Fine: domenica 20 settembre 2009 alle ore 0.00
Luogo: MAV Auditorium
Indirizzo: via IV Novembre
Città/Paese: Ercolano, Italy
CANIO LOGUERCIO
in
PASSIONE
concertino al sangue di canzoni d’amore sussurrate
Su Repubblica è stato definito, non a torto, "un incrocio tra Battiato e Laurie Anderson", ma quel che interessa qui, dopo aver assistito al suo nuovo spettacolo- concerto dal titolo laconico e struggente di PASSIONE, è riflettere proprio sulla teatralità stralunata di questo languido performer. Passione è un "florilegio" di canzoni del repertorio tradizionale, soprattutto napoletano, e delle precedenti fatiche di Loguercio: ma è
una serata di teatro dolcemente coinvolgente. Sulla scena del Teatro Palladium, dove il lavoro ha fatto il suo debutto romano, Canio Loguercio si presenta subito "donando" platealmente il proprio sangue: la passione è lì, in quel gesto sconsiderato, in quel donar(si) senza ritegno e inutilmente.
Proprio sul filo di continue metafore di innocenti sconfitte procede la narrazione: il cantante si ostina nella ossessiva costruzione di macchine sterili, giocando con pezzi del kitsch più bieco (come una paperetta illuminata o uno sgangherato ombrellone da mare) o con strutture tubolari che monta e smonta durante i brani. Sembra quasi di vedere all'opera Remondi e Caporossi, quel loro teatro che si fa proprio nel mentre, letteralmente, si costruisce. Non ci sono vezzi da cantante, semmai il procedere serio e metodico di un operaio della scena: elegantemente vestito di nero, occhiali scuri, Canio Loguercio innesta i meccanismi barocchi di una via crucis desolata. Per questo performer le canzoni - i cui testi sono in un napoletano che rimanda più a Enzo Moscato che a Vincenzo Murolo - sono le battute, i monologhi amari di amori perduti, di sofferenze metropolitane, di marginalità esasperate. Sono testi-racconto a far da tesa partitura drammaturgia a questo "concerto" che, con raffinata ironia, suggerisce sentimenti e nutrimenti, moltiplicandosi nelle visioni di immagini proiettate sullo sfondo, mentre un secchio buttato in un angolo si riempie, goccia dopo goccia, di sangue. La passione è una cerimonia privata, un piccolo e breve rito pagano del sentimento umano, al limite del cannibalismo, che l'officiante fa riecheggiare con litanie antiche e popolari. E quando entrano possenti le voci di Maria Pia de Vito o di Peppe Servillo (che con Loguercio hanno volentieri collaborato proprio nel tradizionale Passione di Libero Bovio), o quando le melodie arrangiate da Rocco De Rosa si spostano su sonorità smaccatamente tecno, questa "bio-istallazione" sonora amplifica la sua potenzialità di teatro all'antica, di condivisione divertente e divertita. E si finisce tutti, in coro, a cantare a squarciagola Voce 'e notte, scritta nel 1902 da Eduardo Nicolardi, capolavoro del sentimento e della passione... (Andrea Porcheddu www.delteatro.it)
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