lunedì 13 luglio 2009

Elisir d'amore per .........la P O L I T I C A.

“ Se ormai ogni politica ha per scopo di rendere la vita tollerabile al maggior di uomini possibile, bisogna lasciara che essi dterminano anche che cosa intendano per vita tollerabile” Nietzsche

........Veramente ne avremo fatto a meno.....ma dal momento che esite anche Grillo in Italia prendiamo sul serio anche un comico-politico.......




«DOPO BERLINGUER NELLA SINISTRA IL VUOTO» - «Il 25 ottobre ci saranno le primarie del PDmenoelle - scrive il comico genovese -. Voterà ogni potenziale elettore. Chi otterrà più voti potrà diventare il successore di gente del calibro di Franceschini, Fassino e Veltroni. Io mi candiderò. Dalla morte di Enrico Berlinguer nella sinistra c'è il Vuoto. Un Vuoto di idee, di proposte, di coraggio, di uomini. Una sinistra senza programmi, inciucista, radicata solo nello sfruttamento delle amministrazioni locali. Muta di fronte alla militarizzazione di Vicenza e all'introduzione delle centrali nucleari. Alfiere di inceneritori e della privatizzazione dell'acqua. Un mostro politico, nato dalla sinistra e finito in Vaticano. La stampella di tutti i conflitti di interesse. Una creatura ambigua che ha generato Consorte, Violante, D’Alema, riproduzioni speculari e fedeli dei piduisti che affollano la corte dello psiconano. Un soggetto non più politico, ma consortile, affaristico, affascinato dal suo doppio berlusconiano. Una collezione di tessere e distintivi. Una galleria di anime morte, preoccupate della loro permanenza al potere. Un partito che ha regalato le televisioni a Berlusconi e agli italiani l’indulto».


.......rifiutiamo questo ulteriore "cerino" dell'antipolitica
La politica non può mangiarsi l’esistenza degli individui.L’esistenza non può deflagrare nella politica, non può coincidere con essa, non può essere declinata interamente con le sue categorie, con la sua sintassi, con il suo lessico.
Antipolitico e qualunquismo che , per il passato hanno rappresentato la tendenza al disimpegno sociale e al silenzioso ripiegamento egoistico verso la cura del proprio appetito “particulare” non devono diventare “un urlo maliconico di disperazione" o lo "sberleffo a corte " del 'fool' di turno sul proscenio di questa interminabile commedia all'italiana dell' " Era belusconiana".
L’odierna antipolitica ,in alcuni casi per fortuna , interpreta confusamente, talvolta populisticamente o subdolamente anche questa estrema disperazione. Disperazione alimentata dalla visione di politica assoluta praticata dal nostro ceto politico e non solo.La politica “assoluta” è sempre piu insofferente a trattenersi entro i suoi costitutivi ed invalicabili limiti- i soli che le conferirebbero una reale “effettualità” ,avrebbe detto Machiavelli. Quella limitata tecnica che tende pazientemente e ritessere e riorientare i molteplici e spesso conflittuali interessi particulari della ‘polis’ verso un Bene comune.
Oggi più che mai bisogna chiedersi perché i nostri “medici di riferimento” (comici comunque) si accaniscono terapeuticamente a consigliare o insinuare a una società civile trasformato in soggetto politico grazie anche ai partiti, soprattutto ai partiti di sinistra- di tendere o semplicemente esprimersi nella forma dell’antipolitica. Alle grida sommesse o disperanti di una certa inossidabile politica politicante o una interessato presbitismo giornalistico,se mai si dovrebbe chiedere chi ha allevato il lupo dell’antipolitica e non limitarsi a ripetere l’inutile grido di allarme per la sua sopravvenuta attualità nel nostro inconscio prepolitico questuante fuori del Palazzo.
La politica tra paure e monomanie, sembra condannata nella innaturale forbice di un pragmatismo amministrativo “senz’anima” o di lucide, deliranti e ossessionate tentazioni ,mai del tutto sopite o digerite da passate stagioni palingenetiche e salvifiche ,di un leaderismo eroico,giacobino ,discriminante e apocalittico votato ad un esito di spoliticizzazione che procede inesorabilmente anche attraverso il mito dell’antipolitica, l’altra faccia dell’esito nihilistico della politica moderna.
Politica e antipolitica convergono paradossalmente anche nella nostra storia recente nella effettiva spoliticizzazione o dissocializzazione della società civile assumendo nel suo statuto una funzione assoluta e totalizzante.
Per i pochi eletti- come sempre- c’è l’aristocratica via di fuga dell’impolitico: un buen ritiro dalla politica o verso una dimensione ascetica, alternativa o verso una sorta di critica mistica della politica.
E per gli altri, donne e uomini – i più– che rimetterebbero umilmente ma profondamente in campo le loro storie e la loro esistenza – la carne e il sangue, le ansie e le speranze- non gli resta che continuare a ribadire la volontà determinata sia di non confondere troppo la vita con la politica con il rischio di esserne completamente risucchiati sia di evitare l’eccesso opposto in cui la politica sembra sia sfuggita inesorabilmente via dalla vita e dalla ricerca e dalla pratica di una cittadinanza consapevole e quotidiana in difesa dei diritti oltraggiati o negati. Comunque munirsi e usare le cere per sottrarre le nostre orecchie dagli ingannevoli ,leggeri, comici e ruffiani canti delle eterne sirene che vogliono farci sacerdoti o fedeli ossequienti e supini non più nella liturgica mediazione dei partiti ma di una politica come “tècne o sofisma” intellettualmente accattivante ma comunque onnicomprensiva, autoreferenziale e spoliticizzante.
Una sola cosa vogliamo dire “ciò che non siamo e ciò che non vogliamo”. Non siamo antipolitica e non vogliamo finire nel disincanto ,nell’indiffrenza o nell’esplicita ostilità verso la politica o peggio recitare la nostra 'tragedia' nazionale ancora una volta come una "farsa".

mauro orlando



1 commento:

Nanosecondo ha detto...

Scusatemi c'ercavo Mercurzio, il mio angelo, mica l'avete visto?

Lo so che siete impegnati con queste discussioni politicissime ma credo, sull'argomento, che non ci resta che ridere.

Credo che solo Mercurzio ci possa dilaniare il tragico dubbio.....

Comici, Giullari, Saltimbanchi, al potere senza potere o continuiamo con la farsa tragicomica della sofferenza di avere una sinistra sinistrata da allertare la protezione civile e Bertolaso per farci accampare in tende ad aspettare che ci costruiscano una nuova casa.

Per fortuna che c'è Grillo anche se rischia come al solito di fine di del Grillo Parlante della favola di Pinocchio. Eppure lo sapevano tutti che diceva cose giuste a Pinocchio, ma era troppo distratto dal condizionamento del falsi giochi di potere che gli imbonivano.

Io spero che anche qui arrivi Mercurzio a salvarci o male che vada la Fata Turchini che trasformi almeno il Grillo parlante in Asinello e non lo lasci morire.

Dio è morto? Mercurzio non facciamo morire anche il Grillo!

Il giullare di Dio.

Fatemi sapere se c'è dalle vostre parti Mercurzio che ci dvo parla re urgnetemente.

Nanos
lo sai anche tu che l'unica cosa