lunedì 30 marzo 2009

Elisir d'amore per ........ belle fughe e i piacevoli ritorni .


......Che vita è questa
che vita sarà....
......mai più saggezza
mai più........





L’ “io” vitale ed autentico sta alla base del comunicare, dell'eternare come per il lirici greci e per i trovatori medioevali. E’ un “io” espressionista, finalmente in linea con i grandi movimenti artistici del Novecento; è la proposizione di un mondo come “si sente” dentro e non solo come lo si vede fuori, figlio tardivo della grande lezione pittorica, poetica, letteraria e filosofica dei Picasso,Chagal, Breton, Kafka, Montale Sartre ed Heidegger.
Questo “io” è inquadrato nella vita di tutti i giorni, nella realtà elementare, spicciola, nel disincanto, nella demitizzazione, nell’antiretorica, nel contingente.
L’amore cessa di essere eterno , universale e consolatorio, cessa di essere unico e immortale, diventa frammeto,momento, espediente, lacerazione, noia, speranza, .....fughe e ritorni : la sua durata si accorcia mentre la sua intensità si fa frenetica,profonda, altissima come una vampata, un incendio cosmico e momentaneo. ......e la reltà nella sua bruttura e quotidiana mistificazione non viene negata solo dal sogno e dalla fantasia ma dai piacevoli momenti dell'amore "piccolo , grande".

Elisir d'amore per ........la vita dell'Anima.


Il coma dell'anima
di Barbara Spinelli

Non è solo il corpo a esser sequestrato, dalla legge che il Senato ha approvato sul testamento biologico. Molte cose giuste sono state scritte sullo Stato espropriatore, ma la presa di possesso oltrepassa l’organico. È la vita a essere sequestrata, nel suo scabroso intreccio tra materia e spirito, corpo e anima. Più precisamente, è l’idea che da millenni ci facciamo del vivere bene, che non è mero vegetare ma vivere pensando, ragionando, capendo chi soffre. In questo viver bene, il pensiero della morte è, oltre che centrale, il più vitale dei pensieri. Non è il finale segmento della strada terrena, ma quel che le dà profondità, sapore. Per la filosofia antica, a cominciare da Platone, l’esistere saggio consiste proprio in questo: nel prepararsi alla morte, l’anima impara a esser «tutta raccolta in sé»; s’abitua a vivere «senza impacci», più liberamente sceglie la virtù.Socrate parla nel Fedone di questo prepararsi e lo chiama esercizio di morte, melete thanatou: allenamento, meditazione. Un po’ più tardi, Seneca e Marco Aurelio diranno che ci si allena vivendo ogni giorno come fosse l’ultimo: non per fatalismo ma per aguzzare l’intelligenza, la perfezione. Posso vivere bene o male il mio giorno: ma se è l’ultimo il bene peserà di più e anche il male, non potendolo più riparare. Il testamento biologico doveva essere proprio questo: una preparazione del fine vita e un ripensare la vita stessa, un rammemorarla, un predisporre autonomamente la sua conclusione in caso di non-coscienza, senza ledere il prossimo e senza dipendere da tutori non scelti. Doveva essere un esercizio di morte: un atto del vivere bene........


leggi tutto: 29 marzo 2009Il coma dell'anima

Elisir d'amore per il "Grande Dittatore".


........pena e distanza dal il Piccolo dittatore strapaesano, baùscia e ridens!

AUT CAESAR AUT NULLUS !



A Proposito della malattia del cittadino Berlusconi

“Vedo ,cittadino Berlusconi,
che sei riuscito a trasformare in virtù
la tua smania, in salute la tua malattia.
Ecco un uomo che ha tutto- oltre il decente-
ma vuole avere di più. Ecco una persona
che ogni mattina dovrebbe svegliarsi e dire :
che culo,grazie, che culo, grazie
e temere soltanto che l’invidia degli dei
arrivi a porre fine alla sua fortuna.
Ma quest’uomo vuole quadrare a suo modo
gli inncerti conti con il destino :
perfino l’invidia appartiene a lui, e agli dei
spetta soltanto temerla.la coltiva
tra i marmi a pecchi dei suoi settanta cessi
la cuoce al piccolo fuoco che gli scava il cuore
perché vuole che TUTTI lo amini,vuole
che nessuno, dentro e fuori il suo regno
possa trascurare di considerarlo
il migliore,l’esemplare ottimate
il padre augurabile ad ogni figlio
il figlio desiderato da ogni madre
il marito preferibile da ogni moglie
l’amante spiritoso, il buon compagno di gozzoviglie
una specie di dio autoconvocato..........
........Sappi , cittadino Berlusconi
che i miei difetti sono meno dannosi
delle tue qualità.Ma non ho l’intenzione
(pur avendone l’occasione)
di dirlo ai quattro venti : perché già dicendolo
e dunque proponendomi come persona da imitare
violerei i presupposti stessi del mio valore
che richede, per essere tale
imbarazzo,altosenso del ridicolo
e come unico progetto importante
lavorare di meno per garantire ai miei figli
quel me stesso libero da obbligo
che solo può riuscirgli padre.
E accade ancora, cittadino Berlusconi,
che l’imbarazzo che frena i timidi
i rispettosi, i pigri, i metitabondi,
coloro che non pensano di essere il Motore
oggi sembri rassegnato timore
perché non è spendibile sulla piazza centrale
quanto la tua rumorosa propaganda.
Ma intanto rimangono a circondarti
soltanto gli smaniosi e gli incontentabili
i fanti servizievoli per mestiere, i santi
della compravendita,i faccendieri malati
di fretta,tutti coloro che non hanno preso
abbastanza impegni con se stessi
e ne hanno presi troppo con la professione.

