venerdì 12 dicembre 2008



Il Cavaliere fuori sintonia
di Aldo Schiavone -

Nelle cronache della crisi - in quella già in atto, e nella paura di quel che potrebbe nascondersi dietro l´angolo - credo si debba registrare qualcosa di importante, che si sta condensando nell´immaginario politico di molti italiani: in quell´impasto di pulsioni, di giudizi, di identificazioni e di proiezioni che formano il retroterra mentale di ciascuno, quando si pensa ai partiti, al governo, ai protagonisti della scena pubblica. Certo, per ora c´è solo una traccia, una piccola incrinatura. Ma non possiamo sottrarci all´esigenza di darne conto. Per la prima volta da molto tempo, forse addirittura da quando è entrato in politica, si è determinato un contesto per il quale Silvio Berlusconi sta uscendo di sintonia - e su una questione cruciale - con parti significative di quel popolo che finora lo ha seguito.Per quindici anni, il nostro Premier ha raccontato all´Italia, con pochissime varianti, sempre la medesima storia: la propria, offrendosi interamente in quest´interpretazione, corpo e anima. Ha saputo diventare la rappresentazione simbolica di se stesso, la statua vivente del suo successo, del suo vitalismo, del suo calore emotivo e della sua capacità di persuadere seducendo. Ha intercettato così sentimenti forti, che non avevano trovato né voce né ascolto: la voglia di "antipolitica", dopo cinquant´anni di nomenclatura democristiana; il bisogno di "privato", di mercato e di impresa, in una stagione di vertiginoso mutamento tecnologico e di sregolatezza capitalistica; le risonanze del primo impatto di quell´onda mediatica che ridisegnava abitudini e stili di vita; la tendenziale anomia e il fondo qualunquista depositati nel cuore della nostra storia; l´anticomunismo della maggioranza degli italiani.......

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