domenica 29 novembre 2009

Elisir d'amore per ........il ritorno.


....si torna in Irpinia......




Il nove Gennaio 2010 si terrà il primo seminario interamente dedicato alla Paesologia. La sede attualmente prevista è il castello di Grottaminarda.I lavori si svolgeranno in due sessioni, una mattutina dalle 10 alle 13 e una pomeridiana, dalle 15 alle 19.La Comunità Provvisoria, in vista di questo incontro, è tutta invitata, sin da ora, a produrre sul blog idee, testi e interventi inerenti a questo argomento.Vi faccio presente che l’incontro ed i vostri interventi non dovranno vertere sul mio lavoro, bensì sull’idea che ciascuno di voi ha della paesologia e su ciò che credete possibile fare per la diffusione di questa particolare modalità di prestare attenzione ai paesi in particolare e, più in generale, a quel grande paese che chiamiamo mondo.So che la comunità è ricca di forze e di potenzialità che possono rendere l’incontro del nove un momento importante. Chiunque voglia presentare una sua relazione dovrà prenotarsi sul blog. La durata massima di ogni intervento sarà di quindici minuti.Questo è il momento di dire la nostra in modo chiaro e concreto. Aspetto le vostre adesioni, le vostre parole sul blog e le vostre idee.Ovviamente l’invito è rivolto anche a chi è semplicemente interessato a queste tematiche.Il resoconto della riunione del 9 gennaio verrà pubblicato in formato PDF in un almanacco che avrà cadenza semestrale.ArminSul blog http://comunitaprovvisoria.wordpress.com/2009/11/22/almanacco-di-paesologia-numero-zero/#comment-15688

sabato 28 novembre 2009

Elisir d'amore per ........gli ultimi "Cirano".

.....non ti affannare a seminare noie
e affanni nelle tue giornate
e in quelle degli altri,
non chiedere altro che una gioia solenne,
le gioie piccole, i piccoli piaceri
richiedono troppa fatica,
è la gioia solenne che ti compete,
per quella sei qui e non altrove,
nella polvere cosmica o come mosca
nell’orecchio di un cavallo,
sei qui per non fermarti a ciò che sei
e non scansarti, non scansarti mai
da quello che potresti diventare......
franco arminio



Sia nella poesia scritta che nella poesia per musica l’ “io” ,nella sua libera e debole autenticità, insiste di restare alla base del comunicare, dell'eternare come per il lirici greci e per i trovatori medioevali. E’ un “io” espressionista, finalmente in linea con i grandi movimenti artistici del Novecento. E' la proposizione di un mondo come “si sente” e non solo come lo si vede", figlio tardivo della grande lezione pittorica, poetica, letteraria e filosofica dei Picasso,Chagal, Breton, Kafka, Montale Sartre ed Heidegger.
Questo “io” è inquadrato e "gettato" nella vita di tutti i giorni, nella relatà elementare, spicciola, nel disincanto, nella demitizzazione, nell’antiretorica, nel contingente e nel sogno.
L’amore cessa di essere eterno , universale e consolatorio, cessa di essere unico e immortale, diventa frammeto, espediente, lacerazione, noia, speranza,dolore : la sua durata si accorcia mentre la sua intensità si fa frenetica, altissima come una vampata, un incedio cosmico e momentaneo. Solo la poesia osa ancora servirsi di queste malie per aiutare gli uomini ,la filosofia ha giocato e perso tutte le scommesse ,la scienza si è fatta rinchiudere nei laboratori delle case farmaceutiche e cerca di scansare le saette intimidatorie delle Religioni.....

giovedì 26 novembre 2009

Elisir d'amore per .........un bianco Natale!

.....la stupidità del gruppo dirigente leghista al governo di Coccaglio (Bs) ha superato la loro ossessione xenofoba e razzista camuffata da buonsenso popolare.Come le 'arpie' della 'mitologia greca' sono riusciti ad insozzare anche la 'mitologia cristiana'....e non c'è Papa , vescovo o parroco che si lamentano di questo 'relativismo e...nihilismo ' da strapese........


Ho sempre pensato al Natale con la pascaliana “duttilità di pensiero che si adatta nello stesso tempo alle diverse parti amabili di ciò che ama” che “va fino al cuore”. Dove il “coeur” ha già trovato il suo spazio ridimensionando la “raison”.
Con questo spirito faccio gli auguri a tutti, credenti ,diversamente credenti e non credenti, con le parole di R. M. Rilke alla madre per il Natale :
“Assapora con cuore aperto, la grande solennità e lascia che le sue mani soavi ti sollevino il cuore da ogni cura. Chi ha fiducia è forte e quest’ora silente di Natale è una di quelle che possono dare forza, perché è carica di prodigio e carica di mistero. E si deve essere soltanto abbastanza silenziosi e soli e pazienti per accogliere in sé la grazia di una tale ora, che in molti non penetra perché in loro c’è tanto rumore e niente ordine”
Buone feste a tutti i cittadini di Coccaglio credenti,non credenti,diversamente credenti ,bianchi,neri,cinesi, italiani comunitari ed extracmunitari
mauro orlando

mercoledì 25 novembre 2009

Elisir d'amore per ......... le donne.

la nostra rivoluzione
di franco arminio

"Conosco una donna,
che ogni giorno sa ripetere
la bufera contro la polvere
che ha imprigionato il mondo.
Per trovarla
ho sognato la corsa del'antilope
nel sole
ho lasciato la nebbia dei commerci umani
e le sue case opache.
Con lei il mondo non è un peccato
mortale, non è un mormorio
da terza fila, con lei ogni paese
è l'edicola di un mondo pieno
di notizie nuove.
Io e lei resteremo nelle nostre terre
lontano dalle ceneri cittadine.
La nostra rivoluzione
è una cerimonia dei sensi
io sono il paesaggio
lei è la Robespierre dei sentimenti."

Milioni di donne
Adriana Scarpa

Milioni di donne
dipanano la vita nel chiuso
di pareti stinte.
Il pianto del bambino di notte
le unisce all'uomo di fianco
e divide
per la sacralità del suo sonno.
Poi viene il tempo
di fare la riga ai capelli
e riannodare le trecce sciolte,
viene il tempo
di soffiare nasi
e lavare ginocchia sbucciate.
Milioni di donne - così -
ad aspettare partenze e distacchi:
ed è sempre l'alba - ai risvegli
il volto è sempre bianco di stanchezza.
Ancora
milioni di donne non sanno
i respiri di betulla
- soltanto la fatica dei giorni -
non sanno i desideri e le braccia
ma solo gli affanni
e i ventri svuotati
che crescono silenzi
nei corpi sconfitti.


Elisir d'amore per ........gli umori di Novembre.



oggi
mi sento
unilateralmente maniacale
socialmente depressivo
generoso
e egocentrico
tumultuoso
e affettuoso
torbido
e altruista
pessimista
e comunista
stronzo e produttivo
nel condominio
come
un portavoce di destra
desiderante
e oggetto del desiderio
soggetto e prigioniero
del mio entusiasmo
esiliato dal mio cuore
quando più
lo sento mio
sento allontanarsi
la mia anima
e la vedo
mentre s'invola
felice e libera
cercando di
scansare le altre......
o di incontrare
quel seccatore
e rompiscatole
che è convinto
di parlare in suo nome
o peggio
si crede
dio

Elisir d'amore per ........il "N O B D A Y "


......perchè essere il giorno 5 dicembre a roma per il
" NO B DAY"

Nei momenti di crisi o i soggetti politici si elevano al di sopra dei problemi suscitati dalla crisi stessa o saranno travolti da essa e trasportati nei luoghi del solipsismo inutile e improduttivo politicamente.
E allora la necessità di una "politica a rete " provvisoria ma attiva nella crisi fisiologica ed oggettiva delle rappresentanza.
Pertanto bisognerebbe avere come obiettivo permanente la necessità di trattenere la capacità politica verso il singolo ,non isolato e monade, ma attivo,consapevole ,responsabile e partecipe di una realtà collettiva o socialmente plurale non pura e semplice, non frammentaria che espone il singolo al ricatto o alla strumentazione della politica o al ripiegamento su se stesso ...........Sapendo che la coesione tra le persone è la premessa di qualsiasi movimento collettivo del soggetto della società civile.
mauro orlando