Noi invece non ci avrai sicuramente
e sottovaluti, per giunta, sottovaluti di molto
quella forma silenziosa di solidarietà
che unisce tutti gli scopritori di misura
tutti i portatori di gentilezza
scuotitori di testa davanti all’arbitrio
portatori di pazienza davanti all’ossessione
di pudore davanti all’esagerazione.
Noi ci riconosciami con uno sguardo
mentre a te,per sapere di chi ti puoi fidare,
serve un applauso.
Ci credi distratti, e noi stessi
ci crediamo troppo dediti alla nostra salute
per rovinarci il fegato e l’umore
( o la reputazione, nel caso si vada in televisione)
contardicendo la tua scadente furia.
Ma sappi, cittadino Berlusconi, sappilo bene,
che in ogni casa abita almeno un allegro fannullone
in ogni ufficio un bevitore-conversatore
in ogni famiglia qualcuno che invita a non prendersela
in ogni automobile un guidatore divertito
in ogni piscina nuota un ozioso
e in ogni albergo scende un appagato
e tutto questo prima di quanto tu creda
smomterà pezzo per pezzo la tua torre delirante
e fara di te oggetto di compassione........”
Michele Serra

martedì 24 marzo 2009

Elisir d'amore per .......le nostre "anime salve".

.......anime salve di F. De Andrè


Mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che bello il mio tempo che bella compagnia
sono giorni di finestre adornate

canti di stagione
anime salve in terra e in mare
sono state giornate furibonde
senza atti d'amore

senza calma di vento
solo passaggi e passaggi
passaggi di tempo
ore infinite come costellazioni e onde

spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e no basta ancora
cose svanite facce e poi il futuro
i futuri incontri di belle amanti scellerate

saranno scontri
saranno cacce coi cani e coi cinghiali
saranno rincorse morsi e affanni per mille anni
mille anni al mondo mille ancora

che bell'inganno sei anima mia
e che grande il mio tempo che bella compagnia
mi sono spiato illudermi e fallire
abortire i figli come i sogni

mi sono guardato piangere in uno specchio di neve
mi sono visto che ridevo
mi sono visto di spalle che partivo
ti saluto dai paesi di domani

che sono visioni di anime contadine
in volo per il mondo
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia

e che grande questo tempo che solitudine
che bella compagnia

Elisir d'amore per ......un silenzio che manca in Vaticano.



di Barbara Spinelli


..........Ma il silenzio ha un pregio inestimabile, è un’apertura infinita all’umano. Suor Emmanuelle gli fu grata: disse che il suo silenzio era un balsamo. È il silenzio che oggi manca in Vaticano. Il silenzio che pensa, ha sete di sapienza, ascolta. Che non vede orizzonti vuoti. Il Vangelo è sempre lì, va solo compreso meglio. Contiene una verità che sempre riaffiora, quella detta da Gesù a Nicodemo: «Lo spirito soffia dove vuole. Ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va» (Giovanni 3,8). Soffia come il fato delle tragedie greche: innalzando gli impotenti, spezzando l’illusione della forza. Chi fa silenzio o è solitario lo lascia soffiare, afferrato dal mistero. In Africa, il Papa ha accennato al «mito» della sua solitudine, dicendo che «gli viene da ridere», visto che ha tanti amici. Perché questo ridere? Come capire il dolore umano, senza solitudine? Cosa resta, se non l’ammirazione della forza (la forza numerica dei lefebvriani, evocata nella lettera del 12 marzo) e l’oblio di chi, impotente, incorre nell’anatema come il padre di Eluana, la madre della bambina brasiliana, i malati che si difendono come possono dall’Aids? Per questo quel che vive il Papa è prova e occasione. Prova per chi tuttora paventa gli aggiornamenti giovannei, e sembra voler affrettare la fine della Chiesa per rifarne una più pura. Prova per chi difende il Concilio come rottura e riscoperta di antichissima tradizione. La tradizione del rinascere dall’alto, dello spirito che soffia dove vuole: vicino a chi crede nei modi più diversi.

Elisir d'amore per ........una pillola di 'poesia'.





...... una poesia di Borges

Istanti









Se io potessi vivere un’altra volta la mia vita
nella prossima cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto,
mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei pochissime cose sul serio.
sarei meno igienico,
correrei più rischi,
farei più viaggi,
guarderei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei più fiumi,
andrei in posti dove mai sono andato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali e meno immaginari.
Io sono stato una di quelle persone che ha
vissuto sensatamente
e precisamente ogni minuto della sua vita;
certo che ho avuto momenti di gioia
ma se potessi tornare indietro cercherei di
avere soltanto buoni momenti.
Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la
vita,
solo di momenti, non ti perdere l’oggi.
Io ero uno di quelli che mai andava in nessun
posto senza un termometro,
una borsa d’acqua calda, un ombrello e un
paracadute,
se potessi vivere di nuovo comincerei ad
andare scalzo all’inizio della primavera
e continuerei così fino alla fine dell’autunno.
Farei più giri nella carrozzella,
guarderei più albe e giocherei di più con i
bambini,
se avessi un’altra volta la vita davanti.
Ma guardate, ho 85 anni e so che sto
morendo.

Elisir d'amore per .........il proprio paese.

questa è la lettera letta stamattina dall’allieva:
Cecilia Chieffo.

