venerdì 27 febbraio 2009

Elisir d'amore per .....la propria Irpinia.


Che bella Irpinia d'oriente
a Padova



bellissima giornata 'irpina' a Padova!L'occasione:la presentazione del libro di Franco Arminio, "Vento forte tra lacedonia e Candela ",editore Laterza. Il tema "la paesologia" ,lo svolgimento il racconto di un'anima autentica e vera di un territorio autentico e vero. Le parole come atto di germinazione e fecondazione ,le immagini come racconto intimo di vite concrete ,una carnale e orientale musica di sottofondo e la voce e gli occhi di Franco a cantare un inno inquieto e dolorante alla nostra sacra terra d’Irpinia. L’attenzione aristocratica e concettosa di una platea di persone comunque innamorate del bello ma di una estetica non sempre a misura d’uomo e…l’attore irpino che ti impone nello sfarfallio delle parole antiche , con ironia inusuale e un realismo non canonico e meno che meno ideologico, un mondo di uomini in carne ed ossa in un territorio bellissimo nei suoi colori odori e umori ma duro ,inattuale ma pieno di un possibile futuro, fatto non solo di soravvisuti catarrosi e incarogniti nell’autismo sociale ma anche sovraccarichi e portatori sani di storia. Storia che tuttavia non è mai stata la loro storia di semplici e marginali ai grandi eventi che generalmente segnano i secoli per posteri pigri e disattenti. Non li conforta ,non per spocchia o ignoranza ,neanche il fiore all’occhiello di aver avuto nientemeno che Federico II a frequentare e governare il proprio terriorio tanti e tanti secoli fà! Ha raccontato con arguzia dinitosa e profonda dignità, al limite dell’orgoglio non di maniera o di difesa, il suo ‘diario civile’ ad un pubblico particolare e attento di un nord-est pur selezionato e scelto per interessi, cultura e sensibilità.Gli ha raccontato del suo voler continuare a viaggiare “nei dintorni della propria ferita” o delle proprie ‘crepe’ nella carne e nello spirito solo con piccoli spostamenti per raccontare visite nelle proprie “radici infiammate” in un viaggio avventuroso e di sogni ma stando a casa non perleccarsi ferite sanguinolente ma per costruire e spargere speranze. Il pubblico frastornato e intondito dal suo modo arcaico e postmoderno di usare la parola non per descrivere o proporre un scambio di favori o onori di una possibile diversa ‘bellezza’ non contaminata dalla civilizzazione, nascondendo “per logica di maercato” gli “arcana” di una bellezza fatta anche di egoismi, autismi ,astii, rancori ,gelosie, narcisimi e lacerazioni dolorose e doloranti.La nostra irpinia che assaporiamo carsica e profonda nelle nostre esperienze quotidiane “umane oltreumane ” inattuali, provvisorie o inoperose dal di dentro o da lontano. Dobbiamo ringraziare franco sopratutto pechè nei suoi viaggi nella laboriosa,postmoderna ,tragicamente ipertecnologica e disumanizzata e iperproduttiva padania occidentale e orientale ha il coraggio civile e culturale di raccontare di un mondo che non è arcaico secondo l’accezione economicisticao storicistica del termine ma perchè resta possibile messaggio di speranza di futuro per gli ipini stanziali, quelli viandanti e migranti ma sopratutto per tutti quelli che in spirito e cultura sentono tragicamente la deriva del mondo spirituale e materiale di un nostro occidente sviluppato senza possibilità di progresso.E questa sera il racconto continua nella mitica via Prè di Genova ,tra i “carrugi” e il mare così estraneo all'Irpinia ,a cercare di coniugare il mondo carsico dei diseredati di Fabrizio De Andrè e il mondo tragicamnete arcaico di Franco in nome e per conto della poesia e della cultura!

mauro orlando

mercoledì 25 febbraio 2009

Elisir d'amore per.....il giovane Santon.



Gaudeamus optime!

Santon , il giovane gioiello dell'Inter è :

la tessera

n° 2 0 5 0

del grande "Interclub Roberto Vecchioni"

di Stradella ( PV)

Dice di lui il rande capitano Zanetti: "Un giudizio su Santon? Bene bene, il ragazzo cresce alla grande. Deve continuare cosi, ha delle indubbie qualità che mostra pure negli allenamenti, e poi è un tipo che sa ascoltare molto i consigli che gli diamo. Auguro a lui di poter fare da noi una grande carriera, la stoffa per diventare un grande giocatore ce l'ha".

Elisir d'amore per .......Don Giovanni.

"Coloro che gli Dèi vogliono perdere,

da questi, innanzitutto, sono resi folli."


Mozart : Don Giovanni.


In tempi di incertezza come quelli in cui viviamo, se vogliamo evitare una riedizione in peggio degli errori del passato, e soprattutto vogliamo risolvere la crisi uscendone dall'alto (cosa assolutamente possibile), noi cittadini abbiamo il dovere di agire con efficacia e con conoscenza di causa. E' a tal proposito che il Don Giovanni ci fornisce una lezione e una fonte di ispirazione cruciale.

martedì 24 febbraio 2009

Elisir d'amore per ..........la paesologia.

e poi........tutti a Cairano!
cairano 7×7 è la suggestione di riabitare un paese.
per saperne di più
http://comunitaprovvisoria.wordpress.com/cairano-7×7/


Paesologia al nord

Padova, 26 febbraio

Nell’ambito del XIX Corso di aggiornamento 2009, Paesaggi quotidiani. Paesaggi degli abitanti, promosso dal Gruppo Giardino Storico dell’Università di Padova, coordinato da Antonella Pietrogrande, giovedì 26 febbraio 2009, alle ore 16.30, presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova (viale G. Colombo n. 3, zona Portello), Franco Arminio – scrittore “paesologo”, Bisaccia (Avellino), terrà la lezione dal titolo: Paesi d’Italia: note sparse sull’abitare.


Genova, 27 febbraio

Marco Ercolani presenta

Franco Arminio
Vento forte fra Lacedonia e Candela

Ore 18.00
Libreria Books in the casba, via Pré 137-139 r

Elisir d'amore per ..........un fratello-amico.






A Tonino Orlando
Un amico incontrato
sulla strada del dolore


Un giorno o l´altro scenderai le scale
-come una volta-
e verrai a chiamarmi.
" Sali da me - mi dirai ancora -
Che te ne fai, sempre tutto solo?".

Mi sottrarrai/anche se per poco/o per sempre/
alla solitudine dei libri/delle carte/dei giornali,
dove si perde il senso delle cose
e delle semplici parole.

Trent´anni da internati in un quartiere,
chiusi nella gabbia dorata/
di un moderno condominio.
Vedersi senza guardarsi/parlarsi/
se non per dire "Buongiorno! Buona sera!
Buona Pasqua! Buon Natale!"
o per pensare al giardino tignoso,
al tetto che piove,
ai lampioni del viale,
agli abeti che rubano la luce alle finestre/
od entrano coi rami nelle stanze
e a tant´altre cazzate così.

Poi incontrarsi all´improvviso
sulla strada del dolore/della sofferenza della carne/
dell´ora estrema rinviata.
È bello guardarsi negli occhi
e sentirsi sodali,
ritrovare la voglia di vivere/ogni cosa alla buona/
banali occasioni/sagre, feste, sapori/
scaramucce di piazza/teatrino di farse
e comparse paesane.
E fare footing all´aria aperta,
con il cuore bambino/semplice/alla mano.

Poi all´improvviso/senza avviso/
il volo nell´Aldilà/
nel sole infocato di luglio/
su una spiaggia affollata e distratta.

Un giorno o l´altro scenderai le scale
-una sola rampa ci separa-
e verrai a trovarmi.


Tonino Capaldo






lunedì 23 febbraio 2009

Elisir d'amore per ..........un amico e Napoli.



a roberto saviano

oggi a napoli mi hanno rubato il portafogli.

era successo molti anni fa,
quasi allo stesso posto.
mentre il carabiniere scriveva svogliatamente la denuncia
ho pensato al tuo libro
e alle cose che nella pancia dell’animale
restano sempre uguali.
ieri pioveva e girava per la città
un’umanità annerita.
da solo non puoi fare di più, ma in tanti
bisogna spalancare
la bocca all’animale e farlo vomitare,
deve vomitare tutto quello che ha mangiato
tutti i morti ammazzati,
tutti i derubati,i minacciati,
tutti gli imbroglioni incravattati,
i politicanti prezzolati,
deve vomitare purei professoroni e gli impiegatucci,
la terra rubata alle colline,
la libertà concessa
ai farabutti.
è come fare un raschiamento uterino.
bisogna raschiare bene,
bisogna raschiare tutto.

di franco arminio


Giorgia e Pino Daniele - Napul'è - Concerto Napoli 2008

venerdì 20 febbraio 2009

Elisir d'amore per ........le " Ronde del piacere".

