lunedì 29 gennaio 2018


.....l'ultimo spettacolo!
 di mauro orlando

 ...... a volte ancora mi chiedo chi sono questi “populisti”, “antipolitici”, “antipartitici” che hanno abitato il Parlamento con le loro facce oneste,pulite, serene, convinte……da “casalinghe di Voghera,pastori abruzzesi,contadini lucani, servette di Tracia o di Valdobiadene…..”…….nonostante i ghigni sfottenti e tacagni del loro capocomico genovese in contumacia e la maschera spenta del mediologo aziendale Casaleggio junior.... da mistero tragico-buffo si è trasformato in farsa ….. sono facce e posture di gente normale,tragicamente banali, sono giovani normali e quotidiani….icone superficiali che non si faranno mai mito . Da dove nascono e come sono cresciuti , figli di un dio minore,scarti di falegnameria da ardere …senza ambizioni ma pieni di risentimento,rabbia, incazzatura…benevolenza e disponibilità a consumo …Chi li ha messi su quella buona/cattiva strada? Una volta si parlava di “cattivi maestri” letterari o filosofici oggi al massimo si può parlare di “cattive compagnie televisive e di satiri senza satira e morale I nuovi canovacci fescenninici sono mediati dai .i risolini nervosi e neocinici del “ricciolone” Mentana …..la teatralità furbesca e mediterranea del “Masaniello di provincia” Di Maio armanizzato per l'occasione ….le cattiverie rancide e i risentimenti gastrici giudiziari del “fattorino delle procure” Travaglio …e il “clone di riporto” ex tutto oggi aspirante parlamentare Paragone o le subrette della palestra agonistica del terzobbottismo di “sinistra” di Ballarò and company…..giù …giù …giù fino ai cloni degli scantinati o soffitte di partito “centellinati” da terza repubblica su RAIuno,Raidue,Raitre ...i "vari ed eventuali" ,Luzi,Gomez,Barbaceto,Beha e chi ne ha più ne metta.....… purchè rigorosamente mascherati da ..... .antipartito,antipolitici,antidemocratici ….anti… quanto basta e “last but not least”… tutta la compagnia di giro e comparse che occupano le obbligate serate televisive pubbliche e private berlusconiane e affini di ex portaborse fininvest ( la 7)…..mattina,pomerigio e sera . Sono persone che vogliono, vorrebbero cambiare quel Paese lì, quello che gli ha rappresentato tra una risata e un ghigno … “Report”, “Piazza pulita”, “Samarcanda”, “Servizio pubblico” “la gabbia” etc etc – sotto le mentite spoglie di un giornalismo d’inchiesta , di smascheramento, di protesta in un sistema dell’informazione addomesticato, omologato e omologante , padronale a prescindere, neocinico che , in mancanza di vero esercizio di informazione democratica e deliberativa tante volte abbiamo bevuto acriticamente appesantititi dagli anni e delle lotte perdute nelle nostre comode poltrone e sofà , con il risultato che alla fine quelli della mia età per non star male ad oltranza non lo guardano più oppure allargano le braccia e dicono “non c’è più niente da fare” nascondendosi dietro ad un cinismo salvifico e inattivo . I nuovi “populisti etc etc ” grillini, neoleghisti, postcomunisti….sono i nuovi cittadini italiani i quali non vogliono più continuare a vivere in questo paese e che invece di curare le sue magagne le contempla compiaciuti ed esausti e non ha più la forza e la voglia di arrabbiarsi e combatterle . Saranno ingenui,inadeguati, inattuali, disarticolati….. non ce la faranno, cambieranno idea, non lo so, ma non vedo la ragione di essere “preoccupati” più di tanto .Il futuro e il meglio è passato e non c’è rimedio al peggio. E spero che un giorno tutti quelli che non vogliono più vivere nel paese da incubo che ci hanno fatto vedere e rappresentato con documenti veri o falsi tante volte, si mettano d’accordo, in qualunque partito o movimento siano. Su che cosa non sono d’accordo.Il potere vero ,economico o politico Leviatano o Behmoth che sia .... cambia aspetto-maschera ma non sostanza per far specchiare le nuove allodole della storia , alla lunga non tollera gli sciocchi e …lo scherzo, il gioco, la fantasia, l’immaginazione dei propri sudditi fino allo sfinimento .E che come sempre ha fatto nella storia farà a meno del popolo che non ha saputo approfittare delle “libertà formali” della democrazia rappresentativa o diretta che sia. Alla mia non più tenera età dico “col senno del prima” : “non ce la faranno mai”, ma almeno per un po’ ….solo per un po’ ….non avranno peggiorato la situazione in modo irrimediabile. Tutto in natura si rinnova e si distrugge anche se non sempre migliorando. Ed io potrò affrontare il ciclo naturale del morire non più incazzato ,deluso, impotente come sono adesso ….. consapevole che per un non piccolo periodo della mia vita pubblica anch’io avevo pensato di ribaltare i tavoli del potere e cambiare il mondo e poi …deluso e disilluso negli ultimi vent’anni ho vissuto e partecipato all’età dello spettacolo e delle finzioni anche con buoni capicomici,nani e ballerine smaliziate.......girando in tondo come dervisci ingenui e testardi .Ora non dietro le quinte, nè dentro l'abitacolo del suggeritore , lasciamo il teatrino della nuova politica a nuovi saltinbanchi che non hanno sparso una goccia di sangue per riprendersi la scena nè con tragedie ma solo con farse di infimo spessore teatrale e con dilettanti allo sbaragli e compagnie di giro da basso impero....a volte con gli stessi canovacci ma con attori , comparse e pubblico sempre più scadente e istupidito…..c’est la vie…mon cher ami! Natura non facit saltus…tutto questo però senza il mio consenso! 
 mauro orlando