No B day..............la discussione continua
Sandra Bonsanti, 23-11-2009


Le osservazioni di Zagrebelsky // Le osservazioni di Ginsborg // Cari amici, l’importanza del nostro dibattito, a cui stanno partecipando non solo nostri soci ma anche promotori del NoBday e amici di LeG, ci ha convinto prima a rinviare la chiusura del blog a lunedì sera, e poi a continuare ancora. L'ho scritto: non ho per niente voglio di chiudere. Andiamo avanti a parlare e ad ascoltarci. Dagli interventi si capisce bene quanta voglia ci sia di approfondire il “cuore” politico della questione: Berlusconi, la piazza, il popolo, l’opposizione (come farla?), il futuro.In un certo senso questa nostra discussione sta andando oltre il punto iniziale, cioè se sia necessaria o auspicabile una adesione formale del Consiglio di Presidenza. Mi pare, a questo proposito, che vada delineandosi comunque una indicazione che mi sento di sostenere appieno: c’è un invito a partecipare a titolo personale ma i circoli che scelgono di farlo possono partecipare come circoli di Libertà e Giustizia. C’è inoltre un unanime riconoscimento della generosità e dell’autonomia dei bloggers che hanno lanciato la manifestazione del 5 dicembre. Per il futuro è molto importante che essi sappiano confermare la loro indipendenza da forze politiche che prima o poi finirebbero per assorbirli e per condizionarli. Come ci dice Gennaro Sasso servirà un collegamento non effimero perché il rinnovamento del paese parte da loro. Per il futuro dobbiamo ricordarci tutti quanto sia utile studiare bene le parole d’ordine iniziali.Il nostro dibattito ci ha infine confermato l’utilità di LeG come luogo di discussione sincera e leale: non si tratta di decidere chi è più coraggioso a gridare contro Berlusconi e il berlusconismo ma di inviduare in maniera netta e trasparente le proposte che ne segneranno la fine e i punti di riferimento fondamentali da cui riprenderemo tutti insieme il cammino.

martedì 24 novembre 2009

Elisir d'amore per ..........la "P A E S O L O G I A "

Nel Castello d'Aquino di Grottaminarda (AV) il 9 Gennaio 2010
il primo convegno tematico sulla " P A E S O L O G I A "



Lo Spirito Libero
[Die Freigeist - dai Frammenti Postumi]
Friedrich Nietzsche tradotto da Gianni Celati

Senti i corvi crocchiare,
sciamando in frulli al vento verso città.
Presto verrà a nevicare,
beato chi ora ha – un suo posto da abitare.

Adesso stai a guardarti
da quanto tempo indietro ormai, qui fermo?
Pazzo che sei, tu parti
quando viene l’inverno – nel mondo a involarti!

Il mondo: un cancello
su mille fredde vie d’un deserto muto.
Ma chi ha perso quello
che tu hai perduto – non avrà quiete d’ostello.

Ora sei stanco e smunto,
condannato a migrare tra neve e gelo.
Sei come fumo espunto
che anela al più alto cielo – al più freddo punto.

Vola uccello e crocchia eterno
la tua canzone da uccello dei deserti!
Pazzo, cela all’esterno
la ferita che in cuore avverti – col gelo e con lo scherno!

Senti i corvi crocchiare,
sciamando in frulli al vento verso città.
Presto verrà a nevicare:
disgrazia per chi non ha – un suo posto da abitare.


Una figura d’avvenire
di Gianni Celati

[…] Per osservare il mondo esterno da paesologo occorre privilegiare al massimo la percezione delle cose singole, contro le astrazioni degli esperti e le frasi fatte dell’attualità. Occorre riuscire a guardare il mondo esterno come se si fosse già perso tutto, come chi è straniero dovunque, come chi ha rinunciato all’idea consolante di appartenere a un luogo, come chi ha abbandonato la fregola di piantare la bandiera del suo gruppo o della sua famiglia per dire: “Questo è il mio territorio”. È qui che la poesia di Nietzsche [Die Freigeist] diventa importante, diversa da tutto quello che ci sta intorno. Lo “spirito libero” come lo presenta Nietzsche non è la montatura psicologica di un “io” che si crede “libero” perché le cose gli vanno bene, né quella dell’uomo borghese che si crede “libero” per via di garanzie legali. Lo “spirito libero” di Nietzsche è quello che riesce a guardare le cose con un pensiero slegato, che non obbedisce ai vincoli moralizzati del “dover essere”, ma resta come una folle integrità rispetto a se stessi, una pazzia totale nel mondo del gregarismo obbligatorio. E soprattutto questo spirito libero di Nietzsche è uno sguardo rivolto verso il fuori, verso il fuori di noi sempre in divenire, e il contrario d’ogni interiorizzazione (come quella tipica della finzione romanzesca). Questo “fuori” a cui si rivolge il paesologo, non ha niente di quello che ci raccontano sociologhi ed esperti sociali, perché è l’infinito disfarsi delle cose e del mondo, nell’aria fine dove tutto si riforma e muta continuamente. Per questo mi dico che il paesologo è una figura d’avvenire, perché attraverso l’infinita eterogeneità del “fuori” e le discontinuità che si scoprono di traccia in traccia, di paese in paese, il paesologo scopre la nostra natura di automi spirituali e di mutanti perpetui.

(dalla Introduzione a Viaggio nel cratere, di Franco Arminio – Sironi, 2003)

Elisir d'amore per ......la poesia.

Vado a dormire, mia nutrice, mettimi giù.

(Alfonsina Storni)

…ser para siempre, y no haber sido

(Jorge Luis Borges)








ACCECHERAI LE STELLE AD UNA AD UNA


Accecherai le stelle ad una ad una;

nessuno avrà le chiavi del cielo

a scardinarne i segreti, la luna

tremerà, ma niente ti farà velo;



ábbraccerài, tu notte, i diamanti

luminosi dei ricordi, brucerai

i ponti dietro di noi, con i santi

amici, sull’ultimo soffio; sarai



cammino, memoria, e solitario

ascolto di pianto, vento di spiaggia

schiumosa, conchiglia, nudo sipario,



teätro, e boccascena di sogni

annegati nella luce dell’alba,

lunario d’ogni speranza, tu notte:



dio, un’onda nell’anfratto roccioso

io, solo un sasso nel fondo fangoso.



S. D. A., 5 . 10. 2009

lunedì 23 novembre 2009

Elisir d'amore per ........un anniversario del dolore e del futuro.

"Ed è tutto un bel vedere...Non c'è casa che non abbia il suo bello sguardo, non c'è irpino che non possa dire: posseggo con lo sguardo vasti spazi di terra" (F. De Sanctis)


....un anniversario che vive nella nostra tenacia di usare il ricordo nell'impegno di una Irpinia della mente e del cuore nel presente e nel futuro......





un ricordo di Michele Zecca:

"Mi ricordo, ero lì, non quando ha tremato la terra, arrivai il ventiquattro nel primo pomeriggio, il terremoto, credetemi c’è stato veramente. sono rientrato dopo appena due giorni che ero partito per l’università, un poco scocciato perchè dalla televisione e dalla radio sembrava una cosa da poco. fù a causa di un mio amico, che mi ospitava, che doveva rientrare per forza aveva due sorelle sole. non ci fù modo di contattare i familiari il telefono squillava a vuoto. mentre io imprecavo, in quel paese, senza luce, con un polverone che faceva più notte la notte, con gente impazzita che pregava ed esortava la pietà di Dio, era sicuramente la fine del mondo, sentivano, tra una montagna che cascava e la gente che correva uno squillare dei telefoni all’unisono e tutto sembrava un film. drinn! drinn! drinn! drinn! questo mi è stato raccontato, non ero presente però il terremoto c’è stato per davvero. arrivato allora ho visto un disastro, e la gente, i miei amici, la mia famiglia e i conoscenti quando li ho incontrati e gli ho chieto le cose mi rispondevano come se fossero caduti da un altro pianeta, in quel momento, erano completamente assenti e vagavano, lungo le strade senza meta, avanti e indietro senza dirsi niente. non tutti però, perchè i ragazzi più svegli con una prontezza coraggiosa hanno estratto dalle macerie le persone, tutte, che erano rimaste incastrate, le case erano tutte danneggiate, molto, assai, quelle crollate del tutto poche, ed in particolare crollò la casa dove viveva il dottore, ma i ragazzi tirarono fuori tutti. e ancora oggi mi chiedo se hanno avuto abbastanza gratitudine. al mio paese morirono SOLO una ventina di persone. tutto intorno una tragedia molto più grande. mi ricordo un trattore, che il griorno ventiquattro (o era il venticinque) verso sera girava e distribuiva buste di latte. per tre giorni la gente era li, che non sapeva che fare. poi quando si stava in qualche modo organizzando, mio padre aveva appuntato il muratore per sistemare la casa che era crollata solo parzialmente, una cosa incredibile, all’improvviso, in prima pagine, televisioni, giornalisti, gente da tutto il mondo che volevadarci una mano e infine l’esercito. a questa sincera solidarietà degli italiani non ci eravamo veramente abituati, quelli sono, erano, i paesi delle rimesse, di emigrati, abitati da montanari che in qualche modo badavano al sodo. ma quella solidarietà era sincera, volevano aiutarci a risollevarci, volevano consolarci, avevano compassione e noi veramente volevamo solo, magari, che ci rifacessero le case. ma no! per forza hanno voluto portarci lo sviluppo perchè non era giusto che ci fosse tutta quell’immigrazione e che quele strade fossero così scalcagnate. insomma il terremoto era vero. dopo dodici anni, ero al nord, per lavoro, ero alla presentazione di un libro di un noto giornalista, l’inferno mi sembra, e li vidi le stesse facce, le stesse persone che quando portavano gli aiuti che ci abbracciavano ed emozionati ci consolavano, partecipi della nostra disperazione, erano li arrabbiati con noi, che volevano solo le case, e che veramente le avevamo anche costruite in buona parte, perchè eravamo dei LAZZARONI, imbroglioni meridionali con una rabbia forte pari alla compasssione del terremoto. allora, solo allora, ho capito che, noi terremotati, abbiamo avuto una funzione terapeutica, quei morti e quella solidarietà sono serviti per mettersi l’animo in pace, per sentirsi più umani. ecco noi che eravamo lì, siamo stati traditi. il terremoto è stato tradito. hanno ammazzato i nostri paesi. come dei vampiri hanno succhiato la linfa vitale e al posto delle macerie hanno lasciato dei paesi fantasmi. una volta in quei paesi si decideva e si viveva. oggi sono un’immensa periferia che vive, trascinandosi senza dentità, di quie pochi riflessi e delle poche risorse che possono venire dalle città. se l’italia fosse un unico organismo allora la campania sarebbe un sistema e salerno un organo e, infine, questi paesi un capillare, o un alveolo di cui si puo fare a meno, si può togliere o estirpare. però l’organo, il sistema e l’organismo ancora non si sono resi conto che se vengono estirpati tutti i capillari all’ora bisognerà amputare e tutto sarà compromesso. ed oggi che il ricordo del terremoto e meno commemorativo e lasciato alla memoria e al racconto dei singoli, sono contento di dare il mio contributo e dirvi che il terremoto c’è stato veramente e non è quello che vi hanno fatto credere.

leggi anche:http://teoraventura.ilcannocchiale.it/2009/11/22/sisma_80_la_memoria_dei_rasseg.html

Elisir d'amore per ....gli uomini di qualità......

....Vi pare che in un paese normale uno come Schifani diventerebbe presidente del Senato, seconda carica dello Stato? Uno come Gasparri ministro prima e capogruppo dei senatori poi? Uno come Bondi ministro e coordinatore del partito? Con le poesie che scrive? Uno come Minzolini direttore del Tg1? Uno come Tarantini, amico di casa? E uno come Cosentino membro del governo? .......



Il mondo degli uomini senza qualità
di EUGENIO SCALFARI ......2009

IL PIU' bello, il più intenso, pieno di significati che vanno al di là dell'epoca in cui fu scritto è il dialogo di Diderot che si intitola "Le Neveu de Rameau". Il protagonista è un tipo umano che l'autore delinea in tutte le sue sfumature facendolo parlare di sé per 150 pagine. Non è neppure un dialogo perché l'interlocutore che formula le domande e che è lo stesso Diderot si limita a sollecitare le risposte. Il protagonista non si fa pregare, è perfettamente consapevole di sé, del suo modo di vivere, dei suoi vizi, della sua intelligenza, della sua disumanità. Anzi: della sua amoralità. Non è immorale ma appunto amorale. Ha perso ogni cognizione della morale, ha cancellato il bene ed il male dal suo orizzonte mentale. I suoi vizi li usa quando sono utili al proprio interesse, altrimenti li tiene a guinzaglio, li reprime. Si maschera. Si presenta al mondo che lo circonda così come il mondo lo vuole. La dominante del suo carattere è l'utile, l'utile per sé.


"Un buon cortigiano non deve mai avere un opinione personale, ma solamente quella del padrone o del ministro... Un buon cortigiano non deve mai avere ragione, non è in nessun caso autorizzato ad essere più brillante del suo padrone... deve tenere ben presente che il Sovrano e più in generale l'uomo che sta al comando non ha mai torto. [...] La nobile arte del cortigiano, l'oggetto essenziale della sua cura, consiste nel tenersi informato sulle passioni e i vizi del padrone... Gli piacciono le donne? Bisogna procurargliene. E devoto? Bisogna diventarlo o fare l'ipocrita. È di temperamento ombroso? Bisogna instillargli sospetti riguardo a tutti coloro che lo circondano." D'Holbach 1723-1789

Elisir d'amore per ........l'immaginazione!

"..non parlare , danza! "
.......ultimo suggerimento come atto estremo d’amore per la vita di odio dichiarato per ogni forma di sapienza dottrinale o di autorità.
La vita come canto e come danza “ quello stao di ebbrezza in cui tutto si arricchisce con la propria pienezza “ e che risponde all’arte dell’imperativo della perfezione in cui l’uomo gode se stesso nella festa del dio.

O tu che guidi il coro
Delle stelle che spirano fuoco,guardiano
Delle parole notturne,
fanciullo,progenie di Zeus,manifestati,
o Signore, insieme alle Tiadi, che ti seguono
che folli per tutta la notte danzano intorno,
celebrando,te, Iacchos, il dispensatore

Sofocle ,Antigone
“ Non parlare, danza! “Pensiero impensabile lasciato agli uomini prima di affrontare ,come nella tragedia classica, la vendetta del dio che lascia all’uomo che ha osato sospettare o abbattere il padrone lògos e la meretrice mètis , la unica via di uscita possibile: il sacrificio di sé nella notte della follia".









ZIBALDONE DI PENSIERI

"Altro è la forza altro la fecondità dell'immaginazione e l'una può stare nell'altra. Forte era l'immaginazione di Omero e di Dante, feconda quella di Ovidio e dell'Ariosto. Cosa che che bisogna ben distinguere quando si sente lodare un poeta o chicchessia per l'immaginazione. Quella facilmente rende l'uomo infelice per la profondità delle sensazioni, questa al contrario lo rallegra colla varietà e colla facilità di fermarsi sopra tutti gli oggetti e di abbandonarli e conseguentemente colla copia delle distrazioni. E ne seguono diversissimi caratteri. Il primo grave, passionato, ordinariamente (ai nostri tempi) malinconico, profondo nel sentimento e nelle passioni, e tutto proprio a soffrir grandemente della vita. L'altro scherzevole, leggiero, vagabondo, incostante nell'amore, bello spirito, incapace di forti e durevoli passioni e dolori d'animo, facile a consolarsi anche nelle più grandi sventure ec. [...] Così una stessa facoltà dell'animo umano è madre di affetti contrari, secondo le sue qualità che quasi la distinguono in due facoltà diverse. L'immaginazione profonda non credo che sia molto adattata al coraggio, rappresentando al vivo il pericolo, il dolore ec. e tanto più al vivo della riflessione, quanto questa racconta e quella dipinge. E io credo che l'immaginazione degli uomini valorosi (che non debbono esserne privi, perché l'entusiasmo è sempre compagno dell'immaginazione e deriva da lei) appartenga più all'altro genere".

Giacomo Leopardi, 5 luglio 1820

venerdì 20 novembre 2009

Elisir d'amore per .......la poesia

Traducendo Brecht
di franco fortini

Un grande temporale
per tutto il pomeriggio si è attorcigliato
sui tetti prima di rompere in lampi, acqua.
Fissavo versi di cemento e di vetro
dov’erano grida e piaghe murate e membra
anche di me, cui sopravvivo. Con cautela, guardando
ora i tegoli battagliati ora la pagina secca,
ascoltavo morire
la parola d’un poeta o mutarsi
in altra, non per noi più, voce. Gli oppressi
sono oppressi e tranquilli, gli oppressori tranquilli
parlano nei telefoni, l’odio è cortese, io stesso
credo di non sapere più di chi è la colpa.

Scrivi mi dico, odia
chi con dolcezza guida al niente
gli uomini e le donne che con te si accompagnano
e credono di non sapere. Fra quelli dei nemici
scrivi anche il tuo nome. Il temporale
è sparito con enfasi. La natura
per imitare le battaglie è troppo debole. La poesia
non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.



Lettera ad Orazio.

