domenica 22 giugno 2008

...a proposito di "regime".

“ Quando io adopero una parola,questa ha il significato che le voglio dare” Così il coniglio Humpty Dumty, in Alice nel paese delle meraviglie risponde ad Alice la quale protesta perché usa le parole in modo arbitrario: E quando cerca di convicerlo che non si può indicare con una parola qualcosa di diverso da ciò a cui si riferisce, il coniglio mette fine alla discussione ribattendo: “ Bisogna vedere chi comanda…ecco tutto


Nel panorama politico della opposizione giornalistica e politica si affacciano prepotentemente e con toni accalorati ed allarmati le parole "regime" "fascismo"..."strisciante" per definire alcuni gravi atteggiamenti e decisioni di Berlusconi e del suo governo. In questo momento non ci interssa il merito( che pure è importante) ma unicamente il linguaggio e le parole che si usano.I pulpiti sono tanti e non mancano vecchi e nuovi predicatori e fustigatori dei costumi patrii e castali !Quindi il problema si pone non solo per un cavillo semantico ma per una sostanza politica che condizione non solo le nostre convinzioni e analisi ma sopratutto le azioni che bisogna metter in campo per contrastare queste anamalie della politica nostrana a livello di cittadinanza individuale primaditutto o di cittadinanza istituzionale.di conseguenza.Le definizioni in questo caso danno il vero senso e la vera interpretazione del fenomeno Berlusconi e del "berlusconismo".Un regime, se di regime si tratta, ha come finalità di rendere l'individuo un tutt'uno con lo Stato trasformandolo in uomo-massa da mobilitare alla bisogna e con la propaganda .Il berlusconimo ,invece, non tenta di mobilitare ma di addormentare le coscienze, rendendole malleabili e disponibili ad una perdita della sovranità o alle graduali modificazioni dello stato di diritto,alcune delle quali ,anzi, risultano ai cittadini pragmatiche ed efficienti.E' "la democrazia senza democratici" come la definisce Dahrendorf. E il risultato di alcuni sondaggi pubblicati da autorevoli quotidiani confermano questa analisi e le sue conseguenze.Una democrazia senza o con pochi democratici si combatte,pertanto, non solo con delle sacrosante denuncie o allarmi.Ci obbliga non solo a esibire e richiamare nella nostra testa e nella società la democrazia delle "convinzioni" ma a mettere in campo nella concretezza del quotidiano la democrazia delle " responsabilita" individuali ,consapevoli ed attive. E' il problema cardine delle democrazie moderne che non si risolve con le grida "al lupo ,al lupo" o con le grande adunate liberatorie "una tantum" !E in questo caso il giusto uso delle parole è il primo atto responsabile e serio della democrazia aperta dei suoi cittadini e delle sue classi dirigenti .

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