mercoledì 17 dicembre 2008

Elisir d'amore per .....gli amici della "comunità provvisoria" del Formicoso.

Quante strade deve percorrere un uomo prima che lo si possa chiamare uomo? Si, e quanti mari deve sorvolare una bianca colomba prima che possa riposare nella sabbia? Si, e quante volte le palle di cannone dovranno volare prima che siano per sempre bandite? La risposta, amico, sta soffiando nel vento La risposta sta soffiando nel tempo. Quante volte un uomo deve guardare verso l’alto prima che riesca a vedere il cielo? Si, e quante orecchie deve avere un uomo prima che possa ascoltare la gente piangere? Si, e quanti morti ci vorranno perché egli sappia che troppe persone sono morte? La risposta, amico, sta soffiando nel vento La risposta sta soffiando nel vento. Quanti anni può esistere una montagna prima di essere lavata dal mare? Si, e quanti anni la gente deve vivere prima che possa essere finalmente libera? Si, e quante volte un uomo può voltare la testa fingendo di non vedere? La risposta, amico, sta soffiando nel vento La risposta sta soffiando nel vento.” Bob Dylan.
A voi dedico questo inno alle persone che sanno ascoltare con curiosità e rispetto.
Con voi ho ripreso il gusto a rieducare le orecchie per ascoltare e capire il nuovo o l’antico che soffia nel vento del Formicoso, terra magica dell'Irpinia d'0riente, a liberare gli occhi dalle cataratte della postmodernità tecnologica non solo “per riveder le stelle” nelle calde e fresche sere d'estate ma a conoscere persone ancora semplici e a godere nel rispetto la “bella famiglia di piante e d’animali” che ci hanno conservato con umile fatica gli uomini del passato della nostra terra forunata e bella.Ora dobbiamo imparare a misurare le parole e alleggerirle il più possibile perchè le sento ,in certe occasioni, indurite come pietre e taglienti come coltelli sotto il dominio subdolo della ideologia insidiosa come una metastasi e che ci ammalia e ci pietrifica come la Gorgona. E’ da un pò di tempo che sento nei nostri scritti il peso di sentimenti e passioni fredde e dure e sento che non mi (ci) fanno tanto bene.Ribaltiamo anche la comoda e a volte omertosa morale del “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Impariamo prima di tutto noi a godere del bello nell’arte della parola, della musica, dei colori ,dei sapori della natura per costruire prima di tutto in noi ‘biblioteche o santuari spirituali’ che ci possono essere di aiuto negli “inverni del nostro scontento” per riscoprire continuamente anche un senso anche alle nostre solitudini,malinconie,soffrenze,assenze,lontananze,travisamenti,umori,specchi ,ferite,perdite,tristezze e dolori ma sopratutto a rinnovare i vocabolari,i concetti e le idee per preparare cittadini riflessivi, consapevoli ed attivi , merce difficile da comprare per quei “politici” sordi, insensibili, ignoranti ….insomma un boccone indigesto anche per politicanti nostrani di ieri di oggi e di domani “i mastini della conservazione”.Noi siamo merce rara ......e non ci sono discariche ,clientele, camorre, televisioni, scambi, veline ,nani , ballerine o puttane che possano minimamente toccare le nostre terre e i nostri uomini nel profondo della loro anima dignitosa, operosa , immune e sacra.
mauro orlando



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