giovedì 19 novembre 2009

Elisir d'amore per .......i meridioni del mondo.




Esiste nelle estreme e più lucenti terre del Sud un mistero nascosto, per la difesa della natura dalla ragione, un genio materno di illimitata potenza, alla cui cura gelosa e perpetua è affidato il sogno in cui dormono quelle popolazioni. Se solo un attimo quella difesa si allentasse, se le voci dolci e fredde della ragione umana potessero penetrare quella natura, essa ne rimarrebbe fulminata. A questa incompatibilità di due forze ugualmente grandi e non affatto conciliabili, come pensano gli utilitaristi, a questa spaventosa quanto segreta difesa di un territorio, la vaga natura coi suoi canti, i suoi dolori, la sua assurda innocenza e non a un accanirsi della storia, che qui è più che altro regolata, sono dovute le condizioni di questa terra e la fine miseranda che vi fa, ogni volta che organizza una spedizione o invia i suoi guastatori più arditi, la ragione dell'uomo. Qui il pensiero non può essere che servo della natura, suo contemplatore in qualsiasi libro o nell'arte. Se appena accenna a qualche sviluppo critico, o manifesta qualche tendenza a correggere la celeste conformazione di queste terre, a vedere nel mare soltanto acqua, nei vulcani altri composti chimici, nell'uomo delle viscere, è ucciso. All'immobilità di queste ragioni sono attribuite altre cause, ma ciò non ha rapporti col vero. È la natura che regola la vita e organizza i dolori di queste regioni. Il disastro economico non ha altra causa. Il moltiplicarsi dei re, dei viceré, la muraglia interminabile dei preti, l'infittirsi delle chiese come dei parchi di divertimento e poi degli squallidi ospedali, delle inerti prigioni, non ha un diverso motivo. È qui, dove si rifugia l'antica natura, già madre di estasi, che la ragione dell'uomo, quanto in essa vi è di pericoloso del Regno dei rei, deve morire.

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