domenica 2 agosto 2009

Elisir d'amore per .......Fellini.

LA DOLCE VITA......un viaggio alla ricerca di una memoria che non diventi mito di un tempo che fu profondamente gravido di speranze e perfino evocativo di utopie ma anche avvertimento del peggio che possa capitare ad una società di massa ed estroversa a rischio di individualismo vuoto di superficialità e noia.



......nulla è più fragile ed insidioso della superfice o del nihilismo sociale.Il non senso e il senso comune non danno più senso ma mangiano tutto.
Pensare di ritornare bambino tra bambini è una follia irreversibile e dannosa o seguire adolescenti invitanti.Anche pensare a nuove estetiche con nuovi linguaggi e antichi valori da raccontare o nuove creazioni possibili o vecchie palingenesi riciclabili con nuove parole risciacquate nel fiume caotico e limaccioso di una vita compulsiva e ossessiva diventa semplice rappresentazione del nulla. Ed anche ritornare a fare il verso al grande logico tedesco che si premurava di distinguere le vacche nere da quelle bianche o fingere come Zaratustra che siano tutte dello stesso colore , è parte della malattia non la cura .Non siamo più avvezzi e capaci di vedere mescolate le filastrocche o le favole dei bambini, le sperimentazioni adulte o i ghirigori infantili dei poeti o le performances tearali frutto di esperienze varie ed eventuali della follia.
Solo alcuni poeti e alcuni clowns possono scrivere o fingere il rapporto diretto col bambino che si portano incustodito dentro cercando di amarlo e descriverlo per noi umani.
Solo un folle conseguente ed autentico può trascinare con sè l'opera poetica o la rappresentazione che ne fà a patto che che ne è consapevole che non è necessariamente l'autore.
La trinità bambino-poeta-folle o è tragicamente grottesca o non è.
Il silenzio come possibilità di non ascolto o sordità, è un espediente estetico per chiudere bene un bel film segnato da una profonda tragicità di eventi personali e collettivi, ma non può essere la soluzione del problema che la tragedia vuole declinare per occhi catarattizzati e orecchie sorde anche al richiamo di un ingenuo futuro di una giovane adolscente che ci invita a seguirla nel suo mondo di illusioni,sogni e speranze.
Non si può altresì indulgere al culto del silenzio o della pagina bianca (in qua nihil est scriptum) di uno che vede lucidamente un sovraccarico di sconfitte e disillusioni o una rarefazione delle trame o delle sensazioni, delle passioni sopite come un estremo e possibile rifugio orgoglioso , dolorante e protettivo o una boccata di esclusiva "autenticità", o un "buco" in cui nascondersi, un angolo o una vetta da sognare in una rete comunicativa caotica da rammendare o un "nido" superbo,scontroso e orgoglioso e impotente da costruire .
mauro orlando

1 commento:

Nanosecondo ha detto...

"L'uomo di età avanzata non esiterà a chiedere a un bambino di sette giorni dov'è il luogo della vita, e quell'uomo vivrà. Perché molti dei primi saranno ultimi, e diventeranno tutt'uno." dal vangelo di san tommaso