Caro mio Paese dove sei finito?Eri una cosa di vita , di bellezza, una musica dolce nel mio ricordo d’infanzia. Un paese a cui bastava pochissimo per essere gioioso. Una piazzetta, dove ho giocato, dove ho stretto amicizie che durano ancora oggi, dove ho affrontato i primi problemi della vita discutendone con gli altri. E poi lo scivolo al parco giochi, le feste, i veglioni, la gioventù sulla rotonda e i fiori più belli nei prati. Altri tempi, ma non un secolo fa! Purtroppo prendo tutte le cose troppo sul serio e queste cose devo dirle; lo sai perché? Mi raccontano che eri troppo bello! Io ci credo ma voglio anche credere che non hai smarrito la tua anima, la tua storia perché questa impronta singolare del tuo essere non può svanire così. È un po’ come un negozio di prodotti tipici e artigianali nei confronti di un ipermercato. E’ la particolarità che ti contraddistingue. La mia vita è sempre stata piena di queste tue particolarità: il dialetto, simile ma differente a quello dei paesi vicini; la gente, spesso identificata con soprannomi incredibili; la campagna che ci circonda; e via via le sagre, la festa di paese e l’estate. E queste sicurezze unite all’oratorio, la scuola, la pizza con gli amici e soprattutto a tanta, tanta umanità hanno fatto di me quella che sono: una ragazza che ama la vita e il suo paese. E ora un sogno: quel sogno che ci fa sognare e non sognare, dormire ad occhi aperti, pensare e non pensare, guardare l’orizzonte che è irraggiungibile, e continuare a camminare perché tu possa riprendere lo splendore di un tempo!

lunedì 23 marzo 2009

Elisir d'amore per ............la voce del silenzio.

.......la voce, la leggerezza e la pienezza del silenzio



...il silenzio che pensa ha sete di sapienza e sa ascoltare.Non vede orizzonti vuoti perchè è sopratutto una apertura infinita all'umano e alle sue difficoltà,incomprensioni e difetti.
"Lo Spirito soffia dove vuole, ne senti la voce.Non sai da dove viene e dove va"
così Gesù a Nicodemo.
Soffia come il destino nelle tragedie greche. Innalza i deboli,gli umili e non potenti....spezza le illusioni e le presunzioni della forza,del potere,dei dolori fisici, delle soffrenze dell'animo.
Solo chi si fa fare silenzio e sa vivere la propia solitidine piena ed attiva sa sentire e apprezzare il suo soffio,afferrare il suo mistero e il suo fascino.
Guai ad irredere o ridere della propria o altrui solitudine!
Non si possono capire,accettare o condividere il dolore e le soffrenze umane se non si coltiva per tempo,si capisce e si accetta la solitudine e lo star bene prima di tutto con sè stesso, come pienezza del vivere e non come mancanza o incompreso dolore.
mercuzio

domenica 22 marzo 2009

Elisir d'amore per ........viaggio verso Cairano

..........il viaggio verso verso Cairano continua...........................

Caro nanos
...........E Cairano con la sua malia è riuscita per incanto a coprire del suo silenzio il frastuono stridente delle parole oramai al servizio dei cattivi e freddi pensieri.
I concetti, le idee mie preferite, gli universali e necessari a priori si fanno a fatica particolari, mutevoli e sempre nuovi con la regolarità armonica delle onde leggere del mare in primavera che lasciano il segno della loro regolarità con segni concentrici sul bagnasciuga. Mi chiedevo perchè anche il mare ha bisogno di lasciare ’segni’ da decifrare.......forse per amore o per gioco conoscendo i difetti dell’uomo di dare sempre un senso alle cose e alle persone e ai segni che lasciano in fatti, storie,linguaggi,opere cercando poi di farne una scienza un pò per paura o in cerca di sicurezze. E ci arrabbiamo perchè non riusciamo più a "vedere" i sogni, i desideri, le speranze e gli attimi che ci frustrano e ci inquietano.Questo fa il poeta quando si dimentica di sè e quasto fanno i maghi e i clown....un pò anche per amore vero per sè stessi. Io vorrei potere essere negli uomini e nelle persone che incontro ed amo.Non apprezzo e non mi intriga più colui che sa solo raccontarmeli gli uomini ,le cose,la natura, le idee,le parole.Io vorrei saperci entrare in esse ,esserci dentro. Mi piacerebbe confondere i generi anche quelli letterari:la tragedia e la commedia.L’esistenza è un miscuglio (sinolo diceva Aristotele) di lirica e realtà, storia e cronaca, senza arresti e pause.....il vivere corre, fluisce, oggi è già domani,sapendo che domani è già un giorno diverso.Non ci sono mai stati eroi, poeti, santi e navigatori capaci veramente di fermare il tempo ....anche i clowns tentano ma non sempre ci riescono. A differenza degli altri almeno non si rattristano e continuano a sorridere e ridere anche se solo per far sorridere e ridere. Il tempo ,caro nanos, o si glorifica o si distrugge .Il tempo è il vivere sapendo che non è un atto unico in commedia o tragedia e non è mai l’ultimo a patto che la testa si possa fermare ,controllare e che non si fermi il cuore e la sua capacità illusionista di inventare e far vivere sogni. Come vedi....."anch’io non sto tanto bene ......dopo che anche Marx e Dio sono morti" come diceva il tuo e mio amico W.Allen! Ci vediamo presto. mercuzio triste e razionale.

sabato 21 marzo 2009

Elisir d'amore per ......un inno a Venere e alla Primavera.



.......Primavera è nell'aria
e per li campi esulta
sì che a mirarla intenerisce il core.........
Leopardi


La primavera di Vivaldi



Aeneadum genetrix, hominum divomque voluptas,
alma Venus, caeli subter labentia signa
quae mare navigerum, quae terras frugiferentis
concelebras, per te quoniam genus omne animantum
concipitur visitque exortum lumina solis:
te, dea, te fugiunt venti, te nubila caeli
adventumque tuum, tibi suavis daedala tellus
summittit flores, tibi rident aequora ponti
placatumque nitet diffuso lumine caelum.
Nam simul ac species patefactast verna diei
et reserata viget genitabilis aura favoni,
aeriae primum volucris te, diva, tuumque
significant initum perculsae corda tua vi.