Un tempo c'erano "le ronde del piacere"!


Tango delle capinere .G: Cinquetti






.........oggi ci sono le "ronde della paura e dell'etnofobia" camuffate da:
"Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica, di contrasto alla violenza sessuale e in tema di atti persecutori"


Articolo 6

(Piano straordinario di controllo del territorio).

comma 3. I Sindaci possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini non armati, previa intesa con il Prefetto che ne informa il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, al fine di segnalare agli organi di polizia locale, ovvero alle Forze di polizia dello Stato, eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale.

comma 4. Le associazioni sono iscritte in apposito elenco tenuto a cura del prefetto . Con decreto del Ministro dell'interno, da emanare entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto legge, sono determinati gli ambiti operativi, i requisiti per l'iscrizione nell'elenco e sono disciplinate le modalità di tenuta dei relativi elenchi.

Eisir d'amore per la ..........pasione interista.

L'ultimo mitico incontro di Stradella (PV) dell'interclub "R.Vecchioni"

" ogni tifoso ama colorire la sua comunissima passione di sfumature eccezionali….Forse per giustificare la matrice infantile del tifo …Quasi che l'indice di sofferenza, come nell'eros romantico ,fosse anche indice di intensità sublime, dell'amour fou, di invidiabile dissipazione. Però bisogna ammettere che noi interisti, nel campo delle coloriture romanzesche, possiamo davvero godere di una condizione privilegiata. La squadra, come certe bellissime dame tisiche o amanti perdute del melodramma, ha una indubbia vocazione alla disgrazia..”
Michele Serra.






Essere interista è una categoria dello Spirito assoluto!


Si diventa interista col tempo nello lo scontro tra il fordismo padano e prosastico del 'ragioniere' Rocco e l’edonismo poetico e creativo del 'mago' Herrera . Diventa un fatto antropologico,culturale ….filosofico.”Tertium non datur” ….mi dispiace per i “parvenus” juventini che di fatto sono storicamente e culturalmente fuori dalle dicotomie essenziali della nostre radici culturali e filosofiche dell’Occidente calcistico classico e moderno . Essi sono tuttalpiù espressione ‘sociologica’ e come tale vanno agonisticamente affrontate nella sfera del ‘tattico’ mai dello strategico .Essi sono l'esistente noi l'essenza del calcio. Potranno nell’eventualità essere reali ‘avversari’ del momento mai assurgere alla categoria cognitiva del “nemico” sistemico. Essere interista è sopratutto avere e vivere un particolare stile o visione della vita o del mondo. I tedeschi che sono pensatori seri e profondi la chiamano in modo discriminatorio ed originale “ weltanschaung”. E’ nel dna biologico naturale per i darwiniani e un ‘dono’ e una ‘fede’ per i credenti o diversamete credenti , pur restando aperti agli influssi occasionali della cultura , della sociologia o della storia . Per un interista non c’è Presidente tecnocrate,mediatico o economicamente potente che possa manipolare questa sua passione o sentimento in gregarismo o sottomissione stumentale politica. L’interista è un ‘animale pensante’ che si nutre soprattutto dell’ arte dell’imprevisto,dell'estro, del caso ,del sogno ma sopratutto dela libertà.Vola alto e ama e si nutre di iperbole e paradossi.
L’interclub “Roberto Vecchioni” di Stradella é il microcosmo paradigmatico del polimorfo e polifonico popolo interista nella sua composizione singolare-plurale e nel suo aspetto liquido , poetico,musicale e creativo nella figura del Presidente Roberto Vecchioni e in quello solido , pragmatico,operativo, del suo conduttore e factotum Mario Filipponi. Un organismo vitale con una comune identità , racconti e una sua lingua che è soprattutto un modo di stare insieme , per sognare e soffrire insieme , per capire e farsi capire. Non è disamore o leggerezza di innamoramento il fatto che nella sua storia Suarez,Jair, Corso, Baggio, Ronaldo , Adriano o Ibra possono aiutarci volta per volta a sublimare le nostre tristezze di fondo o a enfatizzare le nostre gioie profonde come fatto momentaneo e mai eslusivo o definitivo .Sono utili al nostro sogno mai indispensabili alla sua realizzazione. E quando cambiano professionalmente casacca ci possono fare tristezza o pena mai ….rabbia o rancore! Noi siamo quelli delle passioni calde non di quelle finte o fredde nelle vittorie come nelle sconfitte . Perché noi sappiamo che le nostre tristezze,sofferenze,rabbie sono solo nostre e sappiamo anche che le gioie ritornano perchè noi abbiamo una visione ciclica, profonda, non superficiale della vita e del calcio e assieme siamo anche dei realistici sognatori. Sì siamo gli ossimori naturali del calcio e abbiamo bisogno di chi di volta in volta continui ad alimentarci o rappresentare al meglio le nostre contraddizioni, le nostre passioni , il nostro sogno: il sogno interista. Per noi il calcio non è solo una forma espressionistica ed epica che racconta con la sue storie passate,presenti e future la nostra identità ma è soprattutto una forma impressionistica e lirica dove l’ “io”, fatto di estro, imprevedibilità, scoramenti e creatività, la fa da padrone assoluto .Siamo una monarchia non costituzionale a propensione individuale. Siamo aristocratici,intellettuali e popolari assieme nella naturalezza e nella semplicità, nella leggerezza e nella profondità ma soprattutto nella autenticità e esclusività. Non abbiamo mai pensato al calcio e ai nostri club come un accolita o congrega di fedeli ad una religione sostitutiva di tipo laico, con una sua ritualità, i suoi simboli, le sue cattedrali, le sue sette. E nello stesso tempo il nostro rapporto è di tipo ‘sacrale’ anche se consapevoli che i nostri ‘riti’ sono sempre di evasione, gioia, teatro, sogno anche nei momenti tristi delle sconfitte momentanee e innaturali che risaldano viepiù il nostro amore, il nostro attaccamento, la nostra identità.
Noi siamo consapevolmente convinti di partecipare a una rappresentazione moderna della vita passionale , personale e collettiva che si sviluppa in un tempo ed uno spazio non galileiano ma eisnteniano dove undici calciatori titolari interpretano al meglio delle loro possibilità e capacità, una piece corale con le sue trame e i suoi linguaggi. Cifratori e dicitori di questi linguaggi sono i giocatori ,noi, sugli spalti , a casa, al bar siamo i sentimentali ,eslusivi e legittimati decifratori .In comune possediamo un codice, fatto di un' unica identità e amore : per gli uni professionale e momentaneo per tutti noi gli altri naturale e eterno.

Mauro Orlando



L'interista è .....un irredimibile " bandolero stanco".

giovedì 19 febbraio 2009

Elisir d'amore per ........un sogno da vivere in prima persona.


.........a CAIRANO col cuore e con i sogni


".......Adesso io posso accogliere solo silenzi, porte chiuse, anime leggere, non ho spazi in me per i rumori tipici dell’epoca. Sento che la vita giusta per me è andare in paesi come ........, da solo o con anime randagie. Oggi ho capito che forse comincia a nascere un sud che ormai dispera di ricevere attenzioni e cure e proprio per questo diventa pura poesia, torna selva, paesaggio, torna acqua che scorre, un sud ormai che neppure ci fa caso agli imbrogli di chi lo conduce, un sud che si sgretola e torna luce".  
di franco arminio


