domenica 12 ottobre 2008

L'eros secondo M. Foucault

Il "soggetto del desiderio" appare come soggetto capace di organizzare la sua vita a partire dall'esperienza corporea che noi, in termini del tutto moderni, chiamiamo sessualità. C'è in tutto ciò una questione di governo e di potere, ma essa ricade nei limiti della stessa individualità, da intendere come quell'unità d'esperienza che accade nel perimetro dello spazio corporeo. La centralità del corpo ha una funzione decisiva nella formazione del sé, poiché è proprio attraverso la pratica di sé che si emerge come soggetti morali. "L'uso dei piaceri" individua i modi di questa soggettivazione non tanto nell'adesione a regole date, quanto nell'appropriazione di esse, con quel tanto che c'è da modificare e da produrre originalmente in se stessi. Solo se c'è il perfetto dominio di sé è possibile il dominio degli altri: anche il potere assume dunque una diversa curvatura, poiché è considerato a partire dalle capacità dei soggetti individuali ed in una parola dalle loro virtù. L'indagine intorno alle regole mette in evidenza quegli elementi di ascesi che producono l'autodominio. La civiltà greca, in prima istanza, e poi quella romana sono il terreno più idoneo, e sotto certi aspetti unico, per una tale analisi: infatti quelle culture sono centrate sull'individualità etica e sulla sua formazione. A scanso di ogni equivoco vale la pena di chiarire che l'individualità in questione non è l'ipostasi dell'individuale astratto, ma semplicemente l'esistenza degli indlvidui, che esistono come tali e si relazionano, e nella loro relazione rimangono anche quando si costituiscono come soggetti etici. Il processo di soggettivazione si articola dunque in un preciso campo d'esperienza.

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