sabato 25 luglio 2009

Elisir d'amore per ......CAIRANO: un paese per parlare.

Pomerigio di luglio al mio paese
ma io cosa voglio da questa gente
e da questo paese steso
senza grazia sull’altura?
lo attraverso e lo guardo
in continuazione
forse vorrei zittirlo sotto un metro di neve
oppure cucire una casa all’altra
col filo del respiro
salutare con calma
con sorriso
guarire non so come
la tristezza
di chi è in giro.

armin








Ci sono dei paesi dove si possono fare belle conversazioni. Cairano è uno di questi. Perché un paese ci dia le parole, le sue parole, occorre che abbia molto cielo e molta terra e pochi abitanti. Ci vuole un paese calmo, senza bramosie. In un paese così ci devi andare da solo o con poche persone e per prima cosa ti devi sedere e guardare. Le parole non arrivano subito, quelle che arrivano subito non sono quelle giuste. Le tue parole e quelle di chi ti è vicino hanno bisogno che il corpo prenda pace, hanno bisogno che non ci siano intralci al respiro. Ecco, adesso Cairano è un muro basso, una riga di tegole che divede le cose piccole della terra dalle cose grandi del cielo. Adesso puoi anche leggere una poesia.

Qualcuno ha scritto che la letteratura non è nata il giorno in cui un ragazzo uscì di corsa dalla valle di Neanderthal, gridando “al lupo ,al lupo” con un grosso lupo alle calcagne, ma il giorno in cui il ragazzo continuò a gridare “al lupo,al lupo” senza che ci fosse nessun lupo dietro di lui. La grande e bella finzione! Un pretesto per narrare e per raccontare un universo che non necessariamente deve rispecchiarsi nel reale.In fondo il reale è ben poca cosa ,così banale senza la felicità, la disperazione, il volo e il tonfo di un poeta che si veste,traveste, si sdoppia, raddoppia la maschera, nel teatro della finzione e della realtà.Il poeta si fà ‘fingitore’ anche della stessa finzione ma per stanare comunque la realtà dalla sua quotidianità, banalità e superficialità. E sa fingere di essere anche un altro ma ….per scrivere . Di Bisaccia , di Cairano ,dei suoi abitanti tristi e rancorosi o della sua natura bella e mortificata non importa con le parole della poesia in un azzardo del linguaggio che riesce a dire le ragioni di un desiderio,di un amore,di un dolore….ad annullare la distanza invalicabile tra la terra e il cielo, a osare pronunciare l’emozione di esistere anche nel dolore dell’anima in confusione tra scrivere e vivere, e a riuscire ,"strane creature", a riguardarselo questo mondo inventato per vedere di nascosto come gli è venuto, felici e disperati e godere e soffrire perfino del parere degli altri.” Mirabile dictu”!!!

mauro orlando


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