martedì 4 agosto 2009

Elisir d'amore per .......angeli, immortali, clowns e D-io


Il Clown Nanosecondo e il suo angelo Mercurzio alle prese con un sogno d’amore...
..sottotitolo: La vera leggenda di Davide e Maria Teresa (Romeo e Giulietta del sud) e degli amori di Nanosecondo....
lunedì 3 agosto 2009, di Enzo Maddaloni -
NANOSECONDO - Stanotte ho fatto un sogno.
MERCUZIO - Anch’io.
NANOSECONDO -Davvero. Ma, come pure gli angeli sognano adesso? E che cosa hai sognato?
MERCUZIO – Gli angeli soggiacciono spesso ai sogni degli uomini ...
NANOSECONDO - Che soggiacciono! Giacciono. A MERCù t’ADDORMi pure tu … ma, io sapevo che non dormivate mai per custodirci a noi mortali … e che diamine avvisami però se non mi lasci incustodito? Ma tieni pure tu il sostituto? Fammelo almeno conoscere …. E per sognare cose vere spero?
MERCUZIO - Ah, ho capito: da te c’è stata la Principessa Naiza.
NANOSECONDO – Principessa Naiza ? Chi diavolo è costei? Quella sbrindellata di Angela che non mi risponde mai quando la chiamo a citofono ….. mi sembra la bella addormentata nel bosco.
MERCUZIO – Ma che dici Nanos …. Naiza è la mammana del regno delle fate; e si presenta sempre in una forma non più grossa d’una pietruzza d’agata al dito indice di un assessore; viaggia su un equipaggio trainato da una muta di piccoli esserini, e si posa sul naso di chi dorme; i raggi delle ruote di quel traino sono formati da zampe di ragno, il mantice dall’ali di locuste, le briglie da sottili filamenti d’esili ragnatele; i pettorali dai rugiadosi raggi della luna; la frusta ha il manico d’osso di grillo e la sferza d’un filo sottilissimo; il cocchiere, a cassetta, è un moscerino tutto grigio-vestito, non più grande della metà d’uno di quei vermetti che si tolgono fuori con lo spillo dal dito d’una pigra fanciulletta; il cocchio è un guscio cavo di nocciola lavorato così da uno scoiattolo falegname o da qualche vecchio tarlo; son essi i carrozzieri delle fate l’uno e l’altro, da tempo immemorabile. In questo arnese, Naiza la tua bella principessa va cavalcando, la notte, pei cervelli degli amanti, e allora questi sognano d’amore; o per le rotule dei cortigiani che sognan subito salamelecchi; o sulle dita d’uomini di legge che sognan subito laute parcelle; talvolta sulle labbra delle dame, e queste sognano d’esser baciate, e spesso sulle loro labbra Naiza irritata dai loro fiati guasti pei troppi dolci, lascia delle pustole. Talvolta anche galoppa su pel naso d’un sollecitatore di favori a pagamento, e quello, allora, in sogno, sente l’odore d’una petizione; talvolta va a solleticare il naso col crine d’un porcello della decima, ad un prevosto e quello allora sogna un altro benefizio parrocchiale. Talora passa con il suo equipaggio sul collo d’un soldato militare, e allora questi sogna a tutto spiano di tagliar gargarozzi di nemici, brecce, imboscate, lame di Toledo, brindisi con bicchieri senza fondo; poi, d’improvviso, gli rulla all’orecchio il tamburo e lui salta su di botto, si sveglia, e dopo avere smoccolato per la paura un paio di bestemmie, se ne ricade giù, morto di sonno. È quella stessa Naiza che nella notte intreccia le criniere dei cavalli e fa dei loro crini sbarruffati, unti e bisunti, dei magici nodi che a districarli portano disgrazia. È lei la maga che quando le vergini giacciono a letto con la pancia all’aria, le preme perché imparino a "portare" e le fa donne di "buon portamento". È lei che...
Continua:

1 commento:

Nanosecondo ha detto...

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