
Tra i miei libri universitari ho rintracciato una copia del prezioso ed introvabile catalogo di una mostra di Architettura ed Urbanistica organizzata dal Comune di Brescia nel 1981. Rileggendo l’introduzione a cura del prof. Leonardo Benevolo mi ha molto colpito, ora come allora giovane studente alla facoltà di Ingegneria di Napoli, l’attualità delle argomentazioni di Benevolo.
Condivido con i mie lettori una parte dell’articolo, riflettendo sul fatto che le convinzioni del presente, per ognuno di noi, sono frutto dei nostri maestri. Grazie alla mia prof.sa Costanza Caniglia Rispoli e grazie, ovviamente, al prof. Leonardo Benevolo.
“La storia della città di Brescia è stata studiata e raccontata molte volte. Questa mostra non presenta una nuova esposizione di questa storia. ma tenta di ricavare dalla vicenda passata alcune indicazioni utili per le scelte presenti e future. Quindi ripercorre le varie fasi della storia cittadina per individuare, di ognuna di esse, gli apporti durevoli, che concorrono a formare la città moderna dove oggi viviamo.
Lo scenario accumulato dalle generazioni passate intorno al riferimento di un nome costante, e occupato da noi oggi, è il punto di partenza migliore per valutare i legami fra il passato e il presente. I libri, i documenti, gli oggetti custoditi nei musei ci aiutano a ricostruire criticamente la vita di allora. Ma collocando la nostra vita quotidiana nell’involucro di quella passata, noi possiamo in qualche misura frequentare e guardare direttamente la realtà del tempo trascorso, da cui ci dividono per un altro verso tante insormontabili differenze di mentalità e di abitudini. Cent’anni fa – quando la continuità col passato era assicurata per altre vie – questo canale di comunicazione non era cosi importante (e l’involucro edilizio poteva essere manomesso con meno rimpianti). Oggi, mentre l’entità e la velocità dei cambiamenti appiattiscono la dimensione retrospettiva della nostra esperienza, il corpo della città costruita diventa un prezioso strumento di riflessione e di ascolto. Mentre Brescia si interroga sul suo avvenire, conviene distinguere le voci del passato, e riconoscere nell’immagine stratificata della città i contributi delle varie epoche, che si fanno presenti a noi principalmente con questo mezzo.”
Pubblicato in Gradelle, architettura, modernità incivile, pianificazione territoriale, ricostruzione, urbanistica Tag: Gradelle
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