A Cairano, un borgo medievale di eccezionale valore, soprattutto archeologico, uno degli ultimi luoghi che ancora abbiamo incontaminati, dell’Italia meridionale, che si affaccia sul Vulture, sui monti Picentini e la valle dell’Ofanto, al confine con Puglia e Basilicata. Dal ventuno al ventotto giugno si sta organizzando una settimana delle arti per cui verranno studiosi da tutta Europa in modo gratuito a fare cultura animazione in questo centro che nel giro di pochi anni è passato da circa duemila abitanti a meno di trecento. Sostanzialmente sono rimasti pochi abitanti in ogni paese, un po’ l’emigrazione un po’ i ragazzi che non riescono più a stare bene qua, in questo territorio, e quando i paesi scendono sotto i duemila abitanti è come se si fermasse una macchina o il mondo. C’è bisogno un numero minino, una massa vitale, per rendere vitale un luogo. Da studi sociologici fatti, questo numero deve essere intorno ai cinquemila abitanti, appena si scende di sotto questa soglia, i bambini cominciano a spostarsi alle scuole dei paesi vicini e le persone preferiscono abitare dove c’è un minimo di negozi, di scuole, servizi e quindi questi paesi di cucuzzolo si stanno svuotando. Cairano è passata in pochi anni ad aver pochi bambini, che frequentano un’unica classe dalla prima alla quinta, allora quest’estate grazie ad grande un’artista di fama internazionale, l’anima di “Cirque du Soleil” prima e di “Dragone” ora, che ha riscoperto le sue origini è che lo portano sempre a Cairano, sia materialmente sia con il cuore, ha deciso innanzitutto di comprare casa per passare con la sua famiglia le vacanze a Cairano. Con la sua fondazione ha deciso di promuovere un festival delle arti ogni anno a Cairano, un evento artistico di portata europea con la partecipazione di persone interessanti, che verranno a dormire e risiedere a Cairano per una settimana. Ci saranno dei laboratori con ragazzi dei licei e dell’università, circa duecento persone rianimeranno questo paese per sette giorni. E’ una grossa scommessa perché adesso in questo paese lasciato, si tratta di far aprire le case far dormire le persone organizzare le cucine di questo meraviglioso paese. “Cairano riflette una luce che non ho mai visto, il dolce paese è qui e sorride. Sono le case, il fumo dei camini, sono la speranza, l’amore, e la sua presenza è un ammonimento: la vita può avere ancora un dolce sorriso solo se lo guardiamo con un cuore pulito.”

Elisir d'amore per ......gli "anni" di un buon amico.

.....................auguri a franco.
abbiamo questi uomini e queste donne
dentro di noi
e intorno a noi
abbiamo questi paesaggi
dentro di noi e intorno a noi,
non sappiamo fino a quando
guarderemo questa scena
fino a quando ci illuderemo
di cambiarla.
in ogni caso l’anima delle cose la trovi
solo se vuoi baciarla.
il mondo ti riesce vicino
solo se gli corri dietro come un bimbo
il suo palloncino.
armin
Gli anni di Roberto Vecchioni.

martedì 17 febbraio 2009

Elisir d'amore per .......le donne dionisiache.

Non è sapienza il sapere,
Né andare col pensiero
Oltre l’orizzonte della morte.
Il tempo è breve:
Chi segue l’immenso
Perde l’attimo presente.
Così vivono i pazzi,
Così vivono, per me,
Gli uomini perversi.

Euripide, Baccanti




Ci sono uomini che per mancanza di esperienza o per stupidità distolgono lo sguardo da tali fenomeni come da «malattie popolari», beffeggiandoli o compatendoli nella coscienza della propria sanità: questi pover’uomini neppure sospettano l’aspetto cadaverico e spettrale che assumerebbe questa loro «sanità» quando passasse impetuosa accanto a loro la vita ardente degli esaltati da Dioniso.
Friedrich Nietszche, La nascita della tragedia

Elisir d'amore per ...........Costituzione italiana.

Articolo 1

"L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.La sovranità appartiene al popolo che la esercita nella forma e nei limiti della Costituzione".


lunedì 16 febbraio 2009

Elisir d'amore per ........il paese che amo e odio.


Siamo un popolo di rivoluzionari, ma vogliamo fare le barricate con i mobili degli altri.

(Ennio Flaiano)

Vergassola legge Flaiano


« Fra 30 anni l'Italia non sarà come l'avranno fatta i governi, ma come l'avrà fatta la TV. »
(Ennio Flaiano)



Uno scherzo parodistico semiserio.


Nulla ,però attualmente
più deprimente
dei tristi e irrilevanti
alterchi
tra perdenti e vincenti
tra “mosche cocchiere”
fastidiosamente ronzanti
di retoriche asinine
tra orfani appesantiti
nella commedia dei poteri
nei camerini dei teatri berlusconiani
replicanti ipocriti
dell'eroico ventennio
tra “Duci e inciuci”
della postribolare provincia
di una italietta all'amatriciana
e giovani tecnocrati
politicamente scorretti
democratici di riporto
dalla virilità fascista
pubblicamente alberata
privatamente debole
alle insidie del cuore
parolai e blasfemi
tutti “liberali”
politically correct
relativisti
disordinati
approssimativi
e irridenti
alle regole
della grammatica e della sintassi
delle norme e delle leggi
futuristi mancati
di una estetica
senza sogni e speranza
per il peso di un passato
che non smette di passare
e per la superficialità
di un futuro alle spalle
ubbidienti e servili
ai vecchi e nuovi Duci
in sedicesimo
sempre proni
ad invocare
“Ordine e disciplina”
.per gli altri.
Voci impersonali
e stonati
nei cori di turno
-Come diceva il poeta:
“Chi oserà .ancora,
cantare fuori dal coro~?
“Noi”, “voi”, o “ loro”?
Io-Io-Io-Io-Io!!!!

mauro orlando

Elisir d'amore per .........Cairano .



7 x 7 a C A I R A N O ( AV)

Festa delle arti e della decrescita.

21 - 28 giugno


a Cairano!
Viviamo tutti in grande o piccole città, ove l’immagine della città si sfalda e il richiamo alla intimità naturale con la nostra comunità di nascita o di adozione amorosa senile diventa sempre più forte e coinvolgente con l’avanzarsi della età cosiddetta matura. Non sono un architetto e tantomeno un urbanista .Sono tuttavia convinto della non-disciplinarietà dell’urbanistica come delle altre scienze : “Siamo tutti urbanisti senza impiego, abbiamo tutti delle urbanità senza profilo” , abitanti un agglomerato che “un giorno dimenticherà persino di chiamarsi ‘città’.Così scriveva J.L. Nancy in suo saggio sulla città e sulla necessità di recupero del concetto di “comunità inoperosa” come qualcosa che ci è data, “un dono”,con l’essere e come l’essere, ben al di qua di tutti i nostri progetti, volontà e tentativi. Anche se la società è il meno comunitaria possibile, non è possibile che nel deserto sociale non ci sia, infima o addirittura inaccessibile, comunità. Questa forza amorosa centripeta ci richiama alla Ipinia d’oriente e ci costringe generosomente ad esporci personalmente a Cairano. Cairano non come metafora dell’Irpinia ma come epicentro ,cratere dinamico di un possibile o improbabile terremoto spirituale , mentale e corporale. Non un fine per la nostra felicità ,equilibrio, pace ma un luogo autentico culturalmente e spiritualmente definito e storicamente reale per vivere un nuovo e continuo inizio nell’incontro solidale di esperienze molteplici ,radicate e definite ma aperte perennemente al cambiamento ,al dubbio , al sospetto , al sogno e alla speranza.A Cairano non solo per “imparare a respirare, ascoltare, pensare, parlare, camminare, mangiare in modo da non causare disagio al mio corpo, alla mia mente, al mio cuore” .ma per esserci anche con il proprio disordine interiore , con le proprie distonie e dislalie ma in modo autentico e vero.L’eudemonismo , come tutte le teorie , è una sciocchezza ma la ricerca della felicità è cosa tremedamente seria , persino cruenta: è questo che ha provato a dirci Nietzsche col suo combattere le verità consolatorie della metafisica e del cristianesimo, col suo combattere per “il grande stile”. E lo stesso Socrate non è forse morto perché la sua felicità, la sua “conoscenza di sé”, gli aveva impedito di aggrapparsi indegnamente alla possibilità o promessa di una vita dorata e sbiadita nel palazzo di un re di Tessaglia. Vera scienza è per me quella in virtù della quale l’uomo si cura di sé non per recuperare o trasmettere una scienza , una tecnica o un insieme di conoscenze su quale si possa allungare le mani per riempire o ordinare la propria anima.L’uomo al di fuori della città e della comunità naturale e umana se pur “provvisoria o inoperosa” sarebbe destinato a sicura distruzione se non proiettato al rapporto con l’altro da sé, nonostante il possibile raggiungimento di un suo equilibrio,ordine o squilibrio e disordine interiore. Io porterò con me a Cairano sulle spalle il mio zaino pieno di contradizioni,dubbi, dolori ,sogni e speranze e mi piacerebbe conoscere e sentimi in “koinonia” e disponibilità all’ascolto e al silenzio con umiltà e umanità con tutti gli altri coi loro intimi e segreti problemi.Eviterò puntigliosamente tutti quelli che semplicemente percepirò come consapevoli o inconsapevoli “maestri”, “guru” di sapienza o di saggezza e peggio prescrittori anche piacevoli di tecniche o tisane della “felicità”.Mi lascerò accogliere amorosamente dagli abitanti, dalle case, dalle strade, dalle piante e dai fiori di Cairano e alla fine ,ringraziando per l’ospitalità e dei possibili doni non richiesti o sperati, me ne tornerò rinfrancato e felice nella mia città operosa e solida a riprendere il filo della mia vita nomade e viandante ad affrontare le mie contraddizioni ,dubbi, sospetti, sogni e speranze.Non chiedetemi altro ….ve ne prego!
mauro orlando
.......per ulteriori informazioni: Comunità provvisoria

venerdì 13 febbraio 2009

Elisir d'amore per ......un dolce e leggero morire.

di salvatore d'angelo.