Genitrice degli Eneadi, voluttà degli uomini e degli dei,
Venere datrice di vita, che sotto i corsi celesti degli astri
dovunque ravvivi della tua presenza il mare percorso dalle navi,
le terre fertili di messi, poiché grazie a te ogni specie vivente
è concepita e, nata, vede la luce del sole,
te, o dea, fuggono te i venti, te le nuvole del cielo,
e il tuo arrivo; l'operosa terra fa spuntare per te
soavi fiori, a te sorridono le distese del mare
e il cielo rasserenato splende di una luce diffusa.
Infatti non appena si svela lo spettacolo del giorno primaverile,
e, sprigionato, si ravviva il soffio dello Zefiro fecondatore,
gli uccelli dell'aria annunciano prima te, o dea, e il tuo
arrivo, colpiti nei cuori dalla tua potenza.
Lucrezio,De rerum natura ,Inno a Venere.

venerdì 20 marzo 2009

Elisir d'amore per .....la primavera e il compleanno della Edda.

[...]e io le rispondevo:
<della maldicenza della gente:
più tardi me ne prenderò cura io, sta’ tranquilla.
Ti sembro meschino a tal punto?
Sono apparso ai tuoi occhi come un miserabile,
ma non lo sono io…
So amare chi mi è amico
ma anche odiare il nemico [...]
Questa città che tu sorvegli,
la devastarono molti uomini,ma tu
ora l’hai presa con la lancia e ne hai ricevuto grande
gloria.
Regna su di lei e tienine il comando:
sarai certo invidiata da molti uomini>>.
Archiloco Fr. 23

mercoledì 18 marzo 2009

Elisir d'amore per ..........la bella compagnia 'comunitaria'.



Si Mercurzio,

angelo mio…..ci saremo tutti a Cairano con anima e corpo, leggero per volare.
Il mio già l’ho cercato di unire da un pezzo ed ho compreso che non c’è bisogno di essere immortali. Che, il bene e il male, il caos e l’ordine, il cielo la terra e quel che ci sta in mezzo, non serve all’uomo per andare in paradiso perchè il paradiso siamo noi e da un pezzo siamo già tutti angeli pronti per spiccare il volo.
E, poi costruiremo una zattera del tempo dove faremo salire tutti per un viaggio “fuori dalle rotte abituali” ma prima di costruirla, dovremmo parlare a tutti del mare. Si del mare di Cairano. Quello che si può vedere solo a certe ore del giorno. E, qui ci dovremmo far aiutare da antonio il fornaio. Si dovrebbe allestire la stanza del mare di Cairano dove si proiettano in continuazione le foto con lo sfondo del silenzio del vento e del mare. E poi appresso nel percorso una stanza piena di legno per costruire la zattera.
Si ci sarò anch’io con voi a Cairano, voglio insegnarvi l’odore del mare. A chiunque verrà a Cairano diremo di lasciare solo orme di piedi leggere sulla sabbia pronte a spiccare il volo.
Liberemo tutti dalle loro preoccupazioni quotidiane perchè ce ne prenderemo insieme.
La più grande paura e di se stessi e così gli dovremo insegnare a non aver più paura, liberandosi delle maschere quotidiane. Dovremmo fare un CekUp all’ingresso …me l’ha suggerito un’altro angelo ….per fornire tutti i visitatori di una ciambella di salvataggio ….e di segnali rossi per visualizzarsi e non perdersi.
Butteremo nel mare di Cairano tutti i loro pregiudizi e risentimenti.
Carissimo Angelo, mi metterò davanti alla porta di Cairano e chiederò a tutti che persone pensi di trovare qui …..se non…. abbracci liberi?
Uacc Uaa, Nanos
P.S. Ho visto che ti stai abbronzando, con la tua Cherubina Edda….ve lo dicevo com’è bello il mare?

Elisir d'amore ...........per la magia dei tramonti di Cairano.




“APRIAMO LE BRACCIA AL FUTURO,

IL MEGLIO DEVE ANCORA ARRIVARE!”

cari amici,

io e dario stiamo scrivendo a quattro mani la seconda puntata del nostro “viaggiare verso cairano”, del nostro delicato e rispettoso avvicinamnto.
abbiamo fatto delle riflessioni su come avvicinarci più concretamente ai cairanesi, come entrare in relazione con loro più concretamente, abbiamo già partorito qualche idea, presto la condivideremo con voi.

la giornata di ieri, veramente comunitaria, ha

prodotto nuovi germogli dell’anima che hanno bisogno

di essere un po’ curati prima di essere manifesti.

abbiamo bisogno di tempo

la fretta non va bene

nemmeno per cairano.

quello che mi porto dentro più di tutto, di ieri, è

la “ripa”. lì è avvenuto il miracolo, quello della

presenza comunitaria provvisoria e consapevole di noi

tutti per cairano, con cairano.

forza, sento che siamo sulla buona strada, che,

pellegrini dell’anima, ci porterà alla vetta della

settimana magica di giugno.

per me è iniziato un percorso di spiritualità, di

cura dell’anima, di trasformazione e di conoscenza

nella relazione con tutte le belle persone della

comunità provvisoria e quelle che, durante il nostro

viaggio, incontreremo.

ciao dario, franco, angelo, luca, antonio, basilio,

agostino, elda, ursula, linda, carmela (della

parmigiana leccadita) rocco, mauro, salvatore, maria

teresa di cairano, sindaco luigi e tutti tutti gli

altri sguardi.

un abbraccio

monica

.......io ho sentito anche questa musica........

martedì 17 marzo 2009

Elisir d'amore per .......i nuovi sentieri verso Cairano.

