sabato 18 ottobre 2008

Il sentimento poetico di una bella canzone: una possibile via di fuga da questo "inverno di scontenti" e dalla sua "babele linguistica".


Una canzone è vera e condivisibile se è il racconto dell’ “io” nell’espressione lirica dei suoi sentimenti e nelle profonde azioni quotidiane dell’”esserci”.
“La sua narrazione è secca, sintetica, raramente indugia in lunghe tirate: passa da un quadro all’altro, da un esempio all’altro, l’essenziale ,la natura fuori e l’uomo “dentro” gli suggeriscono infinite occasioni pittoriche ed esplicative” ( R. Vecchioni, Lezione in ateneo).
Questa è la caratteristica fondamentale ,direi la base teoretica della “forma canzone “ dei cantautori italiani.
L’ “io” sta alla base del comunicare, dell’eternare come per il lirici greci e per i trovatori medioevali. E’ un “io” espressionista, finalmente in linea con i grandi movimenti artistici del Novecento; è la proposizione di un mondo come “si sente” e non solo come lo si vede, figlio tardivo della grande lezione pittorica, poetica, letteraria e filosofica dei Picasso,Chagal, Breton, Kafka, Montale Sartre , Foucault ed Heidegger.
Questo “io” è inquadrato nella vita di tutti i giorni, nella realtà elementare, spicciola, nel disincanto, nella demitizzazione, nell’antiretorica, nel contingente.
L’amore, il dolore ,la gioia ,la solitudine …i sentimenti più intimi insomma, cessano di essere eterni , universali e consolatori, cessano di essere unici ,storici e immortali, diventano frammento, espedienti, lacerazioni, noia, speranza, sussurri e grida : la loro durata si accorcia mentre la sua intensità si fa frenetica, altissima come una vampata, un incendio cosmico, eterno e nello stesso tempo momentaneo.Non esistono più luoghi celestiali ed infiniti, tutto è ridotto alla normalità; semmai l’infinito è dimensione di coscienza, di spirito .




C'è tempo

e............. grazie alla mia nipote preferita, Camilla, mi è tornata in mente questa bellissima canzone di Ivano Fossati



Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno che hai voglia ad aspettare
un tempo sognato che viene di notte
e un altro di giorno teso
come un lino a sventolare.
C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.
C'è un tempo perfetto per fare silenzio
guardare il passaggio del sole d'estate
e saper raccontare ai nostri bambini quando
è l'ora muta delle fate.
C'è un giorno che ci siamo perduti
come smarrire un anello in un prato
e c'era tutto un programma futuro
che non abbiamo avverato.
È tempo che sfugge, niente paura
che prima o poi ci riprende
perché c'è tempo, c'è tempo c'è tempo, c'è tempo
per questo mare infinito di gente.
.Dio, è proprio tanto che piove
e da un anno non torno
da mezz'ora sono qui arruffato
dentro una sala d'aspetto
di un tram che non viene
non essere gelosa di me
della mia vita
non essere gelosa di me
non essere mai gelosa di me.
C'è un tempo d'aspetto come dicevo
qualcosa di buono che verrà un attimo fotografato, dipinto, segnato
e quello dopo perduto via
senza nemmeno voler sapere come sarebbe stata
la sua fotografia.
C'è un tempo bellissimo tutto sudato
una stagione ribelle
l'istante in cui scocca l'unica freccia
che arriva alla volta celeste
e trafigge le stelle è un giorno che tutta la gente
si tende la mano
è il medesimo istante per tutti
che sarà benedetto, io credo
da molto lontano
è il tempo che è finalmente
o quando ci si capisce
un tempo in cui mi vedrai accanto a te nuovamente
mano alla mano che buffi saremo
se non ci avranno nemmeno
avvisato.
Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare.

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