martedì 16 gennaio 2018


...eterie barcuziane di un poeta attivo e un filosofo inoperoso..... 
di mauro orlando 

 Le chiacchierate barcuzziane filosofico-poetiche con Roberto sono "en plein soleil...sur l'erbe" non segnate dal languore mercuriano delle "notti attiche" di Aulio Gellio che pur amiamo. Il cuore dei piccoli "convivi o eterie a due" tocca sempre la relazione tra le parole e le cose intuite dal poeta e pensate dal filosofo:Per entrambi fa parte del senso e la forma una ispirazione, un sentimento , una passione , un sogno nelle varie espressioni di un pensiero poetante o di una poesia pensante. Lo dice bene in una piccola poesia Emily Dickinson : “Per fare un prato/ basta un trifoglio e un ape/- un trifoglio un ape e un sogno-/ Il sogno basterà/ se l’ape se ne va/”. Il sogno è il contesto che crea fa dunque accadere il miracolo di far corrispondere la parola alla cosa....la parola alla musica ...la parola al racconto o all'analisi. Questo rapporto è un mistero inaccessibile o difficile ai più: perché c’è un sistema delle parole e un sistema della realtà, le due cose obbediscono a due leggi diverse e non si identificano, eppure tra loro c’è un rapporto “d’amorosi sensi”...o "koinonìa". Senso e Koinè percepito o pensato. Il poeta può penetrare in questo rapporto con il sogno e l’ispirazione e con una necessaria disciplina tra le parole che affluiscono al suo richiamo per portale nella direzione voluta,quella necessaria per creare un immagine mentale o sentimentale . L’immagine dopotutto serve a trasformare e trasmettere una emozione.. Ma per cerare una emozione non bisogna necessariamente essere emozionati.. Bisogna farlo a mente calma, in tranquillità....come pensa e analizza il filosofo .Per comunicarla bisogna fingersela -dice il poeta -dopo averla provata ,però.”Il poeta è un fingitore/finge così completamente/ che arriva a fingere che è dolore/ il dolore che davvero sente” Pessoa. .....Per figersela è necessario- insiste il filosofo-esteta- la padronanza di una tecnica, un modo di operare, una consapevolezza e un sapienza acquisita o innata della scrittura, oltre naturalmente al talento umano ( l’intelligenza del cuore) e al talento letterario ( l’intelligenza delle parole) diversi da un poeta all’altro. Emozione “calda” come in Dikens, “fredda” come il Laclos “intellettuale come in Borges, “letteraria” come in Gadda. Virginia Wolf chiamava “ momenti di essere” quei momenti in cui più intensamente la vita si rivela attraverso una parola, un gesto uno sguardo, il colore di un paesaggio, un qualsiasi minimo indizio. Difficile scrivere sempre con sincerità e “sottovoce” ----mi confida Roberto....Capisci cosa intende un poeta per "sincerità" ? Nessuna ricerca di effetti, tecnica versificatoria, nessuna bravura, ma la nuda verità, come solo un bugiardo inconsapevole può dirla..... T.S.Eliot parlava di un metodo “correlativo oggettivo” cioè un analogo dell’emozione, ma impersonale, qualcosa che senza identificarsi col fatto o l’evento che ha provocato l’emozione, lo evochi o lo suggerisca, in altri modi paralleli , lo faccia cioè percepire con i sensi o con l’immaginazione in modo indiretto. Il poeta deve essere ispirato.sì, dal sogno ma deve essere anche uno stratega, deve essere insieme intuitivo e calcolatore come un filosofo . La letteratura infine non è niente altro che “scienza delle emozioni”, è la nostra storia più intima nella quale ci riconosciamo, ricollegando i nostri sentimenti e le nostre passioni a quelli degli uomini che ci hanno preceduti.Una "weltanschaug-concezione del mondo" che nasce nella esperienza quotidiana del vivere riflessivo e consapevole dando risposte alle domande filosofiche per "sentieri" diversi hanno il viaggio comune di una vita "kalòs kai agathòs" nel bosco del "bello e del buono" Solo chi sa sentire ciò che è stato può sperare di sapere anche chi è nella sua essenza .
.... mauro orlando

in una notte di insonnia aforistica ....ho incontrato Gadda e...... 
di mauro orlando 

.......non saremo mai i personaggi che avremmo desiderato di essere in un libro scritto da altri ma quelli che in realtà siamo....scrivere grande idee con le parole giuste...idee lunghe con parole corte....una foglia...una porta ...un cane ....cade...cigola...abbaia....lentamente.. stridente....fortemente.....a caso parole ....verbi ...avverbi ...oplà il gioco è fatto....il fiume e l'essere ...lo spazio mobile e il tempo immobile....il vento aria che corre incolore e inodore.....una saetta ....vento infuocato più veloce della luce nella notte.....la freccia d'amore non fa rumore ma dolore.....i colori vinaccia di un tramonto boreale non hanno i riflessi del rosso del sangue di un uomo innammorato...il canto delle parole di una poesia di un trovatore provenzale si specchia e si bagna nella tristezza degli occhi in lacrime di una castellana abbandonata dallo sposo guerriero....il ritmo di un clarinetto blues muove i piedi a un vecchio professore di filosofia depresso....nelle nuove case editrici non c' è spazio per le parole che nascono.dalle viscere insanguinate di un vecchio poeta e scrittore che rimpiange il passato perchè non riesce a pensare al futuro....i geni sregolati oggi si sprecano liberameente su facebook per disistima e paura degli " editors professionali" o delle "innumrtevoli scuole di scrittura creativa" ai tempi del colera mediatico.....i ruoli tragici ci sfuggono di mano e la farsa e la commedia pullulano ma ci annoiano....eppure è sempre tempo di una buona commedia dopo i dramma borghesi dopo Schakespeare.....i sofisti hanno riconquistato lo status di potere salvifico e utopico in mamcanza di profeti ....veggenti.... mistici ..poeti....idealisti o metafisici per una crisi cominciata un secolo fà......mancano scrittori o filosofi con complessi di superiorità e in preda a manie di grandezze di un "ego" spropositato e ingovernabile...io...io...io...io...pronome ingovernabile ...e il. tu egli noi voi essi......il demone della scrittura ha delegato Pigmalione a aprire case editrici come ultima risorsa.... rimedio...o supplenza alla sconfitta dei salotti parolai psicamalitici o ai corpi chimicamente ospedalizzati.....per scongiurare i vecchi manicomi si riaprono ambulatori per sorvegliare e punire reprobi e smemorati di alzeimer e demenza precoce...in mancanza di poeti e cantautori si aprono cattedre universitarie di " forme di poesia per musica " e per penuria di sceneggiatori registi pullulano scuole di "parole per immagini in movimento"....gli scrittori puri colpiti da narcisismo corale leggono.manoscritti trovati nei propri.cassetti che non sanno di aver scritto in gioventù e mai pubblicati...per autismo consapevole e responsabile.....

lunedì 15 gennaio 2018


ancora logos e mithos.. Apollo e Dioniso..

ancora logos e mithos..

