lunedì 29 giugno 2009

Elisir d'amore per .........CAIRANO 7x


Nella magia di Cairano ..........un gigante e un mago! Tra presenze invisibili per cogliere con leggerezza e profondità le meraviglie,i silenzi,le luci,i suoni e le voci di una Irpinia viva nella sua immobilità cosmica che la avvicina a Dio.


Lasciare Cairano è uno strazio dei sensi che abbiamo usurato in questi giorni e che ci premuriamo di conservare nei ricordi Perchè tutti "abbiamo bevuto profondamente a quelle fonti........perchè restino a lungo nei nostri cuori esuli e nomadi..Cairano è stata sicuramente la "festa dei sensi"I sensi sono quasi delle finestre sul mondo e, guardando la cosa al contrario, sono delle vie d'accesso del mondo dentro di noi. I sensi umani ci mettono in rapporto con la realtà in maniera differenziata. Ciascuno di essi ci dà dei tipi di conoscenza che altri non ci possono dare e noi alla fine li integriamo, usiamo una specie di miscelatore e così costruiamo in qualche modo la realtà. Questa è una maniera diretta, diciamo, che ciascuno di noi può sperimentare. Poi c'è una maniera indiretta, con cui i sensi ci danno accesso alla conoscenza, che è quella di guardare le opere d'arte fatte di parole ,di visioni,di suoni,di voci, di odori,di gusti...... di "natura naturata e naturans". Ora l'arte in generale ha questa caratteristica, di cui spesso ci si dimentica, che ha sempre un tramite sensibile : la pittura, il colore, le linee, le forme, la musica, i suoni, le parole,l'architettura, i volumi, lo spazio. Allora la prima cosa da fare probabilmente è distinguere tra questo accesso immediato, che poi è falsamente immediato, nel senso che noi impariamo a vedere.Impariamo a sentire e le sensazioni non sono mai passive (non è che noi riceviamo qualcosa dall'esterno) e poi c'è quest'altro sentire al quadrato o al cubo, attraverso il quale noi entriamo in mondi altrui: quelli di un pittore, che è scomparso magari da molti anni o che vive , o di un poeta o di un musicista, che ci trasmettono, immediatamente e anche quando il tempo è passato, una quantità di informazioni che un singoloo qualsiasi cairanese ti racconta con la sua storia nelle rughe della sua faccia o con le parole essenziali e minime. Proust ha detto una cosa bellissima, quando sosteneva che noi in un certo modo «sottoviviamo» invece di sopravvivere o sottoutilizziamo i nostri sensi. Ha detto che noi incameriamo conoscenze sensibili, ma anche pensieri e li accumuliamo in noi come lastre fotografiche non sviluppate, che si tratta appunto di sviluppare mediante l'intelligenza.Abbiamo imparato in questi giorni che uno dei compiti, io credo, del nostro modo di stare nel mondo, sarebbe di aprire più gli occhi, le orecchie, quasi tutti i pori del corpo e sostanzialmente avere un'esistenza più ricca, probabilmente più sensata - nel doppio significato del termine - in quanto ci rendiamo conto di più cose, esercitando questi sensi, soprattutto quelli che nella nostra tradizione sono stati più trascurati, perché noi abbiamo sempre privilegiato la vista o l'udito e abbiamo trascurato, perché troppo soggettivi o troppo imprecisi, i sensi come il tatto, l'olfatto o il gusto.
A Cairano c'è stato questo 'miracolo' e oggi tutti noi che l'abbiamo vissuto profondamente e con leggerezza ci sentiamo un pò più soli ma.......felici!
mauro orlando

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