“ma tu non sei mai stato un visionario.eccentrico, imprevedibile, sì- ma non un visionario.....voi poeti latini, nell’insieme, eravate più bravi nella riflessione e nella ruminazione che nella congettura. Per il buon motivo che l’Impero era già vasto quanto bastava per mettere a dura prova l’immaginazione “

giovedì 19 novembre 2009

Elisir d'amore per .......il NO B DAY


Come diceva giustamente Montanelli una malattia bisogna conoscerla nei sintomi e provarla per potersi vaccinarsi preventivamente.Ed essendo noi in democrazia siamo anche responsabilmente e paradossalmente liberi di contrarre la malattia “per vedere di nascosto l’effetto che fa “ come diceva Jannacci.
E’ per questo che ritengo utile e doveroso per me e gli altri attivare una serie di pillole “pro memoria” per un inveterato vizio di intellettualismo etico ( = se conosci il male lo eviti , se conosci il bene lo applichi)
mauro orlando



....anche i leghisti hanno un'anima politica e se attivano la memoria potrebbere anche convincersi di partecipare alla manifestazione del 5 dicembre a Roma ....ladrona che piae tanto ai suoi deputati e senatori.....
Dal diario privato del 'duro e puro' Umberto Bossi sul 'sodale' Berlusconi
“ La Lega ha in mano il Nord meno Milano e Torino che sono piene di immigrati e meridionali che preferivano votare un pezzo di merda piuttosto che aiutare il Nord. Adesso sappiamo che la Lega vince anche dove ci sono immigrati e meridionali. Adesso il movimento sa questi signori andranno fino alla colonizzazione del Nord. Il Nord non deve illudersi : se vuole la libertà se la deve conquistare. Il Nord ha fatto venire delle persone, gli ha dato da lavorare e da mangiare e questi farebbero qualunque cosa contro il Nord “
Umberto Bossi 27 aprile 1997

“ Non ho le prove che sia un mafioso. Resta un fatto : Berlusconi ha avuto una fortuna straordinaria nel fare tanti soldi in poco tempo, e per di più dalla tessera 1861 della P2 a dei salvataggi che il suo amico Craxi ha più volte fatto al suo impero televisivio”
Umberto Bossi a la Padania , 6 ottobre 1997

“ L a Fininvest ha qualcosaa come trentotto holding, di cui sedici occulte. Furono fatte nescere da una banca di Palermo a Milano, la Banca Rasini, la banca di Cosa Nostra a Milano. E a Milano hanno preso un meneghino per rappresentare i loro interessi. La verità è che se cade Berlusconi cade tutto il Polo e al Nord si prende tutto la Lega. Ma non lo faranno cadere. E’ un figluio di buona donna, ma è il loro figlio di buona donna. , e per questo lo tengono in piedi”
Umberto Bossi a La Padania, 27 ottobre 1998

Berlusconi “figlio di buona donna” della Mafia palemitana a Milano ? Bossi non aveva dubbi ,anzi aveva delle informazioni dettagliate e cicostanziate che non sono mai state smentite o ritrattate ufficialmente nell’atto di entrare a pieno titolo nella Casa delle libertà, prestandosi consapevolmente “ a tenere in piedi “ in buona compagnia di Cosa Nostra.”Roma ladrona e mafiosa” bei tempi della Lega sana e ruspante che sentiva gli umori forti del profondo Nord ! Non riesco a spiegarmi con quale “ senso morale” ( escludo quello politico) il signor Bossi oggi usa consumare pasti frequenti in casa di “un figlio di buona donna” della Mafia e con quale “spudorato e cinico” machiavellismo Berlusconi faccia frequentare la sua casa di Arcore a persone di tale spessore morale e politico, con buona pace dei “compagni di merenda” dele varie occasioni!
Sono gli “arcana” della politica delle “libertà” ?
...anche per questo bisogna essere a Roma.......
mauro orlando
Giuseppe D' Avanzo, la Repubblica

Elisir d'amore per .......i meridioni del mondo.




Esiste nelle estreme e più lucenti terre del Sud un mistero nascosto, per la difesa della natura dalla ragione, un genio materno di illimitata potenza, alla cui cura gelosa e perpetua è affidato il sogno in cui dormono quelle popolazioni. Se solo un attimo quella difesa si allentasse, se le voci dolci e fredde della ragione umana potessero penetrare quella natura, essa ne rimarrebbe fulminata. A questa incompatibilità di due forze ugualmente grandi e non affatto conciliabili, come pensano gli utilitaristi, a questa spaventosa quanto segreta difesa di un territorio, la vaga natura coi suoi canti, i suoi dolori, la sua assurda innocenza e non a un accanirsi della storia, che qui è più che altro regolata, sono dovute le condizioni di questa terra e la fine miseranda che vi fa, ogni volta che organizza una spedizione o invia i suoi guastatori più arditi, la ragione dell'uomo. Qui il pensiero non può essere che servo della natura, suo contemplatore in qualsiasi libro o nell'arte. Se appena accenna a qualche sviluppo critico, o manifesta qualche tendenza a correggere la celeste conformazione di queste terre, a vedere nel mare soltanto acqua, nei vulcani altri composti chimici, nell'uomo delle viscere, è ucciso. All'immobilità di queste ragioni sono attribuite altre cause, ma ciò non ha rapporti col vero. È la natura che regola la vita e organizza i dolori di queste regioni. Il disastro economico non ha altra causa. Il moltiplicarsi dei re, dei viceré, la muraglia interminabile dei preti, l'infittirsi delle chiese come dei parchi di divertimento e poi degli squallidi ospedali, delle inerti prigioni, non ha un diverso motivo. È qui, dove si rifugia l'antica natura, già madre di estasi, che la ragione dell'uomo, quanto in essa vi è di pericoloso del Regno dei rei, deve morire.

martedì 17 novembre 2009

Elisir d'amore per ........il NO B DAY

No B day,
due ipotesi a confronto
SALVIAMO L'ITALIA, SALVIAMO LA DEMOCRAZIA. BERLUSCONI DIMETTITI IL TESTO DELL'APPELLO
A noi non interessa cosa accade se si dimette Berlusconi e riteniamo che il finto "Fair Play" di alcuni settori dell'opposizione, costituisca un atto di omissione di soccorso alla nostra democrazia del quale risponderanno, eventualmente, davanti agli elettori. Quello che sappiamo è che Berlusconi costituisce una gravissima anomalia nel quadro delle democrazie occidentali -come ribadito in questi giorni dalla stampa estera che definisce la nostra "una dittatura"- e che lì non dovrebbe starci, anzi lì non sarebbe nemmeno dovuto arrivarci: cosa che peraltro sa benissimo anche lui e infatti forza leggi e Costituzione come nel caso dell'ex Lodo Alfano e si appresta a compiere una ulteriore stretta autoritaria come dimostrano i suoi ultimi proclami di Benevento. Non possiamo più rimanere inerti di fronte alle iniziative di un uomo che tiene il Paese in ostaggio da oltre15 anni e la cui concezione proprietaria dello Stato lo rende ostile verso ogni forma di libera espressione come testimoniano gli attacchi selvaggi alla stampa libera, alla satira, alla Rete degli ultimi mesi. Non possiamo più rimanere inerti di fronte alla spregiudicatezza di un uomo su cui gravano le pesanti ombre di un recente passato legato alla ferocia mafiosa, dei suoi rapporti con mafiosi del calibro di Vittorio Mangano o di condannati per concorso esterno in associazione mafiosa come Marcello Dell'Utri.
Deve dimettersi e difendersi, come ogni cittadino, davanti ai Tribunali della Repubblica per le accuse che gli vengono rivolte.




La piazza unisce, dobbiamo esserci
Paul Ginsborg
Caro Gustavo, Ho sentito che sei contrario a un'adesione ufficiale da parte di LeG alla manifestazione del 5 dicembre. Posso, con grande rispetto e pacatezza, dissentire? Le parole del testo dell'appello, che ti mando sotto, non sono le nostre (soprattutto...