........ci solleciti sul senso del morire. Se fosse solo questo il problema, ti risponderei che il senso del morire sta nel nostro dna: siamo una delle molteplici forme della materia vivente in continua trasformazione, ivi incluso il pensiero. Questo non ci dà alcun diritto di pensarci in termini di assoluto. O meglio, si può pensarla in questi termini, ma ciò non ci mette al riparo dal comune “morire”. La vicenda di Eluana non è solo della famiglia Englaro, ma tocca tutti e su questioni decisive. Direi che siamo a una svolta epocale, come con le vicende di Giordano Bruno, di Galilei, emblematiche della lotta tra assolutismo religioso/politico e il suo contrario.Bene ha fatto chi ha invocato il silenzio e i sentimenti di pietà e di carità. Essi, ancor prima che cristiani, sono “umani”, di tutti gli uomini, quale che sia il loro “dio”; in casi come questi è un bene abbandonarsi a questi sentimenti, e da essi lasciarsi guidare nelle scelte, perchè ci restituiscono ai nostri “limiti” e alla straordinaria bellezza di ciò. Limiti che, paradossalmente, ridanno “fiducia” all’io e al noi restituendoci alla “fallibilità” e all’irrinunciabile diritto dovere della libertà, al peso stesso della libertà.Se c’è un “progetto” chiamato dio, bisogna che vi sia un nuovo patto di libertà tra l’uomo e dio. Contrariamente alla legge antica questo non può che avvenire dentro ogni singola coscienza. Le leggi dell’ecclesìa/comunità (dello Stato) non possono sancire per tutti,nella norma giuridica, come un VALORE ETERNO E IMMODIFICABILE ciò che pertiene esclusivamente alla singola coscienza e là vive, prima di farsi riflesso/specchio offerto al confronto con l’altro da sé.Dire, con espressione mercantile, che “la vita è un bene indisponibile”, è insensato, ipocrita , crudele (e lo dico senza nessuna volontà di ferire): è proprio sulla “disponibilità” della vita che si fonda il patto tra uomo e dio; lo ha insegnato Cristo, rendendo “disponibile” la sua per la salvezza dell’ uomo,condividendo fino in fondo il tragico destino umano, in virtù della sua immensa compassione (pietas, empatia) .Ma non voglio assumere i panni del teologo; voglio solo dire che credo ci sia bisogno , in momenti di svolte epocali così laceranti, in cui si ripensano radicalmente i concetti di “naturalità” e “artificialità” della vita - l’idea stessa di vita e di morte, di non vita, di stati altri dall’una e dall’altra - di “dare fiducia” all’uomo, di rinnovare il patto tra lui e dio (di ripensare il senso del divino, per i diversamente credenti , della spiritualità per i non credenti), rinnovarlo su un più avanzato principio di libertà , non viceversa: a mio sommesso avviso, non può non fondarsi su un rinnovato patto di libertà la convivenza tra i membri dell’ecclesia/comunità/stato , che è plurale negli uomini, nelle idee e visioni del mondo. Dunque QUESTO DEVE GARANTIRE INNANZITUTTO la norma delle leggi dello Stato; vale a dire i PRINCIPI di convivenza e di reciproca salvaguardia delle volontà estreme, NON DEI VALORI ETERNI E STATOLATRICAMENTE “INDISPONIBILI” (quale mostruosità umana, ancor prima che giuridica!). A tal proposito ha detto cose sagge e moderate Gustavo Zagrebelski il 20 febbraio del 2008 in un articolo apparso su Repubblica ( e risale, dunque a un anno fa, se vuoi te lo mando per e mail); ed anche Umberto Eco ieri su Repubblica.Vorrei ricordare la dignità di Beppino Englaro, il peso della sua enorme responsabilità, assunta per amore della figlia , per pietas ed empatia; e lo ha fatto non al solito modo italico, ipocrita e clandestino, ma DENTRO la legge, richiamando TUTTI al DIRITTO DOVERE della LIBERTA’ e della RESPONSABILITA’. Quale che sia la nostra opzione etica sui problemi del fine vita e sulle nuove frontiere della scienza e della tecnica.Io spero che si facciano passi da gigante nella ricerca per alleviare il dolore ( la stragrande maggioranza delle persone in queste condizioni, se desidera la morte è per la assoluta insopportabilità del dolore) e in generale per rendere “disponibile” all’uomo una vita degna. Ma al di là di tutto questo dev’esserci sempre il diritto del singolo di “scegliere”, posto che le conseguenze della sua scelta ricadono su lui e lui solo, quale che essa sia. Viceversa, IMPORRE PER LEGGE LA SALVEZZA, O I VALORI DELLA PROPRIA FEDE, è negare due cose : la civiltà della libertà e quella dell’amore. Perché non c’è l’una senza l’altra. Ed è negare all’uomo ciò che il dio della “nuova alleanza” gli ha dato: la libertà (il libero arbitrio) di “scegliere” se “salvarsi” o meno. Non attraverso VALORI ASTRATTI IMPOSTI PER LEGGE, ma negli atti della sua singola vita.Piuttosto credo vada trovato un senso vero al vivere, al COME viviamo. E’ lì che vanno iscritte tali questioni. Io credo che non vi sia amore senza libertà, né libertà senza amore e che siamo ancora distanti dal realizzare tale civiltà.C’è una finalità, un “finalismo” nella vita? Non lo so, e poco m’ importa. M’importa come vivo : e non per dire sempre e solo “io io io” o per sentirmi solo “pensieri” mentre la carne marcisce” (L’uomo che muore, capitolo 53 de LA CURVA DELLA NOTTE, splendido romanzo di Andrea Di Consoli). Ma allora, qual è il senso del vivere e del morire? Forse una risposta sta nelle parole di commento che MICHELA ha postato nel reportage di Franco “I paesi rarefatti”, queste :
Il progresso e la tecnica hanno tolto tutto all’uomo. Ormai da tempo il cielo non è più una volta che abbraccia il mondo, le stelle non rispondono più agli dei, la luce non è più perfetta, ma un miscuglio di sette colori. Ancora, però, non sono riusciti a togliergli la poeticità della vita che è inscindibilmente legata alla mortalità: l’amore, la giovinezza, la bellezza, il piacere non sarebbero tali se noi fossimo immortali. E, per questo motivo, ricchi di poesia sono tutti questi paesini che tu descrivi (che un po’ mi ricordano Macondo), invasi dal flusso di invenzioni e di innovazioni che il mondo, pur negandosi loro, implacabilmente impone alla loro gente. Questi lembi di territorio dimenticati, simulacri di una stagione di vita, per certi versi, più felice, svelando la morte ad ogni angolo, sembrano raccogliere tutta la tenerezza dell’umanità e custodire la chiave interpretativa di tutta l’esistenza umana, ricordandoci in ogni momento che, vivendo nell’illusione di essere immortali, perdiamo quotidianamente il senso della preziosità di ogni istante della nostra vita mortale. (Le sottolineature sono mie)
Insomma,morire è nel nostro dna, non possiamo che imparare ad accettarlo. Con pietà, empatia, compassione. Ti saluto con questi versi , che tu ben conosci :
Quando morirò riempitemi le tasche
dei mandarini di Peppino,
portatemi tra i sambuchi di mio padre,
non chiudetemi gli occhi con le mani,
lasciate che l’ultima stella
mi accompagni nella notte.
(Andrea Di Consoli, da La Navigazione del Po)

giovedì 12 febbraio 2009

Elisir d'amore per ............la paesologia.

di franco arminio

"La meta è Riccia, provincia di Campobasso. Dopo Benevento prendo la strada per Pietrelcina, il paese di Padre Pio. C’è un po’ di traffico, ci sono le insegne, le case, il disordine del sud campano. Dopo Pietrelcina stacco netto. La strada gira sinuosa in un paesaggio collinare che si fa sempre più silenzioso e sgombro di presenze umane. Infilo un paese che si chiama Colle Sannita ed è un trofeo della tristezza: paese mestamente contadino, accantonato in mezzo alla strada, allungato come un cane in questo pomeriggio di settembre vagamente novembrino........
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Elisir d'amore per ..........la Costituzione italiana.




