lunedì 12 ottobre 2009

Elisir d'amore per ....una democrazia normale

In senso generale la politica è sempre realistica,perché il suo oggetto,il suo problema, il materiale delle sue riflessioni, è la complessità della vita associata. Sotto il profilo pratico la Politica, nei suoi interventi ,nelle sue costruzioni non può mai prescindere da elementi di sagacia e di astuzia, di prudente accortezza, e di attento governo dei conflitti, di verosimile calcolo dei rapporti di forza.......la sua degenerazione autoitaria e populistica è parte del pradosso della demcrazia come predisposizione naturale dell'uomo e la sua fragilità intrinseca...
...... anatomia di un processo involutivo della democrazia:

"Se fanno i magistrati è perché sono diversi dagli altri"
"Fare i giudici è da disturbati mentali"
Sulla politica estera: "Imporre la libertà con forza"
"I giornalisti? Mi attaccano perché vorrebbero essere me"
I giudici sono delle persone "mentalmente disturbate", i giornalisti sono "invidiosi" del suo successo, nella politica estera è maturo il momento per "imporre la democrazia" anche con l'uso della forza.Concetti forti, che hanno immediatamente suscitato un vespaio politico, soprattutto per la parte che riguarda i magistrati. Tanto da richiedere l'immediato intervento del portavoce del premier, Paolo Bonaiuti, il quale tenta una marcia indietro parlando di "battute sul filo del paradosso", e sostenendo che il resoconto è viziato "dalla differenza di lingua" e da una "coloritura giornalistica". Precisazioni dunque, ma non una vera e propria smentita anche perchè i due giornalisti corredano l'intervista con un lungo articolo in cui Berlusconi viene dipinto con toni assolutamente lusinghieri.
Sulla politica estera: Dalla necessità di "imporre libertà e democrazia" da dopo l'11 settembre, di una "comunità di democrazie" da contrapporre, "e possiamo farlo", all'"enorme e paradossale successo del fondamentalismo". Al dittatore di turno, "diciamo: tu devi riconoscere i diritti umani nel tuo paese, e noi ti diamo 6 o 12 mesi, o giù di lì, altrimenti interveniamo". Oggi "siamo capaci, con Russia ed America insieme, di guardare a tutti gli Stati del mondo e valutare a dignità di tutta la gente del mondo, e possiamo dar loro dignità e libertà. Sì! Con la forza, se necessario. perché - aggiunge Berlusconi - è l'unico modo per dimostrare che non stiamo scherzando".
Parlando all'Economist. "Perché - chiede uno degli intervistatori - crede che lei non sia adatto a governare l'Italia?". Perché, dice Berlusconi, "ha fatto un grave e fondamentale errore, confondendo le guardie con i ladri. Ha preso i protettori della democrazia e della libertà per i ladri, e ha preso i ladri per le guardie. Ha mescolato tutto". E aggiunge: "Non ho mai guadagnato un soldo nella mia vita dalla politica, ho messo i miei soldi nella politica, sì, per finanziare Forza Italia".
In quanto al conflitto di interessi, continua, "è tutto il contrario, perché ho dovuto vendere tutto il mio sistema di grandi negozi in quanto i comunisti non volevano comprare da me e avevano una strategia 'BB', boicotta Berlusconi. Le autorità di sinistra non mi davano nessun nuovo permesso per costruire negozi, e non ho chiesto alla destra perché si sarebbe potuto pensare che io avessi un interesse: quindi i miei figli hanno deciso di vendere".
La domanda se è giusto approvare leggi "che la salvano dai processi" è lo spunto per l'ennesima, pesantissima invettiva nei confronti dei giudici. ,Nel corso dell'intervista non manca anche un riferimento a un altro dei bersagli preferiti da Berlusconi, i giornalisti. Perché lo attaccano? "Perché credo ci sia un elemento di gelosia in ognuna di queste persone. Enzo Biagi, Indro Montanelli erano più anziani di me, e credevano di essere loro quelli importanti nel nostro rapporto. Poi - prosegue il presidente del Consiglio - il rapporto si è capovolto e io sono diventato quello che loro stessi volevano essere. Dunque, dato che loro non mi sono politicamente affini, si è sviluppato un sentimento irrazionale tra giornalisti italiani molto famosi".
Di fronte alle reazioni indignate di alcuni esponenti del mondo della politica e della magistratura, il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, tenta una precisazione: "Una chiacchierata estiva con un amico del partito conservatore inglese, la differenza di lingua e una evidente coloritura giornalistica - ha detto - hanno trasformato una battuta sul filo del paradosso, relativa a singoli personaggi, in una considerazione di ordine generale su un'intera categoria. Cosa che evidentemente non era e non è".
(4 settembre 2003)

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