sabato 11 luglio 2009

Elisir d'amore per ...il rispetto della cultura critica.

Copertina dell'edizione originale de "l'elogio della follia" posseduta dallo stesso Erasmo da Rotterdam


Siamo sempre più alle solite manipolazioni improprie dei testi sacri della filosofia ad "usum Delphini" da parte del attuale Presidente del consiglio.Anche questa fa parte di un consapevole-inconsapevole programma di mutazione antropologica e culturale che non trova precisazione,contrasto o critica nella intellettualità italiana ben foraggiata nelle università e accomadata nelle case editrici italiane.Dopo aver curato presso la casa editrice di sua proprietà con una introduzione 'patacca' e di seconda mano ,una edizione critica de' "L'elogio della follia" di Erasmo da Rotterdam ancora una volta ne fu un uso improprio e strumentale per magnificare il "grande successo " personale per la buona riuscita del G 8 ! Un buon esito dovuto alla sua creativa 'follia' «come diceva lui le decisioni più rappresentative sono spesso frutto di una lungimirante follia»
Coprendo in questo modo la gravità della sua vera patologia (follia-malattia) che determina le sue abitudini erotiche-postribolari di questi ultimi tempi.Che hanno visto la scelta ridicola delle "due ministre" come sostitute 'chiacchierate della ancora legittima 'first lady' Veronica con la dovuta benedizione apostolica-cattolica-romana del Papa in persona! Mala tempora cucurrunt!!!!!!!
Riportiamo un brano del "Diario postribolare di un italiano" di un anonimo non molto anonimo.....
"E così aveva cominciato a tessere un suo labirinto mentale che doveva portarlo dritto ,dritto alla pazzia….
Ma non era stato proprio un grande filosofo di fede moderna come Pascal a considerare la follia degli uomini talmente necessaria che non essere folli sarebbe solo un altro modo di esserlo! L’essere umano è “al disopra della natura e insieme ineluttabilmente coinvolta in essa fino a perdersi.
Perso oramai del tutto il cervello, gli venne pensiero più stravagante che sia mai venuto a un pazzo “dare un senso logico alla sua follia” come aveva colto nel ambiguo e tragico progetto di Amleto di cui pur non apprezzava il morboso e esagerato attaccamento alla madre ,meno che meno i suoi filosofici e inconcludenti dubbi.
Dopo tanto pensare e ripensare ecco la chiave di volta che avrebbe dato senso alla sua vita : “La pazzia è una forza vitale creatrice !”Gli parve da allora opportuno e necessario sia per accrescere il proprio onore, il proprio patrimonio, sia per servire il proprio paese, di farsi “innovatore rivoluzionario”. Il pover’uomo già si figurava i contrasti, gli ostacoli, gli sberleffi dei dotti, dei saccenti politici “comunisti” e di tutti i parrucconi della stampa e dell’Accademia. Ma una sola convinzione lo rassicurava e confortava .”L’intuizione rivoluzionaria, si ripeteva a suo stesso conforto nei momenti di sofferente solitudine lontano dall’azione, viene sempre percepita al suo manifestarsi come priva di buon senso, addirittura assurda. E’ solo in un secondo tempo che si afferma, viene riconosciuta, poi accettata e persino propugnata da chi prima l’avversava. La vera genuina saggezza sta quindi non in un atteggiamento razionale, necessariamente conforme alle premesse e perciò sterile, ma nella lungimirante, visionaria pazzia”. Mentre così recitava a se stesso il povero Erasmo ebbe un sobbalzo nella tomba .Mai avrebbe pensato di servire a pretesto delle più stravaganti e contraddittorie azioni economiche e politiche del nuovo Millennio così lontano dai suoi pensieri utopici.
Anche se nel fuoco incrociato delle varie intransigenze del primo Cinquecento aveva desiderato, in molti momenti ,ardentemente “essere uomo di pace” senza essere in grado di acquisire le nuove virtù e i nuovi vizi del suo secolo: eroismo e intolleranza. Già in vita si era abituato ai giudizi e alle interpretazioni più disparate del suo pensiero. Si considerava troppo intelligente ed equilibrato, troppo fine di gusti, troppo libero di mente, troppo poco fornito di quella “pazzia” che pur aveva glorificato come elemento indispensabile alla vita intima, per non trasformarsi secondo le attese di molti o le astuzie di qualcuno, destinate le prime ad andare disattese o deluse e ,le seconde ,rappresentare ruina personale in una improbabile esposizione nella vita pubblica......"

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