Una piazza per difendere la Costituzione
Alberto Custodero la Repubblica 12-02-2009

«La democrazia italiana è in bilico. È bene che lo sappiano i giornalisti di tutto il mondo». È l´allarme lanciato ieri alla Stampa Estera da Gustavo Zagrebelsky, primo firmatario della petizione «Rompiamo il silenzio» promossa da Libertà e Giustizia che ha già raccolto oltre 170 mila firme. In platea, ad ascoltarlo, c´era anche Oscar Luigi Scalfaro, l´ex presidente della Repubblica che, oggi pomeriggio, a Roma, darà voce alla manifestazione del Pd in difesa della Costituzione.Zagrebelsky ha spiegato così, alludendo al fascismo e al nazismo, la gravità del suo riferimento storico: «Non è la prima volta che l´Italia è il luogo di un esperimento politico. Lo fu, in passato, di un modello che poi si diffuse in tutta Europa. È chiara l´allusione?». «Il conflitto sulla Costituzione che stiamo vivendo da tempo - ha aggiunto - è di gran lunga il più distruttivo fra tutti i conflitti possibili». Per spiegare lo spirito del manifesto di Libertà e Giustizia sottoscritto fra l´altro dall´attore-regista Roberto Benigni, da Guglielmo Epifani e da decine di sindaci, il costituzionalista ha citato Norberto Bobbio. «Per il grande filosofo torinese - ha detto - la democrazia è un regime fragile e difficile. Il nostro documento è dunque un richiamo a tutti i democratici affinché stiano in allerta». Per Libertà e Giustizia, «il tarlo fondamentale per la nostra democrazia è la disuguaglianza, senza la quale la democrazia si trasforma in oligarchia». In una situazione in cui tutto si sta accentrando in "alto", spiega ancora il presidente emerito della Consulta (ma senza citare mai il presidente del consiglio Silvio Berlusconi), il problema del conflitto di interessi «è solo un aspetto». «C´è, poi - dice Zagrebelsky - la concentrazione del potere economico di cui noi cittadini non abbiamo alcuna idea». «E c´è, infine, la questione del voto, che oggi - sottolinea - è diventata un´altra cosa: le segreterie fanno l´investitura, ai cittadini resta il potere limitato di dire quanti politici entrano il Parlamento. Ma ciò è una deviazione della democrazia». Se la società civile è scesa in campo in difesa della Costituzione già da tempo con il manifesto di Libertà e Giustizia (che si può sottoscrivere anche su Repubblica. it), la politica si è mobilitata dopo il caso Englaro per difendere i diritti costituzionali. E, soprattutto, per fare quadrato intorno al presidente della Repubblica, attaccato dal centrodestra per non aver voluto firmare il decreto con il quale il premier Silvio Berlusconi voleva «salvare Eluana». Oggi, a Roma, alle 18, in piazza Santi Apostoli, luogo storico dove spesso il centrosinistra s´è ritrovato, si terrà una manifestazione organizzata dal Pd - alla quale hanno aderito anche l´Italia dei Valori di Antonio Di Pietro e i Liberaldemocratici - nel corso della quale parlerà Oscar Luigi Scalfaro, uno dei membri dell´Assemblea Costituente. A sostegno della manifestazione del Pd, è stato lanciato dall´Unità l´appello intitolato «Siamo con il presidente della Repubblica» che ha registrato più di ventimila adesioni, da Anna Finocchiaro a Dacia Maraini, da Giovanni Bachelet ai premi Nobel Rita Levi Montalcini e Dario Fo.

mercoledì 11 febbraio 2009

Elisir d'amore per .......il diritto al silenzio, alla solitudine e alla vita autentica.

.......requiescat in pace, sorridente Eluana !


Oggi sono ossessionato da un pensiero che si piega misericordiosamente sulla vita e la prende per mano; facendosi ponte tra la povertà della vita e la ragione. E’ allla ragione chiedo umilmente di offrire immagini innamoranti (dato che noi conosciamo e pensiamo per immagini), tali da fare innamorare di sé la vita. E’ l’amore che recupera il rapporto tra vita e realtà che deve far innamorare il cuore di chi è in crisi non per sua responsabilità. Si ha bisogno ,però, di una filosofia innamorante che ha bisogno di pietà e misericordia, la pietà come l’arte di saper trattare con l’altro, come sapienza pratica che consente di entrare in contatto con qualsiasi alterità senza ridurla a sè medesimo; e la misericordia come attitudine ad addolcire la ragione, in modo tale che questa sia in grado di offrire alla vita una verità velata ,leggera, non arrogante e autoritaria. La speranza allora diventa così fame ,desiderio e impegno di nascere del tutto, di trascendersi, di superare la crisi divenendo non prigionieri sofferenti e succubi delle volgarità degli altri ma figli dei nostri sogni ,delle nostre fantasie ,delle nostre speranze partendo dalle nostre radici o dalle nostre nascite biologiche e culturali. Noi sappiamo che la nascita fisica è solo un primo momento, e che si nasce incompiuti perché sta a noi compiersi e portare a compimento nel corso della propria vita ciò che in essi è solo abbozzato. Anzi noi sappiamo che questo è il compito precipuamente umano: realizzarsi secondo se stessi e secondo la propria libertà, a partire dai condizionamenti ambientali ,naturali, e storici.
I luoghi che scegliamo poi per la nostra vita mentale e sociale sono i luoghi di rivelazione e compimento del nostro essere che non è mai definito e definitivo.E allora resta sempre impellente e nascosto il desiderio e la voglia di portare alla luce quanto patisce e soffre o perchè rimosso o dimenticato nel buio inascoltato delle viscere o della mente o nelle pieghe più nascoste del cuore. Alla vita infantile abbandonata o dimenticata bisogna offrire immagini del nostro passato mentale e naturale che la facciano innamorare, e così è l’immagine di un possibile ponte della speranza e del sogno che si fa speranza , sostegno e mediazione proprio durante durante una soffrenza,un dolore un naufragio.E in questi giorni stiamo vivendo un volgare ,gridato, vergognoso 'naufragio'anche del morire come possibilità sacrale del vivere .E' i questi momenti di 'naufragio' sociale che io rivendico, a me stesso primaditutto, il mio diritto alla vita autentica, al silenzio nelle rispetto delle parole e alla solitudine come recupero del proprio tempo e della propria interiorità."...Se la nostra vita si svolge nel tempo,ritirandoci in questa interiorità- scriveva Marìa Zambrano- in questo nostro luogo di momentanea astensione, abbandoniamo la maniera temporale di prendere parte agli avvenimenti, di avere achefare con le cose per poterle maneggiare o di prendere parte agli avvenimenti comunio altrui.Entrare nella nostra solitudine implica poter disporre del tempo, muoversi dentro, e , se lo si fa bene, saperlo usare".

lunedì 9 febbraio 2009

Elisir d'amore per ......... due preghiere laiche per Eluana

Le Rose Blu - Roberto Vecchioni



Preghiera a Dio

( Voltaire, "Trattato sulla tolleranza", 1763)

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Non più dunque agli uomini mi rivolgo ma a te, Dio di tutti gli esseri, di tutti i mondi
e di tutti i tempi: se è lecito a deboli creature sperdute nell'immensità, e impercettibili
dal resto dell'universo, osare chiedere qualche cosa a te, a te che hai dato tutto, a te i
cui decreti sono immutabili quanto eterni, degnati di guardare con pietà gli errori
legati alla nostra natura; che questi errori non generino le nostre calamità. Tu non ci
hai dato un cuore perchè ci odiamo e mani perchè ci sgozziamo; fa' che ci aiutiamo
l'un l'altro a sopportre il fardello di una vita penosa e passeggera; che le piccole
differenze tra i vestiti che coprono i nostri deboli corpi, tra tutte le nostre lingue
insufficienti, tra tutti i nostri usi ridicoli, tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le
nostre opinioni insenssate, tra tutte le nostre condizioni così diseguali ai nostri occhi, e
così eguali davanti a te; che tutte queste piccole sfumature che distinguono questi
atomi chiamati "uomini" non siano segnali di odio e di persecuzione; che coloro che
accendono ceri in pieno mezzogiorno per celebrarti sopportino coloro che si
accontentano della luce del tuo sole; che coloro che coprono la loro veste con una tela
bianca per dire che bisogna amarti non detestino coloro che dicono la stessa cosa sotto
un mantello di lana nera; che sia uguale adorarti in un gergo che deriva da una lingua
morta, o in uno più nuovo; che coloro il cui abito è tinto di rosso o di viola, che
dominano su una piccolissima parte di un piccolo mucchio di fango di questo mondo,
e che posseggono alcuni frammenti arrotondati di un certo metallo, godano senza
orgoglio di ciò che essi chiamano "grandezza" o "ricchezza", e che gli altri li guardino
senza invidia:poichè tu sai che in queste cose vane non vi è nè di che invidiare, nè di
che inorgoglirsi.Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli! Che essi abbiano
in orrore la tirannia esercitata sugli animi, così come hanno in esecrazione il
brigantaggio che strappa loro a forza il frutto del lavoro e dell'industria pacifica! Se i
flagelli della guerra sono inevitabili, non odiamoci, non dilaniamoci gli uni gli altri
quando regna la pace, e impieghiamo l'istante della nostra esistenza per benedire
egualmente in mille lingue diverse, dal Siam fino alla California, la tua bontà che ci ha dato questo istante.




