genere, a differenza della donna, non ha la capacità naturale di creare ma di fare: E anche pretende di fare la storia. Sa costruire il teatro dove si rappresenta per finzione la vita. L’attore diventa la storia…di tutti lasciando nel camerino la sua vita. Il teatro è un arte molto antica. L’uomo ha coltivato da sempre sia il suo naturale bisogno di una ricerca metafisica sia il bisogno di esporsi parlando di sé nel teatro ,nella poesia e nell’arte in generale. Il teatro greco è stato prima di tutto una esigenza psicanalitica di massa. L’uomo è combattuto tra la ricerca metafisica per nascondersi e la necessità umana di manifestarsi raccontandosi in pubblico. La cultura è la ricerca perenne e continua di strumenti di nascondimenti, fughe, finzioni. Gli spettatori, i lettori, gli ascoltatori (sono essi stessi uomini) sanno e conoscono la funzione di essa ma provano piacere a giocare ad immedesimarsi o rifiutare i racconti e le esperienze dei suoi simili.,,,

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