domenica 1 giugno 2008

Una propensione alla fuga nel proprio cuore inquieto.

"Colui che si annoia nell’ascoltare una bella musica lascia intendere che la bellezza dello stile e l’incantesimo dell’amore non avrà su di lui che poca potenza."
(Emmanuel Kant)

Glenn Gould. Bach, Bwv 891. "Fuga"





Una delle ragioni per cui la musica è l’arte più difficile da comprendere si deve ricercare nel fatto che l’espressione dipende dall’attimo fuggente, cioè dal rapporto immediato fra quello che si ascolta e che abbiamo ascoltato e le disarmonie rumorose del nostro spirito inquieto."Dove le parole finiscono, inizia la musica- scriveva il poeta Heinrich Heine- ma potrebbe cominciare anche la solitudine,il silenzio , la tristezza e il dolore di vivere.
Ho sempre ascoltato Glenn Gould come l'espressione profonda e difficile di "un asceta nella solitudine" che ossessivamente cerca di tirare fuori dal suo pianoforte lo spirito ordinatore e musicale di Bach, facendolo rivivere nel secolo che ci ha generato e nutrito alla alienazione, al conflitto e al nihilismo .L'ho sempre visto come l'uomo inattuale , apolide e controcorrente che cerca di usare le "fughe" mentali e musicali non più 'fuori di sè',come per Bach, per costruire cattedrali polifoniche e metafisiche a magnificare il Dio creatore di ordine e di armonie ma 'dentro di sè' ,come possibilità e necessità " umana ,troppo umana" di "fughe" alla ricerca del prorio autentico "io" nelle pieghe più riposte , inquiete e contraddittorie del nostro cuore postmoderno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

O forse dove le parole iniziano, inizia la musica.
La musica è poesia della vita.
Se la mia generazione dice:
"Toglietemi tutto ma non il mio breil",
io dico: "Toglietemi tutto, ma non la musica".
Anche perchè è impossibile. :-))
Alice