Elisir d'amore per ........un altro che ha visto l 'angelo'.

Caro Mauro, dal giorno in cui ho incontrato “l’angelo” sul treno , avvenimento che mi ha profondamente colpito,non riesco a dimenticare quello sguardo,anche se non riesco a ricordare i suoi occhi ,penso a questa cosa come ad una verità , e penso spesso all’emozione di incontrarlo di nuovo,e alle tante domande che avrei da porgli.
Qualcuno potrebbe pensare stupida questa mia riflessione , ma io ritengo che la sua semplicità e , le verità contenute nelle sue parole sublimate dal suo sguardo ,bastino a far pensare che fosse davvero un “angelo”

Alcuni momenti e pensieri di quell’incontro
- chiedo se ha qualche problema visto che non ha soldi e biglietto
- voce leggera e suadente, no non ho problemi e non sono questi i problemi
Io sono un “angelo” e sono qui per dimostrare che ci può essere una vita
Migliore, io non ho più nulla, ho donato tutto ciò che avevo, ed ora sento
di poter donare ciò che ho nel cuore.
- nel sentire quelle sue parole,in quell’angolo di treno l’aria si fece dolce e
Lieve,
- tu che fisicamente non c’eri, ed io che c’ero sentimmo le sue ali
battere.
-”l’angelo “sembrava caduto dal cielo su quel treno, era così evidente che quello
non fosse il suo posto abituale, sembrava pioggia caduta da un cielo senza nuvole

andrea marcocci


Cielo sopra berlino - Angeli

domenica 8 febbraio 2009

Elisir d'amore per .........l'amore.

Nuda sei semplice come una delle tue mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, sentieri di mela,
nuda sei delicata come il grano nudo.

Nuda sei azzurra come la notte a cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l'estate in una chiesa d'oro.

Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t'addentri nel sotterraneo del mondo.

Come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda.
Pablo Neruda


Dalla mina Amore disperato

sabato 7 febbraio 2009

Elisir d'amore ancora per .....un dialogo immaginifico.




caro nanos.
beato te che sei un umano con propensioni al sogno e alla fantasia e ai viaggi !La mia anima sente sempre più i morsi della tristezza e non ho un Getsemani in cui appartarsi per vivere sino in fondo la notte e i suoi desideri. A volte avrei voglia di diventare una cosa, un albero,un fiore o la nuvoletta su cui mi adagio per riposare la mia solitudine e le sue fantasie che... hanno visioni di altro .Non ha più voglia di guardare sempre con benevolenza gli uomini che non riescono a vivere oltre il presente e lontano dagli umori neri e le passioni tristi. Diventare una cosa anche per non essere suscettibile di interpretazioni malevoli ,astiose.....insomma umane troppo umane...........La nuvoletta che da sempre aveva guardato con benevolenza gli uomini dall'alto ultimamente ha avuto dei problemi di incomprensione con le altre nuvole amiche ,grandi, tronfie, piene di sè e nere di collera,di bufere e di elettricità e aveva deciso di disinteressarsi dei propri problemi e dei conflitti con la propria specie ed interessarsi dei problemi di una piccola "... comunità" cha dall'alto appariva laboriosa, tranquilla, serena e anche felice. Ma a ben vedere aveva con la sua sensibilità-iper costruito con dolore un sottile inferno dello spirito e aveva amaramente concluso che tutto non era come lui si era immaginato o forse aveva sperato .E per questo era stato colto da una sofferenza fredda e avvolgente come non aveva mai sentito prima. Avevo pensato anche a te con le tue medicine ,i tuoi palloncini o ....la tua moto del tempo truccata per le fughe non solo nel tempo e nello spazio .Ma sono perplesso e aspetto aiuti
mercuzio

Elisir d'amore per ......un dialogo immaginifico.




Carissimo Mercurzio,
sai oggi ho fatto quattro chiacchere con un aquila reale, era bellissima! Teneva degli occhi di un'azzurro color del cielo che si specchia nel mare.
L’ho incontrata mentre facevo un giro in alta quota con la mia moto del tempo, e mi ha detto che lassù ci si scorda delle nostre misere vite.
Lei così si lascia cullare dal vento, senza opporre nessuna resistenza, fidandosi solo del suo sentire, senza maschere nè inganni.
Visualizza altro, senza neppure aver bisogno di trattenere segreti sentimenti.
E, così riflettevo che gli uomini, così abituati a non dire, per non ferire, forse, o per non spogliarsi di quelle poche false certezza che li proteggono, così abituati a sfuggire gli sguardi per non rimanerne coinvolti, così capaci di mentire a loro stessi, non si rendono neppure conto che lassù c’è "solo" amore.
Amore col cielo, amore con la terra piccola piccola, amore col sole amore con il cielo che si specchia nelle acque, amore di occhi che si guardano e prendono lo stesso colore senza pretendere nulla di più se non amore.
E, cosi sono rimasto un pò a volare con lei, senza nessuna resistenza. Mi sentivo leggero.
E, così più che parlare, abbiamo danzato.
uacc uaa nanos

Elisir d'amore per......la prima radice.


Quando sono qui con te quello
che prima valeva per me
non vale più niente
ma quando sono sulla strada da solo
io mi sento sempre
un uomo in cerca
in cerca delle tue radici
in cerca delle mie radici...

Franco Battiato- le Tue Radici


"Il radicamento è forse il bisogno più importante e più misconosciuto dell'animo umano.E' tra i più difficili da definire.Mediante la sua partecipazione reale , attiva e naturale all'esistenza di una collettività che conservi vivi certi tesori del passato e certi presentimenti del futuro, l'essere umano ha una radice. Partecipazione naturale, cioè imposta automaticamente dal luogo, dalla nascita, dalla professione dall'ambiente. Ad ogni essere umano occorrono radici multiple. Ha bisogno di ricevere quasi tutta la sua vita morale, intellettuale , spirituale tramite gli ambienti cui appartiene naturalemente"...
Simone Weil

Elisir d'amore per .....il cammino della democrazia.........



