domenica 21 dicembre 2008

Elisir d'amore per ........il poeta e il mito.

LETTERINA DELLA NOTTE

cara,
la morte
è qui che mi tira
e mentre la penso
penso al cuore
che in questo modo
si rovina.
tu dormi, rimani tranquilla
almeno fino a domattina.
franco arminio

R. Vecchioni : Euridice



E canterò,
stasera canterò,
tutte le mie canzoni canterò,
con il cuore in gola canterò:
e canterò la storia delle sue mani
che erano passeri di mare,
e gli occhi come incanti d'onde
scivolanti ai bordi delle sere;
e canterò le madri che
accompagnano i figli
verso i loro sogni,
per non vederli più, la sera,
sulle vele nere dei ritorni;
e canterò finché avrò fiato,
finché avrò voce di dolcezza e rabbia
gli uomini, segni dimenticati,
gli uomini, lacrime nella pioggia,
aggrappati alla vita che se ne va
con tutto il furore dell'ultimo bacio
nell'ultimo giorno dell'ultimo amore;
e canterò finché tu piangerai,
e canterò finché tu perderai,
e canterò finché tu scoppierai
e me la ridarai indietro.

"Il termine mito dal greco mythos, che ha la stessa radice del latino mythus, indica un racconto, una storia, che non soltanto dice, ma anche tace qualcosa, rinviando, in apparenza, a significati reconditi. In generale i miti esprimono credenze, desideri e paure, che riguardano eventi comuni a tutti gli uomini: nascita, morte e amore, alleanze o lotte contro forze della natura e divinità. Spesso si tratta di tentativi per spiegare il mondo, secondo criteri diversi da quelli della pura razionalità o della storia documentabile". Remo Bodei

".....Io percorsi le opere dei poeti e dei filosofi;ma , pur avendo molto indagato nulla trovai di più possente dell "ananke".nessun riparo contro di quella scoprii nelle tavole tracie, che il canoro Orfeo descrise, nè tra i molti farmachi che Febo diè agli Asclepìadi, per i travaglaiti mortali.
questa è la sola Dea ai cui altari non è lecito accostarsi, che non accetta nessun sacrificio....nè alcuna pietà v'è nel suo animo inesorabile.
Anche a te , o Admete, la Dea colse nelle sue reti inestricabili. Rassegnati, giacchè tu non potrai con le lacrime ricondurre i morti alla luce.Persino i semidei scendono nelle tenebre dell'orco. Sì elle ci fu cara , mentre visse tra noi, e ci è ancora cara, benchè morta; e tu puoi vantarti di aver albergato nelle tue case la più generosa delle donne.
La tomba della tua sposa non è una tomba ma un'ara , e sarà oggetto di venerazione per i passanti......"Euripide. Alcesti, Stasimo terzo, Coro.

Nessun commento: