lunedì 27 ottobre 2008

..........a proposito dell'irripetibile '68.


I fatti e le storie del '68 sono del genere dei 'sogni': ciascuno ha un oggetto proprio che si circonda di un mondo, di persone, di idee.


Gli anni Sessanta e Settanta per l’Italia e per il mondo sono innazitutto un periodo di irripetibili esperienze individuali e di massa sia nel campo economico,politico e culturale.
L’Italia si innalza e si industrializza,la struttura agricola non è più egemone e nel bene e nel male cambiano il costume , gli stili di vita, le psicologie, la cultura degli italiani.
L’elezione di Giovanni XXIII apre la speranza e la prospettiva storica di una Chiesa che dialoga, non teocratica e dottrinale , che ripropone il marchio evangelico.
Il cinema, la letteratura e l’arte in genere si allineano con le rinnovate condizioni sociali economiche e culturali in genere, professandosi indipendenti e reattivi rispetto a qualsiasi “potere”.
Mentre in Italia per un primo momento la canzone rimane invischiata nella trappola conservatrice del “centrismo politico-culturale” che trova rassicuranti per la massa i vecchi schemi consolatori “all’italiana”,verso la fine degli anni sessanta dietro la spinta rivoluzionaria della musica americana e inglese, irrompe e esplode nel 1958 a S. Remo , tempio della tradizione e conservazione canora italiana, Modugno e il suo “ Volare”con una carica di naturale,libera e felice sensualità linguististica ed espressiva liberatoria per il pubblico imbalsamato e pigro della TV di stato.
In una società industrializzata, dov’è sempre più urgente la rapidità di comunicazione, nascono i primi “media” a testimoniare e amplificare il fenomeno canzonettistico :giornali come “Sorrisi e canzoni” e “Il musichiere”, i juke-box, i dischi in vinile a 45 giri.
E soprattutto la televisione, arma a doppio taglio.Da una parte crea una comunicazione a senso unico, dall’altro ,però allarga la visuale, fa prendere coscienza delle mutazioni in atto, presenta un’Italia sconosciuta, fa uscire dallo “stapaese, e propone pur tra le varie censure nuovi personaggi, nuova comicità, nuovi linguaggi anche musicali.
La cultura fa avanguardia ,“engagement”,rottura. I giovani possono ascoltare musica “diversa” che arriva da oltre confine e confrontarsi, spesso identificarsi con la libertà ritmica e melica del jazz e del rock.
Li anima uno spirito di vaga ribellione nei riguardi del passato immobile e stantio, un senso di diffusa contrarietà per le certezze dei padri.Percepiscono nei nuovi ascolti, l’offerta di libertà e di avventura di cui han bisogno.La scolarizzazione, l’educazione scolastica, l’estendersi a tutti della cultura, impongono scelte di fruizione e emozione sempre più varie.
Essendo la musica il veicolo più immediato e consono di comunicazione e integrazione generazionale, e non ritenendo quella dei padri adatta a rappresentarli, i giovani sono in continua ricerca di forme, linguaggi, idee nuove per comunicare se stessi , i propri sentimenti e desideri di futuro.
Tutto questo è e rappresentano gli anni Sessanta e Settanta!

....e alla 'povera ministra ' Mariastella hanno detto che tutto questo va cancellato dalla storia con "i grembiulini", "il voto in condotta" e "la maestra di una volta!!!!!!!!!

" NON C'E' PIU' NEANCHE IL FUTURO DI UNA VOLTA "

mauro orlando




1 commento:

Anonimo ha detto...

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