martedì 2 dicembre 2008



COME UNA PREGHIERA
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di franco arminio

Quante storie hai ascoltato, tu, con il tuo orecchio per recidere più profondamente la tua ferita, per scarnirla, per ritrovarla sulla tua lingua, tra le labbra.
E i tuoi occhi che si stringono intorno chiusi dopo aver visto e compreso l’attimo dell’altro, come in una morsa o in un abbaiare di cane, si stringono in una smorfia che trattiene il dolore tuo della lesione, lì conti le gocce del tuo sangue che segna il tempo di custodia, che deve far attraversare tutto intero il tuo corpo e che poi desterà la mano in una piena, in una valanga, in una frana. Un passo e cento ancora..
Lì sei tu nel mistero di essere sempre fuori per stare nell’altro che ti è accanto, per raccoglierlo nella sua miseria e disgrazia, per invocare la sua virtù..la sua vita.
come in una preghiera, mosso come foglia d’autunno..
c’è la commozione della vita che muore ogni giorno, c’è la lacrima che invoca in questa morte la speranza..

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