martedì 14 luglio 2009

Elisir d'amore per ........una fase "costituente"

La COMUNITA' PROVVISORIA .....dal mito alla realtà.Nella storia delle comunità il passaggio di una fase costituente è piena di fascino,di passioni,entusiasmi di"sentimenti caldi" ma anche necessita di razionalià e concretezza i cosidetti "sentimenti freddi".
"Lo Stato nascente"......

Lo stato nascente germina solo nel seno di istituzioni mature, dove condizioni economiche, sociali e culturali determinano un'ambivalenza, una frattura tra gli individui e l'ordine vigente.

Lo stato nascente è un'ispirazione, una rivelazione, una conversione, ma non è uno stato di beatitudine che si raggiunge, per esempio, con la meditazione o le pratiche ascetiche: nasce da un disagio e dalla voglia di elaborare una nuova solidarietà.

Può essere un'esperienza solo collettiva: da essa può svilupparsi il movimento, il quale è definito come processo storico, che porta all'istituzione e termina quando si riproduce una quotidianità. (wikipedia)






"Il bene collettivo di una città o nazione può sempre essere scomposto in ciò che è bene per i membri della comunità o della nazione o per coloro che ne sono influenzati. Il bene collettivo non è diverso dagli interessi o dal bene delle persone che compongono la collettività o che ne sono influenzate".
....buttiamo lì alcuni elementi teoretici di riferimento e di rompicapo........
" QUIS CUSTODIET IPSOS CUSTODES?"
II problema del potere costituente rappresenta un autentico «rompicapo
» per una cultura giuridica abituata a lavorare con le due categorie complementari
del legittimante e del legittimato. Con differenti variazioni di
terminología si ripropone sempre la dualitá di posizioni giuridiche fondamentali
composta da un soggetto che conferisce il potere ed un soggetto
che lo riceve e lo esercita. Si tratta naturalmente di una estrema semplificazione
teorética, giacché nella concretezza dei rapporti giuridici i conferimenti
e le traslazioni di potere sonó plurimi e variegati e spesso non é
facile distinguere la fonte principale del potere, anche se non si dubita che
il potere stesso trovi la sia origine nella volizione di un altro soggetto che
glielo trasmette.

é stato precisato che il potere costituente
é il prodotto di un compromesso tra diritto e política, poiché in esso «é
(...) inscindibilmente presente l'aspetto "político" della decisione che scaturisce
dalla differenziazione, dalla competizione e dal conflitto, e l'aspetto
"giuridico" del disciplinamento degli interessi in gioco, della loro
riconduzione ad opzioni di lungo periodo, da incardinare nella costituzione
formalmente intesa e nelle istituzioni politiche che essa é in grado di costruire
e di legittimare»13. Resta sempre insoluto pero il problema della
combinazione, della sintesi e dell'interazione reciproca tra 1'elemento «político
» e quello «giuridico» del potere costituente.

Se non si vuole aderire ad una visione irrazionalistica estrema, bisogna
convenire che la comparsa del potere costituente non puo essere concepita
come un evento sovrumano, imprevedibile e incontrollabile, provócalo da
forze sconosciute e improvvisamente rivelatesi. Si tratta di un intervento
posto in essere da forze reali e quindi giá esistenti nella societá, che operano
nel senso di modificare le norme costituzionali vigenti.

Passare da un'idea soggettiva di sovranitá (e di potere costituente) ad
un'idea oggettiva richiede il superamento di uno dei piü resistenti inciampi
mentali della dottrina costituzionalistica moderna. Bisogna superare sia il
pregiudizio dell'insostituibilitá del principio autoritario soggettivo nel diritto
pubblico, sia la preoccupazione che l'oggettivizzazione sia il veicolo
per l'introduzione di un «governo dei custodi»

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