Apollo e Dioniso... l' eterna ricerca di armonia....tra " la divina bellezza" e " l 'esaltazione dello spirito libero"...."un conflitto" creativo che si evidenzia anche nel modo greco di "vedere in profondità -orào" scrutare ltre il velo di Maia....e l il guardare abitudinario e in superfice "skopèo"..... insieme identità e differenza. Qiesta " coincidentia oppositorum" che il senso comune chiama "kaos" non è un terzo modo di guardare che media e appiattisce negando i conflitti...gli opposti ...i diversi stati del reale e i moti dell' anima....La stessa sorta è capotato alle parole "logos" e "mithos" che sono state lette come antitetici e contrapposti modi di vedere il mondo...gli uomini ...le cose..
Una ricerca di armonia non è un " velo di Maia" cinico e baro e non svolge cioè la funzione che ha la contraddizione nella dialettica formale hegeliana che ha avuto un grande seguito nella distinzione della filosofia estetica crociana .La poesia e la sua lingua sono state le vittime sacrificali di questa errata " weltanschaug" idealistica.Nel pensare con Eraclito l’armonia, imvece ,il pensiero occidentale in un certo senso non si distingue dal pensiero orientale. Il taoismo cinese è una filosofia dell’umiltà, capace di avvertire e rispettare i limiti dell’uomo di fronte al Mistero, insieme però esso sa cogliere l’equilibrio armonico della realtà in una dialettica che non ha le pretese di un sapere assoluto.....
mauro orlando
. l' eterna ricerca di armonia....tra " la divina bellezza" e " l 'esaltazione dello spirito libero"...."un conflitto" creativo che si evidenzia anche nel modo greco di "vedere in profondità -orào" scrutar

domenica 14 gennaio 2018


Il filosofo come "dono": l'esempio di Socrate 

di mauro orlando

 Il "dono" e l'"atto di donare", nella loro comune e banale ricorrenza, attraversano i Dialoghi di Platone in molteplici luoghi , disegnando un panorama che merita di essere analizzato con cura.Per ora prendiamo in considerazione solo alcuni passi, a partire da quella che, nell'economia narrativa dell'opera platonica, può essere ben definita la "scena originaria" della filosofia. Si tratta del "processo a Socrate" raccontato nell'Apologia. Nel corso di questo testo che, com'è noto, racchiude l'appassionata autodifesa del filosofo nei confronti dell'accusa di non venerare gli dèi della città e di corrompere l'educazione dei giovani (l'accusa - lo sappiamo - avrà successo e questo processo si concluderà con una condanna) Socrate, verso la fine del discorso che precede la prima votazione dei giudici (le votazioni saranno due) rivendica il suo ruolo e afferma di essere il "dono del dio"(dòsis toù theoù) alla città di Atene e alla comunità di appartenenza. Ciò che il dio dona è il filosofo e la sua incessante attività critica descritta, nelle pagine del dialogo platonico, con la celeberrima immagine del tafano che pungola i fianchi della città. Questa attività critica - Socrate lo diceva all'inizio della sua autodifesa - consiste nient'altro che nel "dire la verità"....senza se e semza ma ...si direbbe oggi . La vocazione del filosofo, il dono del dio alla città, è il "dire la verità alla città". Il filosofo, cioè, non è soltanto colui che cerca la verità - un analitico della verità, diremmo, come il sapiente presocratico o lo scienziato moderno -, ma è colui che trasforma questa ricerca e i suoi risultati in un'azione, in un'incalzante opera di verità offerta agli altri, in una provocazione degli altri. Il dono del dio è, quindi, la funzione critica della verità. Questa non è soltanto un dono nella prospettiva della sua origine (il dono del dio), ma ha anche la caratteristica di gratuità del dono "in actu exercito", ovvero nella dedizione con cui Socrate si prodiga nell'opera di verità. Socrate trascura tutti i suoi affari e, lo stanno vedendo i cittadini di Atene, rischia persino la sua stessa vita in nome della vocazione critica a cui è stato chiamato. La funzione critica della verità è, dunque, un atto disinteressato, che non si sottopone al registro dell'avere e del possesso. Le pratiche di verità di Socrate sono il suo "stile di vita" modellato secondo la verità scoperta non una volta per tutte e da donare agli altri.la ricerca della verità è un modo di guardare, intelligere, scrutare, scrutare il mondo esterno e viverlo nella sua sua provvisorietà di scoperta.La "verità-aletheia" è un doino per sempre che , non produce, per Socrate , né profitto, né compenso. Il testimone della verità di Socrate è la sua povertà (penìa), così come, di qui a poco, testimone di verità sarà la sua capacità di rimanere nel carcere e di rispettare le leggi, benché ingiuste (Critone) e, in seguito, di affrontare la morte senza cercare di mettersi in salvo (Fedone). La rinuncia alla libertà e la rinuncia alla vita, che accompagnano la parabola finale dell'esistenza di Socrate, sono il seguito stilistico di una vita improntata sul registro del disinteresse e dell'abnegazione. Benché altrove, come nel Teeteto (dove Socrate dichiara di aver ricevuto in dono dal dio l'arte maieutica della madre (Teeteto 210c) o nel Liside (dove Socrate afferma di aver ricevuto dal dio il dono di capire al volo chi ama e chi è amato (Liside 204c) il filosofo sia colto anche come benficiario di doni, il contraltare del dono di Socrate alla città è la sua povertà e la sua radicale rinuncia al registro dell'avere.