Il cammino della democrazia non è un cammino facile. Per questo bisogna essere continuamente vigilanti, non rassegnarsi al peggio, ma neppure abbandonarsi ad una tranquilla fiducia nelle sorti fatalmente progressive dell’umanità… La differenza tra la mia generazione e quella dei nostri padri è che loro erano democratici ottimisti. Noi siamo, dobbiamo essere, democratici sempre in allarme”. Norberto Bobbio
Primi firmatari: Gustavo Zagrebelsky, Gae Aulenti, Umberto Eco, Claudio Magris, Guido Rossi, Sandra Bonsanti, Giunio Luzzatto, Simona Peverelli, Elisabetta Rubini, Salvatore Veca.
Rompiamo il silenzio. Mai come ora è giustificato l’allarme. Assistiamo a segni inequivocabili di disfacimento sociale: perdita di senso civico, corruzione pubblica e privata, disprezzo della legalità e dell’uguaglianza, impunità per i forti e costrizione per i deboli, libertà come privilegi e non come diritti. Quando i legami sociali sono messi a rischio, non stupiscono le idee secessioniste, le pulsioni razziste e xenofobe, la volgarità, l’arroganza e la violenza nei rapporti tra gli individui e i gruppi. Preoccupa soprattutto l’accettazione passiva che penetra nella cultura. Una nuova incipiente legittimità è all’opera per avvilire quella costituzionale. Non sono difetti o deviazioni occasionali, ma segni premonitori su cui si cerca di stendere un velo di silenzio, un velo che forse un giorno sarà sollevato e mostrerà che cosa nasconde, ma sarà troppo tardi.
Non vedere è non voler vedere. Non conosciamo gli esiti, ma avvertiamo che la democrazia è in bilico.
Pochi Paesi al mondo affrontano l’attuale crisi economica e sociale in un decadimento etico e istituzionale così esteso e avanzato, con regole deboli e contestate, punti di riferimento comuni cancellati e gruppi dirigenti inadeguati. La democrazia non si è mai giovata di crisi come quella attuale. Questa può sì essere occasione di riflessione e rinnovamento, ma può anche essere facilmente il terreno di coltura della demagogia, ciò da cui il nostro Paese, particolarmente, non è immune.
La demagogia è il rovesciamento del rapporto democratico tra governanti e governati. La sua massima è: il potere scende dall’alto e il consenso si fa salire dal basso. ll primo suo segnale è la caduta di rappresentatività del Parlamento. Regole elettorali artificiose, pensate più nell’interesse dei partiti che dei cittadini, l’assenza di strumenti di scelta delle candidature (elezioni primarie) e dei candidati (preferenze) capovolgono la rappresentanza. L’investitura da parte di monarchie o oligarchie di partito si mette al posto dell’elezione. La selezione della classe politica diventa una cooptazione chiusa. L’esautoramento del Parlamento da parte del governo, dove siedono monarchi e oligarchi di partito, è una conseguenza, di cui i decreti-legge e le questioni di fiducia a ripetizione sono a loro volta conseguenza.
La separazione dei poteri è fondamento di ogni regime che teme il dispotismo, ma la demagogia le è nemica, perché per essa il potere deve scorrere senza limiti dall’alto al basso. Così, l’autonomia della funzione giudiziaria è minacciata; così il presidenzialismo all’italiana, cioè senza contrappesi e controlli, è oggetto di desiderio.
Ci sono però altre separazioni, anche più importanti, che sono travolte: tra politica, economia, cultura, e informazione; tra pubblico e privato; tra Stato e Chiesa. L’intreccio tra questi fattori della vita collettiva, da cui nascono collusioni e concentrazioni di potere, spesso invisibili e sempre inconfessabili, è la vera, grande anomalia del nostro Paese. Economia, politica, informazione, cultura, religione si alimentano reciprocamente: crescono, si compromettono e si corrompono l’una con l’altra. I grandi temi delle incompatibilità, dei conflitti d’interesse, dell’etica pubblica, della laicità riguardano queste separazioni di potere e sono tanto meno presenti nell’agenda politica quanto più se ne parla a vanvera.
Soprattutto, il risultato che ci sta dinnanzi spaventoso è un regime chiuso di oligarchie rapaci, che succhia dall’alto, impone disuguaglianza, vuole avere a che fare con clienti-consumatori ignari o imboniti, respinge chi, per difendere la propria dignità, non vuole asservirsi, mortifica le energie fresche e allontana i migliori. È materia di giustizia, ma anche di declino del nostro Paese, tutto intero.
Guardiamo la realtà, per quanto preoccupante sia. Rivendichiamo i nostri diritti di cittadini. Consideriamo ogni giorno un punto d’inizio, invece che un punto d’arrivo. Cioè: sconfiggiamo la rassegnazione e cerchiamo di dare esiti allo sdegno.
Che cosa possiamo fare dunque noi, soci e amici di Libertà e Giustizia? Possiamo far crescere le nostre forze per unirle alle intelligenze, alle culture e alle energie di coloro che rendono vivo il nostro Paese e, per amor di sé e dei propri figli, non si rassegnano al suo declino. Con questi obiettivi primari.
Innanzitutto, contrastare le proposte di stravolgimento della Costituzione, come il presidenzialismo e l’attrazione della giurisdizione nella sfera d’influenza dell’esecutivo. Nelle condizioni politiche attuali del nostro Paese, esse sarebbero non strumenti di efficienza della democrazia ma espressione e consolidamento di oligarchie demagogiche.
Difendere la legalità contro il lassismo e la corruzione, chiedendo ai partiti che aspirano a rappresentarci di non tollerare al proprio interno faccendieri e corrotti, ancorché portatori di voti. Non usare le candidature nelle elezioni come risorse improprie per risolvere problemi interni, per ripescare personaggi, per pagare conti, per cedere a ricatti. Promuovere, anche così, l’obbligatorio ricambio della classe dirigente.
Non lasciar morire il tema delle incompatibilità e dei conflitti d’interesse, un tema cruciale, che non si può ridurre ad argomento della polemica politica contingente, un tema che destra e sinistra hanno lasciato cadere. Riaffermare la linea di confine, cioè la laicità senza aggettivi, nel rapporto tra lo Stato e la Chiesa cattolica, indipendenti e sovrani “ciascuno nel proprio ordine”, non appartenendo la legislazione civile, se non negli stati teocratici, all’ordine della Chiesa.
Promuovere la cultura politica, il pensiero critico, una rete di relazioni tra persone ugualmente interessate alla convivenza civile e all’attività politica, nel segno dei valori costituzionali.
Sono obiettivi ambiziosi ma non irrealistici se la voce collettiva di Libertà e Giustizia potrà pesare e farsi ascoltare. Per questo chiediamo la tua adesione.
Per procedere alla sottoscrizione è necessarioleggere e accettare la seguente nota informativa:
Caro visitatore,
il sito web www.libertaegiustizia.it ti permette di aderire personalmente a questo appello.


venerdì 6 febbraio 2009

Elisir d'amore per .........la democrazia costituzionale italiana.

E' in atto una vera e propria sfida ai limiti della eversione da parte del Presidente del Consiglio e dell'intero Governo contro la prerogativa costituzionale del Presidente Napolitano in garanzia e difesa di una decisione libera e responsabile della Corte Costituzionale sul diritto del papà di Eluana Englaro di rispettare la sua volontà dichiarata di una buona e giusta morte in nome della vita.
In una situazione di grave ,drammatica e preoccupante crisi economica e sociale si è scelto una pervicace e arrogante sfida istituzionale da parte dell'esecutivo contro l'autonomia di garanzia sia del Presidente della Repubblica che di uno dei massimi e autorevoli organi della magistratura. Scelta grave che gioca sulla pelle delle istituzioni democratiche ,partiti compresi chiamati ad una coerenza di mandato, e con la complicità irresponsabile e impietosa delle gerarchie ecclesiastiche e dei suoi militanti fondamentalisti .
Non basta la rabbia intellettuale o la critica pilatesca della stampa e delle coscienze laiche più avvertite e anche del Presidente della Camera Fini ma una necessaria e tempestiva mobilitazione di massa e individuale , generalizzata e con tutte le modalità che la democrazia rappresentativa ci mette a disposizione contro la possibile deriva democratica , e la conflittualità culturale e religiosa che strumentalizza e specula con cinismo un dramma personale e umano con una iniziativa politica grave e irresponsabile con l'apporto dell'appoggio disumano, senza pietà e un pò farisaica che incentiva e promuove cattiva coscienza clericale e fodamentalista in disprezzo di una fede umanamente coerente in difesa della vita in tutte le occasioni di morte che affligge l'umanità sofferente degli "ultimi" in un mondo sempre più ingiusto e non solidale in economia, nella cultura e nella politica.

Mauro Orlando.



Il Caimano di Nanni Moretti

Elisir d'amore per .......la giusta distanza e l'equilibrio.

I PORCOSPINI di SCHOPENAUER



“In una fredda giornata d’inverno un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta e per proteggersi dal freddo si stringono vicini. Ben presto però sentono le spine reciproche e il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li porta di nuovo ad avvicinarsi si pungono di nuovo. Ripetono più volte questi tentativi, sballottati avanti e indietro tra due mali, finchè non trovano quella moderata distanza reciproca che rappresenta la migliore posizione, quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi e nello stesso tempo di non farsi male reciprocamente”
E' l'auspicio che io faccio a tutti quelli che a vario titolo e con varie storie si sentono di "sinistra" e hanno a cuore di mettersi in gioco per cercare nei fatti e nelle azioni di continuare questo magnifico viaggio che quelli che ci hanno preceduti nella sofferenza e nella gioia hanno cominciato anche per noi spiegandoci che ognuno deve metterci del suo a patto che non pretenda di imporlo mai agli altri per nessuna ragione o presunzione sempre nei limiti del pensare e agire umano e mai come mandato o rivelazione divina.

mercoledì 4 febbraio 2009

Elisir d'amore per .....una festa della luce ,il solenzio.l'aria ,la bellezza,le persone di Cairano (Av)

Cairano ......ieri.