Timori e perplessità: in piazza contro una persona?
Gustavo Zagrebelsky
Caro Paul,permettimi, a mia volta, di chiarire i motivi delle mie perplessità circa l'adesione ufficiale di Libertà e Giustizia alla manifestazione denominata NoBDay. 1. Una decisione in proposito presupporrebbe un'ampia consultazione degli ...
Federica Fantozzi, l' Unità

Elisir d'amore per........Veronica

.........un pò per celia ,un pò per non morire


Veronica viene convocata dal medico di suo marito Silvio nel suo studio privato . " Suo marito soffre di una grave malattia da stress da potere e sopratutto da "impotentia precox e senile" postumorale prostatico.Ha sei mesi di vita .Il rimedio possibile c'è ...rinnovare lo stile di vita familiare.Da parte sua bisogna essere particolamente gentile e premurosa con lui ...assecondarlo e mai contaddirlo nelle abitudini quotidiane e casalinghe ma anche in quelle pubbliche. Svegliarlo al mattino con un sorriso e ...un buon caffè e un fiore. Non infastidirlo con con gli aiuti domestici.Lasciagli guardare senza brontolare le partite in Tv. E eesre carine e disponibili anche per i piccoli capricci serali....Lasciargli frequentare minorenne ed ......escortes a piacere..raccontare bugie persino a sè stesso e agli amici cortigiani che oramai sanno ridere a comando.Guai a fargli capire che è patetico e ridicolo quando canta insieme ad Apicella quelle orrende canzoni di sua composizione per il suo 'circo Barnum'' o fa il gigione simpaticone ,barzellettiere, e il "trombeur des femmes" .Rassicurarlo che è il più grande statista di tutti i tempi e il miglior allenatore di calcio e che veramente la Provvidenza ha pensato a lui per salvare l'Italia e gli italiani dalla deriva atea e comunista.Insomma pazienza ,gentilezza, orecchie da mercante e ...tanta 'pietas' e compassione.Altrimenti ..."nun gli'à fà"... e lo si perde definitivamente alla famiglia,all'Italia e.....al mondo".
Appena tornata a casa ,lui premuroso e gentile non vedeva l'ora di chiedere del responso diagnostico e degli eventuali consigli terapeutici del dottore.

" Purtroppo mi ha detto che hai solo sei mesi di vita e che non ci sono rimedi....di sorta sia medici che psicologici e affettivi.......

lunedì 16 novembre 2009

Elisir d'amore per .......un dialogo immaginifico.....

....dialogo immaginifico tra il clown Nanosecondo e l'angelo Mercuzio

.....il ghigno del diavolo nello specchio dell'uomo contemporaneo




l'Angelo Mercurzio e il Clown Nanosecondo sulla via del cerchio...
Nanosecondo: Carissimo Mercurio sta storia però di eros… sapere e potere non mi convince. E poi che centrano le Rane? E, dai mi so fatto pure convincere e come un Gabbiano mi so andato a infilare con la testa in una busta della spazzature per soddisfare i miei bisogni di sopravvivenza. E, poi, per non ha fatto cadere la mia “fama” di clown che viaggio sui limiti dei confini umani (troppo umani) mi so pure trasformato in Rana per cadere in una pozzanghera di merda più che di acqua torbida. Figurat... io che volevo nascere Principe, oggi mi sono pure adattato a star meglio come Ranocchio, anche se come Gabbiano mi sentivo meglio. A dirti il vero, mi sentivo più libero.

MERCURZIO: Aristofane che si dilettava come te nell’inventare favole allegre e ironiche per educare gli uomini del suo tempo quelli di potere in particolare ma anche il povero e pulcioso Socrate, pensava che le Rane (anfibi che sono in effetti rane-cigni dalla voce meravigliosa), simboleggiavano il valore della poesia e dei poeti e creativi come voi Clowns. C’è persino un incontro con il tuo amico Dioniso con le rane, che cantano il loro amore per la poesia, poiché proprio su questo è incentrato il loro canto e il loro breve dialogo con Dioniso. Ecco quindi che in questo modo il titolo della commedia appare alludere al potere della poesia, della fantasia e delle creatività, una cosa che, secondo la visione ideale di Aristofane può persino portare la salvezza alla città, alla comunità o al gruppo…….Euripide scriveva dei poeti “Il poeta deve nascondere il male, non rappresentarlo e insegnarlo. Come c’è il maestro per i ragazzi, così c’è il poeta per gli adulti. È del bene che bisogna parlare.”

NANOSECONDO: la storiella potrebbe essere per l’occasione quella dell’… “…uccellino era caduto da un albero e si era rotto un’ala. Un elefante passo di li, lo vide e gli fece una cacata addosso. All’inizio si rattristi ulteriormente ma quando si accorse che il calore lo aiutava a sopportare il dolore e quando dopo un po’ iniziarono a comparire i vermetti si rese conto che tutto sommato quella caccona gigante lo stava aiutando a guarire. Dopo qualche giorno passo di li un Leone che lo vide e con una zampata ne fece un solo boccone.”

MERCURZIO: Queste sono storielle un po volgari…..per il vulgus per intenderci….Sai noi arcangeli siamo un po’ aristocratici. ”Aristos” …..il meglio, per intelligenza contro la stupidità che pensiamo sia il male peggiore che gli uomini possono praticare nella loro vita terrena. Se dovessimo pensare a un nuovo patto con voi o a un possibile nuovo decalogo della ‘postmodernità’ se no al primo al massimo a terzo punto lo classsificheremo. Cosi anch’io ho imparato che non sempre chi ti mette nella merda ti vuole male e chi ti toglie ti vuole bene. Io ti voglio raccontare un’altra storiella di uno di voi che per avere usato troppo la ragione ha finito per perderla… ” Un uomo sedeva per terra e sembrava discorrere con le bestie, tanto che esse non avevano alcun timore di lui: un uomo pacifico, un predicatore della montagna, dai cui occhi parlava la bontà un persona. ”Che cerchi qui?” Gridò Zarathustra stupito. “Che cerco? Rispose quegli: la stessa cosa che tu cerchi, guastafeste! La felicità sulla terra. Ma per questo vorrei imparare da queste mucche (o rane)”

NANOSECONDO: Anche lui fa i “cerchi” di parole? Come la Rana fa i cerchi nello stagno. Beh! Mi so reso conto che tutta la società degli umani è basata sul controllo e sul potere, ma credo anche che il potere finirà sempre per essere il problema. Sai io penso che “...la liberazione incomincia proprio in un cerchio, ascoltandosi gli uni con gli altri,…” per questo faccio i cerchi del clown scemano.

MERCURZIO: Il “Cerchio” di cui tu continui a parlarmi va bene per voi mortali purchè sia per gioco e non diventi un mito come la coperta per Linus. Voi siete adusi ad inventare miti o simboli per dare un nome all’innominabile ma soprattutto per fronteggiare resistere alla paura dell’ “ assolutismo della realtà” e alla pretesa di un possibile controllo delle vostra esistenza, contenere le minacce, allontanare i pericoli, placare le ansie e esorcizzare le paure o la “ la paura” prima: la morte. Voi avete bisogno di creare simboli, sogni, utopie per dare un ordine alle cose, alle persone e perfino all’anima inventandolo irascibile, concupiscibile e razionale…

continua:http://radunonazionaleclowndottori.blogspot.com/

sabato 14 novembre 2009

Elisir d'amore ........per una nuova 'Genesi'

G E N E S I ........o origine de " Il capitale"

Al principio il capitalismo creò il suo dio. Un idolo da temere, e lo chiamò, in maniera egocentrica, il Capitale. Un dio maschile che si trova in tutte le cose e in tutti i luoghi, al di sopra di tutte le cose e di tutti i luoghi. Si propagò a dorso del colonialismo economico e del principio del pensiero unico. E si fece sera e albeggiò: primo giorno.Disse il Capitale: “La terra è caos, confusione e oscurità. Che si faccia una Dottrina.” E fondò l’Economia che ordinò il mondo. E tutto andava bene. “Che si faccia una legione di predicatori economisti della buona novella, una Chiesa responsabile del culto della Dottrina”. E così fu. Germogliarono le istituzioni della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio che applicano le proprie Leggi. E il Capitale disse che sarebbero state infallibili, ma non molto sicuro di sé – un dio minore debole – partorì gli Ordini Professionali. E si fece sera e albeggiò: secondo giorno.E disse il Capitale: “Che si facciano i figli a nostra immagine, a nostra somiglianza”. E il Capitale creò, dopo, le Multinazionali a sua immagine per arricchirsi a loro nome. E si fece sera e albeggiò: terzo giorno.Disse il Capitale alle sue figlie Multinazionali: “Siate feconde, efficienti, redditizie e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela: mandate i pesci del mare e gli uccelli del cielo e ogni creatura che striscia o cammina, sulla terra.” E così fu. I fiumi, le mangrovie, i mari, la terra, gli animali, gli esseri umani, il paesaggio, l’aria, tutto è soggetto a transazione, tutto è nel novero delle distruzioni. E si fece sera e albeggiò: quarto giorno. Disse il Capitale: “Che si abbiano categorie di persone”. E il Capitale dispose lo sfruttamento di alcuni esseri umani: la maggior parte. Si originarono categorie in soprannumero di donne, di indigeni, di neri e nere, di bambini e bambine…E il Capitale disse: “Gli inutili non hanno diritti, neppure pensano o se pensano, sbagliano. La loro funzione è lavorare per produrre più beni (merci, vorrebbe dire in realtà) e più servizi che si possono comprare e vendere, che generano ricchezza: la linfa che alimenta il capitalismo”. E così fu. Sono le serve domestiche, le mani del cotone, le unghie della gomma, le spalle usate per trasportare oro, diamanti e coltan. La giornata di 16 ore, i contratti a tempo e una lunga serie di meccanismi eufemistici della schiavitù. E si fece sera e albeggiò: quinto giorno.Il Capitale dissimulò e disse: “ Che piova la democrazia.” E sbagliò a metà. Piovve su alcuni paesi e su altri no. Ma in nessuno la si esercita. Si mostra in vetrina e resta inutilizzata quasi senza essere inaugurata. Si usa, in alcune occasioni e più bene che male, nella politica; ma il Capitale non inviò le istruzioni per usarla in economia, nella cultura, nelle relazioni tra uomini e donne, nell’ alimentazione…...E si fece sera e albeggiò: sesto giorno.Il Capitale vide quanto aveva fatto, e tutto era perfetto. E da allora, dal settimo giorno, l’ottavo giorno, il nono giorno e così via fino alla fine dei tempi, il Capitale e i suoi seguaci riposano. Gustavo Duch Guillot è l’ex direttore di Veterinari senza Frontiere, collaboratore della Universidad Rural Paulo Freire.Titolo originale: "Génesis: versión revisada"