sabato 13 gennaio 2018


per un vecchio amico ...professore di latino e greco.... 
di mauro orlando

.... in un piccolo paese come Santa Maria di Castellabate…...vivi e respiri il bello al suo meglio di luce...colore...sapori...profumi ....parole...sentimenti...passioni ed anche dolore e sofferenze dell' anima....ho conosciuto anni fa un vecchio professore di latino e greco ....mi parlava con incanto amoroso di Virgilo ..il mantovano e dell' “otium” poetico di "Titire ...recubans sub tegmine fagi et modularis avena"…suonare il suo aulo all’ombra di un faggio…. suo sogno di un nord padano georgico e bucolico ...io gli parlavo di Catullo…mio dirimpettaio a Desenzano del garda e della sua cara " poene insularum Sirmio..insularumque ocelle"….. la bellezza del suo “buen retiro” e il suo amore complicato tra un “amo et arceo” per la bella e leggera Lesbia...mi raccontava dello stupore di sapere che a punta Licosa si è consumato l’amore non corrisposto e il racconto mitico di un amore dolorante lirico della sirena Leucosia ....abbandonata da Odusseus ...lo scaltro eroe di passaggio nel “ greco mare in cui nacque Venere” nelle antica terra del Cilento mediterraneo e il ricordo archeologico della “porta aurea” attraversata dal carro della filosofia che portava nientemeno che l’Essere e che ad Elea ha visto discutere di “Essere e divenire” nientemeno Parmenide il protofilosofo con il paradossale Zenone....che belle e liete occasioni di condivisioni…koinonie…empatie e scambi di amorosi sensi tra generazioni diverse ed eguali….. abbiamo vissute in questi anni di " buen retiro" cilentano..lui innammorato curioso della " modernità" del nord Italia ....io ....emigrante scolastico e privilegiato al Nord della modernità “magnifica e progressiva” gli enfatizzavo il mio “nostos” culturale per le terre meridiane e interne " principio lirico e filosofico" della mia anima viandante e paesologica..gli confidavo che a Santamaria mi richiamava la figura mitica del virgiliano “vecchio di Gorico”..l'antica Paestum..al “termine della mia fatica….extremo ni iam sub fine laborem”….. ."Atque equidem, extremo ni iam sub fine laborum vela traham et terris festinem advertere proram…citavo a braccio e accennavo a una condivisa traduzione... "E certo, se ormai al termine della mia fatica non dovessi ammainare le vele e dritta puntare la prua verso terra, forse canterei l’arte di rendere fertili e di ornare i giardini, rosai di Paestum due volte all’anno in fiore; come l’indivia si anima bevendo ai ruscelli e l’apio verdeggia sugli argini, o come attorcigliato in mezzo all’erba cresce gonfiandosi il cocomero; senza dimenticare il narciso d’autunno, lo stelo flessibile dell’acanto, l’edera pallida, il mirto innamorato delle spiagge...."…outopos senza ideologia …...e non ancora tranquillo viaggio di un Edipo che conosciuto il gioco doloroso del suo “destino” si avvia ad incontrare il dio nei giardini profumati e luminosi di Colono ..i suoi ricordi di professore di latino e greco a scuola sono legati tutti al bello nelle parole della poesia e della lingua come letteratura con una palese riverenza al "logos-parola" della mia “ancella philosofia”...l' estate scorsa è stato colpito da uno stato di tristezza saturnina nella sua vita intima e semplice....l ' ho incontrato più volte in questo mese...una mestizia dolorante e una tristezza addolorata ha preso possesso del suo corpo ...del suo volto ...dei suoi occhi ...della sua anima...poche parole dette con immediata semplicità e pesantezza assieme " il dolore e la sofferenza ....mi ha confidato con disarmante tristezza....hanno invaso e sottomessa la mia anima...ci sono cascato come un fesso qualunque!"....niente o a poco è valso ricordare l' ottimismo non di maniera della "ragione" hegeliana che nel conflitto dialettico "servo-padrone... evitava con il "lògos" la possibile servitù al “daimon” insidioso, sensibile ed emotivo del sentimento che incappa nelle maglie della rete "depressiva" e si sente perduto come in stato definitivo dell'anima ferita… come in un tunnel nihilistico senza chiaroscuri e senza uscita... Difficile avvicinarci con condivisione e rispetto ad esperienze di vita irretite nel mistero del dolore e della tristezza dell'anima.... ricordando la gioia, la letizia, la esudaimonia-felicità e la speranza pur nella fragilità del bello poetico e letterario ….le parole vive aiutano e non risolvono....danno un senso di buona e bella umanità nelle relazioni amicali e ci ricordano della necessità di uscire dalla nostra soggettività….. “monade senza finestre”.. autoreferenziale dalla nostra identità e dalla stessa nostra solitudine senza il segno della alterità...koinonia...comunione e empatia...di vita emozionale e razionale individualistica...E’ in queste situazioni .spesso ti crolla addosso un triste sconforto e pensi che anche " la parola" rischia di morire appena detta se non sentita e vera ....ma in questa occasione speri che per miracolo comincia a