mercoledì 1 ottobre 2008



LETTERA APERTA A BERTOLASO


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Dottor Bertolaso nella sua lettera pubblicata qualche giorno fa dai giornali campani si esprime come se fosse arrivato qui dalla luna. Lei era qui anche quando i suoi collaboratori facevano le cose per cui sono stati indagati dalla magistratura. È vero che la legge dell’oblio ormai cancella oggi quello che è avvenuto ieri, ma forse anche da parte sua non sarebbe male una qualche autocritica sul passato. In ogni caso lo sforzo che lei sta conducendo nel presente tende a penalizzare i deboli e ad avvantaggiare i forti. Possiamo dimostrarglielo quando e come vuole.
La aspettiamo sul Formicoso. Sarebbe una bella prova di democrazia da parte sua. Venga a vedere e a parlare e ad ascoltare, ma dopo aver provveduto a far rimuovere il filo spinato. Non siamo in Somalia. Non è possibile che per fare sette buchi bisogna impegnare esercito, poliziotti e carabinieri per sei mesi. Vi assicuriamo che potrete procedere tranquillamente alle vostre indagini. Ma sappia che una discarica non si fa solo perché c’è il terreno adatto a farla. Devono sussistere tante altre condizioni, tecniche e politiche, che qui non ci sono.
Venga a spiegarci perché le nostre ragioni non vengono considerate. Sono quindici anni che subiamo questa minaccia. Ci dovreste pagare i danni per tutto il tempo che ci avete rubato.
Quel filo spinato è piantato nella nostra pelle ed è una ferita insopportabile.
Siamo disposti a qualunque sacrificio, ma non a questa penosa agonia stabilita dai vostri decreti incostituzionali.

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