"Il corpo di Bob Bridge lo ha accompagnato per ottantasette anni. Non per molto ancora. Il tempo consumato è il corpo di Bob. Tutti i suoi organi sono in declino. I nostri corpi si sono evoluti in modo da durare solo il tempo necessario a trasmettere i nostri geni alle generazioni successive. Dopo esserci riprodotti e aver cresciuto i nostri figli, non siamo più necessari. Bob ha svolto già da tempo il suo compito biologico. Vive di tempo preso in prestito".



...Il corpo è ciò che ci pone in contatto con il mondo. L’uomo non ha un corpo, ma è un corpo…e allora corpo ed anima non sono separati. Pure ammettendo che tale separazione ci sia, il corpo può fungere da veicolo per la crescita e per la grandezza dell’anima.
Come Zarathustra allo specchio sconvolto un mattino vide”il ghigno deforme di un demonio….e pensò che ancora “l’erba maligna vuole passare per grano” e che anche gli amici possono andare smarriti….trascinati dai nemici ,è necessario”ridiscendere dagli amici e dai nemici”…anche a costo .....“di nuovo parlare e fare doni "e dare il meglio di ciò che trabocca dal cuore e dall’anima e scendere ancora a valle tra “le tempeste del dolore” e donare ciò che si era succhiato leggero sino in fondo sul"meteorita" ventilato, silenzioso e magico di Cairano.
Certo anche dentro di noi intravedo insidioso e accattivante” il lago solitario che basta a se stesso” ma "abbiamo bevuto profondamente alle fonti alpestri" non solo a conforto del " nostro cuore esule" ma per alimentare un torrente d’amore e farlo scorrere con naturalezza verso il mare del sogno, della speranza e del futuro.
"O voce di colui che primamente conobbe il tremolar de la marina!"
Nella Comunità provvisoria e inoperosa irpina respiriamo e camminiamo nuovi sentieri ininterrotti e stiamo imparandoad usare "le radure e i segnavie" e anche le vecchie, logore e abusate parole ,ma per discorsi nuovi ela voglia di raccontare vite nuove di creatori e non di spettatori,gregari e ripetitori. Ci siamo stancati della vecchia lingua impastata per i vecchi discorsi della poetica,della politica ,della filosofia e della teologia.I nostri spiriti sono incamminati sui sentieri liberi e ventilati come i deltaplani policromi di Cairano .Ma non solo e sempre per volare con le ali come aquile solitarie..... e vogliono incedere come uomini anche con le vecchie scarpe ma per tracciare nuovi cammini e storie vere con la mente semplice e leggera di un bambino………….
mercuzio

lunedì 16 marzo 2009

Elisir d'amore per ........Cairano e il sole.





“Che bell’inganno anima mia,
che bello ,che grande il nostro tempo.
che solitudine
……e che bella compagnia!”
Le parole……ancora le parole di Fabrizio De Andrè ,che amava un pò più la terra degli uomini, per raccontare le emozioni di ieri a Cairano.Il silenzio dei nostri respiri in unisono col profondo suono antico e profondo che ci ha proposto uno ieratico e inattuale Agostino in armonia con un vento insinuante e primaverile……che scimmiottva giocando col sole e le nuvole....ci ha allggeriti dalla necessità pesante delle parole abituate a giustificare ,placare o correggere gli ‘umori freddi e adirati" che insidiano le nostre belle e libere anime comunitarie.Abbiamo assaporato una minima parte della “Cairano” che ognuno di noi aveva costruito nella sua mente , nel suo animo e con le masserizie concettuali e ideali accumulate nelle sacche del proprio ‘zaino’ in spalle rassicuranti come coperte di 'linus'. Quante ‘energie’e attese nelle parole impacciate che raccontavano i propositi delle esperienze che porteremo a Cairano!Ma permettetemi di confidarvi le bellezze delle anime dei "comunitari provvisori ed inoperosi" che finalmente ho potuto leggere anche negli occhi veri,luminosi e profondi dopo averle scoperte solo nelle nostre parole scritte in poesia o in prosa.Ah l’oralità perduta dopo l’nvadenza mascolina del "logos" e la ammaliante e femmiile tirannia della parola poetica nel silenzio e nella bellezza della nostra “cairano dell’anima”.E non abbiamo avuto bisogno neanche delle 'cere' perchè a Cairano non conoscono le sirene, i maghi, i santi ,i navigatori e gli eroi!
mauro orlando

venerdì 13 marzo 2009

Elisir d'amore per .........l'arrivo della primavera.

MARZO
" Tu accompagni il mio pianto, marzo triste,
con la tua pioggia.
- Giardino, oh come le tue rose nuove
già in fondo alla mia anima marciscono!"
Juan Ramòn Jimènez



a Santamaria di castellabbate in cerca del sole........
Quanta fretta! Che smania ogni giorno ! E allora ancora a un tuffo ansioso nelle idee,i concetti nei tanti libri sparsi per la casa in un disordine attivo..........E l'inter che perde ma....con onore!?
ma in queste occasioni almeno capisco meglioi presocratici a Velia e l'inutile forza di Platone e la concretezza di Aristotele ad Atene.


giovedì 12 marzo 2009

Elisir d'amore per .........il mare antico e il 'sud' di sempre.


Intensa, toccante canzone di Peppe Voltarelli, interpretata dall'autore e impreziosita dal meraviglioso arrangiamento e accompagnamento al pianoforte da Sergio Cammariere...
e il sud di Calopresti nel bel film "L'abbuffata"....



......il mare di Santamaria di castellabate mi ospita per ridare odore,luce e colore alla mia vita mentale grigia e umida come la terra padana......

