venerdì 13 novembre 2009

Elisir d'amore per ......la filosofia.



Con il Patrocinio
Città di
Desenzano Del Garda (bs)
Assessorato alla Cultura
Politecnico di Milano
Mathesis

Il Gruppo di Convergenze culturali "Soggetti smarriti"
è lieto di ospitare

Venerdì 13 novembre 2009
presso
Sala Peler
Palazzo Todeschini
alle 20,30

Un incontro con il Prof. Giulio Giorello
sul tema: Scienza e Religione"
Presenta il Prof . Mauro Orlando





E’ nota la risposta che ha offerto Jürgen Habermas al problema «se lo stato liberale, secolarizzato» viva o meno, oggi, di «presupposti normativi che esso stesso non è in grado di garantire». Si può sintetizzarla affermando che, mentre da un lato è possibile mostrare come, assumendo il modello dell’«agire comunicativo», lo Stato liberale sia capace di «sostenere il proprio bisogno di legittimazione in modo autosufficiente» (quindi attingendo a «risorse argomentative […] indipendenti da tradizioni religiose e metafisiche», dall’altro però va tenuto conto del fatto che una «modernizzazione destabilizzante» ha reso storicamente sempre più fragile, nelle attuali società democratiche, il legame sociale. «Modernizzazione destabilizzante» è quella forma di processo storico-culturale in conseguenza del quale lo Stato liberal-democratico arriva a corrodere le sue stesse basi normative per effetto del subentrare dello «scollamento della solidarietà», indebolita da dinamiche in cui lo sviluppo economico e, più in generale, le tendenze verso la globalizzazione si svolgono «senza controllo a livello politico» e in cui le risorse dei «mondi vitali» si disseccano. In tale contesto subentra il «privatismo civico» e l’incremento della «spoliticizzazione dei cittadini»[, i quali, anziché essere coinvolti in modo crescente nelle procedure di formazione democratica della volontà generale, si trasformano ogni giorno di più in «monadi isolate […] che si oppongono a vicenda i loro propri diritti soggettivi, come fossero armi»
La separazione tra scienza e religione come discorsi indipendenti segna la nascita stessa della modernità.C'è bisogno di un occhio disincantato dai miti e dalle narrazioni religiose, per vedere il mondo com'è veramente A mano a mano che il sapere scientifico si consolida, la religione deve a sua volta ritrovare qual'è la sua sfera di realtà e ha buon gioco nel mostrare che il senso delle cose, il perché del mondo e della nostra vita non trovano risposta nella scienza. E in ciò la religione è in compagnia di altri saperi e discorsi, come la filosofia e la letteratura. Proprio perché la scienza fa a meno delle intenzioni e dei significati, non sa dare risposta agli interrogativi sul senso delle cose o su chi ha voluto questo mondo. Il nostro secolo, che ha portato la scienza a una chiarezza di sé mai raggiunta prima, è stato anche il secolo in cui più la scienza ha cercato di dare una risposta a quesiti religiosi e morali. Grandi filosofi, come Heidegger e Wittgenstein, sono accomunati dal timore che la scienza crei l'illusione di saper rispondere a tutte le ansie dell'uomo. Ma anche il Cristianesimo, che ha accolto l'indipendenza della scienza, ha cercato tuttavia di limitarne le pretese e di porre se stesso come sapere superiore, capace di dispensare legittimità. La separazione tra questi due discorsi non è ancora conclusa. Ma quale aspetto avrebbe la fine di questo conflitto? Non è forse connaturata sia al Cristianesimo che alla scienza moderna una pretesa a occupare l'intero spazio del sapere? Non sono entrambi infatti discorsi sulla verità?

Uno spettro si aggira per l'Europa: il relativismo, cioè il dogma che non c'è nessun dogma. Chierici e laici hanno stretto una santa alleanza in nome dei nostri valori e delle nostre radici. Forse non sanno che dietro quel fantasma ci sono il corpo dell'individuo, la libertà della ricerca, le garanzie dei diritti e la stessa genuinità della fede. Tutto cancellato, se vince il progetto dei teo-con? Affatto, se il laico ha non solo la volontà di reagire ma anche la forza di attaccare. Non questa o quella chiesa, ma la "presunzione di infallibilità" che può viziare qualsiasi istituzione o comunità. Essere laico vuol dire non solo esercitare l'arte del sospetto ma anche agire per una solidarietà che non ha bisogno di un fondamento religioso."
note per una presentazione a cura di Mauro Orlando

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