sabato 27 settembre 2008

Una boccata di "bellezza in musica e parole"

"Colui che si annoia nell’ascoltare una bella musica lascia intendere che la bellezza dello stile e l’incantesimo dell’amore non avrà su di lui che poca potenza."(Emmanuel Kant)

Fabrizio De Andrè: Preghiera in gennaio
...per Luigi Tenco: "una voce che canta nel vento."



" E perchè i poeti nel tempo della povertà" si chiedeva con ingenua curiosità Holderlin.Perchè riproporre un luogo che Platone abitava difendendosene, un luogo che Nietzsche frequentava per capire quel troppo che aleggiava nella menzogna poetica: "I poeti mentono troppo!".Sempre i poeti non come custodi del senso, non tutori del linguaggio, non sacerdoti dell'indicibile e dell'impensabile.
Perchè i poeti ancora? Perchè la filosofia e il pensiero razionale li ri-chiama quando " nel mezzo di questa notte, la povertà del tempo giunge al suo apice" (Heidegger). Perchè solo loro sconsideratamente per una sorta di "follia" divina e dolce si arrischiano a farsi lettura e memoria di una temporalità e soggettività con le parole non forti e chiare della filosofia ma con la "nuance" che non ha nulla di delicato "perchè i poeti abitano le sfumature della luce o "i chiari di bosco" e riescono a vivere ,incoscienti, anche "la notte del mondo quando va verso la sua mezzanotte" (Heidegger)

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