martedì 12 maggio 2009

Elisir d'amore per ........L A P O L I T I C A

Sono felice ed orgoglioso di comunicarvi che dalla mia terra di Irpinia sta spiccando il volo dal dirupo di Cairano un nuovo spirito che vuole discretamente e con leggerezza invadere il cuore e la mente di molti uomini di buona volontà partendo dai sogni, dalla fantasia,dall'amore e dalla ragione per essere attori di Politica e di vita in una Comunità che è provvisoria, leggera, inoperosa che partendo dal proprio territorio o paese vuole contagiare i più e nella gioia che io o tu ne puoi far parte..........basta volerlo!
Le parole ce le ha suggerite un 'poeta' che ci conosce e ti conosce.........tu puoi viverle ,condividerle o cambiarle purchè in libertà.

di franco arminio
La nuova politica nasce e muore ogni giorno, è fatta di incontri tra persone che si abbracciano prima di parlare. Persone che si guardano negli occhi e che guardano i luoghi in cui vivono. La nuova politica è il modo di mettere gli uomini a proprio agio nei loro luoghi e con le persone che ci vivono. Adesso, all’inizio di un millennio, non sembra più necessario evocare la necessità di cambiare il mondo. Bisogna mettersi bene nel pezzetto di mondo in cui viviamo, respirare docilmente, obiettare serenamente. La nuova politica è una casa che ci aspetta in piazza, è un parlare di misteri e di inezie, ma senza arroganza, stendendo i pensieri in modo che aderiscano davvero alle cose che si vogliono rappresentare. I partiti possono continuare ad esistere, ma solo come ufficio di collocamento dei mediocri, come pozza in cui il mondo conserva il suo veleno. La nuova politica è una sobria lietezza, mai pronunciata fino in fondo, ma fatta trapelare in ogni discorso. La lietezza di stare con gli altri senza piegarli con la nostra vanità. La nuova politica non inventa i problemi di cui si deve occupare, e in un certo senso non si occupa di niente. Basta andare dietro il paesaggio, misurarne con calma le luci e le ombre. Non c’è bisogno di alcun giudizio preordinato. Le cose si riveleranno per quello che sono. A volte per la nuova politica bastano due o tre persone che decidano di seguire la storia di una casa o di un ponte, di una piazza o di un anziano, la storia di un paese o di un albero. Il mondo non ha bisogno di essere rettificato e di esser posto su strade non sue. Questa è solo un’isteria, un’arroganza di chi si comporta con il mondo come un adulto verso un bambino. In realtà, il mondo è più grande di noi e più incomprensibile. Da qui parte la nuova politica, e il suo cammino non si definisce con grandi proclami e formule che devono andar bene per tutti. La nuova politica ha bisogno di individui che camminano, che girano per i loro luoghi senza stancarsi. Esseri curiosi e ventilati. Esseri che non cercano di incollarti alle loro idee o di spingerti nei loro inferni. La nuova politica è un ritrovarsi senza speranze, ma finemente protesi a proteggere la luce e il calore di ogni essere. La nuova politica non è mai del tutto visibile, essa è intrecciata alla vita di ognuno e ne costituisce un sostegno discreto. La nuova politica non è una maschera, né una protesi dell’esistenza civile. Ma è un andare incontro agli altri, con le nostre paure, con il pochissimo che sappiamo e il molto che ignoriamo. Con questa politica si possono fare i sindaci e i governi, si possono togliere al mondo molte delle leggi che inutilmente gli abbiamo imposto, si possono intrecciare le leggi della convivenza e quelle della solitudine. La nuova politica può essere di pochi e di tutti, dipende dalle circostanze. Non c’è bisogno di cambiare casa, ma si tratta di guardare la vita dalle finestre più alte. Più vicini al celeste e più capaci di vedere cosa c’è in basso. Nessuno è chiamato ad aderire a fumosi progetti, a farsi gregario di capitani inutili. La nuova politica serve a rendere fluide le nostre giornate, a mettere in gioco tutte le nostre energie. E questo, forse, è utile anche agli altri.

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