Charles Baudelaire, 1857
Uomo libero, tu amerai sempre il mare! Il mare é il tuo specchio; contempli la tua anima Nello svolgersi infinito della sua onda, E il tuo spirito non é un abisso meno amaro. Ti piace tuffarti nel seno della tua immagine; L’accarezzi con gli occhi e con le braccia e il tuo cuoreSi distrae a volte dal suo battito Al rumore di questa distesa indomita e selvaggia.Siete entrambi tenebrosi e discreti: Uomo, nulla ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi, O mare, nulla conosce le tue intime ricchezze Tanto siete gelosi di conservare i vostri segreti!E tuttavia ecco che da innumerevoli secoliVi combattete senza pietà nè rimorsi, Talmente amate la carneficina e la morte, O eterni rivali, o fratelli implacabili!

Uomo libero, tu amerai sempre il mare! Il mare é il tuo specchio; contempli la tua anima Nello svolgersi infinito della sua onda, E il tuo spirito non é un abisso meno amaro. Ti piace tuffarti nel seno della tua immagine; L’accarezzi con gli occhi e con le braccia e il tuo cuoreSi distrae a volte dal suo battito Al rumore di questa distesa indomita e selvaggia.Siete entrambi tenebrosi e discreti: Uomo, nulla ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi, O mare, nulla conosce le tue intime ricchezze Tanto siete gelosi di conservare i vostri segreti!E tuttavia ecco che da innumerevoli secoliVi combattete senza pietà nè rimorsi, Talmente amate la carneficina e la morte, O eterni rivali, o fratelli implacabili!

mercoledì 11 marzo 2009

Elisir d'amore per ........il sole di Cairano



"Il cuore mi si colma di commozione.

Ma i vostri pensieri sono le cose più incredibili: affollano questo luogo da ogni parte, sono uno sciame di cose tranquille e atroci,

Atlante, libri, pianeti, sudore, fatiche, singulti – voi siete la mia mappa, la parabola accidentata della creazione.

Certo, quando un uomo nasce, può scegliere le sue condizioni di vita. Può viaggiare o pensare, sposarsi o restare solo, leggere libri o conquistare città: ma non c’è nessuna differenza fra un eremita e un viaggiatore, entrambi si consumano, entrambi sono ben fragili fortezze. Uno preferisce farsi di pietra, l’altro di vento, ma alla fine devono tutti morire:

Rispettiamoci: la morte verrà, anche se siamo prudenti. Ma forse, possiamo essere in armonia con lei, se cerchiamo di vivere un’ora d’ozio al giorno, di leggerezza assoluta, senza vestiti e senza rimorsi, disincantati e liberi.

Voi siete la mia mappa planetaria e le mie strofe perfette: voi significate il mio abbandono di ogni perfezione. Io entro, con voi, nella presenza della vita e della morte.

Eccoci qui, nudi. Le maschere le abbiamo lasciate lì, addossate al portale della chiesa, e qui nessuno entrerà. Ma ricordiamo che quelle maschere sono anche la nostra storia. Non illudiamoci di essere sempre nudi. Santi o veggenti o folli - è un destino di cui ho appena intravisto l’orrore.

Non viviamoci indispensabili, anche se siamo portati a pensarlo, ognuno con le sue eccellenti ragioni. Tutti andiamo e veniamo dalla stessa porta. Ognuno di noi ha il suo volto e il suo incubo: la paura non è neppure un sentimento, è uno stato. E’ sangue della nostra carne, prendiamola con noi, passiamo con lei le nostre ore.

Essere vivi è sempre e solo un distacco. Tutta la vita è un raffinato vagare nelle strategie dell’addio.

Questa notte è stata irripetibile: teniamola dentro la nostra memoria come un evento. Spegniamo il fuoco e torniamo a vivere e a morire nelle nostre case. Non cerchiamo mai di opprimere o di rassegnarci ma di essere liberi, innanzitutto. Di sorprendere e meravigliarci. Mai dormire in se stessi ma addormentarsi fuori di sé, per uscire dai nostri corpi, lasciando a chi resta l’insegnamento del sogno e qualche gesto da ricordare"
amen

Sermone pronunciato da John Donne la notte di Natale del 1630, nella chiesa di Saint Paul.



"....Tesoro piccolo, è stato un inverno solo freddo lungo
Tesoro piccolo, ritiene come gli anni poiché è stato qui
Qui viene il sole, qui viene il sole
e io dico che và tutto bene.

Tesoro piccolo, i sorrisi ritornano sulle facce
Tesoro piccolo, sembra come gli anni poiché è stato qui
Qui viene il sole, qui viene il sole
e io dico che và tutto bene......"


martedì 10 marzo 2009

Elisir d'amore per .....la malia dell'Irpinia d'oriente.





Una bella tappa educativa nel viaggio verso la magia di Cairano. I giovani studenti del liceo Colletta di Avellino insieme agli insegnati ed amici hanno dovuto subire con intelligenza e curiosità il fascino e le insidie delle parole poetiche di franco .Affabulazioni e racconti per raccontare una irpinia del cuore più che della ragione che tutti conoscevano nei racconti,nei ricordi e nelle nostalgie dei propri genitori ma che nessuno conosceva o aveva la curiosità di conoscere e vivere in prima persona.
Imparare “ad aprire gli occhi” e usarli per liberarsi ‘del peso delle parole’ e della ragione per scoprire un mondo che sembra immobile ,arcaico e lontano ma che invece è dentro di noi ed è ricco di vita , di persone,storie piene e vere .Viverle con le ragioni del cuore e con ‘con la leggerezza di un passero nel suo volo sopra un ramo’.Imparare convivere con il silenzio anche della solitudine conficcandosi in esso istante per istante senza cercare razionalmente di dagli un senso ma sentire vivere il loro senso.
La bellezza di una Irpinia anche se dolente, triste non “solitaria y final” ma ricca di speranza e di futuro.Questa è la malia della Comunità provvisoria che vola leggera e intrigante al di là dell’Irpinia d’oriente come gli omini di Chagal.
Ci ha raccontato del suo ‘terremoto’ e del suo cercare di guardare alle macerie materiali e che ci ha scaricato soprattutto nell’anima togliendoci la capacità profonda dello sguardo di un vecchio che di quei ruderi vedeva storie e persone della sua storia viva e piena non solo di ricordo e memoria o sentire il silenzio dei sospiri che durano tre giorni di una ragazza dietro una finestra .Ci ha parlato di una concezione del tempo e della storia o meglio delle storie come ‘piccoli istanti dilatati e grandi istanti ridotti’.Quanto materiale ho accumulato ieri nel mio zaino come buon viatico per Cairano!
Mauro orlando

domenica 8 marzo 2009

Elisir d'amore per ........le donne forever!