rivivere nell'altro addolorato e triste anche senza sapere come e perchè....sai che accade solo per fede nella parola umana....leggera e profonda della poesia che ha coltivato la sua anima che ci ha riempito di bellezza e leggerezza per tutta la vita.... evitando il nulla che ci disincanta e amando il mondo che ci incanta e ci forma...tenendo sempre lo sguardo fisso ... vigile sulle cose e le persone del mondo senza slegarsi allo stupore e alla meraviglia per i fatti normali e quotidiani come fossero sempre “ avventi straordinari …unici e irripetibili”....coltivando una ragione che non si accontenta di una ragione quando si fa cinica e cattiva o distaccata e stoica....la cultura diventa in questo caso un abito aderente al corpo e all'anima come una “forza-dunamis” del sentire che influenza le scelte umane più della ragione filosofica. Il sapere che si fa “debole e arreso” nella sua provvisorietà vitale che si defila dalla "identità" forte e strapaesana che si accontenta di sè e del suo potere di riscatto o di comando con l'avallo del pregiudizio dei più.Un sapere dallo sguardo lungo e profondo che con la sua saggezza ordinata e caotica si fa distaccata e benevolmente altruista. Ho inseguito per una vita intera il mio “io” lirico e altruista e da parte mia con l'insegnamento ho cercato di comunicare il valore dell' inquietudine....l' uso senza abuso pregiudizievole del dubbio e del sospetto....il modus e il senso della rabbia, delle provocazioni, del conflitto e del dissenso, del gusto del paradosso e della ironia, la necessità della lotta come essenza della vita... per me e per gli altri. Assicurandomi insieme una misura etica di contenimento e di ordine (nòmos)...di pacatezza, di distanza, di chiarezza non retorica o sofistica .Ho pensato al " conflitto-pòlemos" come condizione e occasione per crescere in “communitas”…senza “immunitas” discriminatoria e razzista….un vivere come esito irrinunciabile piu che inevitabile...un comprendere senza simulazione e autoinganno. Oggi “la crisi” imposta da altri con potere di “controllare e punire” ci impone un nostro presente ossessivo ...alienante e depressivo.Un presente sempre presente… ci confonde e non ci attrae e stimola a una " sfida cognitiva o etica" ……in una sorta di “tsunami” di postmoderno, di globalismo, di omologazione coatta senza Pasolini.La cultura e la politica nella piena di informazioni ai tempi della riproduzione tecnica.. hanno messo a nudo e all' angolo un pensiero poetante e emotivo e una pratica della " vita activa" che rendono inattuali gli stessi concetti di tradizione, innovazione,progresso, sviluppo, innovazione e...rivoluzione.....in uno sguardo e un tempo verticale …immobile e interiore, fuori dell' orologio di una Storia scritta da un “padrone con i suoi “arcana imperi” che ha infettato culturalmente anche il senso di un viaggio nell' immaginario geografico " orbi terraque" con l’assillo curioso della scoperta o della “apocalypse now” della coscienza infelice occidentale ma nella nella “ipostasi dello spazio siderale... allora anche le sue mappe ricche di incogniti e metafore risultano vecchie ....asfittiche e illeggibili....la nostra esistenza attuale non determina più curiosità… emozioni...sentimenti e passioni lunghe che regolano il sentire e le percezioni con un pensiero poetante o una poesia pensante nel fare esperienza del mondo e delle persone....siamo prigionieri di labirinti creati da altri tra rebus e algoritmi del pensiero ripetitivo e vuoto di un comunicare perpetuo in una connessione costante a un invisibile nulla ...dove la memoria o il ricordo non sono trama e racconti di un passato che non passa e non aiutano a vivere il presente né “come eterno ritorno dell’eguale” né come un “finalismo” eteronomo e autoritario.Un sapere che nasce dall’esperienza che sa prevedere e programmare il futuro....utopico o concreto e progettuale che sia. Essere presenti senza essere solo " gettati" in un mondo senza senso e fine....dallo stesso allo stesso...e .produrre parole anche poetiche come pensiero estetico....o come atti politici di abusate e consumate dottrine politiche….ma come occasione per ....riprendersi il centro del gioco del vivere oltre la comprensione e l' uso delle regole....riuscendo anche a ridere di noi e scherzare e ironizzare sul mondo...sulla cultura...sulla politica...sull' arte rimescolando continuamente le carte e creando tensione e gioco come transito consapevole e riflessivo sul presente...Ritornando nei “piccoli paesi dalla grande vita conservata” alla periferia dei centri produttivi e del disastro incivile e antiumanistico metropolitano per rieducarsi ai silenzi...alle solitudini...alle piccolezze della " grande vita carsica" della terra che ci dà da nutrirci e dei paesi che ci danno da vivere anche nell' abbandono...nei terremoti ...nelle frane e nel bello che ama nascondersi....e conservarsi per essere “svelato” dalla nostra intelligenza curiosa e emotività vitale. Mauro Orlando

