venerdì 12 dicembre 2008

Un dono agli amici per le feste: un libro o meglio un viaggio nella mia verde ed operosa Irpinia.



“Restare a casa propria è una negligenza di cui, presto o tardi, si verrà puniti”. Così scrive Paul Morand in un prezioso libretto sul viaggiare. Mettiamoci in viaggio, allora, ma curandoci di non trascurare quei luoghi che aspettano semplicemente che qualcuno li guardi, li riconosca prima che diventino luoghi senza storia e senza geografia.
di franco arminio

L’Irpinia è una provincia solo dal punto di vista amministrativo. In realtà si tratta di una regione, costituita di territori molto diversi. Forse la parte più singolare di questa regione è quella che possiamo chiamare Irpinia d’oriente. Un nome che deriva innanzitutto dal fatto che si trova all’estremo lembo orientale della Campania, come una sorta di cuneo che si apre verso la Puglia e la Basilicata. Poi ci sono da considerare la particolare conformazione geografica (tortuosa fascia di terreni miocenici) e la storia di questi luoghi, esposti a continue invasioni dall’est. Basta vedere i volti degli anziani per rendersene conto, facce che parlano un linguaggio forte, deciso, facce che fanno pensare all’armenia, al Caucaso. Nel passaggio che in tante zone del sud si è compiuto dalla civiltà contadina alla modernità incivile, in un mondo che tende ad impastarsi e a divenire come la pasta di granchio giapponese con cui si fa tutto senza assaporare più niente, l’Irpinia d’oriente conserva un suo sapore, e lo si avverte attraversando quelle ragnatele di silenzio e luce che sono i paesi. Qui i paesi sono come fiocchi di neve: non ce ne sono due uguali. E tra un paese e l’altro c’è la terra dell’osso dove nei secoli si è costruita una civiltà della lentezza e del disincanto che accompagnava e un po’ leniva la penosa arretratezza dei “cafoni”. Chi viene da queste parti deve disporsi a svolgere una serena obiezione alla civiltà della fretta e della distrazione, agli agi e ai disagi che comporta. Questi posti possono inserirsi significativamente nel circuito delle destinazioni rurali interne caratterizzate da un orientamento attrattivo di tipo ambientale, culturale e gastronomico: qui si può ancora respirare aria pulita, pensare a piedi, mangiare buon cibo..........

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