martedì 5 maggio 2009

Elisir d'amore per ..........un'Italia mortificata e spettatrice ..

C'è una logica in questa follia ?
“Quanto a me …..Quanto a me io sono dotato di un potere spaventoso: Si direbbe che un altro essere è rinchiuso dentro di me, il quale vuole di continuo fuggire, operare a mio dispetto, e intanto si agita, mi morde , mi consuma. Chi è ? Non o so, ma siamo in due dentro al mio povero corpo ed è lui spesso il più forte, come questa sera.
“Mi basta guardare la gente per stordirla come se l’avessi propinato dell’oppio. Mi basta stendere le mani per effettuare delle cose….delle cose…terribili. Se tu sapessi! Il mio potere non opera soltanto sugli uomini, ma anche sugli animali e anche …sugli oggetti”
Pirandello ,Enrico IV






Il dramma di Berlusconi ( Enrico IV di Pirandello )

Il contrasto tra la vita e la forma, tra realtà e finzione, tra persona e personaggio rivivono nella ribellione esistenziale di questo personaggio teatrale.
Quale il senso tragico del protagonista? Recitar per vent’anni la parte di Enrico IV, nei primi dodici anni con inconsapevole innocenza, negli ultimi otto per dolorosa necessità. Importante il soccorso alla sua non tranquilla pazzia il fatto che tutto si svolge in un castello tra compiacenti cortigiani che lo assecondono e lo blandiscono per vari motivi.
Quando rinsavisce si accorge di aver speso il meglio della sua giovinezza ( o vita),di aver perso la donna che amava e qualche amico vero e diinteressatoanche.
Il tempo inesorabile si vendica con gli uomini che non hanno capito il suo senso ineluttabile ma reale e non aspetta Enrico che ora insegue disperatamente un senso nei ricordi e si ritrova estraneo al mondo che è andato avanti senza e nonostante lui.
Il tempo scorre inesorabile e non aspetta nessuno.
Non gli resta che continuare a recitare la sua pazzia essendo impossibile il recupero egli anni perduti.
Unico via di fuga rivivere nel profondo dei suoi sentimenti come rivalsa sul tempo che non può più sfiorare la sua esistenza volontariamente posta al di fuori della vita degli altri.
Così almeno non invecchia rimanendo fermo all’immagine di sé giovane avventuriero di belle speranze facendo appendere nella sua camera tutte le sue foto giovanili.
A niente possono i suoi amici venuti a curiosare e tentare di farlo rinsavire.
Enorme il contrasto tra la consapevolezza del protagonista e la superficialità degli amici che cercano di riportarlo all’attualità della vita.
Nell’allucinante dialogo tra gli interlocutori emerge la follia come saggezza e la saggezza come follia inconsapevole.
Anche rispetto ai suoi devoti consiglieri …tragedia nella tragedi ...a nessuno, neanche a loro aveva dato di rappresentare una parte; ma essi, almeno, non sapevano di doverla rappresentare: la rappresentavano perché la rappresentavano; non era una parte, era la loro vita, insomma facevano i loro mestieri ed interessi a danno degli altri; vendevano le investiture o che so io e si erano asiicurato prestigio,potere e un rendito discreto ....che non guasta mai visti i tempi di crisi economica .

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