sabato 24 ottobre 2009

Elisir d'amore per ........ricordare Cairano!


.......di Franco Arminio

C’è uno spazio che separa la riflessione

dalla scrittura in cui devia il mondo. Lì

è fine la nebbia e godo da solo questi

pochi minuti di vita filtrata dalle parole

e brividi vividi di notte: è vita questa

che mancherà per la sorte solerte.

Nicola accende sereno una sigaretta

e dice felice del calore della sera:

il volto del paese ci divora e dopo

ci separa.

(Guardia Lombardi, 9 aprile 2005)





QUANDO IL CIELO SARA’ AZZURRO

“c’è un filtro trasparente/ che separa la vita dall’assenza” scrive Domenico Cipriano, e subito, per le parole scelte, per come stanno messe, per il suono che fanno, ti viene in mente che è proprio così; nella poesia precedente invece ci viene ricordato che “la presenza non è solo un dettaglio/ per la nostra comprensione”. E nella precedente c’è “Nicola e accende sereno una sigaretta/ e dice felice del calore della sera:/ il volto del paese ci divora e dopo/ ci separa.” E nella prima delle quattro, dedicata al padre, leggiamo: “Mi hanno sorpreso di notte/ in un sobbalzo della mente/ che si concede raramente indietro/ scompigliando gli anni/ nella memoria senza grandi eventi/ quella necessaria, e più segreta.”; e a leggere queste quattro poesie, per riassumerle in me con una parola, la prima parola che mi è venuta in mente è stata “compostezza”; so che vuole dire molte cose: “civiltà” e insieme “serietà” e insieme “misura” e altre ancora; ma insieme “compostezza” arriva da “comporre”, e comporre è conciliare e riconciliare, e insieme porre insieme molte cose per farne una, insomma compostezza e composizione si spechhiano una nell’altra; e questo mi sembra essere un contrassegno stilistico forte di queste quattro davvero belle poesie.
Ma in aggiunta a questo Domenico si domanda e ci domanda quanto possiamo “affidarci” alla memoria, quanto sia “affidabile”, e per questo, allora, registra e “ferma” “quell’istante quotidiano”, “questi pochi minuti”, “l’immagine che hai già cancellato”, “le poche voci che sfuggono/ al bar per tornare a casa”, e tale inventario di cose altrimenti trascurate o perdute subito, divengono il “dispositivo” principale per ridare fiducia al ricordo, non quello dilatato e inverificabile, no, quello composto e riservato, per esempio quello di un amico che “accende sereno una sigaretta”, quello – così mi sembra – “di quando il cielo sarà azzurro”.

Un saluto carissimo agli amici della CP nel ricordo felice delle belle ore di giugno a Cairano

Adelelmo Ruggiero


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