Elisir d'amore per ..............R O B E R T O S A V I A N O




PRESIDENTE, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO

SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei. Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è¨ mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare cosè anche la speranza di chi da anni attende giustizia. Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia. ROBERTO SAVIANO

Elisir d'amore per .......la libertà di espressione e di comunicazione.


"INNERES AUGE" di FRANCO BATTIATO
censurato dai media Categoria.
Il brano INNERES AUGE di Franco Battiato è stato censurato dai media, ancor prima della sua uscita prevista per il 13 novembre,per i suoi contenuti definiti "politici"(questa è la motivazione ufficiale) ma che noi riteniamo invece abbia soprattutto contenuti "sociali".Difendiamo la libertà di informazione contro una censura di regime.
"Un buon cortigiano non deve mai avere un opinione personale, ma solamente quella del padrone o del ministro... Un buon cortigiano non deve mai avere ragione, non è in nessun caso autorizzato ad essere più brillante del suo padrone... deve tenere ben presente che il Sovrano e più in generale l'uomo che sta al comando non ha mai torto. [...] La nobile arte del cortigiano, l'oggetto essenziale della sua cura, consiste nel tenersi informato sulle passioni e i vizi del padrone... Gli piacciono le donne? Bisogna procurargliene. E devoto? Bisogna diventarlo o fare l'ipocrita. È di temperamento ombroso? Bisogna instillargli sospetti riguardo a tutti coloro che lo circondano." d'Holbach (1723-1789)




INNERES AUGE

Come un branco di lupi che scende dagli altipiani ululando
o uno sciame di api accanite divoratrici di petali odoranti
precipitano roteando come massi da altissimi monti in rovina.
Uno dice che male c'è a organizzare feste private con delle belle ragazze per allietare Primari e Servitori dello Stato?

Non ci siamo capiti
e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?
Che cosa possono le Leggi dove regna soltanto il denaro? La Giustizia non è altro che una pubblica merce...
di cosa vivrebbero ciarlatani e truffatori
se non avessero moneta sonante da gettare come ami fra la gente.

La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito.
Con le palpebre chiuse s'intravede un chiarore
che con il tempo e ci vuole pazienza,
si apre allo sguardo interiore: Inneres Auge, Das Innere Auge

La linea orizzontale ci spinge verso la materia,
quella verticale verso lo spirito.
Ma quando ritorno in me, sulla mia via,
a leggere e studiare, ascoltando i grandi del passato...
mi basta una sonata di Corelli, perchè mi meravigli del Creato!



Franco Battiato. Aiutaci tu a trovare quella linea verticale.

venerdì 13 novembre 2009

Elisir d'amore per ......la filosofia.



Con il Patrocinio
Città di
Desenzano Del Garda (bs)
Assessorato alla Cultura
Politecnico di Milano
Mathesis

Il Gruppo di Convergenze culturali "Soggetti smarriti"
è lieto di ospitare

Venerdì 13 novembre 2009
presso
Sala Peler
Palazzo Todeschini
alle 20,30

Un incontro con il Prof. Giulio Giorello
sul tema: Scienza e Religione"
Presenta il Prof . Mauro Orlando





E’ nota la risposta che ha offerto Jürgen Habermas al problema «se lo stato liberale, secolarizzato» viva o meno, oggi, di «presupposti normativi che esso stesso non è in grado di garantire». Si può sintetizzarla affermando che, mentre da un lato è possibile mostrare come, assumendo il modello dell’«agire comunicativo», lo Stato liberale sia capace di «sostenere il proprio bisogno di legittimazione in modo autosufficiente» (quindi attingendo a «risorse argomentative […] indipendenti da tradizioni religiose e metafisiche», dall’altro però va tenuto conto del fatto che una «modernizzazione destabilizzante» ha reso storicamente sempre più fragile, nelle attuali società democratiche, il legame sociale. «Modernizzazione destabilizzante» è quella forma di processo storico-culturale in conseguenza del quale lo Stato liberal-democratico arriva a corrodere le sue stesse basi normative per effetto del subentrare dello «scollamento della solidarietà», indebolita da dinamiche in cui lo sviluppo economico e, più in generale, le tendenze verso la globalizzazione si svolgono «senza controllo a livello politico» e in cui le risorse dei «mondi vitali» si disseccano. In tale contesto subentra il «privatismo civico» e l’incremento della «spoliticizzazione dei cittadini»[, i quali, anziché essere coinvolti in modo crescente nelle procedure di formazione democratica della volontà generale, si trasformano ogni giorno di più in «monadi isolate […] che si oppongono a vicenda i loro propri diritti soggettivi, come fossero armi»
La separazione tra scienza e religione come discorsi indipendenti segna la nascita stessa della modernità.C'è bisogno di un occhio disincantato dai miti e dalle narrazioni religiose, per vedere il mondo com'è veramente A mano a mano che il sapere scientifico si consolida, la religione deve a sua volta ritrovare qual'è la sua sfera di realtà e ha buon gioco nel mostrare che il senso delle cose, il perché del mondo e della nostra vita non trovano risposta nella scienza. E in ciò la religione è in compagnia di altri saperi e discorsi, come la filosofia e la letteratura. Proprio perché la scienza fa a meno delle intenzioni e dei significati, non sa dare risposta agli interrogativi sul senso delle cose o su chi ha voluto questo mondo. Il nostro secolo, che ha portato la scienza a una chiarezza di sé mai raggiunta prima, è stato anche il secolo in cui più la scienza ha cercato di dare una risposta a quesiti religiosi e morali. Grandi filosofi, come Heidegger e Wittgenstein, sono accomunati dal timore che la scienza crei l'illusione di saper rispondere a tutte le ansie dell'uomo. Ma anche il Cristianesimo, che ha accolto l'indipendenza della scienza, ha cercato tuttavia di limitarne le pretese e di porre se stesso come sapere superiore, capace di dispensare legittimità. La separazione tra questi due discorsi non è ancora conclusa. Ma quale aspetto avrebbe la fine di questo conflitto? Non è forse connaturata sia al Cristianesimo che alla scienza moderna una pretesa a occupare l'intero spazio del sapere? Non sono entrambi infatti discorsi sulla verità?

Uno spettro si aggira per l'Europa: il relativismo, cioè il dogma che non c'è nessun dogma. Chierici e laici hanno stretto una santa alleanza in nome dei nostri valori e delle nostre radici. Forse non sanno che dietro quel fantasma ci sono il corpo dell'individuo, la libertà della ricerca, le garanzie dei diritti e la stessa genuinità della fede. Tutto cancellato, se vince il progetto dei teo-con? Affatto, se il laico ha non solo la volontà di reagire ma anche la forza di attaccare. Non questa o quella chiesa, ma la "presunzione di infallibilità" che può viziare qualsiasi istituzione o comunità. Essere laico vuol dire non solo esercitare l'arte del sospetto ma anche agire per una solidarietà che non ha bisogno di un fondamento religioso."
note per una presentazione a cura di Mauro Orlando

Elisir d'amore per .......povera patria.

....povera patria!



"quando le coincidenze sono superiori a tre, allora è il caso di cominciare a trovare un colpevole..." Alfred Hitchcock
Ancora una legge "ad personam".....
....che schifo!!!!!
"quousque tantum abutere patientia nostra ,Catilina! "..........


giovedì 12 novembre 2009

Elisir d'amore per .....una bella canzone e una profonda poesia.

