martedì 22 settembre 2009

Elisir d'amore per ........il dolce ed umile autunno.

L'estate è finita

Sono più miti le mattine
e più scure diventano le noci
e le bacche hanno un viso più rotondo.
La rosa non è più nella città.
L'acero indossa una sciarpa più gaia.
La campagna una gonna scarlatta,
Ed anch'io, per non essere antiquata,
mi metterò un gioiello.

(E. Dickinson)

....è la stagione del silenzio e del respiro del corpo e della natura. Si presentano le prime incrinature senza nessuna consolazione con i sentimenti della tristezza ,dell'inquietudine e della nostalgia.Non esiste un definitiva salute dell'anima così come non esistono i medici dell'anima e del dolore. La vera salute dell'anima è la vita ." Infatti una salute in sè non esiste...dipende dalla tua meta ,dal tuo orizzonte ,dalle tue energie,dai tuoi impulsi ,dai tuoi errori e , in particolare dai tuoi ideali...."
( Nietzsche, La gaia scienza).
E' il tempo interno del proprio "io" melanconico a definire il senso e il significato dei sentimenti ,degli altri e delle cose.Non recuperando il senso di nostalgia per forme di identità perdute ma che ci fa recepire in piccoli e insignificanti gesti, in particolari parole, “una nuova figura dell’umano nella pura apparenza e nella nudità e leggerezza della bellezza.
Il pensiero non si manifesta nella compiutezza e pesantezza dei suoi filosofemi, o nella determinatezza delle sue intuizioni, ma nello scarto che produce rispetto al prorio tempo e al proprio spazio o territorio. Nel momento che si sottrare dal “farsi accecare dalle luci estive del secolo” e tiene fisso il suo sguardo alla sua parte d’ombra, al nascosto (aletheia) non solo per apparire ma venire alla luce, alla presenza ,quindi all'esistere non superficiale ma autentico.Recupera e vive il significato concreto di "inoperosità" come custodia e vitalizzazione di queste zone d’ombra “Guardare nel buio di noi e dell’epoca” ma per percepire in esso “una luce che diretta verso di noi, si allontana infinitamente da noi”.Recuperare un senso dell'agire dentro di noi non per autoconservazione ma il recupero dei pezzi persi sul campo operoso fuori di sé stesso.Un vero atto "politico". " Le arti che non realizzano alcuna 'opera'- scriveva H. Arendt- hanno grande affinità con la politica " ...la vera politica!E ' la strada per approdare ad un pensiero e un vissuto della "Comunità inoperosa": azione senza opera, soggetto senza sostanza (postcartesiano), presenza senza rappresentazione. Lasciare l'estate esuberante del nostro "io" metropolitano per vivere profondamente la maliconica mestizia della bellezza nei chiari i bosco.

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