.......di Franco Arminio
C’è uno spazio che separa la riflessione
dalla scrittura in cui devia il mondo. Lì
è fine la nebbia e godo da solo questi
pochi minuti di vita filtrata dalle parole
e brividi vividi di notte: è vita questa
che mancherà per la sorte solerte.
Nicola accende sereno una sigaretta
e dice felice del calore della sera:
il volto del paese ci divora e dopo
ci separa.
(Guardia Lombardi, 9 aprile 2005)
QUANDO IL CIELO SARA’ AZZURRO
“c’è un filtro trasparente/ che separa la vita dall’assenza” scrive Domenico Cipriano, e subito, per le parole scelte, per come stanno messe, per il suono che fanno, ti viene in mente che è proprio così; nella poesia precedente invece ci viene ricordato che “la presenza non è solo un dettaglio/ per la nostra comprensione”. E nella precedente c’è “Nicola e accende sereno una sigaretta/ e dice felice del calore della sera:/ il volto del paese ci divora e dopo/ ci separa.” E nella prima delle quattro, dedicata al padre, leggiamo: “Mi hanno sorpreso di notte/ in un sobbalzo della mente/ che si concede raramente indietro/ scompigliando gli anni/ nella memoria senza grandi eventi/ quella necessaria, e più segreta.”; e a leggere queste quattro poesie, per riassumerle in me con una parola, la prima parola che mi è venuta in mente è stata “compostezza”; so che vuole dire molte cose: “civiltà” e insieme “serietà” e insieme “misura” e altre ancora; ma insieme “compostezza” arriva da “comporre”, e comporre è conciliare e riconciliare, e insieme porre insieme molte cose per farne una, insomma compostezza e composizione si spechhiano una nell’altra; e questo mi sembra essere un contrassegno stilistico forte di queste quattro davvero belle poesie.
Ma in aggiunta a questo Domenico si domanda e ci domanda quanto possiamo “affidarci” alla memoria, quanto sia “affidabile”, e per questo, allora, registra e “ferma” “quell’istante quotidiano”, “questi pochi minuti”, “l’immagine che hai già cancellato”, “le poche voci che sfuggono/ al bar per tornare a casa”, e tale inventario di cose altrimenti trascurate o perdute subito, divengono il “dispositivo” principale per ridare fiducia al ricordo, non quello dilatato e inverificabile, no, quello composto e riservato, per esempio quello di un amico che “accende sereno una sigaretta”, quello – così mi sembra – “di quando il cielo sarà azzurro”.
Un saluto carissimo agli amici della CP nel ricordo felice delle belle ore di giugno a Cairano
Adelelmo Ruggiero
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