La musica e la poesia possono stimolare il sublime che è in noi
.....
il sublime è un rapporto che si stabilisce tra la ragione e l’immaginazione, un rapporto conflittuale: io cerco di capire le idee, ad esempio, la libertà morale o il mio posto nel mondo, ma non riesco a rappresentarmele in maniera precisa; così, ad esempio, distinguendo tra sublime matematico, che riguarda la grandezza - l’immensità dell’universo, quindi dei cieli stellati - e sublime dinamico, che riguarda le forze agenti nell’universo - l’eruzione vucanica, la tempesta nel mare - tutte le volte che io cerco di rappresentarmi questa immagine, quindi di renderla in termini razionali, l’immaginazione mi fugge.
La più bella illustrazione di quanto ora detto è la poesia di Leopardi L’Infinito: la vista è limitata dalla siepe, ma c’è, per così dire, un "buio oltre la siepe" che mi sfugge, che costringe l’immaginazione a inseguire questo al di là; oppure lo stormir di fronde attuali mi fa venire in mente le morte stagioni, in contrasto con la presente e viva stagione. E mi fingo - dice Leopardi - tutto questo scenario nel pensiero, "ove per poco il cor non si spaura". Appunto questa è la caratteristica del sublime: non è la paura allo stato puro, ma è "ove per poco il cuore non si spaura", perché io mi sottraggo, con uno scatto di orgoglio che ricorda lo Pseudo-Longino, a questa perdita di me stesso nel mondo infinito dello spazio e del tempo. E il naufragare, che è dolce in questo mare, dipende dal fatto che l’impossibilità di rappresentare, in forma sensibile, questa potenza infinita delle forze naturali, alla fine mi lascia in uno stato di snervata felicità, in quanto sono sbalzato dalla percezione all’immaginazione, dalla ragione che cerca di fissare le cose all’immaginazione che proteiformemente, cioè continuamente mutando, mi distrugge tutte le costruzioni che faccio.





L’UOMO DI NEVE


Deve avere una mente d’inverno
chi scruta fronde e gelo
di pini incrostati di neve;
e aver sentito il freddo dell’inferno
se fissa ginepri graffiati dal ghiaccio,
abeti aspri nell’ardore assente
del sole di gennaio; e non sente
miseria nella voce del vento,
di sparute foglie,
voce della terra
colma di quel vento
che flagella quella landa vuota
per lui che ascolta, ascolta nella neve,
e -nulla lui stesso- fissa
il nulla presente e il nulla assente.

[Wallace Stevens, The Snow Man]
trad.Damiano Abeni

Elisir d'amore per ......la valle dell 'UFITA.

Le SENTINELLE dell’UFITA
con 20 commenti
Ieri sera a Flumeri( Av) c’è stato un incontro importante sulla questione della centrale termoelettrica in Valle Ufita.C’erano le istituzioni, i Sindaci; i referenti istituzionali del livello provinciale e regionale, il Presidente della Provincia. al di la di tutto, HANNO PRESO POSIZIONE! C’era la gente, molta gente! E’ un esperimento di democrazia dal basso, non contro qualcuno ma per qualcosa.
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domenica 8 novembre 2009

Elisir d'amore per .......un vecchio,piccolo paese.


.......un nuovo ,complesso e complicato rapporto città-piccolo paese......
dialogo immaginifico tra un pensare filosofico e un pensare poetico........


Allora che posto ha la città nella nostra vita mentale efisica ? “Città è un luogo in cui ha luogo qualcosa di diverso dal luogo” scrive Nancy. Formulazione sintetica e a prima vista criptica per dire che la città non è tanto caratterizzata dalla località, bensì da un diritto in primo luogo commerciale. Non ha perciò fine – termine e/o scopo – ed è ‘sostanzialmente’ tecnica: gli orizzonti si moltiplicano e l’entelechia si sottrae. Si tratta, secondo un dialogo che Nancy intesse con Heidegger, dell’essenza della tecnica: “Eventi piuttosto che avventi” . Una tale asistematicità cittadina conduce a immaginarsi il luogo urbano come una rete di rinvii privi di termine positivo, similmente alla concezione linguistica saussuriana: “Puro rapporto a sé, il cui ‘sé’ non è da nessuna parte, se non in questo rapporto, indefinitamente” . In sintesi, si può dire che la città concatena, tramite continue mediazioni tecniche, una serie di mezzi kantianamente privi di fine: “Tecnica – che vuol dire arte –, la città si confeziona a mo’ di d’autoritratto l’immagine di un volto confuso, di un’identità sconcertata, (...) lo specchio o la statua di nient’altro che di questa stessa techné: il savoir-faire dell’assenza di fine”





di Mariangela Gualtieri
letta questa estate a Bisaccia per gli amici della "comunità provvisoria".



Oggi ho visto un vecchio paese
muschiato e parecchio spopolato
e davanti, un po’ più giù
la nuova e orribile borgata.

Perché hanno lasciato questa forma
perfetta? La geometria medievale
va stretta ora alla gente di qui.
Arriverà dal nord l’acquirente
l’estimatore.

Perché hanno lasciato questo pugno
di strade, la porticina stretta,
il muro tutto di pietra, la scala forte?
Perché non hanno resistito qui?

Questo silenzio capisco ti sbudella
toglie tutta la scorza. Se ci stai bene
accumuli potenza. Se no ti assale
quasi ti spoglia e non è facile da sopportare.

Vedendo le due facce del paese
quella più antica e la nuova
mi ha stretto una morsa disperata.
Pochi minuti è vero. Ho deglutito.
Non ci ho pensato più. Ma c’era
fotografata la rovina di tutta una specie.

Un’insipienza nuova di gente massacrata
che s’è venduta gli spiriti di casa
e ha tolto ai figli il bene. Così,
da sola, non perché forzata.

Da sola ha scelto la borgata nuova.
Io sento inginocchiata dentro loro – e dentro me –
la bellezza della terra intera.

sabato 7 novembre 2009

Elisir d'amore per .......un ricordo.


Non c'è tanto da stupirsi che ogni tanto siamo colti alle spalle dai nostri ricordi,anche riguardo un semplice film come "il laureato" che comunque è stato un momento piacevolmente critico della crescita delle nostre fantasie sentimentali ed erotiche....... e le nostre confuse esigenze sociali e democratiche.


Ognuno di noi vive il giorno e la notte ,imprigionato e difeso dalla sue quattro mure,le sue fantasie e suoi sogni ,la sua solitudine e le sue paure,in guerra con se stesso, col suo dio o il suo demonio.Ognuno costruisce i suoi labirinti logici o esistenziali per provare in continuità le sue capacità di dare senso anche ad una prigione.
E poi una canzone ,un colore, una poesia ed ecco la magia e il senso della vita !!!!!

Ognuno ha i suoi labirinti di cui non conosce l’uscita.Ma ha lsaciato delle tracce o dei piccoli segnavie. Chi conosce i suoi percorsi ?Solo i vecchi che ci hanno passato una vita e i bambini che ne fanno terreno di esplorazione e scorrerie.

A ripensarci ora che sono vecchio e tante ne ho fatte e viste ,direi che si esce da un labirinto solo per entrare in un altro sicchè muovendosi si resta fermi, ma questa è la nostra condizione : di contenere in ogni nostro attimo tutto il futuro e tutto il passato che coincidono incontrandosi nella porta carraia del nostro presente.

giovedì 5 novembre 2009

Elisir d'amore per .......l'amore-sapere-potere.



