lunedì 15 giugno 2009

Elisir d'amore per .......lo 'spettro' di Marx.

Un 'nuovo spettro' si aggira per l'Europa e si ammanta di dogmatismo e intolleranza.
"Lo sanno tutti, sappiatelo bene, il marxismo è morto, e Marx con lui, non c'è più motivo di dubitarne"..... e sopratutto di averne paura.
E' in voga un triste refrain : " il cadavere si decompone in un posto sicuro, che non ritorni più, viva il capitale, viva il mercato, sopravviva il liberalismo economico!"
Esorcisti e scongiuri sono al lavoro da molto tempo ed ora i nuovi medici della crisi ricorrono al suo aiuto non sapendo più che pesci pigliare.
Bisogna parlare al suo 'fantasma' o del 'fantasma' dal momento che nessuna etica, nessuna politica sembra ormai possibile,pensabile e giusta.
Mi piace molto ricordare in questo frangente quel che disse W. Allen:
"Dio è morto
Marx pure e
...anche 'io'
non mi sento tanto bene!"





Se Marx seduce la destra
di Barbara Spinelli
Anche le destre - forse soprattutto le destre - guardano d’un tratto a Karl Marx in altro modo: l’odierna crisi economica somiglia non poco al «continuo stravolgimento dei rapporti consolidati», alla «continua evaporazione di quel che è solido», descritti dal filosofo nel 1848. Il padre del comunismo fantasticò il riscatto di una sola classe, e fu funesto, ma la descrizione era realista, tutt’altro che fantasiosa. È vero che la borghesia tende a rispondere alle crisi «provocando crisi sempre più generalizzate, più distruttive, e riducendo i mezzi necessari a prevenirle». È vero che «la moderna società borghese è come l’apprendista stregone, incapace di controllare le potenze sotterranee da lui stesso evocate». È vero che essa «ha spietatamente strappato tutti i variopinti vincoli feudali che legavano l’uomo al suo superiore naturale, e non ha lasciato fra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, il freddo "pagamento in contanti". Ha affogato nell’acqua gelida del calcolo egoistico i sacri brividi dell’esaltazione devota, dell’entusiasmo cavalleresco, della malinconia piccolo-borghese. Ha disciolto la dignità personale nel valore di scambio e al posto delle innumerevoli libertà patentate e onestamente conquistate, ha messo, unica, la libertà di commercio priva di scrupoli». È vero infine che il capitalismo sormonta spesso i mali coi veleni che li scatenano: tra essi, «l’epidemia della sovrapproduzione». Il Capitale è di moda da qualche tempo.


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