lunedì 16 giugno 2008

Una Parola alla settimana.

Per uscire dallo stallo del nihilismo,del relativismo,del consumismo e del superficialismo bisogna rivalutare la ragione nel duplice senso di estenderla ma anche di liberarla dai sofismi e dalle verità assolute.


Relativismo

Professor Emanuele Severino, che cos’è oggi il relativismo?
«Quando si parla di relativismo ci si riferisce alla filosofia. E la Chiesa va innanzitutto ammirata perché anche in questa occasione, attraverso le parole di Ratzinger, mostra la propria capacità di capire il carattere decisivo della filosofia nella storia dell’uomo. Ma Ratzinger condanna il relativismo?
«Da decenni vado dicendo che la Chiesa sottovaluta la potenza del pensiero filosofico del nostro tempo e lo riduce, appunto, a semplice relativismo. Non riesce a scorgere la potenza concettuale che sta alla radice del relativismo e delle altre forme del pensiero contemporaneo».
Il cardinale ha parlato di «dittatura del relativismo» che non riconosce nulla come definitivo...
«Non si tratta di dittatura ma dell’invincibilità del pensiero del nostro tempo, che non è semplice scetticismo ingenuo e nemmeno semplice negazione dogmatica della verità, dell’etica e della realtà assolute».
Perché invincibilità?
«L’invincibilità è tale soltanto rispetto alla grande tradizione culturale dell’Occidente. Questo discorso invincibile lo si può sommariamente indicare così. Se esiste una verità eterna o un essere eterno, essi sono presenti ovunque: ora, nel passato, nel futuro; e in questo modo essi riempiono ogni vuoto, ovvero quello che deve esistere affinché ci possa essere divenire e storia».
…….«Tutto il discorso di Ratzinger è rigoroso e ripropone, anche a proposito del relativismo, una tematica ricorrente nelle encicliche e nei documenti ufficiali della Chiesa degli ultimi decenni. Ma la verità del cristianesimo è fede, e cioè è volontà che il mondo abbia un senso piuttosto che altri, i quali avrebbero lo stesso diritto di farsi valere. Questo fatto porta la fede in una pericolosa vicinanza alla volontà di potenza e alla violenza. Naturalmente al di là delle intenzioni, quasi sempre molto nobili, degli uomini di Chiesa».
…Ratzinger condanna il relativismo perché le cose e i valori di cui è portatore scompaiono presto...
«La Chiesa e tutta la nostra cultura affermano l’annientamento delle cose del mondo. Su questa persuasione, che è l’autentico omicidio ed enticidio originario, è inevitabile che si arrivi alla morte degli eterni e di Dio. Ma la follia più radicale sta proprio in quella persuasione che identifica le cose e il nulla, sicché la non-follia è l’apparire dell’eternità di ogni situazione, stato, istante del mondo. Il pensiero di Spinoza appartiene a quella follia, ma possiamo servirci di una sua grande affermazione che si legge nell’ Etica : "Sentimus experimurque nos aeternos esse", ossia: "Sentiamo e sperimentiamo di essere eterni". Ma l’eternità autentica non è quella di un padrone, creatore, demiurgo che domina le creature e il divenire».


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