armin e la musa chiamata novecento

intorno alla tua bocca

a un certo punto

arrivano le mie mani

la mia lingua i tuoi capelli

e vedo gli occhi

che si aprono in grandi sorrisi

luminosi

e l’anima che danza intorno

alle narici,

tutto quello che c’è sulla tua faccia

andrebbe regalato

ai poveri di spirito,

le tue labbra da dare

a chi esce dai cinema

o dalle chiese

e anche a chi sta a casa

mezzo addormentato sui divani,

la tua faccia in cui compare

qualcosa che solleva la terra verso il cielo

qualcosa che abbassa il cielo

verso la terra.

QUELLO CHE LE DONNE NON DICONO- FIORELLA MANNOIA - FESTA DELLA DONNA TRIBUTO 8 MARZO

giovedì 5 marzo 2009

Elisir d'amore per.... una "giornata umoristica" a Paestum

........la Edda
l'amico clown "nanos"
la spiaggia di Paestum
e
..........il resto dell'allegra ,bella e folle compagnia , fuori campo!

Una giornata umoristica, comica o satirica o grottesca, il nostro incontro ad Acropoli! Ma in fin dei conti vivere con umorismo solidale e amorevole la nostra situazione ci ha imposto di non procedere con la nostra fredda ragione ad un’armonizzazione dei contrasti ,degli assurdi,dei frizzi ,dei lazzi ma anzi cercare di far radicare la nostra esperienza proprio sulla dissonanza, sulla scissione. Un clown….....ha ” lo spirito di chi rispetta il dolore ma ha gran voglia di vivere intensamente, con emozione e gioia la propria vita!” e per il suo intimo,specioso,essenziale processo scompone ,disordina,discorda .Un particolare processo psicologico sta alla base della sua performance di vita :la contraddizione, la perplessità, la presenza irrisolta di opposizione;è un uomo “fuori di chiave(….)di violino e contrabbasso (…) un uomo a cui un pensiero non può nascere, che subito dopo non glie ne nasca un altro opposto, contrario:.... “ Due anime in una , si compiace dei contrasti stridenti e dei travestimenti impreveduti. .....“Para la follia con gli abiti della ragione e la ragione con gli abiti della follia”.....piange e ride nello stesso tempo.
La nostra non è stata una giornata comica! Anche nel comico agisce l’opposizione ma il comico è solo l’avvertimento del contrario.Esso scaturisce infatti dall’accorgersi superficiale ed epidermico che una persona o una situazione si allontanano dalla normalità o addirittura sono contrarie a ciò che secondo la prevedibilità ,la razionalità essa dovrebbe essere. La riflessione umoristica invece mette in dubbio, scompone la situazione comica, scorgendone la nascosta radice tragica, fa nascere un sorriso pieno di amarezza e dolore secondo il passaggio dall’avvertimento al sentimento del contrario riproponendo la diversità del comico dall' umorismo.
Il personaggio umoristico nella sua interiorità sente e soffre. E non a caso il personaggio per eccellenza umoristico è Don Chisciotte, che “ non finge di credere (…..) a quel mondo meraviglioso delle leggende cavalleresche: ci crede sul serio;lo porta, lo ha in sé quel mondo” , che si troverà in contrasto, in urto doloroso con il presente. E Cervantes, autore umoristico, “sentirà viva e vera entro di sé questa creatura e soffrirà con essa dei contrasti e degli urti ".
Quanto è tenue la linea di confine tra “la cosiddetta normalità e la follia” ce lo ha ricordato Basaglia frequentando i disumani luoghi della soffrenza folle , uscendo dal chiuso di uno studio confortevole e al riparo di una assortita biblioteca e del conforto familiare ! ”Non esiste storia della follia che non sia storia della ragione in fondo” diceva.
E con amore e scienza ha seguito il sogno incompreso e l’itinerario impervio della parola e del silenzio del folle non solo come semplice ricerca dell’interpretazione di quel silenzio o parola ma nella scoperta e nel recupero dell’uomo che si nascondeva imprigionato dietro quelle doloranti parole o silenzi.
Scriveva con tragica e lucida consapevolezza Pirandello:
“L’UMORISMO AFFONDA LE SUE RADICI NON NELLA COMICITA’ , MA NELLA SOFFERENZA ( KIRKEGAARD )
E LO AVVICINA ALLA SFERA RELIGIOSA PERCHE’ LA SOFFERENZA NON E’ UN ACCIDENTE CASUALE MA LA DIMENSIONE ESSENZIALE DELL’ESISTENZA”.
Ci ha divertito seguire Giulio con autentico e incredulo interesse mentre con arguzia e conoscenza ci ha raccontato l'itinerario keinesiano, folle e felliniano ,dei 50 euro della Edda ....dallo Stato italiano munifico erogatore del dopoguerra allo Stato cinico esattore degli anni ottanta e la spendida idea borgesiana di incarcerere "i presunti onesti" per preservarli per "i tempi migliori dopo i nostri inverni dello scontento".E poi l'ncontro crepuscolare con il poeta-stilista-folletto "Armando"che ci ha letteralmente sommerso in una dolce tempesta di parole in piena,fisica e leggera libertà!

