venerdì 26 dicembre 2008

Elisir d'amore per ........un "anno che verrà" antico e moderno.

LE GEORGICHE di Publio Virgilio Marone

.......tuque adeo, quem mox quae sint habitura deorum
concilia incertum est , urbisne invisere, Caesar ,
terrarumque velis curam et te maxumus orbis
auctorem frugum tempestatumque potentem
accipiat cingens materna tempora myrto,
an deus immensi venias maris ac tua nautae
numina sola colant , tibi serviat ultima Thyle
teque sibi generum Tethys emat omnibus undis ,
anne novum tardis sidus te mensibus addas,
qua locus Erigonen inter chelasque sequentis
panditur (ipse tibi iam bracchia contrahit ardens
Scorpios et caeli iusta plus parte reliquit) -
quidquid eris (nam te nec sperant Tartara regem,
nec tibi regnandi veniat tam dira cupido,
quamvis Elysios miretur Graecia campos
nec repetita sequi curet Proserpina matrem),
da facilem cursum atque audacibus adnue coeptis
ignarosque viae mecum miseratus agrestis
ingredere et votis iam nunc adsuesce vocari.
n.b ...il 'latinorum' non è per spocchia o altro ma è talmente più bello della traduzione che mi sembrava un errore non usarlo.

Versi 23 - 42 : Invocazione a Cesare :
e particolarmente tu , o Cesare , di cui è incerto quali concili di Dei un giorno ti accoglieranno, sia che tu voglia assumere la tutela della città e la cura delle terre e l'ampio universo saluti in te il datore delle messi e il signore delle vicende atmosferiche , cingendoti le tempie di mirto materno, o che tu divenga dio dell' immenso mare e i marinai onorino soltanto il tuo nume e a te ubbidisca la lontanissima Tule e te acquisti per sé come genero Teti a prezzo di tutte le onde , o che tu voglia aggiungerti novello astro ai mesi lenti, la dove si apre uno spazio tra Erigone e le chele che le vengono dietro (e già spontaneamente lo Scorpione bramoso ritrae per te le braccia -" le chele" - e -ti- lascia più che una parte sufficiente di cielo), qualunque cosa tu sarai , poiché né il regno infernale spera di averti come re né ti venga un così sfrenato desiderio di dominio , per quanto i poeti greci esaltino i Campi Elisi e Proserpina , sebbene richiesta , non si curi di seguire la madre , concedi prospera navigazione , e da il tuo assenso alla (mia ) audace impresa, e al pari di me avendo pietà dei contadini inesperti della (loro) arte , accompagnami nel (mio) cammino ed avvezzati fin da ora ad essere invocato nelle preghiere .

Lucio Dalla - L'anno che verrà (live)

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