EROS....ECONDO? (dialogo immaginifico tra il Clown Nanosecondo ed il Suo Angelo custode Mercurzio)


Nanosecondo: Carissimo Mercurzio te l'ho detto un sacco di volte...i Clown, i Pagliacci, sono gli unici che riescono a parlare con gli Angeli e con i Demoni, a volte si fanno aiutare dai becchini al cimitero. Clown, colonus: contadino; lo zotico, l’inurbano, colui che sta fuori la logica perbenista. Il Clown, il Pagliaccio, è colui che si rotola nella terra e ri-nasce dalla terra. Si sporca per ri-emergere e trasformarsi. Ricicla, nel contempo, tutte le sostanze tossiche e nocive, acide e velenose. Insomma, come il pesce Pagliaccio è in simbiosi con l’Anemone Velenosa per sopravvivere, per questo t'ho detto di aiutarmi a salvare Amleto, anche perché credo che anche lui fosse un clown ed i Clown e poi in fondo sono essi stessi un po’ Angeli ed un po’ Demoni? Per questo a volte facciamo così tanta paura ai bambini. Però come, i contadini riusciamo anche ad utilizzare tutti i residui, gli escrementi, per concimare la terra e far ri-nascere nuovi frutti. Lo sai anche tu che la merda è una benidizione del cielo. Ci aiuta a farci eliminare le cose inutili a noi ma anche utile a noi stessi per concimare i campi e renderli fertili. Anche voi Angeli vi confrontate ogni giorno con il male ma anche tu sai che non puoi eliminare la zizzania se non il grano non cresce. Per questo non siete pronti ad uccidere, nonostante armato anche tu con la spada. Tu lo sai, perchè sono un po’ agnostico, ed oggi anche un pò angosciato ma penso che non si dovrebbe mai uccidere nessun essere umano, animale o vegetale perchè se no uccidiamo un pezzo di noi e del nostro amore per la vita. Qua però na cosa te la devo dire perchè la tengo proprio sul groppone e non "mezze parole": "Il Cristianesimo dette da bere ad Eros del veleno. Costui in verità non ne morì, ma degenerò in vizio". Così scrisse anche un famoso filosofo - che credo che tu conosca molto bene. Annunciò un giorno la morte di Dio, si chiamava Nietzsche, ma io lo so "LUI" si fece una grande risata e disse che poi tutto sommato gli piaceva sto filosofo perchè era uno dei più spregiudicati e radicali pensatori tra gli umani. Dio rise di sè! Anche lui un pò Clown. Mercuzio: Caro Nanos, sta storia che mo pure Dio è Clown tienitela per te se non ti becchi una scoumunica ...anche se ti dico che LUI quendo sente ste cose si diverte un universo.....ma per tornare a noi ....ti dico che come il riso.....anche l’eros l'esperienza più ignota per l'uomo, anche quando più esibita o mal praticata, della vostra cultura e della vostra storia, che vi offre al contempo una sorta di specchio delle radici più remote e cancellate della logica dei vostri odierni comportamenti sessuali. E’ la storia dell' “uomo del desiderio” che dovresti riscrivere. Nanosecondo: Ma che dici Mercù io sta storia - almeno per me - ci sto provando a riscriverla almeno da sei anni. Ma, più che una storia è un viaggio nel tempo che sto realizzando con l’aiuto della mia moto. Una cosa però l’ho capita: solo se riusciamo a trasformare tutte le nostre paure in desidero di libertà e di rispetto possiamo riscrivere la nostra storia. Ma, poi come faccio a riscriverla da solo sta storia se ci sono tanti protagonisti ed io non posso condizionare nessun per il rispetto del "libero arbitrio"? Per questo ho preso a prestito la storia “riadattata di “Amleto avvisato mezzo salvato”. Se vuoi è una metafora. Le metafore aiutano a superare le paure e trasformarle in desideri un pò come le fiabe. Non credi? Mercurio: Questa storia di trasformare tutte le paure in desiderio mi sembra che possa essere un rischio. E, poi stai ancora appresso le Fiabe? Faccio un esempio: se l'uomo trasforma le paure della concupiscenza o della libido in desiderio, rischia di mettere in atto come uomo solo le sue voglie e non si sofferma nell’analisi delle pratiche attraverso cui ogni individuo è stato spinto a fermare l'attenzione su se stesso, a decifrarsi, riconoscersi e dichiararsi soggetto di desiderio, mettendo in gioco gli uni con gli altri un certo rapporto che permette loro di scoprire nel desiderio la verità del loro essere, (per questo hanno paura?) sia esso naturale o viziato.

lunedì 2 novembre 2009

Elisir d'amore per ......un nuovo vocabolario.

........ il nostro vocabolario:

LA POLITICA CLASSICA E MODERNA

La politica riguarda il comportamento della società , mentre l'etica quello del singolo . In Platone il cittadino e l'uomo erano ancora grosso modo un tutt'uno , ma con Aristotele la distinzione si accentua . Aristotele dedica un libro alla politica ("La politica") . Il punto di partenza è la frase famosa "l'uomo è per natura un animale politico" ; Aristotele dice che non sono politici nè gli animali nè gli dei : solo l'uomo lo è . Cosa significa quest'espressione ? Vuol dire sia che per natura è legato ad una vita comunitaria con gli altri sia che la forma tipica della vita sociale è la polis (termine dal quale deriva la parola politica) . Aristotele come sappiamo ha vissuto rapporti stretti con la Macedonia : tuttavia la politica di Alessandro Magno ha poco a che fare con il pensiero di Aristotele : è legato all'idea che l'uomo è legato alla polis e Alessandro Magno è la nagazione della polis . Aristotele innanzitutto fa notare una cosa : altri animali vivono in società , ma è un fatto istintivo : in loro manca l'aspetto organizzativo . Dire che l'uomo per natura è un animale politico significa anche implicitamente negare il cosiddetto "CONTRATTUALISMO" , la tesi secondo la quale lo stato è un contratto , una convenzione fatta a tavolino dagli uomini , che si rendono conto che stare insieme è vantaggioso . Aristotele la pensa diversamente : è un'attitudine naturale ; è vero che gli uomini si raggruppano anche per interesse , per trarre vantaggi : nessuno può fare tutto bene e da sè ed è meglio che ciascuno si specializzi in un'attività . Ma non è un processo convenzionale , bensì è spontaneo . Aristotele dice poi che il fatto di vivere insieme non è solo dettato da esigenze materiali : anche se l'uomo avesse tutto ciò di cui ha bisogno e fosse autonomo tenderebbe lo stesso a vivere insieme ad altri . Vi è una spontanea voglia di stare insieme . L'uomo tende quindi ad aggregarsi in modo naturale : i contrattualisti dicevano che ogni uomo era un atomo nella società . Il carattere naturale per Aristotele comporta il carattere gradualistico : vede nella polis l'ultima gradino dei processi aggregativi : prima c'è il villaggio , e prima ancora la famiglia , il nucleo naturale dei processi di aggregazione sociale , il cui culmine è nella polis . Che la famiglia sia un'associazione naturale e precedente alla polis è un'affermazione importante perchè ha influenzato molto la dottrina cattolica sulla famiglia . La famiglia è la società naturale e primordiale : è nata prima e autonomamente e quindi ha dei suoi diritti . Quando Aristotele parla della famiglia la chiama OIKOS (casa) : è interessante perchè la famiglia è il nucleo primario non solo sul piano degli affetti , ma anche sul piano economico : economia infatti significa regolamentazione dell'oikos . (da notare che Aristotele tende molto di più di Platone ad accettare le cose come sono : non ci dice come Platone come dovrebbe essere il mondo , ma come è effettivamente) ; anche nello studio della politica Aristotele parte dai phainomena , dalle documentazioni storiche per poi fare confronti tra le varie forme di governo : raccolse tantissime costituzioni e fece le sue considerazioni . Aristotele è stato il fondatore della scienza economica : uno dei concetti fondamentali da lui elaborati è la concezione del denaro e delle sue funzioni .

Elisir d'amore per ......una "sentinella" dell'Irpinia.



la sentinella dimenticata


metto qui un pezzo uscito oggi sul mattino scritto in memoria di una persona che molto si è spesa per l’irpinia d’oriente. abbiamo bisogno di sentinelle e questo è un buon luogo per segnalare oltraggi ai paesi e al paesaggio.
armin
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Sabato scorso a Bisaccia ci sono stati i funerali di Nicola Fierro, insegnante e ispettore onorario della Soprintendenza Archeologica di Salerno e Avellino. Non c’era molta gente e l’amministrazione comunale non ha pensato che fosse necessario ricordarlo con un manifesto. Fierro è stato per molti anni amministratore di Bisaccia, protagonista di innumerevoli battaglie nel partito socialista a fianco di Arduino Donatiello, altro grande animatore di un tempo in cui la terra dell’osso era anche la terra dell’impegno civile e della cultura. Ho provato un forte senso di pena e di Leggi il seguito di questo post »

domenica 1 novembre 2009

Elisir d'amore per .......ALDA MERINI.

AD ALDA MERINI
........Noi qui dentro si vive in un lungo letargo,
si vive afferrandosi a qualunque sguardo,
contandosi i pezzi lasciati là fuori,
che sono i suoi lividi, che sono i miei fiori.
Io non scrivo più niente, mi legano i polsi,

ora l'unico tempo è nel tempo che colsi
qui dentro il dolore è un ospite usuale,
ma l'amore che manca è l'amore che fa male.
R: VECCHIONI


La mia poesia è alacre come il fuoco
trascorre tra le mie dita come un rosario
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninnanànna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce.
Alda Merini, da "La volpe e il sipario"