sabato 1 novembre 2008

.....dormiremo un giorno al canto delle cicale......

Nel cimitero di Aliano
io voglio riposare
[al canto delle cicale].


Voglio che la bara
sia calda di sole,
nel cimitero di Aliano,
lì dove nascono i fiori.
Fiori sopra di me
quando morto sarò
nella terra gialla
del cimitero di Aliano.

Fatemi dormire nella terra,
nel mio deserto
[e piantate una croce di legno].

Però,
quando arriva
questa morte?
Voglio riposare ad Aliano,
nel cimitero di fiori di macchia.


Io non vorrò lacrime
sulla mia tomba fiorita
[mi bastano le cicale e i grilli].
Piangete sulla tomba di Carlo Levi,
che la morte non ha gradita.

Io voglio dormire
[per sempre dormire]
nel cimitero di Aliano,
tra le croci di legno
e le cicale.
La relazione tra le parole e le cose è intuita e raccontata attraverso l’immaginazione o il sogno dal poeta, Fa parte dell' ispirazione,della fantasia, del suo sogno. Lo dice bene in una piccola poesia Emily Dickinson : “Per fare un prato/ basta un trifoglio e un ape/- un trifoglio un ape e un sogno-/ Il sogno basterà/ se l’ape se ne va/”.Il sogno o l’immaginazione e il contesto che si crea fa dunque accadere il miracolo di far corrispondere la parola alla cosa e al sentimento di essa. Questo rapporto è un mistero inaccessibile ai più: perché quotidianamente viviamo un mondo mentale costretto tra un sistema delle parole e un sistema della realtà, Sembrerebbe che le due cose obbediscono a due leggi diverse e non si identificano. Eppure tra loro c’è un rapporto “d’amorosi sensi” . Il poeta può penetrare in questo rapporto con il sogno e l’ispirazione e con una necessaria disciplina tra le parole che affluiscono al suo richiamo per portale nella direzione voluta,quella necessaria per creare un immagine ,un ricordo ,un sentimento di condivisione o di distacco. L’immaginificità delle parole dopotutto serve a trasmettere una emozione ,a richiamare una assenza , a prefigurare una visione immateriale ma vera,reale.Di una realtà non meno concreta e possibile.. Per creare una emozione,però, non bisogna necessariamente essere emozionati. Bisogna farlo a mente calma, in tranquillità,in pace con sè stessi.Per comunicarla bisogna fingersela dopo averla provata ,però.”Il poeta è un fingitore/finge così completamente/ che arriva a fingere che è dolore/ il dolore che davvero sente” (Pessoa)Per figersela è necessario la padronanza di una tecnica, un modo di operare, una consapevolezza e un sapienza acquisita o innata della scrittura, oltre naturalmente al talento umano ( l’intelligenza del cuore) e al talento letterario ( l’intelligenza delle parole) diversi da un poeta all’altro.
mauro orlando

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