sabato 6 gennaio 2018


Elezioni politiche.... Saturno non può mangiare i suoi figli.... 

.....la storia ...ha altri percorsi ed esiti obbligati...La morte fisica del guru Casaleggio….quella pubblica del teatrante Grillo è la fisiologia antropologica della presa del testimone dei figli biologici e culturali …..il tempo è severo giudice e profeta di sventure o di cambiamenti di normalizzazione e formalizzazione degli “eventi” nella loro irripetibilità dei “replicanti” Luigi e Davide . Le categorie del movimento allo stato nascente necessariamente doveva approdare alla “forma partito” della dottrina e pratica politica del potere in occidente. Gli archetipi culturali e sociologici evidenziati nella grande crisi di inizio secolo è diventato di fatto la fase idealistica e aurorale di un modo di essere ,fare e pensare la “politica”…. Il Nomadismo….. una sociologia dell’erranza e delle nuove tribù…..cerca casa …stanzialità…nomos….regole….statuti. I nuovi attori sono la loro realizzazione di fatto…in medias res…. leggendo e ascoltando parecchi loro interventi, ho l’impressione che non l’abbiamo studiato a fondo, o che, purnon ignorandolo, ne incarnino comunque la filosofia di fondo, o “lo spirito dei nostri tempi”, dove lo sradicamento, l’erranza, la precarietà, la velocità, la volatilità, l’evanescenza sembrano ormai "destini" esistenziali “permanenti”.Il movimento dei padri nasceva da intuizioni, percezioni, visioni non sempre profonde comunque che sentivano a pelle o di pancia il “cambiamento” nel solco del teatro o delle aziende del “mediale….non analogico” e …..fu fondato per dare voce ed espressione in pieno alla pulsione all’erranza tribale così presente nelle nostre società postmoderne. L’erranza, il nomadismo, il tribalismo erano inscritti nella struttura stessa della natura umana,del sapere tanto in quello individuale che sociale. E' lo stesso Movimento5s (e il suo successo), guidato da questa pulsione al nomadismo, a provocare i suoi effetti ambivalenti: un misto di fascinazione e repulsione.Si potrebbe anche sostenere che il M5s è il primo esperimento politico in Occidente che l’effetto di tale pulsione abbia provocato.Sono tante le assonanze tra alcune istanze che attraversano lo stile politico di questo movimento e le riflessioni politologiche e dottrinali che avrebbero sottolineato l’esigenza in politica questo "ritorno" massiccio nei nostri tempi della pulsione all'erranza che invito chiunque ad approfondirle. Qui mi limito a segnalarne qualcuna.Vorrei anzitutto sottolineare che uno dei miti ad essere infranti dall’avanzare di questa pulsione sia quello del Progresso, mito legato alla età dei Lumi, cioè all’idea che la crescita esponenziale del benessere sia immanente al mondo della produzione e dei consumi sfrenati. C’è un ritorno a forme “arcaiche” di vivere che, paradossalmente devono convivere con le più moderne e avanzate forme di tecnologie. Il paradosso concettuale e politico che sosteneva la pulsione all'erranza….del cambiamento…della provviosorietà delle “comunità-tribù” nomadi