mercoledì 22 luglio 2009

Elisir d'amore per .........francesco guccini



.......Sta di fatto che da “La locomotiva” in poi Guccini esce dalla osteria, entra nel giro, anzi inventa lui stesso quel “giro” che sono i concerti dal vivo, davanti a migliaia di persone. Il messaggio per pochi, la parola conviviale, quasi da simposio archilocheo, trova il suo naturale sfogo in platee sempre più ampie. Mitizzato dal fascino di una canzone, Guccini viene riletto, ripercorso a ritroso, amato, compreso. “La locomotiva” ha fatto da ariete, da punta di diamante, ma ora l’identificazione contagia e si propaga tra i giovani proprio sui temi più gucciniani del dubbio, del tempo che fugge, dell’intuizione, dell’orlo della verità, che tutti si sentono dentro e uguali e così personali.
Guccini costruirà di qui in poi una crescente, solida, prorompente reiterazione di sé e del suo tema, variando in modo incredibile le forme, mutando coordinate alle parabole, in perfetta coerenza ideale tra passato e futuro. Continuerà a concepire la verità come inesistente, laddove “esiste solo la carnevalesca volontà di giocare una scelta. Il dubbio assiduo è l’unica certezza”.
Il non colto, il vagheggiato, la fuga del tempo, la labilità dell’amore, ma pure il senso del porto, il luogo natale, così come la provvisorietà e l’incommensurabile dolcezza di alcuni attimi di vita sono alla base del suo concetto di “medesimezza umana” (come diceva Gramsci), per il quale è sintomatica la “canzone quasi d’amore”. La “medesimezza” è un’uguaglianza esistenziale fra gli uomini che si coglie solo a cercarla, a pensarla: non appare e non te la senti addosso se svicoli o ti perdi negli effetti e nella funzione del quotidiano. Più viva, più forte, più determinante si configura in chi è spiazzato, o senza collare, o diverso, o stanco, o deluso, per chi insomma è “pecora nera”, non nel senso amorale del termine, ma decentralizzato, fuori dal coro delle ovvietà. La medesimezza è riconoscersi di un’unica e faticosa umanità proprio nel confronto di quei particolari, di quegli stimoli, di quegli istinti che sono iscritti in noi da sempre e sono naturali e quindi “neri” rispetto ad un’omologazione sociale imperturbabile, distratta, lieta di rimuovere che ci fa “bianchi”.........
di roberto vecchioni



Francesco Guccini Autunno

Un'oca che guazza nel fango,
un cane che abbaia a comando,
la pioggia che cade e non cade
le nebbie striscianti che svelano e velano strade...

Profilo degli alberi secchi,
spezzarsi scrosciante di stecchi,
sul monte, ogni tanto, gli spari
e cadono urlando di morte gli animali ignari...

L'autunno ti fa sonnolento,
la luce del giorno è un momento
che irrompe e veloce è svanita:
metafora lucida di quello che è la nostra vita...

L'autunno che sfuma i contorni
consuma in un giorno più giorni,
ti sembra sia un gioco indolente,
ma rapido brucia giornate che appaiono lente...


Odori di fumo e foschia,
fanghiglia di periferia,
distese di foglia marcita
che cade in silenzio lasciando per sempre la vita...

Rinchiudersi in casa a aspettare
qualcuno o qualcosa da fare,
qualcosa che mai si farà,
qualcuno che sai non esiste e che non suonerà...

Rinchiudersi in casa a contare
le ore che fai scivolare
pensando confuso al mistero
dei tanti "io sarò" diventati per dempre "io ero"...

Rinchiudersi in casa a guardare
un libro, una foto, un giornale
e ignorando quel rodere sordo
che cambia "io faccio" e lo fa diventare "io ricordo"...


La notte è di colpo calata,
c'è un'oscurità perforata
da un'auto che passa veloce
lasciando soltanto al silenzio la buia sua voce...

Rumore che appare e scompare,
immagine crepuscolare
del correre tuo senza scopo,
del tempo che gioca con te come il gatto col topo...

Le storie credute importanti
si sbriciolano in pochi istanti:
figure e impressioni passate
si fanno lontane e lontana così è la tua estate...

E vesti la notte incombente
lasciando vagare la mente
al niente temuto e aspettato
sapendo che questo è il tuo autunno...
che adesso è arrivato...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Cavolo Mauro, non mi puoi far schiattare così, alle sei di pomeriggio in un giorno qualsiasi di luglio....... non è autunno !!!

Luisa

Mauro Orlando ha detto...

Ma è l'autunno della mia vita,della mia mente ,del mio cuore......

Anonimo ha detto...

È proprio per la stessa tua ragione che mi hai fatto schiattare!!!

Mauro Orlando ha detto...

ma per gli 'immortali' è bello giocare anche con le proprie stagioni ......pensa a Dio poi.