I PELLEGRINI DELLA CLEMENZA


Non è facile abitare un paese dell’Italia odierna. Spesso ci si trova assediati dallo sconforto, dalla desolazione indotta dalla mancanza di prospettive per sé e per i propri figli. Spesso c’è un silenzio cattivo che s’infila sotto ogni porta, c’è il rancore di sfinirsi nei soliti giri che non portano mai a niente. Ma c’è una desolazione che è anche beatitudine, c’è la luce di Cairano, c’è il silenzio buono di questo paese piantato come un meteorite nell’Irpinia d’oriente, un sud esposto a sud, un paese che guarda a un mare d’erba, alle alture lucane, ai nidi alti del pensiero meridiano. Saremo ogni anno per una settimana a partire dal giorno più lungo, dal ventuno al ventotto giugno. Portiamo a Cairano chi lavora per la bellezza, chi ancora crede al mondo come a un luogo per amare ed essere amati. Sette giorni dentro un paese, dentro la sua luce che scende dal cielo adagiato sulla rupe e poi sulle case e poi ancora più giù fino alle serpentine dell’Ofanto e dell’Orata. Un paese e un paesaggio, i suoi abitanti, quelli che lo amano da qui e quelli che lo amano da lontano. Il paese di Franco Dragone, la grande arte di un uomo che non a caso nasce qui e si nutre della teatralità bizantina. Sette giorni di giugno per una festa dell’aria e della bellezza. Gli abitanti, gli artisti, i visitatori saranno davanti a un paese sobriamente festoso. Si riapriranno tante porte, chi ha smesso di raccontare le sue storie riprenderà a parlare, a sorridere. L’esperienza di una nuova alleanza con le cose, con gli animali, con le piante. Non la semplice proposizione di eventi confezionati altrove. Non si viene qui per esporre le proprie mercanzie artistiche o dialettiche e andare via. Non si viene qui per fare un numero, per eseguire uno spartito confezionato altrove. Cairano come luogo d’intreccio, come capitale dei confini. Ogni arte, ogni persona si sporge sul bordo di se stessa, si pone in bilico, in ascolto di altre arti, altre persone. Artisti pellegrini che giungono in un paese che diventa santuario di nuova religione, la religione della clemenza. Giovani e anziani, contadini e teatranti, musicisti, scultori, poeti, architetti, pensatori delle panchine, pellegrini e residenti, gastronauti e artigiani, tutti uniti per svolgere una serena obiezione all’esistente.

FRANCO ARMINIO


Cairano......oggi.

martedì 3 febbraio 2009

Elisir d'amore per ........la musica e il canto.

…i suoni sono eventi dinamici, non qualità statiche, e perciò sono transeunti per natura. Ciò che li caratterizza non è l'essere bensì il divenire.

Adriana Cavarero

A più voci (Feltrinelli, Milano 2003)





Ma qui la morta poesì resurga,

o sante Muse, poi che vostro sono;

e qui Calïopè alquanto surga,

seguitando quel canto con quel suono

di cui le Piche misere sentiro

lo colpo tal, che disperar perdono. (Purg. I, 7-12)




Ne 'La sera del dì di festa' una voce che canta nella notte, che prima non si udiva, poi si sente avvicinarsi, di cui infine si percepisce l'allontanamento, il passare, lo svanire nel nulla, è la cifra del divenire, e della sua percezione tragica in Leopardi: le cose escono dal nulla per ritornarvi.
Affermare che il suono è caratterizzato dal divenire non è, tuttavia, un atto innocente: significa situarsi in pieno nella tradizione dell'Occidente. Tutto il libro della Cavarero (che io trovo bello: perché è bella la scrittura e perché mi sollecita a pensare, come fanno sempre i libri che dicono cose diverse da quelle che penso io--ma io cerco la diversità) sta dentro la filosofia occidentale, che comprende negli ultimi secoli un vigoroso filone antimetafisico, che nel Novecento è germinato in vari modi, dei quali il filone del pensiero della differenza è uno.
La filosofia ha distolto fin dalle sue origini lo sguardo dalla sua stessa origine, dall'altare sacrificale. Il timore platonico di ciò che sfugge al controllo del sistema videocentrico del linguaggio è il timore della mimesi violenta, del dilagare del contagio della violenza nel gruppo umano della polis. L'intera costruzione del sistema platonico è intesa al controllo della violenza, al suo differimento, ma mediante una complessa strategia di deviazione sul corporeo in sé. La Cavarero sfiora l'intuizione di questa verità a pag. 177, là dove scrive

"Certo Platone non poteva neanche immaginare l'impatto sull'orecchio occidentale di jazz, rhythm and blues, rock, rag e ritmi simili. Non poteva immaginare la vicenda moderna che porta il teatro del melodramma a trasferire i suoi effetti sconvolgenti sul pubblico del concerto rock dove si rinnova il rito di "acclamazioni a piena voce, perdite di autocontrollo, deliri collettivi, lacrime, svenimenti, fanatismi d'ogni sorta e bizzarria". Ha tuttavia lasciato istruzioni precise perché la causa di questi fenomeni venisse estromessa dalla polis".


lunedì 2 febbraio 2009

Elisir d'amore per .......Desenzano solidale.


Desenzano Solidale
....diamo loro una speranza di una vita normale.

Chernobyl 22 anni dopo
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"Durante i mie frequenti soggiorni sul lago di Garda, ho casualmente incontrato e stretto amicizia con un gruppo di volontari dell’Associazione “Desenzano Solidale”, con sede nell’omonima città, che si occupa attivamente dell’ospitalità dei bambini colpiti dalla nube tossica del reattore nucleare di Chernobyl, la cittadina dell’Ucraina che molti ricorderanno per lo sciagurato disastro del 1986.
Ho, quindi, potuto apprezzare di quest’associazione i concreti aiuti forniti finora ad alcune località della Bielorussia, colpite direttamente o indirettamente dalla famigerata nube tossica di Chernobyl. Tra queste opere portate a termine ci sono la totale ristrutturazione di una scuola con il rifacimento dei principali servizi, della mensa, della cucina e la costruzione di un asilo.
Interventi che, con mia sorpresa, sono stati realizzati con materiale e manodopera del posto, consentendo così un doppio vantaggio per quelle popolazioni: donargli delle strutture sociali creando i presupposti per far “circolare” l’economia.
Un altro importante progetto che ho potuto apprezzare, dopo l’incontro con gli amici di “Desenzano Solidale”, è il servizio di accoglienza riservato ai bambini, che vivono in zone contaminate dallo scoppio della centrale nucleare di Chernobyl, per una vacanza di risanamento psico-fisico sulle rive del lago di Garda.
Queste persone si preoccupano, inoltre, di organizzare numerosi “viaggi della speranza” per questi bambini e di individuare famiglie italiane disposte ad ospitarli.
Quello che fanno è ammirevole e meritano tutta la mia stima e il mio appoggio morale.
È importante aiutare chi sia meno fortunato di noi.
Se volete informazioni li potete contattare: saranno lieti di darvi tutte le informazioni necessarie
Roberto Vecchioni



L’associazione “Desenzano Solidale” nasce in coerenza con lo spirito del volontariato, che è alla base del bisogno di dedicare parte del proprio tempo ed energie, a favore di soggetti più deboli.
La neonata associazione,nuova nella sua costituzione,ma già ricca di esperienze
al suo interno,è composta da persone accomunati dalla voglia di mettersi in gioco,
proponendo questa nuova realtà sia al mondo del volontariato che alle istituzioni che ben conoscono il valore e la necessità di queste iniziative.

domenica 1 febbraio 2009

Elisir d'amore per la ......mia Irpinia offesa .

IL FORMICOSO E IL DESTINO DELL' ALTA IRPINIA


di Paolo Saggese
Sappiamo, in modo ufficioso, che il Formicoso sarebbe idoneo ad “ospitare” una megadiscarica. Dunque, sappiamo che il Formicoso, uno stupendo altipiano dominato dall’acqua, dal grano, dal vento, dalla natura, sia idoneo ad essere deturpato dall’uomo. Purtroppo, di questa “idoneità” del Formicoso eravamo tutti a conoscenza: sappiamo quanto l’uomo sia abile a rendere brutto ciò che è Bello, a svilire ogni cosa, a farle perdere valore, armonia, a sporcare tutto ciò che la Natura, che Dio ci ha affidato e che noi tutti non siamo in grado di preservare. Intanto, l’Alta Irpinia muore, muore perché perde continuamente abitanti - lo ha ricordato con la solita attenzione e acutezza il Sindaco di Lioni Rodolfo Salzarulo: in poco più di cinque anni più di duemila residenti in meno, ovvero l’equivalente della popolazione di un paese come tanti della nostra Irpinia.
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