collegate alle vecchie “piccole comunità-paesi” offesi e marginalizzati da una modernità incivile e antiumanistica.Come tutti i movimenti, attraversati da questa pulsione, anche il M5s esprime un immaginario millenaristico, che rimanda a una palingenesi totale. Sono movimenti “ereticali”, “comunitari”, “settari” per taluni aspetti, neo-ascetici, che ciclicamente affiorano nella storia dell'umanità, e che, inevitabilmente, si trovato schierati contro le "Chiese" ufficiali, i dogmi, predicando forme nuove di convivenza civile o "comunitarie". Sono dunque moltitudini in movimento, guidate e impregnate unicamente da visioni e sentimenti profetici: «Scuotendo cose e persone, il nomadismo è l’espressione di un sogno antico che l’abbruttimento dell’istituito, il cinismo economico, la reificazione sociale e il conformismo intellettuale non riescono mai completamente a nascondere» (Maffesoli). I partiti tradizionali, o sedentari, come li definirebbe il sociologo francese, provano nei confronti di questo movimento gli stessi timori che i Romani, dopo la fondazione dell’Impero, provavano dei confronti di quelle moltitudini che premevano sui limes. L’attitudine al movimento è ciò che suscita timore, in quanto «rappresenta l’irruzione, lo straripamento, in breve, ciò che non è prevedibile». Il suo poter sfuggire predispone questo movimento, in ogni istante, alla sollevazione, alla disinibizione, al rovesciamento dell’ordine stabilito.Tuttavia Casaleggio e Grillo sapevano e sanno è che l’attitudine al movimento, all’erranza, impedisce al M5s di “insediarsi”, di istituzionalizzarsi, di passare da uno stato nomade a uno stato stanziale. L’immobilizzazione o la mancanza di dinamicità snaturerebbe il movimento, gli farebbe perdere il suo fascino, il suo potere di attrazione. La soluzioni dei problemi non potrà mai essere cercata nel presente. Essa si trova sempre “altrove”, in una sete di infinito. Pertanto, i loro due ispiratori si si sono trovati e si trovano continuamente nella condizione di dover lottare contro ogni tentazione del movimento di stabilizzarsi, di istituzionalizzarsi, di dimenticare perfino la componente “mistica” che ne è alla base. Essi hanno dovuto e devono continuamente modulare il movimento verso la ricerca del Sacro Graal. Soltanto in questo modo potrà conservare la sua pulsione all’erranza. I figli Davide e Luigi fisiologicamente e culturalmente devono “ammazzare i padri” per sopravvivere e la storia …non solo magistra vitae….ma “formalizzazione delle azioni e dei fatti politici” …tarda..inesorabile e a volte implacabile impone le sue regole e leggi e oggi ….fissato la data topica delle “elezioni politiche” ….i nodi per “i giovani leoni “ dei 5 stelle ….tornano al pettine e il confronto con il mondo reale non è solo giocati sul “conflitto e la contrapposizione” la cruda realtà della politica politicata impone procedure,regole e formalizzazioni ….Hic Rhodus hic salta….dicevano i latini …gente pratica e rispettosa del diritto e della concretezza soprattutto in “politica”…….

 mauro orlando