domenica 8 novembre 2009

Elisir d'amore per .......un vecchio,piccolo paese.


.......un nuovo ,complesso e complicato rapporto città-piccolo paese......
dialogo immaginifico tra un pensare filosofico e un pensare poetico........


Allora che posto ha la città nella nostra vita mentale efisica ? “Città è un luogo in cui ha luogo qualcosa di diverso dal luogo” scrive Nancy. Formulazione sintetica e a prima vista criptica per dire che la città non è tanto caratterizzata dalla località, bensì da un diritto in primo luogo commerciale. Non ha perciò fine – termine e/o scopo – ed è ‘sostanzialmente’ tecnica: gli orizzonti si moltiplicano e l’entelechia si sottrae. Si tratta, secondo un dialogo che Nancy intesse con Heidegger, dell’essenza della tecnica: “Eventi piuttosto che avventi” . Una tale asistematicità cittadina conduce a immaginarsi il luogo urbano come una rete di rinvii privi di termine positivo, similmente alla concezione linguistica saussuriana: “Puro rapporto a sé, il cui ‘sé’ non è da nessuna parte, se non in questo rapporto, indefinitamente” . In sintesi, si può dire che la città concatena, tramite continue mediazioni tecniche, una serie di mezzi kantianamente privi di fine: “Tecnica – che vuol dire arte –, la città si confeziona a mo’ di d’autoritratto l’immagine di un volto confuso, di un’identità sconcertata, (...) lo specchio o la statua di nient’altro che di questa stessa techné: il savoir-faire dell’assenza di fine”





di Mariangela Gualtieri
letta questa estate a Bisaccia per gli amici della "comunità provvisoria".



Oggi ho visto un vecchio paese
muschiato e parecchio spopolato
e davanti, un po’ più giù
la nuova e orribile borgata.

Perché hanno lasciato questa forma
perfetta? La geometria medievale
va stretta ora alla gente di qui.
Arriverà dal nord l’acquirente
l’estimatore.

Perché hanno lasciato questo pugno
di strade, la porticina stretta,
il muro tutto di pietra, la scala forte?
Perché non hanno resistito qui?

Questo silenzio capisco ti sbudella
toglie tutta la scorza. Se ci stai bene
accumuli potenza. Se no ti assale
quasi ti spoglia e non è facile da sopportare.

Vedendo le due facce del paese
quella più antica e la nuova
mi ha stretto una morsa disperata.
Pochi minuti è vero. Ho deglutito.
Non ci ho pensato più. Ma c’era
fotografata la rovina di tutta una specie.

Un’insipienza nuova di gente massacrata
che s’è venduta gli spiriti di casa
e ha tolto ai figli il bene. Così,
da sola, non perché forzata.

Da sola ha scelto la borgata nuova.
Io sento inginocchiata dentro loro – e dentro me –
la bellezza della terra intera.

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