martedì 16 gennaio 2018


...eterie barcuziane di un poeta attivo e un filosofo inoperoso..... 
di mauro orlando 

 Le chiacchierate barcuzziane filosofico-poetiche con Roberto sono "en plein soleil...sur l'erbe" non segnate dal languore mercuriano delle "notti attiche" di Aulio Gellio che pur amiamo. Il cuore dei piccoli "convivi o eterie a due" tocca sempre la relazione tra le parole e le cose intuite dal poeta e pensate dal filosofo:Per entrambi fa parte del senso e la forma una ispirazione, un sentimento , una passione , un sogno nelle varie espressioni di un pensiero poetante o di una poesia pensante. Lo dice bene in una piccola poesia Emily Dickinson : “Per fare un prato/ basta un trifoglio e un ape/- un trifoglio un ape e un sogno-/ Il sogno basterà/ se l’ape se ne va/”. Il sogno è il contesto che crea fa dunque accadere il miracolo di far corrispondere la parola alla cosa....la parola alla musica ...la parola al racconto o all'analisi. Questo rapporto è un mistero inaccessibile o difficile ai più: perché c’è un sistema delle parole e un sistema della realtà, le due cose obbediscono a due leggi diverse e non si identificano, eppure tra loro c’è un rapporto “d’amorosi sensi”...o "koinonìa". Senso e Koinè percepito o pensato. Il poeta può penetrare in questo rapporto con il sogno e l’ispirazione e con una necessaria disciplina tra le parole che affluiscono al suo richiamo per portale nella direzione voluta,quella necessaria per creare un immagine mentale o sentimentale . L’immagine dopotutto serve a trasformare e trasmettere una emozione.. Ma per cerare una emozione non bisogna necessariamente essere emozionati.. Bisogna farlo a mente calma, in tranquillità....come pensa e analizza il filosofo .Per comunicarla bisogna fingersela -dice il poeta -dopo averla provata ,però.”Il poeta è un fingitore/finge così completamente/ che arriva a fingere che è dolore/ il dolore che davvero sente” Pessoa. .....Per figersela è necessario- insiste il filosofo-esteta- la padronanza di una tecnica, un modo di operare, una consapevolezza e un sapienza acquisita o innata della scrittura, oltre naturalmente al talento umano ( l’intelligenza del cuore) e al talento letterario ( l’intelligenza delle parole) diversi da un poeta all’altro. Emozione “calda” come in Dikens, “fredda” come il Laclos “intellettuale come in Borges, “letteraria” come in Gadda. Virginia Wolf chiamava “ momenti di essere” quei momenti in cui più intensamente la vita si rivela attraverso una parola, un gesto uno sguardo, il colore di un paesaggio, un qualsiasi minimo indizio. Difficile scrivere sempre con sincerità e “sottovoce” ----mi confida Roberto....Capisci cosa intende un poeta per "sincerità" ? Nessuna ricerca di effetti, tecnica versificatoria, nessuna bravura, ma la nuda verità, come solo un bugiardo inconsapevole può dirla..... T.S.Eliot parlava di un metodo “correlativo oggettivo” cioè un analogo dell’emozione, ma impersonale, qualcosa che senza identificarsi col fatto o l’evento che ha provocato l’emozione, lo evochi o lo suggerisca, in altri modi paralleli , lo faccia cioè percepire con i sensi o con l’immaginazione in modo indiretto. Il poeta deve essere ispirato.sì, dal sogno ma deve essere anche uno stratega, deve essere insieme intuitivo e calcolatore come un filosofo . La letteratura infine non è niente altro che “scienza delle emozioni”, è la nostra storia più intima nella quale ci riconosciamo, ricollegando i nostri sentimenti e le nostre passioni a quelli degli uomini che ci hanno preceduti.Una "weltanschaug-concezione del mondo" che nasce nella esperienza quotidiana del vivere riflessivo e consapevole dando risposte alle domande filosofiche per "sentieri" diversi hanno il viaggio comune di una vita "kalòs kai agathòs" nel bosco del "bello e del buono" Solo chi sa sentire ciò che è stato può sperare di sapere anche chi è nella sua essenza .
.... mauro orlando

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