Elisir d'amore per......."un centro di gravità permanente"

L’amore inizia nel corpo. Ma esiste un pensiero nell’amore?
La verità è il fondo del tempo,quando ancora non c’è la storia.
Non bisogna aver paura del vuoto e del silenzio che c’è in fondo alle parole.
Solo i poeti sanno non solo apprezzarlo ma renderlo comprensibile per tutti noi.
Non sono ancora nel tempo di vivere di insonnie e di nostalgie…..meno che meno di rimpianti a cui dare un nome.
Ho sempre amato il silenzio delle attese e dissonanze dei futuri.
Il passato spesso prende il suo dominio sul cuore…..e sa fare anche male.
Il mio amore si è ora pietrificato in un dolore muto e in un sorriso di carta su una pietra tombale.
Con il tempo ,o forse per necessità, ho capito quanto il non esserci possa diventare una forma della presenza spesso più intensa della presenza stessa.
Forse tutto è dipeso dal continuo esercizio di nascondimento che mi sono imposto sin dalla intensa e burrascosa adolescenza.
Ho paura solo di vivere un tempo in cui non sento la necessità di fare domande ed esigere risposte.
Franco Battiato - Centro di gravità permanente

mercoledì 4 marzo 2009

Elisir d'amore per ...........il Cilento.




Un paesaggio antico ,una macchia mediterranea ,un sole pallido e un vento insidioso mi hanno accolto in questa nuova avventura meridionale.Sono ai confini dell'Irpinia d'oriente e spero di fare una buona esperienza naturale.........mi porto dietro la zavorra deimiei pensieri freddi e padani:

una lettera inattuale a franco arminio
"Viviamo un’agonia ciarliera, dove le parole non si capisce se sono un tentativo di guarigione o un ulteriore approfondimento dell’agonia." Mi piacciono molto le cose che scrivi ma spero molto nella tua capacità di usare ,abusare ma anche reprimere la forza delle parole a creare labirinti insopportabili di dolore o di solitudine sofferente.Io mi gioco la mia vita mentale con le sirene ammalianti della filosofia non gratificato dalla intuizione o convinzione che la natura umana non trova il proprio compimento in questo mondo ma soltanto nella visio beatifica, nella perfezione soprannaturale mediante la grazia nella morte come ossessivamente ti suggerisce un tuo "amico" rassicurato dalla sua fede in una vita che si potrà vivere e declinare solo nel futuro dell'eternità.
Il vero sapere per me non è sapersi raccontare o raccontare ma si risolve nel sapere interrogare e nel saper rispondere .Nessuno riuscirà mai a diventare sapiente nell’isolamento, ma solo nell’assidua frequentazione e nel quotidiano dialogo con i suoi concittadini : Socrate dice “io amo imparare, ma la campagna e gli alberi nulla mi insegnano,imparo invece dagli uomini della città”
Tutti i dialoghi di Platone sono dialoghi politici e vera scienza è solo la scienza politica.”
Dallo spirito profondo delle tue parole ,di un ‘buon e giusto amico’ che non persegue il fine filosofico di mettere ordine alla propria anima ma a dare alle parole letteralmente il meglio di sé, la vita anche quando è dolore e sofferenza. A noi il compito solo di assecondare o gustare un clima di perfetta ‘koinonìa’, ‘affinità elettiva’ e godere le parole nel loro compito insinuante e pervasivo di mezzi di comunicazione vera,autentica e sentita . Il resto viene tutto da sé con la spontaneità e la profondità del comunicare mitico-religioso dei momenti importanti e cruciali della propria vita mentale e spirituale.
E’ facile ricogliere l’intrigante fascino del 'conflitto' del ‘mitos’, e la presuntuosa pretesa del ‘logos’ di tutto conoscere ; la profondità mistica della cultura ‘oracolare’ e l’ntrigata e accattivante malia della poesia.
Non si poteva chiedere di meglio ad un 'amico': ricreare situazione migliore per un vero e maieutico dialogo in vista della scienza vera e della autentica ‘fronesis’(saggezza).C'è vera amicizia e koinonia solo se si è capaci immediatamente, per incanto ricercare,ricreare le sfide del ‘labirinto’ e delle sue prove cognitive e di ‘vita’ ; il conflitto ‘tragico’ tra la poesia delle dionisiache ‘baccanti’ con gli apollinei rituali di noi uomini ordinati e formali, l’impegnativa ricostruzione del senso di un velato sapere oracolare, profetico, divinatorio e onirico quale quello di Cassandra,la sfida ‘tragica’ dell’enigma per Edipo, il pathos e il fascino del nascosto ,del mistero e dell’infinito, il recupero della ‘follia’ come fonte della sapienza, il piacere dell’agonismo nella retorica ...... ed in questo , sentire e conoscere il fascino e la riscoperta delle proprie profondi e originali radici culturali non senza un legittimo e recuperato orgoglio.Senza moralismi e fastidi di una razionalità troppo solida ma disumana anche quando si accoppia con la fede.
Io non so e non voglio cadere nella brutta abitudine di 'dare consgli' non richiesti.So solo dire ciò che penso per me .
“Merita il nome di scienza soltanto ciò che conferisce il giusto ordine all’anima e rende migliori e felice colui che essa si dedica”
Epistème,sophìa,frònesis ,'la vera scienza' è quella in virtù con la quale l’uomo si cura di sé”.
Filosofia per me è un modo possibile di vita ,anzi ilmodo migliore di vivere felice.
mauro orlando