sabato 13 dicembre 2008

Elisir d'amore : per l'Irpinia ,gli uomini e la politica.

La Comunità provvisoria
di Franco Arminio


Una settimana fa è apparso su questo giornale un mio articolo che lamentava la scandalosa condizione dei sofferenti psichici nella nostra provincia. Speravo che qualche esponente politico riprendesse il tema. Niente. È la stagione dell’autismo corale e quasi tutti politici, che per mestiere dovrebbero occuparsi della vita degli altri, finiscono per occuparsi solo della propria. Ecco perché attualmente non ha molto senso dichiarare di appartenere a questo o quel partito. Sono etichette vuote. Quello che conta sono le singole azioni politiche che si fanno o non si fanno. Il sindaco Galasso aveva promesso di radunare gli amministratori al Gesualdo per parlare di importanti questioni come la legalità e l’ambiente. Quello che conta è che fin qui non l’ha fatto. L’Irpinia sta diventando un luogo di pena, una sorta di penitenziario all’aria aperta, e ci ritroviamo con i soliti nomi, le solite schermaglie per vedere a chi dare questa o quella poltrona.
Spero di contribuire, anche se minimamente, a evitare che il morbo berlusconiano dilaghi anche da noi, spero di farlo con le cose che scrivo, ma anche lavorando a costruire un’altra idea di politica e di sinistra. Dentro e fuori il partito democratico ci sono ancora belle energie, ma il quadro politico regionale e nazionale è semplicemente penoso. Intorno alla danza macabra di Bassolino e a quella velleitaria di Veltroni si muove un corteo di politicanti che blatera di rinnovamento e in realtà fa la manutenzione dei propri interessi.
Si dice sempre che occorrono scelte coraggiose, ma poi nessuno le fa. Ovviamente da questa situazione non si esce affidandosi a Grillo o a Travaglio. Da questa situazione si esce occupandosi di cose vere, occupandosene a partire dai luoghi in cui viviamo ogni giorno.
Si parla tanto della miseria economica, ma c’è un problema altrettanto grave di miseria spirituale. Un problema grave perché se i politici hanno la fortuna di sfuggire alla miseria economica, non sfuggono certo a quella spirituale. E come fa gente povera di idee e di entusiasmo a guidare la vita degli altri? Magari uno scrittore depresso può scrivere belle pagine. Difficile pensare che un politico triste, angustiato dalla paura di perdere il proprio ruolo, possa aiutare la gente comune a non sprofondare nella desolazione più nera.
Spero nei prossimi mesi di poter parlare dei nostri paesi, di cosa stanno diventando, spero di poterne parlare con tutti quelli che sono convinti di poter guidare le sorti della nostra provincia. Non sono affatto intenzionato a chiudermi nella torre d’avorio. Prima che uno scrittore, sono un abitante di questa terra, la terra dei paesi, e mi batterò fino alla fine perché sia guidata da persone migliori di quelle che l’hanno guidata finora.

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