giovedì 29 ottobre 2009

Elisir d'amore per ....l'Università popolare dell'Irpinia.


L' UNIVERSITA' POPOLARE DELL' IRPINIA

“Quando affermo che il futuro è aperto, con “apertura” intendo, in senso ampio, che noi possiamo scegliere quei valori che sentiamo come valori importanti per noi e per la nostra vita…… Affrontare i problemi significa andare alla ricerca di soluzioni, ovvero ricercare qualcosa che migliori la situazione in cui ci troviamo…..E risolvere i problemi significa compiere delle valutazioni. ……Quando parlo del futuro aperto, io con ciò non solo intendo semplicemente affermare che non è possibile predire quel che accadrà; intendo dire piuttosto che quello che accadrà sarà influenzato da noi e dai nostri valori “.K .Popper.


Caro Michele Ciasullo
.... questa estate abbiamo parlato della università popolare ,della cultura e della politica o anche della necessità di poter pensare e vivere una nuova politica culturale.Come in altre occasioni ho cercato di dire , io penso che sia la Comunità Provvisoria che L’Università popolare devono potersi costruire e identificare su un pensiero originale e autonomo che non si regga necessariamnete sulla critica decostruttiva delle storiche inadempienze,errori o distorsioni delle passate e attuali classi dirigenti politiche e culturali.Il pensiero critico letterario,storico,sociologico e politico ha fatto il suo tempo dando buoni o cattivi frutti anche nelle nostre terre. Noi dobbiamo coltivare con presunzione e modestia altre metodologie e altre prospettive di costruzione e idee. Dobbiamo privilegiare la “ragione critica costruttiva" partendo dalla nostra vita reale e dalla possibilità di poter costruire comunità, università,società e città aperte….alla politica e alla cultura tout court .E che cos’è la politica ( o la cultura) se non il modo nuovo a antico per affrontare e riorganizzare la vita individuale e sociale per pensare e per costruire pòlis o istituzioni libere ,aperte,gratificanti e giuste. Ma la nostra non è solo vita mentale , intellettuale ma è sedimentazione e attività sociale, legami affettivi vivi , storie personali in progress ,sogni,sentimenti e passioni condivise di passato e progetti possibili di futuro per una vita e una comunità diversamente bella, buona e giusta ( kalòs, agathòs e dikàios).
Quindi la nostra vita e il nostro pensare ( l’aristotelico "zòov lògon èkon" ,animale dotato di pensiero )ed agire politico ( l’aristotelico "zoòv politikòn" animale politico) possono essere coniugati solo partendo da persone in carne,sangue ed ossa e da un territorio in particolare. Non per amore del “particulare” al limite del provincialismo dobbiamo pensare all’Irpinia come metafora ma sapendo che una metafora è sempre e solo una figura retorica che ci può permettere,però, di parlare del “tutto” stando empiristicamente con i piedi e la testa legati alla “parte”concreta del nostro territorio e delle persone reali che lo abitano, lo usano ,lo pensano e lo ricostruiscono.
Il futuro è alle nostre spalle” in quanto ci permette di essere all’altezza delle sfide e dei nuovi e complessi problemi che necesariamente ci troveremo ad affrontare e dover risolvere.
Anche (o sopratutto) in Irpinia viviamo in una situazione di serio degrado sociale , culturale e politico ,millenarie ed ataviche e le cui cause e responsabilità non sono solo addebitabili agli scarti o ritardi dovuti ai grandi cambiamenti economici e politici che il nuovo secolo ha portato per necessità con sé. La politica ( o la cultura)nella sua migliore accezione di costruzione razionale ,consapevole e attiva della persona o del cittadino non si è evoluta o è stata abbandonata ad una sorta di “impoliticità selvaggia” e una “pre-politicità moralistica” che porta da una parte al proliferare fisiologico della disaffezione o del disinteresse dei più e dall’altra al privilegiamento di una pratica di potere e personalizzata ( al limite dell’autoritarismo populisico e plebiscitario ) dell’agire politico non sempre di tipo democrtaico. In questa nuova situazione politico-culturale nel sociale la polarità della sfera privata nella migliore delle ipotesi viene costretta verso meccanismi di un agire orientato al successo economico personale e alle rispettive preferenze o al peggio nelle occasioni del delinguere .Si viene accentuando una sorta di “civismo privato” egoistico,radicale o fondamentalisico, privilegiando un “individualismo proprietario” come conseguenza di una desolante perdita di funzioni di una formazione democratica dell’opinione , della volontà, della sovranità e della decisione. Questo a livello individuale mentre a livello sociale si accentua la trasformazione sociologica o antropologica di una tipologia di cittadini di società pre-liberali che indirizzano le loro paure e insicurezze nell’accentuare la difesa dei propri diritti soggettivi “ erga o contra omnes” attrezzandosi a sviluppare persino l’uso delle armi ideologiche e xenofobe, contro “l’altro” sia esso comunitario o extracomunitario, di altro colore o religione.
Certamente sarà difficile e complesso assumere un atteggiamento culturale e politico riflessivo , attivo e costruttivo rispetto alla nuova e importante occasione storica anche per noi , attuale classe dirigente locale…..pensare e costruire istituzioni culturali e comunità nuove.
Il pessimismo della ragione” mi consiglia cautela nel privilegiare ancora una volta “ ragionamenti” intellettualmente gratificanti ma politicamente difficili e complessi su masserizie mentali e ideali logorate nella storie passate e nella disgregazione sociale e culturale generale contemporanea ma un “ottimismo della volontà “ e la esperienza comunitaria e universitaria popolare mi consiglia una ulteriore prova di empirismo o umanismo critico che decide di scommettere ancora una volta su un diverso modo di pensare e fare politica e cultura nel nostro territorio.Con una avvertenza però: a partire da una etica della responsabilità individuale-plurale piuttosto che su quella “classica” delle convinzioni universali e necessarie.
Sapendo che la “Politica”o “la Cultura” assume il suo ruolo centrale e naturale di pensare e costruire il futuro a partire dai valori del passato solo se si hanno prospettive praticabili e sogni realizzabili.
Vi auguro buon lavoro nella speranza di un lavoro comune nel prossimo futuro
mauro orlando

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