
Nel panorama politico della opposizione giornalistica e politica si affacciano prepotentemente e con toni accalorati ed allarmati le parole "regime" "fascismo"..."strisciante" per definire alcuni gravi atteggiamenti e decisioni di Berlusconi e del suo governo. In questo momento non ci interssa il merito( che pure è importante) ma unicamente il linguaggio e le parole che si usano.I pulpiti sono tanti e non mancano vecchi e nuovi predicatori e fustigatori dei costumi patrii e castali !Quindi il problema si pone non solo per un cavillo semantico ma per una sostanza politica che condizione non solo le nostre convinzioni e analisi ma sopratutto le azioni che bisogna metter in campo per contrastare queste anamalie della politica nostrana a livello di cittadinanza individuale primaditutto o di cittadinanza istituzionale.di conseguenza.Le definizioni in questo caso danno il vero senso e la vera interpretazione del fenomeno Berlusconi e del "berlusconismo".Un regime, se di regime si tratta, ha come finalità di rendere l'individuo un tutt'uno con lo Stato trasformandolo in uomo-massa da mobilitare alla bisogna e con la propaganda .Il berlusconimo ,invece, non tenta di mobilitare ma di addormentare le coscienze, rendendole malleabili e disponibili ad una perdita della sovranità o alle graduali modificazioni dello stato di diritto,alcune delle quali ,anzi, risultano ai cittadini pragmatiche ed efficienti.E' "la democrazia senza democratici" come la definisce Dahrendorf. E il risultato di alcuni sondaggi pubblicati da autorevoli quotidiani confermano questa analisi e le sue conseguenze.Una democrazia senza o con pochi democratici si combatte,pertanto, non solo con delle sacrosante denuncie o allarmi.Ci obbliga non solo a esibire e richiamare nella nostra testa e nella società la democrazia delle "convinzioni" ma a mettere in campo nella concretezza del quotidiano la democrazia delle " responsabilita" individuali ,consapevoli ed attive. E' il problema cardine delle democrazie moderne che non si risolve con le grida "al lupo ,al lupo" o con le grande adunate liberatorie "una tantum" !E in questo caso il giusto uso delle parole è il primo atto responsabile e serio della democrazia aperta dei suoi cittadini e delle sue classi dirigenti .
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