sabato 15 agosto 2009

Elisir d'amore per ........dialogo immaginifico......

Il Clown Nanosecondo ed il suo angelo custode Mercurzio alle prese con i sogni d’amore....
Ma tu non stai nella “corte dei miracoli” …e allora perché non me ne fai uno …….io sono un semplice pagliaccio ….clown chi sa. Continuo a muovere le labbra convinto di parlare, ma il suono sempre più gutturale diventava un gracidare inascoltabile, una parodia della voce, tanto che nemmeno l’aria ci fa più caso.
(continuazione dalla prima parte)martedì 11 agosto 2009, di
Enzo Maddaloni -

NANOSECONDO: Adesso… Basta! E, via, Mercuzio, basta! Stai parlando del nulla! Pure i tuoi sogni d’amore so sfigati… mentre le mie sono fiabe leggere …che poi si avverano d’avvero. Basta solo riconoscersi ….nell’amore ….come Davide e Mariateresa che riconobbero il loro amore e così l’amore trionfa.
MERCUZIO: Sì, di sogni, che sono i figli d’un cervello pigro, come quello di una ragazza clown che conosco molto bene …e che anche tu sembra conosci bene …..e senza che a mi dici fesserie…tanto da quasù io vedo e sento tutto.......ma, questi sì che sono sogni fatti solo di vana fantasia, che sono inconsistenti come l’aria, più incostanti del vento, che ora scherza col grembo gelido del settentrione, ed ora, all’improvviso, in tutta furia, se ne va via sbuffando e volge il volto alle stillanti rugiade del sud......."........Oggi non ci mancano le parole ,ma ci manca chi veramente possa e voglia ascoltare.......quello che tu chiami amore non è ancora amore.
NANOSECONDO: Ma tu non stai nella “corte dei miracoli” …e allora perché non me ne fai uno …….io sono un semplice ….clown chi sa forse ancora pagliaccio ma, continuo a muovere le labbra convinto di parlare, ma il suono sempre più gutturale diventava un gracidare inascoltabile, una parodia della voce, tanto che nemmeno l’aria ci fa più caso. A volte parlo d’amore e l’amore se ne và con il vento……come dici tu ......mentre io cerco invano di acchiapparlo …anche con il mio aquilone.
MERCURZIO: siete due pagliacci …..in passato…. sono anche rimasto impressionato del tuo tuonare ….di chissà quali oscuri artifici e indovinelli, cavillando sempre, incespicando sul canovaccio di quattro sillabe noiose e scopiazzate, recitando quella farsa alla quale tu solo prendevi parte. E, cosi hai pagato! Per fortuna la lezione ti è servita per capire che non sei immortale? Tu! Rigurgitavi gli acidi indigeriti della tua pochezza, gli effluvi della tua invidia malcelata, il tuo veleno ormai scaduto, di pozione magiche fasulle. Ma era solo acqua marcia il beverone, liquame, un’impostura pagata cara al mercato delle pulci. Non te ne sei accorto mai, non sapendo separare quel sapore dal tuo fetore. E invece strascicavi da lebbroso indefiniti strali, riproponendo in salse nuove parole vecchie e pretenziose, e le cantavi pure male.

Continua:

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