sabato 11 ottobre 2008

La donna e l' eros....tra il serio e il faceto.

SALONE MARGHERITA : il tempio della "mossa".


EPITAFFIO

Per amar molto ed esser poco amata
visse e morì infelice, ed or qui giace
la più fidel amante che sia stata.
Pregale, viator, riposo e pace,
ed impara da lei, sì mal trattata,
a non seguir un cor crudo e fugace.





Gaspara Stampa, la voce più autentica e spontanea della poesia erotica italiana del sedicesimo secolo, nacque a Padova nel 1523 da una famiglia milanese nobile e colta ma di scarse risorse economiche, perciò costretta a passare al commercio e, nel 1531, alla morte del padre Bartolomeo, si trasferì a Venezia con la madre, il fratello Baldassarre (anche lui poeta) e la sorella Cassandra.A Venezia tutti e tre i giovani ebbero una buona educazione letteraria ed artistica purtroppo Baldassarre, dalla solida cultura umanistica e ottimo verseggiatore, morì a soli vent’anni, però quest’evento, che pure colpì le donne dolorosamente, non le spinse ad isolarsi e a chiudersi, anzi, ben presto la loro casa divenne centro di vita mondana, aperta ai nobili e ai letterati veneziani, che la frequentavano attratti dalle due sorelle, di bell’aspetto e brave suonatrici e cantatrici; in particolare Gaspara, che conduceva vita libera e spregiudicata, si meritò grande ammirazione per la sua vivacità intellettuale, per l’arte dimostrata nel canto e nella poesia, e per la straordinaria bellezza.
e..Ninì Tirabusciò


IL SALONE MARGHERITA: Il tempio della mossa

Forse, quelli che qui vengono riscoperti e rivissuti furono gli anni in cui Napoli si illuse di aver riconquistato, se non altro in apparenza, il suo antico rango di capitale.
Quegli anni, posti nel giusto centro della Belle Epoque, coincisero anche col fiorire e col prosperare del Salone Margherita, primo e massimo cafè-chantant italiano.
Il suo successo fu tale che i ricchi sfaccendati di tutta Italia preferivano, quando erano in vena di divertirsi, Napoli a Parigi. A Napoli, sul palcoscenico del Salone Margherita, appunto, essi potevano ammirare le stesse bellissime dive che avevano fatto la fama mondana di Parigi, dalla Belle Otero e Cléo de Mérode alla Fougére e Lina Cavalieri.
Il Salone Margherita iniziò il suo declino negli anni che precedettero la grande guerra, ma l'autore ne segue gli eventi fino alla definitiva chiusura, avvenuta nel 1982.

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