domenica 23 novembre 2008

.......solo e pensoso camminando in Val Genova

"solo e pensoso i più deserti campi
vò misurando a passi tardi e lenti
e gli occhi porto per fuggir intenti
ove vestigia uman la rena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger delle genti
perchè negli atti di allegrezza spenti
di fuor si legga come io dentro avvampi"
Guido Cavalcanti


Fragorose e maestose, con i suoi due rami di bianca acqua scrosciante che incorniciano il balzo di roccia scura: tali si aprono all'improvviso sulla destra le cascate di Nardis per chi, provenendo da Carisolo (m. 808 s.l.m.), si addentri nella selvaggia Val Genova.E' l'acqua che, scendendo dalla Vedretta di Nardis, l'omonima Valle raccoglie e qui getta nel Fiume Sarca di Val Genova, che poi a Pinzolo confluisce nel Fiume Sarca di Campiglio.
Così si scriverebbe su una guida di buon gusto e qualità....ma
camminare in questa valle è gia un miracolo o prodigio di natura.Quando poi ti trovi di fronte a questo spettacolo di forza fisica e di grazia estetica senti venir meno tutti i ragionamenti che insidiavono la tua mente come viatico amico o interlocutorio al tuo progredire"tardo , lento e affannoso per il peso impigrito degli anni ed un freddo secco e pungente che mette a dura prova il tuo corpo troppo asservito al cervello.
Poi ti fermi a respirare e il nuovo e leggero ossigeno ridà forza all'organo 'padrone' che presiede all'abitudine del tuo costante ,ossessionato e regolare pensare.E ...pensi sopratutto a te ,come uomo singolo e non necessariamente plurale ,immerso o in rapporto unico ed esclusivo-inclusivo con una varietà polimorfa di materiale naturale :piante, rocce, acqua, neve, erbe,terra, aria gelida e pungente.Non è necessaria la presenza invasiva e possessiva dell'uomo.E' panico creativo e liberatorio assieme: sei lucidamente consapevole che non c'è la scappatoia o l'alibi filosofico della 'coperta' della "universalità", la proiezione oprospettiva politica della "socialità", la esigenza psicologica o culturale della "comunità", la alienazione personale o l'esigenza mitica, cosmica o l'ipostasi religiosa dell'"eternità" o de "la Verità", o anche il rigoroso,meccanico ed utile strumento della "scientificità" o la 'dittatura' della 'Tecnica'.Ci sei solo tu 'solo e pensoso', singolo ,unico,individuo,non necessariamente persona e non puoi scappare da te stesso e chiederti il perchè o il come della tua vita senza la copertura dei tanti rumori di fondo familiari,sociali o politici che ti insidiano e infastidiscono quotidianamente o riempiono di parole,concetti,idee le tue elaborazioni cerebrali e mentali che sempre più riescono a dissacrare anche i tabernacoli più riposti, intimi e sacri del tuo cuore o le 'segrete stanze' inviolate e difese,dei tuoi sentimenti e passioni passate accumulate come riserva per gli "inverni del nostro scontento" che si annunciano caciarorosi,volgari e superficiali.Qui sei solo con te stesso e non ci sono vie di fughe interne e quelle esterne ti sembrano riprovevoli e vigliacche.Ogni elemento è nel suo spazio e al suo posto a svolgere un suo compito e una sua funzione apparentemente senza scopo e anche il tempo rinuncia al suo 'vizio' a voler mettere le briglia ordinatrici alle "anime platoniche" o dare un senso alle cose o alle persona o mettere le braghe al mondo terreno nascondendosi dietro o dentro la Storia o all'universo naturale dietro a un Dio.Sei solo a rifare la faticosa risalita dalla caverna più profonda della tua anima popolata di ombre inqietanti e devianti che che ti arrecano solo dolore e paure.Finalmente ti senti smacherato nella tua funzione 'umana o troppo umana' come Zaratustra e non avresti voglia di riscendere a valle solo ad incontrare o peggio a parlare agli uomini.Ti accorgi di avere costruito in questi lunghi anni di vita, "universi senza amore e senza anima" dove è diventato complicato esistere e difficile anche semplicemente comunicare il pensiero del cuore e cogliere l'anima delle cose, delle parole, delle persone.
E capisci con dolore e distacco che,volontariamente, ci siamo privati anche della nostra capacità anche di godere della nostra privilegiata solitudine ,del musicale ed arminioso silenzio del cuore senza suono e parole e della nostra meravigliosa , piacevole e religiosa malinconia dove finalmente è possibile predersi "cura di sè" senza la necessaria tirannia dell'altro da sè sia essa persona o cose,oggetti da usare o consumare.Abbiamo perso il piacere della radura nel sentiero del bosco dove ci si siede solo 'ameditare' anche 'pregare' senza la necessità di contare o dare senso agli alberi, alle cose o alle persone per un suo uso o peggio un suo abuso o anche solo come 'segnavie' per non perdersi del tutto.L'incontro di un "io" sicuramente debole, semplice ed esposto ma umanamante ricco di intensa e profonda forza vitale.Una 'dinamis' introversa in cerca solo di 'un ordine' nella propria anima ed estroversa in cerca di armonia e comunione nella diversità plurale della comunità umana e in pace con 'la bella famiglia di piante e di animali'.
E sono tornato come 'tabula rasa', felice e carico di 'umanitas' tra i cittadini e parenti di Pinzolo che forse sul mio volto rischiarato e aperto, nel mio sorriso appena accennato e nella mia particolare frenesia a parlare e non insegnare ,coglievano che in me era successo quello che solitamente si definisce "miracolo","prodigio" o quant'altro di insolito,di comunemente comprensibile o di profondamente naturale può capitare all'animo umano!
mo

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